Iron Maiden

A me si è sbloccato nel cloud tipo 5 minuti fa, che ero nel bel mezzo di Empire of The Clouds, quindi già alla fine....se non altro ho potuto sfogliarmi (digitalmente) il booklet, che mi sembra bellino, soprattutto nelle raffigurazioni del nuovo Eddie, poi vedrò nella copia fisica come rende.

Ripeto che non mi sbilancio sul giudizio al primo ascolto, ma una cosa la posso dire e cioè che con The Red And The Black mi sono emozionato come un bimbo :') E' il brano che più mi è rimasto impresso ed il primo che riascolterò domani, prima di ripartire nuovamente dall'inizio.
Mi è piaciuta tanto anche Tears of A Clown, che mi è parso il pezzo più "Dickinsoniano" dell'album, pur avendola scritta Smith ed Harris.
Sugli altri brani ho avuto impressioni altalentanti, ma tutto sommato buone, soprattutto per quelle del secondo disco, ma appunto è troppo presto per parlarne nel dettaglio, soprattutto per Empire of Clouds, davvero mastodontica.

 

Dopo un bel po' di ascolti penso di poter dire la mia su "The book of souls". Senza molti giri di parole, penso potrebbe essere benissimo il miglior disco da SSOASS a oggi. Tra i dischi post reunion mi sembra il migliore, qualitativamente più omogeneo di "Dance of death" (splendido, ma con molti filler) e "The final frontier" (non c'è paragone tra l'impatto delle opener), meno ridondante di "Brave new world" ( forse devo ancora capire se in generale mi piace più o meno di questo) e "A matter of life and death", due dischi che amo, per intenderci. Il disco, tra quelli recenti, è sicuramente quello che si stacca di più dalla forma canzone alla Harris inaugurata nel 1992 con "Afraid to shoot strangers" e "Fear of the dark", consolidata con "The X factor" ed elevata a standard nel periodo post reunion (da qui la ridondanza a cui mi riferivo prima). Questo è sicuramente un bene, perché il lavoro ne giova sicuramente in impatto e immediatezza, tutte le tracce hanno un'idea di fondo diversa e spesso si sviluppano in modo imprevedibile, cosa che non succedeva da molto tempo. In alcuni brani si percepisce ancora l'atmosfera dei dischi più recenti, ma in un contesto maggiormente vario il tutto funziona addirittura meglio. A mio parere abbiamo davvero la summa di tutto ciò che i Maiden hanno dato alla musica dal 1982 a oggi, ci sono dei momenti che in effetti riportano con prepotenza ai gloriosi dischi degli 80's, ma in modo credibile e personale, non c'è nessun momento autocelebrativo e fine a se stesso. La produzione è nettamente migliore rispetto a quella degli ultimi 4 lavori, le chitarre guidano di nuovo il tutto, il basso in alcuni brani torna davvero a fare la differenza, gli assoli hanno una qualità media spaventosa, veramente molto ispirati, tutti. E' evidente che nelle gerarchie della band negli ultimi 5 anni sia cambiato qualcosa, il contributo di Smith e Dickinson (non solo nei credits) appare veramente maggiore e ridimensiona quello (strabordante) di Harris. E' questo il fattore che ha permesso il raggiungimento di questo equilibrio e ha giovato al tutto, secondo me. Il risultato è un'ora e mezzo abbondante di musica di elevatissima qualità che scorre molto più facilmente di quella che la band ha proposto negli ultimi 20 anni (tondi), inizia col botto e si chiude in modo estremamente emozionante. Il fattore sentimentale sarà decisivo per me, non lo nego, ma francamente penso non esista una band di questa caratura in ambito metal, capace di produrre questo dopo 40 anni di attività ininterrotta, né esisterà mai.

 

Per é un disco ottimo, non scendo nei particolari perché ho poco tempo per scrivere al momento ma volevo lasciare la mia opinione

Per me ha un grosso difetto, le canzoni potevano essere benissimo 2/3 minuti ciascuna più corte, mi sembrano allungate più per poter dire di aver fatto un doppio album che altro

La mia preferita è the red and the black, mentre la suit mi sento di dire che è un pezzo prog rock, ma di buonissimo livello


E si, speed of light é quella che preferisco meno

 

Il meglio lo trovi al secondo CD anche a me la canzone di 13 minuti The red and the black la trovo inutilmente prolissa e stucchevole.... sembra quasi un esercizio di stile per dire "guarda come sia bravi....." con assoli, bridge ecc. ecc. per il resto ascolta il secondo...

 

Ci vorrà un po' per assimilarlo... in ogni caso per ora ottimo disco, dall'inizio alla fine. La tiletrack è di un'epicità incredibile.

 

The red and the black è una ciofeca, non Can I Play With Madness, che è ascoltabile.

 

Voi siete pazzi Solo stamattina l'ho riascoltata 2 volte quella canzone. È meravigliosa *_*

 

Sono in fase di ascolto, e non posso dare un giudizio completo, ma mi piace, lo ascolto molto volentieri e non stanca per ora.

Quello che mi ha DAVVERO SFINITO è la recensione di Truemetal, sembra lo stanco editoriale di un parruccone del metal, oltretutto lunghissimo per poi non fare capire nulla del disco, santo Dio...

 

Guarda.... la devo riascoltare almeno 2 o 3 volte per darne un giudizio come minimo che sia accettabile.... di primo achitto mi è parsa inutilmente prolissa....

 

Insomma....nel primo CD ci trovi If Eternity Should Fail e The Book of Souls....2 capolavori. E per il sottoscritto son 3 dato che ho parere diverso dal tuo su The Red & The Black

 

Preso un' ora fa in versione libretto (bello, ma mannaggia a me...)
Ascoltato solo i primi due pezzi in macchina.

Detto ciò di cui sopra:
- non è amore a primo ascolto;
- sarà il mio impianto in macchina, ma la produzione non mi piace per nulla, mentre gli album degli 80' ristampati (sempre in macchina) suonano da Dio.

Detto ciò non vedo l'ora di uscire dal lavoro per proseguire l' ascolto (magari allungo la strada per tornare a casa )

 

La recensione mi ha messo ansia

Non sono riuscita a finirla

 

Ascoltato solo due volte, quindi non mi lancerò in pareri troppo approfonditi: però non mi aspettavo proprio niente, e invece tutto sommato mi garba, sicuramente molto di più di AMOLAD e The Final Frontier, due dischi che proprio non ho digerito. Purtroppo in questi giorni ho pochissimo tempo, ma dalla settimana prossima continuerò l'ascolto, e già il fatto che mi sia tornato a piacere qualcosa dei Maiden, dopo Dance of Death, mi fa piacere. Certo, a primo impatto non ho sentito una Paschendale, ma è anche presto per farmi una idea.

Comunque, tradizione rispettata, il singolo è nettamente tra i pezzi peggiori.

 

Sì ci sta, è parecchio lunga, ma a me è sembrata da subito molto scorrevole e la lunga parte strumentale l'ho adorata dal primo ascolto. Mi piace anche il fatto che sul cantato c'è sempre dietro la chitarra che ricalca tutte le melodie vocali, enfatizzandone l'epicità. Grandissimo brano, dategli altre chance =)

La recensione mi sa che me la leggo con calma stasera, che già quando ho letto che A Matter of Life and Death è scialbo mi stava salendo il male

 

Nel primo album le migliori sono sicuramente if eternity should fail, dove la parte prima che cominci la solita cavalcata sembra quasi riprendere certe soluzioni dei crimson glory, e la maestosa the book of souls! Ottima anche when the river runs deep come variazione sul tema, tirata e potente, mentre the red and the black se si fosse risparmiata quei ohohoooohh lungo tutta la canzone rendendola magari più snella sarebbe potuta risultare più apprezzabile.

Il secondo album invece rimane costantemente su livelli alti, pochissimi cali, forse solo in the man of sorrows, dove un sound così cupo in certi passaggi non mi ha mai fatto impazzire nei maiden moderni, tranne in pezzi più teatrali ma anche più lunghi e vari. Il resto è un crescendo culminante fino ad empire of the clouds: fanculo a tutti quelli che si ritroveranno spiazzati, che invocheranno ancora pezzi alla the number of the beast o the trooper, che li ripudieranno, io personalmente non posso che inchinarmi a gente che a quasi sessant'anni si riscopre ancora capace di stupire mantenendo un proprio marchio di fabbrica chiaro e riconoscibile. Questo rende onore al loro essere artisti e al contempo essere rispettosi dei fan di ogni data.