Iron Maiden: trent’anni fa usciva ‘The Number of The Beast’

Di Nicola Furlan - 23 Marzo 2012 - 10:40
Iron Maiden: trent’anni fa usciva ‘The Number of The Beast’


Trenta anni fa usciva sul mercato un disco leggendario degli Iron Maiden: “The Number of the Beast”. Un disco che vide l’esordio al microfono di Bruce Dickinson al posto del licenziato (o dimissionario?) Paul Di’Anno. E fu questa, nel bene e nel male, la scelta chiave di una carriera leggendaria che ha fatto sognare milioni di ascoltatori. Nell’Inghilterra di inizio anni ottanta, in tanti amavano il famigerato Paul. Lui e gli Iron Maiden erano la ventata di freschezza che ci voleva dopo che il punk s’era commercializzato ed aveva perso tutta la sua arrogante ed accattivante magia. La magia che aggregava i vogliosi di baldoria, i giovani reazionari del ‘sistema’. Gli Iron Maiden erano l’evoluzione più brillante della NWOBHM, erano la parte più aggressiva, ma nel contempo romantica, di quella che in tanti, a ragione, percepivano come evoluzione della musica rock che successivamente prese la piega d’heavy metal.
 

La copertina del disco

La tracklist:

01. Invaders     
02. Children of the Damned     
03. The Prisoner     
04. 22 Acacia Avenue     
05. The Number of the Beast     
06. Run to the Hills     
07. Gangland
08. Hallowed Be Thy Name

Durata: 40′ 28″
 

Anticipato dal singolo Run to the Hills, “The Number of the Beast” fece entrare la band nel professionismo con prepotenza. Ogni singola canzone di questo capolavoro immortale è perfetta. Ritornelli, soli, ritmiche, prestazioni tecnico-esecutive dei singoli, idee, produzione… Tutto è semplicemente perfetto! Grazie anche alla professionalità che caratterizzava il nuovo ambiente, quella professionalità non garantita dai bizzarri comportamenti e dalle mediocri prestazioni live di Paul Di’Anno, il quintetto inglese spopola letteralmente i botteghini e i dati di vendita si fanno sentire nel giro di qualche mese (per la gioia della EMI, l’album raggiungerà i cinque dischi di platino e i cinque d’oro!). Concerto dopo concerto, aumenta la fama della band che si trova, nel giro di un anno, ad essere, meritatamente, una delle principali attrazioni dell’intero panorama mondiale.
 

La copertina del primo singolo: Run to the Hills
 

Di quel disco si ricorda lo slancio e l’entusiasmo del quintetto. Fino a quel momento Steve Harris aveva dettato Legge assoluta, il palco era di sua esclusiva competenza e pretendeva di tracciare il futuro artistico del suo progetto. Un onere e onore acquisito con ambizione in anni di battaglie finalizzate a dar realtà al suo sogno, a metter su una formazione stabile, di gente affidabile, con umiltà. Tornando anche sui suoi passi, da vero leader d’altri tempi, quando, per errore e sotto la pressione del carismatico nuovo cantante Dennis Wilcock, licenziò il suo ‘braccio destro’ Dave Murray che, in pieno stile ‘british-gentleman’, accettò di rientrare nella band quando Harris, stufo delle follie del singer decise di mettere fine ai servizi di Wilcock.

Ma, tra i tanti, l’aneddoto più divertente è relativo proprio ad un altro cantante, ‘Il Secondo Cantante’ degli Iron Maiden: Bruce Dickinson. Abituato come era ad occupare la parte più frontale dello stage, Harris doveva ora dividere (o, se preferite, condividere) il suo spazio. Ora doveva sgomitare là davanti con il nuovo arrivato che balzava come un grillo su e giù e che sapeva coinvolgere tutti quanti con il leggendario motto: ‘Scream for me Birmingham, Scream for me Birmingham’. Ora la band era una macchina da guerra e, fronte a tutti, vedeva un guerriero che cantava inni di battaglia e un basso, sempre là, a mitragliare i presenti. Siamo certi che questa sana competizione abbia dato un impulso determinante alla crescita del gruppo, nonché abbia sovralimentato le ispirazioni che da li a poco avrebbero partorito alcuni dei più bei dischi di sempre…
 

La formazione degli Iron Maiden ai tempi di The Number of the Beast
Da sinistra a destra: Steve Harris (basso) – Clive Burr (batteria) – Bruce Dickinson (voce) – Dave Murray (chitarra) – Adrian Smith (chitarra)


Fu l’inizio di una nuova era, sia per quanto riguarda la carriera della band, sia per quanto riguarda gli spunti compositivi forniti a tutta la scena rock mondiale. Grazie anche all’operato fedele e mastodontico dello storico manager ed amico Rod Smallwood, diedero il via al “The Beast on the Road Tour”, serie di date che li vide gruppo di testa per la maggior parte delle occasioni. Il tour fu memorabile. Invaders, Children of the Damned, The Prisoner, 22 Acacia Avenue, The Number of the Beast, Run to the Hills, Gangland, Hallowed Be Thy Name resteranno per sempre impressi nella mente dei fortunati fan presenti a solo una di queste storiche date.
 

L’artwork del “The Beast on the Road Tour”

Questa la setlist del leggendario Tour:

Murders in the Rue Morgue
Wrathchild
Run to the Hills
Children of the Damned
The Number of the Beast
Another Life
Killers
22 Acacia Avenue
Total Eclipse
Transylvania
The Prisoner
Hallowed Be Thy Name
Phantom of the Opera
Iron Maiden
Sanctuary
Drifter
Running Free
Prowler

Perché tutte queste informazioni? Perché “The Number of the Beast” non è solo un grande disco. È stato, ed è, un vero capolavoro. Lega a sé la storia della musica oltre che definire un nuovo percorso per gli Iron Maiden, da questo punto in poi lanciati nella Leggenda. “The Number of the Beast” è solido appoggio su cui contemplare la nascita di un nuovo modo di intendere la musica rock (metal). Un disco non definibile sotto la stretta definizione di puro heavy metal. È un qualcosa di più. Un qualcosa di impalpabile che solo la sua musica può narrare…

“Woe to you, oh Earth and Sea
For the Devil sends the beast with wrath
Because he knows the time is short
Let him who hath understanding reckon the number of the beast
For it is a human number. Its number is six hundred and sixty six.”

I left alone my mind was blank
I needed time to think to get the memories from my mind

What did I see can I believe that what I saw
that night was real and not just fantasy

Just what I saw in my old dreams were they
reflections of my warped mind staring back at me

Cos in my dreams it’s always there the evil face that twists my mind
and brings me to despair

The night was black was no use holding back
Cos I just had to see was someone watching me
In the mist dark figures move and twist
was all this for real or some kind of hell
666 the Number of the Beast
Hell and fire was spawned to be released

Torches blazed and sacred chants were praised
as they start to cry hands held to the sky
In the night the fires burning bright
the ritual has begun Satan’s work is done
666 the Number of the Beast
Sacrifice is going on tonight

This can’t go on I must inform the law
Can this still be real or some crazy dream
but I feel drawn towards the evil chanting hordes
they seem to mesmerize me…can’t avoid their eyes
666 the Number of the Beast
666 the one for you and me

I’m coming back I will return
And I’ll possess your body and I’ll make you burn
I have the fire I have the force
I have the power to make my evil take its course

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