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Antagonism (Leonardo Ciccarelli)

Di Daniele D'Adamo - 20 Agosto 2012 - 7:50
Antagonism (Leonardo Ciccarelli)

Altra solida realtà del death metal nostrano, gli Antagonism hanno da poco dato alle stampe il loro primo full-length, “Diggin Past Sound”. Un’occasione per intavolare una breve discussione con Leonardo Ciccarelli, bassista della band di Macerata. 

Ciao Leonardo, sono passati ormai tre mesi dall’uscita di “Diggin Past Sound”: com’è andata, sul mercato? Avete fatto dei buoni raccolti?

Ciao Daniele, inizio subito dicendo che le vendite, sia dal vivo che su canali multimediali, stanno andando discretamente grazie anche al prezzo contenuto. Ci fa molto piacere sapere che il nostro prodotto stia piacendo a parecchia gente.

C’è stato qualche feedback anche da parte dei fan extra-italiani, oppure il disco ha avuto riscontro maggiore sul nostro territorio nazionale?

Il disco sta girando parecchio all’estero, ma attualmente le soddisfazioni maggiori ce le stanno dando i nostri connazionali che ci seguono compiaciuti del nostro lavoro.

La domanda sembrerebbe scontata (mi pare che la label segua con molta professionalità e passione la vita dei suoi artisti…), però credo sia interessante sapere come interagiate davvero, con la SG Records. Vi sentite supportati e incoraggiati, oppure siete semplicemente un ‘codice a barre’?

La SG Record ci aiuta parecchio facendo girare il più possibile il nostro album, per il quale anche alcuni membri della SG hanno contribuito durante la composizione, ma anche in ambito live ci supporta procurandoci attrezzatura qualora capitino serate per la quale la nostra backline non fosse sufficiente.

Copertina e titolo dell’album. Cosa significano? Che messaggio volete trasmettere?

La copertina e il titolo “Digging Past Sounds” li abbiamo scelti perché quest’album racchiude pezzi che abbiamo composto nel corso di svariati anni, alcuni dei quali pubblicati nel nostro primo demo “XXI Century”. L’enorme scavatrice presente in copertina ci è sembrata la migliore rappresentazione di questo concetto e, al tempo stesso, una definizione abbastanza chiara di quello che ci si può aspettare dai pezzi contenuti all’interno.


I temi che trattate sono ‘impegnati’. Ci puoi specificare quali aspetti della vita sono particolarmente sentiti e quindi incastonati nelle vostre canzoni, durante la stesura dei testi?

I temi che trattiamo sono tutti legati a noi, per un motivo o per un altro, in quanto fanno parte dei problemi della società moderna di cui facciamo parte.

La sensibilità verso temi diversi da quelli soliti trattati dal metal estremo (religione, splatter, gore, misantropia, ecc.) deriva dallo spirito hardcore che vive forte e robusto nella vostra attitudine artistica, oppure è semplicemente casuale?

Tutti gli argomenti che trattiamo cerchiamo di impostarli con il nostro spirito, sinceramente non siamo in grado di comporre dei pezzi senza un minimo di senso (almeno per noi) logico.

Il sound degli Antagonism è potente, compatto e asciutto. Anche se, per me, non è poi ‘così death’, concordi con la sua definizione di ‘urban death metal’ così come si legge nella vostra biografia? Oppure, con si tratta più precisamente di ‘groove death metal’ come specificato nell’infosheet di accompagnamento a “Diggin Past Sound”? Le definizioni, alla fine, sono spesse come la lana caprina: meglio allora sentire da te quale sia il vero spirito della musica degli Antagonism…

Entrambe le definizioni sono perfettamente corrette, la differenza sta nell’ambito in cui si definisce il genere degli Antagonism. Sotto l’aspetto di genere musicale apparteniamo al ‘groove death’, mentre per quello dei temi trattati noi siamo ‘urban death’.

Hai partecipato anche tu alla composizione delle canzoni dell’album, oppure sei stato un ‘semplice’ esecutore di quanto ideato dal vostro chitarrista Marco Vitali?

Tutti noi abbiamo partecipato, chi più chi meno, alla composizione dei pezzi. Gli Antagonism sono un progetto di Marco Vitali, ma nella composizione abbiamo tutti la stessa importanza.

Il vostro sound, in effetti, sembra derivare da un vero e proprio gioco di squadra prescindendo, cioè, da qualsiasi individualismo. È vero?

Sicuramente. Sia per il songwriting, che per l’effettistica da utilizzare, siamo molto democratici. Per come la pensiamo noi, sarebbe controproducente scartare delle idee solo perché non sono venute al leader del gruppo.

Una domanda tutta per te: quali sono state e quali sono tutt’ora le tue influenze musicali?

Le mie influenze musicali sono infinite, ma tra di loro posso spiccano Sadus, Entombed, Napalm Death, Cannibal Corpse, In Flames, Soilwork, Cryptopsy, Sepultura, Amon Amarth, Devil Driver, Six Feet Under, Soulfly, Fear Factory, Natron.

Qual è la scena metal nelle Marche? Siete un fenomeno isolato oppure fate parte di un movimento, anche se magari poco numeroso?  

Nelle Marche ci sono parecchi gruppi che fanno metal, più o meno pesante, il problema è che non ci sono molti spazi né strutture adatte al nostro genere, ecco perché molte band cercano di farsi ascoltare più fuori regione, o addirittura all’estero piuttosto che dalle nostre parti.

A live come siete messi? Riuscite a trovare il modo di suonare dal vivo con una certa regolarità?

Dal punto di vista live adesso stiamo andando un po’ a rilento, a causa di alcuni nostri problemi personali.

Infine, un classico: cosa vuoi dire, ai lettori di Truemetal.it?

Un sentito ringraziamento per il tempo concessoci, v’invito ad ascoltare il nostro “Digging Past Sound” per chi non lo avesse ancora fatto e soprattutto grazie a Truemetal.it per questa intervista.
STAY METAL.

Intervista a cura di Daniele “dani66” D’Adamo