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K.A.S.K. (Kwiecio)

Di Daniele D'Adamo - 30 Maggio 2012 - 15:50
K.A.S.K. (Kwiecio)

Ancora una volta Polonia e di nuovo un interessante act che, dal sottosuolo ai confini con l’Ucraina, inizia a metter piede nel mondo dei vivi. Autori dell’EP “Brutal Abstraction” dello scorso anno, i K.A.S.K. sono tra le più interessanti realtà che provi, con convinzione e dedizione, a oltrepassare i confini nazionali, alternando a un sound aggressivo momenti di respiro non precludendosi alcuna strada. Ne parliamo con il nuovo bassista Kwiecio, disponibile a rispondere alle domande di Truemetal.it. Buona lettura!
 

Ciao Kwiecio e grazie della disponibilità per l’intervista, inizierei chiedendovi del primo pensiero che ho avuto leggendo il nome del gruppo: cosa significa K.A.S.K.?

Ciao man, la parola ‘kask’ significa semplicemente elmetto in polacco, haha. Attualmente non abbiamo un’interpretazione del moniker, ma la prima versione era ‘Klub Amatorów Soku Kaktusowego’ che in polacco significa ‘The Club Of Cactus Juice Lovers”’ (!). Stiamo ancora inventando nuovi significati, ad esempio l’ultimo è ‘Kamikaze Awfully Spreading Khaos’. Se avete altre idee fatecelo sapere...

Poiché siete nati nel 2006, con alle spalle l’unico demo “Cactus Core” del 2008, vorrei chiedervi qual è stato il percorso musicale e in particolare la storia della band, poiché per qualche tempo non esistevate praticamente più.

La band si è formata nel 2006 a Krasnystaw. Inizialmente è stato difficile definire la line-up, ci sono stati diversi avvicendamenti al nostro interno. Il primo demo “Cactus Core” era chiaramente in stile metalcore e i ragazzi tennero molti concerti ma praticamente solo nella nostra regione. Quando sono entrato nella band nel 2010 abbiamo iniziato a lavorare al debut EP “Brutal Abstraction” e nella primavera del 2011 abbiamo pubblicato il materiale. Da quel momento in poi abbiamo tenuto molti concerti non solo nella nostra regione e i nostri brani sono entrati a far parte di diverse compilation, ricevendo recensioni molto positive.

Devo ammettere che “Brutal Abstraction” mi ha impressionato per la potenza sonora, che però riesce a far risaltare momenti più melodici e addirittura a creare spazi aperti e di respiro. Come vi rapportate con la composizione?

Hai perfettamente ragione! Ci impegniamo per mantenere un bilanciamento appropriato tra brutalità e melodia. Questo aggiunge molta freschezza e varietà alla ricezione del disco. Penso che in futuro sperimenteremo ancora con degli interludi acustici. Credo sia una buona soluzione. Essendo grandi fan degli Heaven Shall Burn, proviamo spesso anche a creare parti ‘quasi sinfoniche’. Se fai un check su youtube il brano “Insomnia”, troverai proprio il risultato di questo. I riff melodici vengono maggiormente dalla nostra ispirazione alla vecchia scuola metalcore e swedish death metal.

C’è molto di ‘polish death metal’ intriso di black metal nell’EP, ci sono delle band in particolare che vi hanno ispirato?

Siamo ispirati maggiormente dalla moderna scena death metal, ma siamo interessati a molti altri generi. Le nostre più grandi influenze si chiamano Heaven Shall Burn, Job For A Cowboy, Carnifex, Ingested, Misery Index, ecc. Ascoltiamo diversi generi musicali, dall’hip-hop al pop, post-rock e grindcore estremo. Abbiamo la mentalità aperta e penso che questo influisca positivamente sulla nostra musica.

Nei prossimi progetti futuri c’è un full-length? … magari con una label.

Certo, già stiamo scrivendo del nuovo materiale che quasi certamente diventerà un full-length. Non so se troveremo una label per questa ‘roba’, ma ci impegneremo per farlo. Se non riusciremo a trovare una casa discografica, lo auto-produrremo come “Brutal Abstraction”. Non è il nostro obiettivo primario quello di trovare una label, perché anche essere indipendenti e avere tutto quello che facciamo solo nelle nostre mani è per noi una cosa molto importante.

Leggo nella vostra scheda di presentazione che supportate le idee di anti-fascismo, vegetarianismo e libertà. Sono questi gli elementi alla base dei vostri testi o c’è dell’altro?

Certamente, noi siamo legati a queste tematiche e stiamo provando a enfatizzarle, poiché in un certo senso definisce il tipo di messaggio che vogliamo includere nella nostra musica. Naturalmente il nostro spettro d’ispirazione è molto più ampio. I nuovi brani parleranno della crescente sorveglianza e restrizione intrapresa dallo stato, un sistema per controllarci ad ogni passo che facciamo. In aggiunta, cerchiamo di condannare nei nostri testi i ‘falsi credo’ da parte delle masse, la mancanza di coscienza e di pensiero personale, il fanatismo religioso e i piccoli mezzi d’identificazione.

Lascio a te salutare i lettori di Truemetal.it cercando di avvicinarli alla musica dei K.A.S.K. con tre sole parole. Grazie. Ciao!
Face the strength! 🙂

Intervista a cura di Vittorio “VS” Sabelli