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WarCry (Victor Garcia)

Di Emanuele Calderone - 26 Ottobre 2012 - 13:40
WarCry (Victor Garcia)

Abbiamo avuto modo di incontrare Victor Garcia, voce e leader della band heavy metal spagnola WarCry, che in occasione della  festività di San Mateo a Oviedo chiudeva il tour Alfa con un concerto in casa propria.
Buona lettura.

Intervista a cura di Gregorio Fuentes.

 


Grandissimo Victor, grazie per il tuo tempo.
Hombre, grande tu.

Prima di entrare nel dettaglio sui vostri lavori e parlare un po’ di ciò che sono stati questi ultimi 10 anni di carriera, vi faccio qualche domanda sui vostri inizi. Infatti i Warcry esistono da prima del 2002, anno del vostro primo cd?
Si, Prima sono stati idee e sogni miei, un po’ particolari. In realtà siamo riusciti a registrare un demo che con il via-vai di musicisti è stato davvero il massimo che si potesse fare.  

Ed il nome? Che significato ha?
Sai, nei primi tempi i pezzi erano in inglese, infatti le mie influenze musicali derivano da gruppi come Manowar, di cui uno dei loro testi recita “screaming their war cry”. Quando l’ho sentito (ride) e stato sublime, grande!!
Ed il concetto “urlo di guerra” mi è piaciuto. Come nome invece sentivo che in spagnolo non rendeva un granché.  In più il nome esprime la voglia che allora avevamo di andare avanti, lottando per  ciò in cui crediamo e cosi abbiamo presso questa strana decisione: cantare in spagnolo pur tenendo il nome in inglese.

Che tra l’altro si sa, è stato un successo!
Sì, però sai che succede, quando guardi altre band famose ti chiedi, per farti un esempio, “i Metallica da dove hanno preso questo nome” ? Alla fine realizzi che l’importante è il modo in cui ti relazioni con il pubblico.  Al nome dopo si abituano, anche se è molto lungo. (ride)

A proposito di influenze musicali, i WarCry al momento di creare/comporre da quali gruppi si fanno influenzare?
Fondamentalmente da questi tre: Manowar per la potenza,  Stryper per la melodia,  Blind Guardian per la velocità , e lo stile vocale.

Musicalmente i Warcry ebbero un inizio power metal, con un stile epico-medievale, dopo un po’ di anni troviamo un gruppo con uno stile progressivo e con tematiche che si concentrano sui temi sociali.
Un cambio molto interessante, è stato voluto?

Cerchiamo di essere perfezionisti, forse non lo siamo ma ci proviamo disco su disco, chiedendoci in cosa possiamo migliorare. Ricordo che i primi album hanno ricevuto critiche pesanti per quanto riguarda i testi, dicevano che erano semplici, addirittura che erano scritti per bambini. Dopo un po’ ho cercato di dare una svolta. Il problema è che ciò si scontra con ciò che è la mia filosofia di vita, per me l’importante è il messaggio e non come arriva. Nonostante tutto si arriva ad un compromesso, alla fine è stato un cambio non premeditato, sapevamo che dovevamo farlo e ci siamo riusciti senza pianificarlo.

I WarCry hanno girato un film/documentario il cui titolo è 34450km. Eccellente lavoro!!
Eccellenti voli (ride). Vedessi quanti km, mio dio tanti chilometri percorsi!
 


Quindi il nome è il totale di km che avete fatto?
Esatto, il totale di km che abbiamo fatto durante il tour in Sud America. 3 città in Messico, 2 in Colombia, 1 in Venezuela, e 1 in Cile e alla fine tornavamo allo stesso punto per poi ripartire. Stancante ma ne è valsa la pena ed è questo il modo per ricordarlo. Infatti il documentario è stato dedicato a tutta quella bellissima gente!

Infatti i WarCry sono apprezzati in tutta America Latina, anzi sono sicuro in tutto il mondo…
Lla lingua in questo ci aiuta molto, alla fine è semplice capirci. Noi conosciamo i nostri limiti, al giorno d’oggi so che c’è un fan tedesco (ride), un altro italiano, però sappiamo che per ora il nostro pubblico è quello che riesce a capirci, questo lo sappiamo.

Ecco, dimmi come ci si sente ad essere un gruppo europeo così famoso in Sud America ?
Sorpresa!! Sai oggi suoniamo a casa nostra ed è una grossa responsabilità. Qui la gente è molto esigente, sei di casa e ti chiederanno il doppio. Finito il concerto poi ognuno se ne andrà a casa sua. Roba del tipo rock star americana? Noi non lo siamo né ci sentiamo tali, non siamo cresciuti in quel modo…sai viviamo relativamente vicini a tutti. Che ne so un giorno di prova qualcuno ha un problema, non ci costa nulla fermarci ed andare in un bar a prenderci un caffè, è qualcosa di normale.
Invece quando arrivi in questi paesi e vedi la devozione, fanno di tutto pur di poter stare lì, per vederti, per salutarti e le uniche parole che ti vengono sono “WOW” e ancora “WOW”. Io li vedo e li sento come se fossero amici che non vedo da anni. Si avvicinano a te e tu vedi e ricambi tutto l’affetto che ti dimostrano.
Guarda una volta in Venezuela, in una conferenza stampa, mi chiesero la stessa cosa: mi sono bloccato cercando di processare la domanda, e la mia risposta è stata:  Influenza ? IO ? Che dire, ti sorprende ed è qualcosa di fantastico di molto profondo!

Grande, me ne rendo conto, oltre che modesti siete delle persone molto umili e alla mano.
Io dico sempre che questo del musicista è un lavoro, alla fine se mi devono giudicare mi giudicheranno come persona. La musica è un extra che magari non mi farà conoscere e preferisco essere cosi, invece di fare lo sborone perché suono in un gruppo.  (ride)

Ecco, hai risposto in parte ad una domanda che ti volevo fare. Oltre al linguaggio secondo te che cosa impedisce ad un gruppo come il vostro arrivare in altri paesi come Germania, Italia, Francia? Perché se ci pensi la lingua è un plus. C’è chi ascolta un pezzo in inglese senza capire la lingua, ma si lascia contagiare solo dalla musica, insomma anche voi potete trasmettere le stesse sensazioni.
Hombre, non saprei esplicarlo. Guarda, questo è il quarto anno che vado al Waken in Germania, festival molto importante in Europa, è li che ho beccato il fan tedesco, mi ha fatto un pezzo in uno spagnolo bizzarro, un grande!! (ride). In tutti questi anni non ho mai visto una band spagnola suonare lì. E cosi torno sempre molto arrabbiato, è un festival molto grande con molti palcoscenici in cui qualsiasi band vorrebbe suonare, potrebbero far arrivare non dico i Warcry, ma altri gruppi come Obus, Baron Rojo, Saratoga. Tra l’altro si calcola che il 40% della gente che frequenta questo festival sia ispano parlante, vedi tu!
Sembra che ci sia una barriera , forse è molto più semplice far cantare in inglese che in spagnolo non lo so, forse pensano che siamo pasticcioni.

Non sanno quello che si perdono…
(ride) Magari un giorno se ne renderanno conto. Però dai, ci sono 19 paesi con lingua ufficiale spagnolo direi che abbiamo un grosso territorio da visitare prima di poter affrontare l’Europa. E’ interessante, mi piacerebbe poterlo fare, ma per ora è molto più semplice arrivare in America Latina.

Prima ti dicevo che i Warcry arrivano in tutto il mondo, come ben sai un ispano/spagnolo non abita solo in Europa, ma in qualsiasi parte del mondo. E  grazie alle tecnologie diffondere un video, un mp3 è questione di secondi. Cosa ne pensi delle nuove tecnologie e della diffusione di queste?
Sono come un martello schiaccia chiodi, può anche uccidere una persona, dipende tutto da come lo impieghi. Internet è un mezzo di informazione fantastico. Ecco hai abbordato il tema della pirateria che ogni volta mi fa diventare teso (ride).
Credo che dovrebbero esserci regolazioni non solo con la musica ma in molti altri aspetti, guarda la Spagna ha subito un decremento nelle vendite di un 80% in 10 anni. E’ una cifra enorme. Quando la gente sente parlare di una band pensa a Lady Gaga. Ma di L. Gaga c’è n’è solo una, mentre al disotto ci sono mille band che vanno in giro a suonare e vengono pagate appena il giusto per le spese fatte. I veri introiti li ricevono delle vendite, dal merchandising. Se il cd non viene venduto è una perdita e di conseguenza il gruppo non riesce ad emergere.
L’heavy, il rock è tutto è un lavoro duro che si fa giorno per giorno, non si finisce in tv facilmente. Bisogna fare un giro di investimenti, se io avessi soldi da poter investire il palco che oggi monto qui lo potrei portare in tutte le città di Spagna, ma economicamente non ce la facciamo. Al giorno d’oggi le band devono stare molto attente al modo in cui spendono i soldi, senza grossi azzardi perché sarebbe un rischio tremendo e si finirebbe sotterrati.  Me ne rendo conto che da 10 anni a questa parte finisco sempre per parlare di economia (ride).

Tema difficile e lungo da trattare (risate) parliamo di cose belle, il vostro settimo lavoro: Alfa.
Musicalmente è un successo. E’ un sogno divenuto realtà, ha avuto una accoglienza eccezionale. Non posso parlare di vendite (ride), pero per quanto riguarda i live è stato molto apprezzato, pensa che abbiamo eseguito praticamente il 70% del disco. Ci sta dando grosse soddisfazioni.

Il nome del disco? Parlacene un po’.
Se vedi la copertina è l’immagine di una super nova, insomma la fine di qualcosa che ne determina l’inizio di un’altra. Infatti per la pubblicità usavamo la frase “L’energia non si crea o si distrugge, semplicemente si trasforma”. Il titolo Alfa è il riferimento a questo concetto. Per esempio noi: se prendi in considerazione lo stile di prima ed i temi di storie medievali, questi hanno lasciato spazio a quello che facciamo attualmente. Ci siamo evoluti.

Uno dei vostri concerti di questo tour  diventerà un DVD.
Si, l’abbiamo fatto a Madrid, città che ci ha sempre trattato bene e ha molto da offrire. Da un punto di vista strutturale, questo è stato uno dei più grandi concerti che abbiamo mai fatto, un palco gigante con fuochi di artificio, giochi di luci, e anche un invitato speciale Udo Dirkschneider proprio lui, che sono andato a vedere milioni di volte. Lui a me nessuna, anzi no, quella sera dietro le quinte (ride). Per arrivare a questo risultato ci è voluto un duro lavoro da parte di tutto lo staff, dagli organizzatori ed infine dal pubblico che come al solito non ha deluso. Non so in che modo ringraziare tutti, finché non mi invento un modo diverso posso solo dire di nuovo grazie.


Quando uscirà?
Era Settembre, ormai si ha la sensazione che abbiamo lasciato tutto in disparte (ride), in realtà è che dopo quel concerto siamo partiti per Sudamerica e tra lo staff che ci segue ci sono i tecnici che lavorano a questo DVD quindi sai, si blocca tutto fino al rientro, che coincide con il bel tempo, le vacanze, ecc… Uscirà ad Ottobre (sospira) speriamo (ride).

Grandissimi, e così con la fine della festa della vostra città, si chiude anche il tour! Come vi sentite ?
Bene, cercando di stare tranquilli. Sai suonando a casa, c’è molta esigenza ci siamo organizzati al meglio e cercheremo di utilizzare non tutto ma la maggior parte degli accessori che abbiamo usato a Madrid.
Il repertorio sarà quasi lo stesso. Sai mi preoccupa di più come arrivare. Quando sei in tour fuori città ci portano tutti insieme, qui ognuno arriva come può, magari anche in ritardo (ride). Ma si, una volta sul palco, basta che non mi brucio con i fuochi d’artificio e direi che per il resto sono a posto (ride).

Parlando di repertorio WarCry da anni lascia in fondo alla set list lo stesso pezzo: Hoy Gano yo. Come mai ? Dai racconta che la curiosità è grande.
Dopo tanti anni, ci rendiamo conto che le cose sono cambiate, l’heavy metal in Spagna non è visto nello stesso modo in cui in altri paesi dove c’è fraternità e accoglienza. Aneddoto: il tastierista l’hai visto com’è? Magrolino, capelli lunghi, folta barba ogni tanto veste nero(ride). In Colombia è salito in ascensore con una signora che, incuriosita, gli ha chiesto se era musicista e quando aveva il concerto? Lui afferma che se fosse successo a casa sua, lo avrebbero guardato male e non gli avrebbero rivolto nemmeno la parola. Questo è l’esempio della mentalità che c’è stata in tutti questi anni, dove il riferimento al heavy metal era droghe, alcol, delinquenza.
Per fortuna qualcosa sta cambiando, diciamo che sta rientrando nel normale. Hoy gano yo si riferisce a questo: ogni piccolo passo che il heavy metal riesce a dare è una vittoria. Riuscire a suonare nella festa della nostra città è per noi un evento unico e raro ed è una vittoria. Riuscire a farsi avanti nei posti dove la musica tipica è la salsa, la bachata, ecc ecc, musica molto diversa dalla nostra, è una vittoria. Alla fine sai, oggi sei qui, domani chi lo sa, ecco il motivo, chi canta questo pezzo con noi, sa che in ogni situazione deve semplicemente dire:  oggi vinco io domani si vedrà

Grandissimo Victor, grazie mille del tuo tempo, prima di salutarci qualche parola ai fans ?
Grazie a te e  grazie a chi ci conosce. Grazie anche a chi non ci conosce magari ci darà l’opportunità di  farci conoscere nel caso mi raccomando, non ascoltate i primi dischi, scherzo! Ascoltateci ma fate un mix di tutti i cd. Spero potervi vedere qualche volta in un live, dopo mi racconterete se ve la siete passata alla grande!!