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Tiago Della Vega

Di Lorenzo Bacega - 23 Febbraio 2010 - 10:05
Tiago Della Vega

E’ passato ormai qualche mese dall’uscita di Hybrid, primo full length ufficiale di Tiago Della Vega, chitarrista brasiliano balzato all’onor delle cronache nel 2008 in seguito all’inserimento nel Guinness dei Primati in qualità di “Chitarrista più veloce del mondo”. Abbiamo approfittato dell’occasione per raggiungere il musicista carioca e scambiare quattro chiacchiere a proposito della nuova avventura intrapresa, dei progetti paralleli e di cosa bolle in pentola per il futuro. Buona lettura!

 


Ciao Tiago e benvenuto su Truemetal.it. Per iniziare che ne diresti di presentarti brevemente ai nostri lettori che ancora non ti conoscono?

Sono nato a Caxias do Sul, nel sud del Brasile, dove ancora vivo quando non sono impegnato in tour o seminari. Ho iniziato a studiare chitarra all’età di cinque anni, per un certo periodo mi esercitavo fino a sedici ore al giorno: sai da adolescente non avevo tanto bisogno di dormire, in media dormivo per tre ore a notte. Questa è stata per certi versi una fortuna, in quanto potevo passare molto tempo sulla chitarra! Poi ho iniziato a suonare con alcune band locali: con i Fermatha ad esempio, con i quali ho registrato un CD, e con i Burning In Hell, una famosa band brasiliana con un contratto discografico in Giappone. Ed infine ho iniziato la mia carriera solista, arrivando dove sono adesso, con il titolo di chitarrista più veloce del pianeta sulle spalle.

Iniziamo a parlare di Hybrid, il tuo primo disco solista. Quando hai iniziato a lavorarci sopra e quanto tempo ti ha preso, più o meno, nel complesso?

Ho iniziato a concepire Hybrid prima ancora di conseguire il primato del Guinness: ho iniziato a comporre il disco quando ero in tour in Giappone e sono occorsi otto mesi di lavoro, fino a settembre del 2008.

Qual è il tuo pezzo preferito all’interno di Hybrid? C’è una ragione in particolare?

Ogni canzone di Hybrid ha una sua storia ed una particolarità, non ce n’è una preferita

Come descriveresti la tua proposta musicale a una persona non ancora avvezza a questo tipo di sonorità?

La mia musica è un ibrido, come recita il titolo del mio primo disco, non è jazz, né musica classica, e nemmeno metal, è influenzata dalla mia passione per questi stili e dalla cultura musicale del mio paese. In Brasile si cresce a ritmo di samba e bossa nova, e questa è una cosa significativa per tutti i brasiliani.

 

 

Sei soddisfatto del lavoro svolto dalla tua attuale etichetta, la SG Records?

La SG Records ha pubblicato e distribuito il mio disco, sono contento di poter lavorare con persone italiane: la mia famiglia, come quasi tutti qui a Caxias do Sul, è infatti di origine italiana. E’ stato praticamente un ritorno alle origini. Purtroppo non ci siamo potuti accordare per un tour in Italia, spero di riuscire presto a suonare nel vostro paese.

Prima di lanciarti in questa avventura solista avevi già suonato in passato con alcune band metal brasiliane. Puoi dirci, dal tuo punto di vista, che differenza c’è tra lo scrivere del materiale per una band e farlo per un disco solista?

Ho scritto e registrato contemporaneamente tutte le parti di Hybrid, decidendo come far suonare ogni strumento, è stato duro almeno come lo è scrivere quando si è in una band.

Sentimento o tecnica: a tuo parere quale delle due cose è più importante per un chitarrista?

La tecnica è quella combinazione di fattori che ti permette di suonare bene, il “sentimento” nella musica è importante, ma come si possono trasmettere emozioni con uno strumento se non si sa suonare? Sono fortemente in disaccordo con chi dice che la tecnica non è importante nella musica. Una buona tecnica è il principale mezzo che il musicista ha per eseguire correttamente la musica che vuole suonare. Come può un musicista dare una buona idea di quello che “sente”, se non riesce ad esprimersi chiaramente?

Parliamo un attimo del tuo background musicale: chi ti ha ispirato maggiormente come artista?

Sono stati in molti, e non solo chitarristi, ma la maggior influenza in principio l’hanno avuta Van Halen e Steve Vai.

C’è qualche musicista in particolare con il quale vorresti collaborare nel futuro, in un ipotetico progetto musicale?

Ci sono un sacco di buoni musicisti in circolazione al momento, ma voglio continuare la mia carriera solista. Attualmente ci sono degli ottimi musicisti brasiliani che mi accompagnano, sto bene così!

Che idea ti sei fatto dell’attuale scena rock/metal internazionale?

Sono stili con alti e bassi, con delle evoluzioni e con dei principi stilistici che si ripresentano, ci sono persone che ascoltano questo genere da decenni e ci sono sempre nuovi fan. Penso che a breve si tornerà ai canoni ed alla forza degli anni ’80.

Conosciamo molte cose di Tiago Della Vega come musicista, sappiamo che è un grande lavoratore e che fa pratica tutti i giorni per svariate ore al giorno, ma chi è Tiago Della Vega nella vita di tutti i giorni?

Tiago della Vega è un sognatore, ho riposto tutti i miei sogni di una vita normale in un angolino per poter dedicarmi completamente alla musica. Ma sono anche molto riflessivo, curo tutti i dettagli e pianifico ogni cosa con mesi di anticipo, non lascio nulla al caso, neanche il più piccolo dettaglio. E’ grazie a questo che riesco ad ottenere il meglio da me, è la cura dei dettagli che mi ha permesso di raggiungere la mia qualità tecnica.

 

 

Nel 2008 hai ufficialmente conseguito davanti a un’apposita commissione il record mondiale in qualità di chitarrista più veloce del mondo, eseguendo senza alcun errore “Il Volo del Calabrone” di Korsakov a 320 bpm. Pensi di essere in grado di battere questo tuo stesso record?

Ho già suonato “Il volo del calabrone” a 370 bpm durante la registrazione di un programma per Fuji Television, in Giappone, ma non c’erano giudici del Guinness World Records ad ufficializzare l’esecuzione. Nell’immediato non intendo battere il mio record.

Sappiamo che sei un appassionato di musica classica, e non a caso sul tuo debutto solista è presente, oltre al già citato “Volo del Calabrone”, anche un rifacimento del “Capriccio N°24” di Paganini. Pensi in futuro di riproporre qualche altro pezzo di musica classica?

Mi piacciono molto Paganini e Mozart, quindi chissà.

C’è qualche consiglio in particolare che ti sentiresti di dare a un aspirante musicista?

Penso che sia importante, all’inizio dello studio di uno strumento, ascoltare chi c’è stato prima di te, ma poi occorre darsi un limite o si rischia di diventare al una buona copia di chi ti ha preceduto.

Sono in programma delle date live per supportare l’uscita di Hybrid? Nel caso potremo vederti dal vivo pure qui in Italia?

Sarò in tour in U.S.A. e Giappone, poi in Europa. Purtroppo, come già detto, non c’è stata la possibilità di venire in Italia.

Ci sarà un seguito a questo Hybrid? Nel caso, hai già iniziato a scrivere dei nuovi pezzi?

Scriverò del nuovo materiale quando tornerò in Brasile, una volta terminato il tour.

Ok, questa era la mia ultima domanda. Grazie per il tempo che ci hai concesso Tiago, e a te la parola per chiudere quest’intervista come preferisci.

E’ stato un piacere. Spero di incontrare tutti i lettori durante un mio show in futuro. Intanto vi invito a visitare la mia pagina myspace e ad acquistare il mio CD, disponibile anche sul sito di SG Records