Månegarm

uahuhau grande comunque

 

oh fleba,ti giuro su odino..stavo venendo qui proprio a scrivere 2 cose:

1) En fallen fader è bellissima..lo stacco centrale con quell'"urlo alto" è un orgasmo puro..e termina in bellezza con quel "uoooooooooooooooooo..uoooooooo" che mi fa godere ogni volta che lo ascolto..con tanto di parte di violino..è intentissima,davvero. E noto che ne hai già parlato tu,in manier apiu che buona

2) Genom varldar Nio che dopo quell'arpeggio con l'effetto degli uccelli (che già mi fa godere) ha quell'assolo particolare (secondo me è chitarra con una distorsione strana)..che mi ha colpito tantissimo! =)

fa piacere che ci ha colpiti negli stessi punti il cd asd

 

1) Hai còlto gli stessi punti; stasera sotto la doccia non facevo che ripetere quello uouooo ossessivamente

2) avevo pensato anch'io ad una chitarra incredibilmente distorta ma a tratti se riascolti bene sembra un violino suonato in modo stridente e sottilissimo. Mi piacerebbe scoprire che strumento sia infine.

Anche Vargstenen è un pezzo compatto che tiene massicciamente la titolatura del lavoro e la glorifica.

Visioner Palsen nella sua lunghezza devo capirla; al momento non mi pervade come le altre suddette (le prime 5 sono un blocco immenso e cesellato, come quello sul booklet!) MA resta sempre e con certezza che se di bassi si dovesse parlare sarebbe secondo una scala di valori scritta appositamente per questo tipo di alti lavori.

 

En Fallen Fader la prima volta che ho messo su il cd l'ho ascoltata tipo 6 volte di fila...che canzone gente.

 

Causa gli stessi sintomi vedo..

 

quello stacco è la cosa piu epica che io abbia mai sentito in 22 anni di vita!fate voi!

 

E non esageri. En Fallen Fader è una canzone che come pietra di valore fra sassi spicca massicciamente ma anche con una vita sua interna che è proprietà squisita che travalica la concretezza della pietra. E' un cuore, un cuore di lupo solitario addentro una pietra che a forza del canto del vento e del soffio della nari erranti ha perso la sua opacità per risplendere.

Anche Visioni del Ghiaccio (/non ricordo il titolo in svedese), la suite di 8 minuti inizia a prender forma dentro di me; così come la compatta eppur per nulla scontata titletrack ed "in the underworld" veramente notevole.

Ecco che si dispiega la seconda parte del disco, agguantata a fatica per sua stessa proprietà e per il giogo circolare e magico che la prima impone a chi vi incappa facendo si che indulga nel reiterato ascolto.

Grande, grande album, prendetelo a legioni.

 

ma te ti fai dei torboni?

ahhahahaha scherzo ovviamente

 

magari!!


...è questo il guaio....

 

da oggi è in mano mia...che dire già dai primi drammatici ed epicissimi ascolti si capisce che è un masterpiece...credo che rimarrà a lunghissimo nello stereo...lunga vita ai Månegarm

en fallen fader è troppo commovente

 

e bravo FAbio; troppo poco dire su questo disco immenso. Ciò che musica e che non è musica ma corredo, tutto concorre per cura e ispirazione a farne un canto profondo come la terra che risuona di passi sotterranei e vasto come lo spirito che implode.

 

sempre più poeta eh fleba?

però azzecchi come a solito...credo che questo sia un esempio di cosa ci si debba aspettare da un gruppo nordico: drammaticità in primis, eroicità ed epos per la parte storica mentre dal lato culturale/tradizione un elaborato ed amalgamato siero di furore e folk...sinceramente m'aspettavo un disco più alla Vredens Tid ma non un capolavoro del genere.
Credo di poter dar ragione a Fen quando dice che non sente paragoni con i nuovi Finntroll o Moonsorrow per quanto belli questi possono essere.
Vargstenen

 

non io, loro Fabiè.
Quegli aspetti che elenchi ci sono noti perchè veicolati spessissimo nel viking ma la profondità che il violino acuisce e che il cantato fa esplodere tanto più remoto si fa fan si che quegli stessi aspetti siano lì per noi come per la prima volta.
Un anno fa pensavo che dopo ok nefna tysvar ty non avrei trovato più in tanta brevità un simile trasporto. Poi arrivò verisakeet, poi arrivò urkraft; ora arriva Vargstenen ed è la riprova di come per quanto raramente, siano resi relativi i confini della bellezza, dell'emozione.
E come il nero abbracci sfumature infinite che il tempo e l'ascolto permettono di vedere prima e distinguere un istante dopo.

Il loro violinista si firma semplicemente, formularmente, miticamente "the fiddler" sul loro space. E puo ben farlo.

Quell'assenza di paragonabilità che Fenrir ha isolato in chiosa è lo stacco implicito e necessario che il termine di questo anno impone.
Sorprende, l'ultimo dei Finntroll ma non per una sua intrinseca eccezionalità (seppur sia un album indubbiamente bello e trascinante) MA perchè sono i Finntroll, loro e ciò che il loro nome ci porta sonoramente alla mente, ad essersi votati ad atmosfere più cupe.
L'atmosfericità di Vargstenen è invece intrinsecamente eccezionale e prescinde dallo stile precedente del gruppo. Per questo non sono paragonabili.

 

ok nefna tysvar ty è sublime, trascende anche il concetto di viking/folk anche perchè io non lo inserisco in questo genere...questo manegarm riesce nell'intento di smuovere emozioni primordiali nascoste, come as long as wind will blow ti trascina lungo le piste dei venti.
Questi sono i veri capolavori che rendono immensa la musica...

 

Disco dell'anno, lo dicevamo stasera senza andar leggeri con gli epiteti, con Allfodhr