Live Report: Adrenaline Mob a Roma

Di Francesco Sorricaro - 23 Giugno 2012 - 14:40
Live Report: Adrenaline Mob a Roma

Una, forse due magliette dei Dream Theater: l’eccezione che conferma la regola di un amore particolare, quello dei fan romani per Mike Portnoy; un fattore che, probabilmente li ha portati ad una certa forma di rispetto nel non “battere dove il dente duole”. È quasi tutto per lui lo sparuto pubblico dell’Orion Live Club, in un’atmosfera raccolta e piacevole, nonostante il caldo tropicale di questi giorni; per lui e per gli Adrenaline Mob, il suo ultimo progetto artistico che, anche in questa data romana, si è candidato a diventare la sua band principale.

Foto e report a cura di Francesco ‘Darkshine’ Sorricaro

Apre la serata un’esibizione elettrizzante dei DGM, storica prog metal band italiana, che qui è di casa e si sente. Una schiera di fan entusiasti e attenti ai virtuosismi del quintetto non smette di applaudire ed incitare dall’inizio del loro concerto sino alla richiestissima Hereafter, tratta dall’ultimo lavoro Frame. Un ottimo spot per il prog tricolore, non c’è che dire!

 

 

Gli Adrenaline Mob invece si fanno attendere parecchio prima di salire sul palco. Tra le altre cose, si cerca affannosamente un ventilatore da piazzare lato palco per mitigare l’afa, mentre le prime file cominciano a gridare “MOB, MOB” con impazienza.

Una lunghissima introduzione caratterizzata da ben due brani (il secondo dei quali sarà stato riconosciuto dai fan come la sigla d’apertura della serie di successo The Sopranos) appesantisce eccessivamente l’attesa, ma quando finalmente viene tirato giù il telo nero che copre la batteria di Portnoy, l’urlo di accoglienza è unanime: si comincia!

Portnoy sale in cima al suo sgabello per scrutare la sala, mentre Mike Orlando e John Moyer si sistemano ai lati della scena. “OmerTama” è il nome del nuovo mostro del batterista di Long Island, “Omertamarra” è il primo aggettivo che mi è venuto in mente per descriverla, come molto al limite è l’abbigliamento da simil gangster, con tanto di cappello, di Russell Allen, che entra ancheggiando come mai lo si era visto fare.

È Psychosane ad aprire le danze con un’energia incredibile. Il pit comincia a darsi una mossa, anche se senza esagerare, mentre i Mob iniziano letteralmente a sudare sulle assi. I quattro si dimostrano sin da subito dei performer di tutto rispetto. Allen è loquace ed in ottima vena; non perde l’occasione di raccontare le brutta avventura del giorno prima, quando il loro tour bus è rimasto bloccato in un tunnel in Svizzera e loro sono stati costretti a prendere ben 4 treni per raggiungere Ciampino: il miglior passepartout per giustificare qualsiasi eventuale errore. Per fortuna, di errori se ne vedranno pochi, anche se Portnoy è apparso particolarmente affaticato e meno propenso del solito allo scherzo ed alla giocoleria, nonostante sfoggi, come sempre, una prestazione di tutto rispetto.


[slideshow]
Francesco/Adrenaline Mob/DSCN9642.JPG
|Francesco/Adrenaline Mob/DSCN9652.JPG
|Francesco/Adrenaline Mob/DSCN9653.JPG
|Francesco/Adrenaline Mob/DSCN9669.JPG
|Francesco/Adrenaline Mob/DSCN9693.JPG
|Francesco/Adrenaline Mob/DSCN9707.JPG
|Francesco/Adrenaline Mob/DSCN9728.JPG
|Francesco/Adrenaline Mob/DSCN9748.JPG
|Francesco/Adrenaline Mob/DSCN9757.JPG
|Francesco/Adrenaline Mob/DSCN9774.JPG
|Francesco/Adrenaline Mob/DSCN9790.JPG
|Francesco/Adrenaline Mob/DSCN9791.JPG
|Francesco/Adrenaline Mob/DSCN9814.JPG
|Francesco/Adrenaline Mob/DSCN9835.JPG
[/slideshow]
 

I brani di Omertà sono sufficientemente divertenti ed energici: la dimensione live li arricchisce come accade per certe composizioni di Zakk Wylde e dei suoi BLS e il tutto scorre liscio come l’olio. Russell Allen, in particolare, sfodera, oltre ad una voce più variegata nei toni e quasi perfetta in potenza e pulizia (solo alla cover dei Duran Duran, Come Undone, deve arrendersi a note più alte delle sue possibilità del momento), tutta la sua anima rock ‘n’ roll, e diventa un performer diverso da quello ammirato con i più pomposi Symphony X: balla, ammicca, si muove sinuoso come fosse posseduto da Elvis, insomma si diverte come un ragazzino al primo concerto.

Grandissime le prove su Angel Sky, su Freight Train e sulla stessa Psychosane, anche se la performance più alta, commovente addirittura, è quella su All on the line. In un lungo monologo tiene a dichiarare il suo amore e fedeltà eterna a questa band, assicurando che non è affatto un side project, bensì una vera a propria “Famiglia” (usa proprio il termine italiano, con accento a la Marlon Brando, ndr). Sarà la suggestione dell’immaginario da “Il Padrino”, sarà l’essere in Italia, ma il buon Russell sembra quasi un Mario Merola d’oltreoceano mentre dedica il brano alla sua prole. Fatto sta che il pezzo è davvero bello e l’atmosfera generale in sala lo rende particolarmente emozionante. La più sfegatata a cantare è, tra l’altro, Marlene, moglie di Portnoy, seduta nella sorta di palchetto VIP del locale insieme ai piccoli assonnati Max e Melody, che si sgola riprendendo il marito col telefonino. Che scena, eh? Traslate idealmente il tutto ad un concerto di Gigi d’Alessio e il gioco è fatto!!!

Si chiude con Undaunted, brano a la Disturbed che fa saltare tutto l’Orion all’unisono e che manda la band dietro le quinte in un bagno di sudore.

Il rientro è graduale, affidato ad un breve solo di Mike Orlando. Il chitarrista americano è stata una grande sorpresa per me: durante ogni passaggio e, in particolare, in fase di assolo, si è dimostrato uno shredder straordinario, divertente da vedere e puntuale e precisissimo nei fraseggi. Orlando non ha remore di sorta, gode del rapporto col pubblico e lo richiama di continuo. Sono le sue note ad introdurre egregiamente il rientro dei suoi compagni, e si riparte con quello che è l’inno più adatto degli Adrenaline Mob: la cover dei Black Sabbath The Mob Rules. Potente ed epica, la versione di Portnoy e soci riesce a non sfigurare troppo rispetto all’originale e, anzi, è una goduria mettere a confronto un performer di talento come Allen, con “LA” voce del compianto Ronnie James Dio.

La scaletta prevederebbe anche War Pigs in chiusura ma, probabilmente provati dal caldo e dalla nottata in treno, i nostri decidono che può finire qui, tra gli applausi di un pubblico comunque appagato da una prestazione di ottimo livello, sia dal punto di vista tecnico che emozionale. Gli Adrenaline Mob superano a pieni voti la prova del palcoscenico, per quanto mi riguarda. Sono una live band, esprimono con trasparenza la goduria che provano a suonare i loro brani e si meritano il prezzo del biglietto: cafoni, divertenti e professionali, cosa volete di più?

 

Setlist
Psychosane
Feelin’ Me
Indifferent
Down To The Floor
Angel sky
Freight Train
Come Undone
Believe Me
All On The Line
Undaunted

The Mob Rules