Moonsorrow

non è il voto ma quello che ha detto... ti sembra la solita minestra quest'album? ma dai non ha senso...

 

Certo, se musicalmente non colpisce o non emoziona è difficile addentrarsi nei particolari, ma questo vale per qualsiasi album. Poi vabbe, ci sono casi particolari in cui vale l'opposto (io con Marrow ad esempio). Però, soprattutto con determinate band, concept, testi e tutto quello che circonda il semplice susseguirsi delle note non lo vedo come un contorno, un surplus o un aggiunta. Nel mio caso Varjoina, privato della splendida cover, dei colori, delle drammatiche ed intense lyrics, dei suggestivi intermezzi...insomma tutto il concept, non avrebbe senso di esistere, non starebbe in piedi Prima di inserire il CD nel lettore avevo bene in mente (complice anche la gigantografia del vinile e il posterone ) l'atmosfera verso cui andavo incontro...boh, è difficile spiegarlo a parole.

 

Ma non mi riferivo al concept: è proprio la musica che dà quell'impressione, di morte, di incedere lento ed agonizzante... il che si sposa a meraviglia con le tematiche scelte dalla band.

 

Uno spunto fenririano: Le sue ultime righe sono importanti per collocare questo disco. Tratteggiano un panorama narrativo che è una retrospettiva per brevi immagini sugli ultimi dischi. Nessuna intro, è vero. Il disco è fin troppo spoglio, privo di orpelli. La misura del cesello nota nei precedenti lavori, mai ridondante, mai fuori posto, mai pacchiana e ridicolmente "bombastica" è sacrificata alla manifattura dell'irreversibile. Parrebbe un post ragnarok musicato però fuor di metafora, ossia per quello che è per l'uomo questo archetipo.

 

Proprio per questo che mi ero incazzato (metaforicamente parlando) con chi accusava un ristagno musicale.
Ho riletto la rece. Questa volta ci sono vari punti in cui mi trovo in disaccordo o comunque poco in sintonia con il pensiero di Fenrir. In primis la questione dei testi poi secondo me si poteva spendere qualche parolina in più sul teatrale cantato di Ville a mio avviso uno degli elementi fondamentali di questo concept. Ma vabbè, l'erba voglio...

 

Ho seguito più volte i testi in finlandesi, e ti dico che in molte parti il cantato l'ho trovato splendidamente coinvolgente!

L'unico appunto che mi riservo personalmente di fare a quest'album è la predominanza di tastiere rispetto alle chitarre... ma la nota positiva è il ritorno da co-protagonista del munnharpe :grin:

 

ieri ho dato il mio primo ascolto ad Havitetty(a cui ne sono seguiti altri anche oggi), è difficile assimilare qualcosa in canzoni così lunghe con pochi ascolti ma già così mi ha lasciato senza fiato, e nonostante la lunghezza delle canzoni l'ascolto non è per nulla pesante.

L'ultimo per ora può aspettare,devo rimediare anche sul resto della discografia perchè conoscevo solo Kivenkantaja

 

armati di tempo e pazienza, verrai sicuramente ripagato!

 

ma sei sicuro?

 

Ustia, questa è la critica più strana che abbia mai letto :eek2: Comunque munnharpe rulez

 

ecchevidevodire? :grin: ... Sarà 'l'effetto' Verisäkeet (che stavo ascoltando quando ho scritto il messaggio - o forse il fatto di non poter godere ancora [] del suono perfetto in cd) dove le chitarre la fanno davvero da padrone, creando e guidando melodie senza soste

Comunque, nessuna critica la mia... solo un appunto da gusto personale; VKKM mi riporta più ad un suono vicino Kivenkantaja che ad un Verisäkeet, mentre da quest'ultimo ha preso l'epica oscurità del pathos. Non una perfetta simbiosi (... non ancora in imho...) ma quest'ultimo album mi continua a coinvolgere ad ogni ascolto come raramente mi era capitato prima!

 

Ma si, la mia non era una critica alla critica Mi sembrava solo un'osservazione un po' strana ma adesso che hai spiegato capisco benissimo il tuo punto di vista

 

invece l'aspetto che più mi ha irritato è stato la lentezza:mi sarei aspettato qualche cambio di tempo in più o qualche sfuriata in stile Suden Uni,ma invece il lavoro scorre assai lento,cosa che si sente in un disco cosi lungo.

 

più ascolto Varjoina più mi rendo conto che è un lavoro di una grandezza e profondità immane difficile da trovare in altri album.
Grandi Moonsorrow!

 

Più tastiere e riffing più marcato, quando presente; lentezza. E' vero il disco suona a tratti più "doom" e con una ricerca di atmosfere più legate alla pesantezza, all'immobilità. E' un disco diverso ragazzi, c'è poco da fare; ed è comunque un disco che pur con tutte le osservazioni riportate diligentemente anche in rece ha una sua forte e se vogliamo a tratti "presuntuosa" ragion d'essere.