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Node (Gary D’Eramo)

Di Nicola Furlan - 18 Giugno 2012 - 1:10
Node (Gary D’Eramo)

‘Ho quaranta anni e di illusioni non ne ho più. Anzi, se devo essere onesto, non ne ho mai avute. Ho sempre lavorato e portato avanti la band senza mai pormi il problema di fare il professionista, a differenza di tanta gente che se lo pone come primo obiettivo.’
(Gary D’Eramo)

Era da un po’ che non si sentiva parlare dei Node, perlomeno da quando è uscito l’ultimo disco, “In The End Everything Is A Gag”, più di due anni fa. Personalmente non posso che parlare bene di questa band. Perdonerete il modo di esprimermi in prima persona, ma ho sempre ritenuto i Node una delle migliori realtà metal del Bel Paese. Assieme ad Extrema, Necrodeath, Rhapsody of Fire, Novembre e a molti altri (ci scuseranno per la ‘non citazione’…) rappresenteranno, per certo, in futuro, uno dei punti cardine di questo movimento musicale. Dischi come “Technical Crime”, “Das Kapital”, “As God Kills”… hanno rappresentato un qualcosa di più di semplice musica metal che interpretasse la moda del momento o che proponesse un modo di suonare ‘canonico’. I Node hanno forse rappresentato e rappresenteranno, come si suol dire, qualcosa in più (la storia, siamo certi, gli darà ragione). Hanno espresso personalità. Sono riconoscibili e, conti alla mano, hanno sempre affrotnato le difficoltà a testa alta, cercando di sopravvivere nella realtà del mondo della musica, da sempre assai battagliero, un posto dove non si fanno prigionieri. E proprio da queste difficoltà, in particolare quelle legate ai vari cambi di formazione, siamo partiti nella nostra chiaccherata con il fondatore della band, Gary D’Eramo

…allora, riguardo al comunicato di un paio di anni fa onestamente non ho più’ nulla da dire, tutto è spiegato nel medesimo… riassumo dicendo che la band ha avuto a che fare con gentaglia che è già stata dimenticata. Riguardo al recente split, invece, purtroppo, sia Gabriel, sia Attila, hanno preferito seguire strade diverse, Gabriel con i suoi Destrage sta avendo un successo incredibile e non se l’è più sentita di portare avanti le due cose insieme, dato che da poco ha aperto uno studio di registrazione e una sala prove, e gli impegni si sarebbero accumulati a dismisura… Attila, invece, ha aperto una scuola di musica a Novara e si è voluto dedicare al cento per cento a questo progetto. Attila e Gabriel sono due persone che ai Node hanno dato tantissimo… senza di loro, questi due difficili anni sarebbero ulteriormente stati un incubo. Sarò loro riconoscente per il resto della mia vita.

A questo punto ci sembra doveroso introdurre i nuovi arrivati: Davide De Robertis e Rudy Gonella Diaza. Potresti spendere qualche parola su di loro e sul modo con cui li avete selezionati?

La modalita’ di selezione è stata semplice… annunci su internet e via, ci è voluto un po’ di tempo, ma alla fine siamo riusciti a trovare due persone motivate… quelle che servivano per dare nuova linfa alla band. Rudy è di Crema, ma vive a Milano mentre Davide è di Appiano Gentile vicino a Como. Riguardo alle capacità tecniche devo dire di avere trovato due validi, validissimi elementi.


Prima di parlare del presente, permettimi un salto nel passato. Lo faccio per puro egoismo… Personalmente, trovo “As God Kills” del 2006 un gioiello musicale di rara bellezza. E ho sempre covato dentro di me la curiosità di sapere come si sono svolti i lavori. Approfitto quindi dell’occasione per chiederti di illustrare con qualche parola il contesto in cui è nato. Ad esempio: il lavoro svolto in sala prove, come condividevate le idee che hanno poi trovato forma…

Wow, grazie! Mi fa piacere che lo pensi, dato che è stato snobbato dalla maggior parte della critica, come del resto anche “Das Kapital”… ma vabbè, de gustibus… Dunque, i lavori si svolsero tra febbraio e settembre 2005, o meglio, lavorammo alle composizioni a partire da febbraio, per poi concludere tutto con registrazioni e mastering tra agosto e settembre. Il contesto era sereno, come sempre lo è stato tra la vecchia line up. Tutti mettevamo del nostro nelle composizioni, equamente, dando qualcosa sia nella fase di stesura, sia in quella di arrangiamento: tutto, ripeto, nella massima serenità e divertimento, senza pretese. Ogni nostro lavoro si è sempre svolto in questa atmosfera.

Ok, portiamoci ora al presente. Vi siete già messi al lavoro su nuovo materiale?

Sì, tra una bega e l’altra, io Pietro e Jack ci siamo messi sotto, circa sette mesi fa, a buttare giù del nuovo materiale; poi con l’arrivo di Rudy e Davide, la carne al fuoco è raddoppiata e, da circa due mesi, siamo a pieno regime di lavoro… guarda, stiamo ultimando in questo periodo la preproduzione di una decina di pezzi nuovi …e ce ne sono ancora un discreto numero in stesura!

Che tipo di orientamento artistico/musicale sta prendendo il nuovo materiale in lavorazione?

Le influenze sono tante, le riassumerei come un mix omogeneo tra tutti i lavori fin ora svolti dalla band; personalmente è molto stimolante vedere all’interno dei nuovi Node una voglia straordinaria a confrontarsi sulle influenze dei nuovi membri a quelle che hanno contraddistinto la nostra storia. È magico vedere i nuovi arrivati nei Node. Io questa sinergia la vedo con gli occhi di uno che nella band ci ha passato una vita. I nuovi ci stanno mettendo tutta l’attitudine e la creatività derivante dai loro percorsi storico/musicali, diversi dai nostri. Nel contempo si mettono in discussione con una realtà’ storicamente consolidata come la nostra… questa cosa mi ha regalato ulteriori stimoli sia nella musica, sia, sopratutto, nella vita.
 

 

Avete già in mente una potenziale data di pubblicazione? Uscirete sempre per Scarlet Records?

Non so ancora per chi usciremo, prima vorremmo pensare a tirare fuori un ottimo album e trovare qualcuno che creda in noi. Anche se in tutti questi anni ho imparato che l’unica persona che può credere in fondo nelle nostre possibilità siamo noi stessi…

I Node sono una relatà consolidata nel nostro Paese, io credo che qualcosa di buono salterà fuori. Ti sento pessimista su questo, hai qualche valido motivo per esserlo o ti tieni ‘largo’ perché scottato in passato da qualche trattamento poco onesto?

Non sono pessimista… sono Realista. Per prima cosa, viviamo in un Paese dove l’onestà non fa parte dello stile di vita comune; quindi, più che tenermi ‘largo’ come dici tu, preferisco pensare al mio e basta. Ho quaranta anni e di illusioni non ne ho più. Anzi, se devo essere onesto, non ne ho mai avute. Ho sempre lavorato e portato avanti la band senza mai pormi il problema di fare il professionista, a differenza di tanta gente che se lo pone come primo obiettivo. Ma la musica…? Sento predicare gente che è in giro da cinquanta anni, nella nostra scena, su come sia ghettizzato il nostro genere e mi chiedo in tutta onestà: ma dove ca**o hanno vissuto fino ad ora questi? Boh, non sono deluso Nik… fino a quando potrò suonare la mia musica, nella mia band, e avrò qualcosa da dire, di delusioni non ve ne saranno mai. Puo’ deludermi la gente, ma è un momento, poi la musica mi fa passare tutto.

Hai parlato con il cuore, capisco molto bene cosa intendi…, ma dato che parliamo di musica, facciamo un tuffo nell’underground… Noto con piacere che il movimento underground italiano sta proponendo un sacco di dischi di qualità. Sarà la crisi che involgia ad investire su stessi e su quello in cui si crede maggiormente, ma resta il fatto che, quasi inaspettatamente, molte giovani band producono lavori egregi e spingono per emergere. Esiste però un problema di fondo che ‘rallenta’ questo processo di crescita… Ci sono sempre meno posti dove suonare e, ancora peggio, spesso, lo sappiamo, bisogna pagare per poterlo fare, sopratutto nel caso di supporto a realtà importanti, in occasione dei festival ad esempio. Tu che sei dentro da anni a questa scena, cosa ne pensi? Smentiscimi pure se ho detto delle inesattezze…

Io non smentisco assolutamente. Noi stessi abbiamo pagato per suonare, o meglio, c’erano ingenti scambi di favori tra la nostra etichetta e gli organizzatori di grandi eventi. Chi dice che non è vero è un ipocrita… anche perché è sempre successo, e succede in tutto il mondo. I Node non hanno suonato al Gods of Metal perché sono i più’ bravi di tutti… questo sia chiaro, e penso che chi non ha le fette di salame sugli occhi lo abbia capito da sempre, pero’ siamo seri… una o più band grosse che attirano tantissima gente in un contesto creano una possibilità di proporsi. È come comprarsi uno stand alla fiera di Milano. Non vedo che male ci sia a vendere uno slot da parte di un organizzatore a chi vuole mettersi in mostra. Poi se la musica di chi si propone fa cagare, potrai pagare quanto vuoi, ma farà cagare per sempre… alla fine le qualità’ saranno sempre e solo decise da chi ascolta altrimenti, che dovremmo fare per evitare questo? Assumere una giuria selezionata che decide chi merita e chi no? Siamo seri dai… io la penso così. L’omino vestito di bianco che scende dalla limousine si toglie gli occhiali da sole e dice “Ragazzi secondo me voi avete del talento” esiste solo nelle fantasie di tanta, anzi troppa gente, e basta. Il processo di crescita non deve obbligatoriamente essere direttamente proporzionale al successo!

 

Capisco cosa intendi, ma la mia paura è sempre stata quella di un meccanismo che diventi consolidato ovvero: paghi per suonare… non puoi pagare? Affari tuoi, non suoni. A meno che non arrivi al professionismo, allora i giochi cambiano… La cosa mi spaventa… Ma cambiamo discorso; dato che ti ho citato l’undeground, quali sono le band che ti ispirano maggiormente al momento e che trovi più capaci per originalità?

Mah, non sono d’accordo… la mia paura si concretizzerà quando di band non ce ne saranno più. Vorrà dire che la musica sarà morta e la musica fino ad ora non è morta! Cosa dovrebbero fare gli organizzatori allora? Assoldare dei talent scout e scovare le giovani promesse? Farebbero prima le giovani promesse, allora, a mettere da parte qualche soldo e farsi vedere, ti pare? È un investimento, alla pari di assumersi un fonico proprio che curi i propri live per fare la differenza… (cosa che qui in Italia è pura utopia). ‘Professionismo’ è una parola grossa in un genere che non porta denaro nelle casse delle band, e coi tempi che corrono, nemmeno in quelle affermate. Riguardo alle band underground, citerei Destrage e Fleshgod Apocalypse. Al momento sono venti spanne sopra tutti… a mio modesto parere!

In effetti mi trovo d’accordo su parte delle tue idee, è sempre un piacere parlare con te… andremmo avanti per ore credo…eheh! Senti, lascio a te la possibilità di esprimere un tuo pensiero che tieni dentro… che sia riguardo la vostra musica, la vostra storia, il movimento rock italiano, la stampa, gli addetti ai lavori… qualunque cosa tu voglia dire, puoi farlo… liberamente, una sola! Vai…

Grazie Nik, altrettanto da parte mia è sempre un piacere parlare con te… Il mio unico pensiero è farsi meno seghe mentali, fare meno i moralisti, pensare a scopare di più e continuare a lavorare e suonare come ho fatto io nei Node senza troppe menate. Noi siamo fortunati, proprio perché’ siamo tornati ad essere una band emergente, anzi forse lo siamo sempre stati. In diciotto anni, vedere le stesse facce ai nostri live, sentire il supporto sempre dalle stesse persone, più che un motivo di riflessione negativa è uno stimolo ad andare avanti a mantenere un impegno e una coerenza (sopratutto da parte mia) verso chi ci ha sempre stimato. Il resto non conta; conta la musica e quella non è mai mancata nonostante le infinite avversità. Se tutti affrontassero le cose in questo modo, a mio avviso, senza farsi troppe menate sull’emergere o meno e pensando solo a fare buona musica, forse un miglioramento drastico ci sarebbe… tutto riassunto in una sola parola? Bè… FUORI LE PALLE!!!

Sei un fottutissimo rocker… eheh. Spero che in tanti, sopratutto i giovani, prendano spunto dalle tue affermazioni. Me lo auguro davvero… Senti, il tempo è agli sgoccioli, lascio a te le ultime parole ai lettori di Truemetal.it… Ciao e grazie per la piacevole chiaccherata!

Un saluto e un grazie a te Nik e a tutti voi! Ragazzi, siate meno Metal e più’ True… o meglio, siate voi stessi e basta. Un abbraccio da parte mia e di tutta la Band!