Live Report: Vader a Travagliato (27/01/2013)

Di Daniele D'Adamo - 9 Febbraio 2013 - 22:50
Live Report: Vader a Travagliato (27/01/2013)

VADER + ABORTED + BONDED BY BLOOD + FHOBI + BLOODSHOT DAWN

27.01.2013 – Circolo Colony – Travagliato (BS)
 

 

Oggi (27.01.2013, ndr) un’ondata di death/metal si è propagata nel territorio bresciano riversandosi nel Circolo Colony, una piccola realtà che sta prendendo piede ospitando band di grande spessore. Stasera il locale vedrà sullo stage i grandiosi Vader, i quali riproporranno interamente “Black To The Blind” del ’97 per il quindicesimo anniversario.

 

I primi a calcare il palco sono gli inglesi Bloodshot Dawn, formazione di melodic death metal nata nel 2003 con all’attivo un paio di EP e l’omonimo album “Bloodshot Dawn”, appena sfornato dopo tanti sforzi ben ripagati con ottime critiche e la partecipazione al festival Bloodstock Open Air nel Regno Unito e un tour di supporto ai Decapited. Entrando in scena colpiscono i pochi presenti con un potente sound: i riff di Josh McMorran e Benjamin Ellis richiamano perfettamente il death vecchio stampo, al quale hanno saputo sapientemente incastonare ritmiche più moderne, abbinate a soli sia veloci che armonici. Il tutto ben amalgamato dalle linee di basso di Anthony Ridout e scandito dai battiti di Doug Anderson alla batteria. Inoltre, oltre al potente growl di Josh, in alcuni pezzi anche Dough ha cantato, dimostrando di saperci fare sia con le corde vocali che con le pelli. L’esibizione è stata breve ma intensa e sicuramente ha inciso positivamente sul pubblico. Raccogliendo molti applausi, la band lascia il palco a testa alta.

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Set-list

Beckoning Oblivion
Vision
Illusion Aesthetic
The Quantum Apocalypse
Godless

 

La band successiva proviene dall’Uruguay, si tratta dei Fhobi, fondati nel 2003 dal cantante Fabián, che propongono i pezzi del debut album “Feos Hijos O Aires Inmortales”. I musicisti iniziano con un’intro strumentale dal sapore death, ma non appena Fabián entra in scena cantando in spagnolo sfiorando il rap, il pubblico rimane sconcertato per la scelta coraggiosa quanto inappropriata per la discordanza con il genere. Dopo le prime canzoni, lo sbigottimento generale invece di attenuarsi, sprofonda nella noia, perché sia vocalmente che musicalmente i Fhobi si son rivelati monotoni; con ritornelli, ritmiche di chitarra e passaggi di batteria quasi intuitivi. L’unica figura che si è fatta notare è stato il bassista, che ha dato prova della sua destrezza sul basso a sei corde. Ciò che all’inizio sembrava death è apparso una specie di metalcore mischiato al crossover e, in sostanza, è sembrata la brutta copia spagnola dei Rage Against The Machine. Almeno, hanno lasciato una nota di simpatia per la loro interazione.

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Set-list

Intro
Sambo
Contencion
Nuncia Mas
Puto
Un Poco
Me Gustaria
Machitun
Wakala

 

Dopo questa inaspettata parentesi, si ritorna nel vivo del concerto con i californiani (ma originari del Messico) Bonded By Blood, formatisi nel 2005 e forti di due EP e tre album di cui l’ultimo, “The Aftermath”, inciso l’anno scorso. Accolti calorosamente dal pubblico ora più numeroso, attaccano con “I Can’t Hear You” come un invito a fare del sano casino. Infatti, sin da subito, la gente si scrolla di dosso il torpore iniziando a ‘scapocciare’. Il vocalist Mauro Gonzalez oltre che delle possenti corde vocali ha una forte interazione e incita il pubblico ad avvicinarsi al palco. Assieme ai loro compagni Evile, Gama Bomb e Municipal Waste, i Bonded By Blood fanno parte del movimento ‘thrash metal revival’ difatti mescolano il thrash old school all’hardcore punk ottenendo un sound veloce, diretto e grezzo. Juan Juarez suona riff molto spinti e soli taglienti, colmati da Jessie Sanchez al basso, mentre Carlos Regalado non ha pietà per piatti e pelli. Il quartetto ha una coesione molto solida e grazie alla loro dinamicità aggressiva, finalmente iniziano i primi sintomi del pogo. A fine concerto tra urla e applausi il pubblico chiede il bis, ma il tempo è tiranno e la band si ritira dignitosamente per l’ottima performance.

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Set-list

I Can’t Hear You
Immortal Life
Another Disease
Crawling In The Shadows
Among The Vultures
The Aftermath
Restless Mind
Left Behind

 

Ora che gli spettatori sono ben rodati e il locale si è riempito, prepariamoci alla cattiveria incontrastata degli Aborted, band di brutal death metal nata in Belgio nel ’95. Nel corso della carriera hanno subito molti cambi di line-up ma ciò non li ha affatto indeboliti, infatti hanno prodotto ben sette dischi, concentrati di pura violenza, che hanno loro permesso di suonare con band del calibro di Cannibal Corpse, Suffocation e Kataklysm, guadagnandosi una buona posizione nel panorama estremo. Nonostante sia rimasto solo il frontman storico Sven De Caluwe, il calore dei fan non è mancato e senza indugi irrompono con “Meticulous Invagination” travolgendo il locale con ritmiche pesantissime degne del miglior death metal da parte di Danny Tunker e Mendel Bij De Leij con influenze grindcore, mentre JB Van der Wal sembra violentare il basso e Ken Bedene pesta a morte sulle malcapitate pelli. Un muro di suono allucinante che ha fatto pogare senza sosta, sotto i disumani growl e scream di Sven, la cui prestazione vocale è stata ottima come la sua interazione col pubblico, tanto da invitarlo a salire on-stage. L’esibizione si è dimostrata una devastante scarica di proiettili dritta nei timpani, alla cui fine si sono sollevate urla e applausi per il quintetto belga che, trionfale, lascia il palco agli headliner.

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Set-list

Meticulous Invagination
Parasitic Flesh Resection
Coronary Reconstruction
Fecal Forgery
Expurgation Euphoria
Holocaust
Vermicular Obscene Obese
Origin Of Disease

 

Nel locale la tensione è alle stelle. Dopo un rapido check-sound parte l’intro e i leggendari Vader salgono gloriosamente sul palco, facendo esplodere la folla in urla, corna alzate e l’immancabile coro «Vader, Vader, Vader, …». Il frontman Piotr “Peter” Wiwczarek saluta attaccando sulle note di “Sothis”, scatenando il putiferio. Dopodiché s’è dato inizio all’anniversario di “Black To The Blind” con “Fractal Light”. Avevo già visto i Vader quest’estate al Metalfest, e nonostante fossero stati messi vergognosamente come band d’apertura della seconda giornata, avevano dato anima e corpo per soddisfare i pochi presenti del primo pomeriggio. Stavolta come headliner sono i dominatori incontrastati e, dopo ventitré anni di onorata carriera, nonostante i numerosi cambi di formazione che vedono solo Peter come pilastro portante, offrono uno show impeccabile. Forte presenza scenica e sinergia, Tomasz “Hal” Halicki e Marek “Spider” Pająk, portatori sani di headbanging, slittano da un lato all’altro del palco, le dure note del basso di Hal si addensano ai riff di Peter e Spider affilati come lame e intrisi di soli micidiali. Peter è indubbiamente in forma smagliante come la sua voce, potente e cavernosa che pare rimbombare nelle viscere. Mentre alla batteria, il più giovane del gruppo James Stewart è il vero propulsore, in quanto viaggia sul doppio pedale a velocità impressionante massacrando piatti e pelli. Il feedback del pubblico è impressionante, poghi violenti si rincorrono sbattendo sulle prime file e, come se non bastasse Peter invita più volte a creare il circle-pit. Dopo una perfetta esecuzione di “Black To The Blind”, hanno suonato altri tre pezzi per poi ritirarsi. La meritata pausa è servita soprattutto perché come pezzo di chiusura hanno scelto un vero colpo di grazia, l’intramontabile “Raining Blood” degli Slayer. Vi lascio immaginare in che delirio generale è terminato uno show maledettamente distruttivo…

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Set-list

Intro
Sothis
The Wrath
Fractal Light
Heading For Internal Darkness
The Innermost Ambience
Carnal
True Names
Beast Raping
Return To The Morbid Reich
Foetus God
The Red Passage
Distant Dream
Come And See My Sacrifice
Black To The Blind
Dark Age
Vision And The Voice
This Is The War

Encore

Raining Blood (Slayer cover)

Live report e foto a cura di Giacomo Cerutti