Attualità, politica e società

Il paragone fra Renzi e Berlinguer proprio non me l'aspettavo. Viva la campagna elettorale.

 

Perchè in teoria Zingaretti dovrebbe garantire politiche diverse da quelle di Gori...ripeto, in teoria...poi per carità, che a sinistra sembrano farlo apposta a rendersi invotabili sono d'accordo anche io...però in questo caso non mi sembra una scelta tanto farlocca...

 

Io tutto questo scandalo non ce lo vedo...Liberi e Uguali si propone come alternativa a sinistra...non veo perchè dovrebbe automaticamente allearsi con un partito di centro come il PD, ma non vedo neanche perhè sia così scandaloso che lo faccia in alcune situazioni, perchè evidentemente il PD è comunque il partito teoricamente più vicino a loro...semplicemente, si sceglie di volta in volta, in base ad alcuen considerazioni...considerazioni che comprendono anche le singole persone, perchè la politica di oggi è questa, i programmi vengono puntualmente sputtanati il giorno dopo, e la singola persona rappresenta comunque un certo genere di politiche, che verranno attuate indipendentemente da quello che viene eventualmente presentato in campagna elettorale...quindi mi sembra naturale che ci si possa alleare in un posto e non alleare in un altro...

 

Secondo me il punto non è tanto questo...perchè puoi scrivere quello che vuoi sul programma, ma tanto abbiamo visto che Renzi in primis se ne sbatte altamente di quello che era scritto nel programma elettorale...

 

Dimentichi forse che se fai un'alleanza governativa post voto, devi scendere a patti con chi ti allei. Mica passa solo il tuo di programma. A volte non basta nemmeno fare una bozza di programma prima del voto! se ricordi l'unione di prodi, 30 partiti apparentemente uniti in un unico programma ma, dopo il voto 30 programmi diversi, uno per mastella uno per bertinotti uno per dini ecc. Questa è l'italia, i personalismi purtroppo vengono prima delle alleanze. Questo è quello che sta avvenendo in lombardia, beceri personalismi. Poi magari vince un razzista ma questo passa in secondo piano.

 

E allora scusami, ma non votiamo...se i programmi non contano perchè tanto poi quando vai la governo siccome hai gli alleati fai quello che vuoi, se Bertinotti o Mastella ieri e Bersani o Fratoianni oggi non possono avere i loro "programmi" ma lo può avere solo Renzi o Prodi, se bisogna fare di tutto per non fare vincere gli altri (che poi non capisco perchè non far vincere il centrodestra va bene, non far vincere il centrosinistra invece va male...io vorrei gente che porta avanti le proprie idee per far ottenere i propri obettivi, non per far fallirequelli degli altri), allora non votiamo...lasciamo che Renzi e altri quattro si mettano d'accordo e ci evitiamo di spendere soldi e perdere tempo il 4 Marzo...

 

Io non paragono nessuno col grande Berlinguer, ho solo detto che Berlinguer voleva fare un governo con Moro, PC, DC, chiamandolo compromesso storico. Veltroni ne parlò quando fece il Primo governo Prodi, ex comunisti con ex democristiani, oggi si potrebbe dire lo stesso di Renzi a mio modo di vedere. Ma lungi da me il confronto tra politici quasi insignificanti al cospetto del grandissimo Berlinguer.

 

Appunto perchè i programmi contano tutti non si può far finta di niente quando si va al governo del paese. Solo in dittatura si porta avanti un solo pensiero politico. Scusa se l'esempio è un po' brutale, ma rende la mia idea di governo del paese. L'italia fondamentalmente è un paese di centro destra, la sinistra è sempre stata minoranza, non mi sembra nemmeno logico pensare di governare sto paese con un programma monocolore. E' quasi una utopia, è stato così per mezzo secolo, era grande il PC ma sempre all'opposizione stava, perchè non raggiungeva la maggioranza degli elettori. Nemmeno la DC aveva la maggioranza assoluta e per governare, si alleava col PSI + altri 3 - 4 partitini, liberali, repubblicani e socialdemocratici. Insomma le alleanze per chi si propone forza di governo sono necessarie, e alleanza significa compromesso.

 

Mi ha sentito parlare contro le alleanze?

 

Si, qua si fanno un sacco di giri di parole per giustificare l'alleanza in Lazio. Ragazzi, se il progetto politico Liberi e Uguali nasce per riproporre un programma politico di sinistra, dove si ritorna a dare maggiore attenzione ai diritti sociali, all'occupazione (intesa come occupazione reale, non la precarietà che fa numero all'ISTAT), alla liberalizzazione di alcune professioni legate ad un sistema normativo corporativista, non ci si può alleare con il Partito Democratico che, sino ad ora, da quando la dirigenza è nelle mani di Matteo Renzi, ha amministrato sia lo Stato che alcune Regioni approvando riforme diametralmente opposte. Zingaretti o non Zingaretti. Anche perché, da quello che ne so io, l'alleanza non è stata pianificata su alcun accordo di programma comune, che dovrebbe essere il primo punto da affrontare nel momento in cui si stringe un simile patto. Si basa solo sull'opportunità di mantenere l'amministrazione di una regione importante. Infatti Civati è contrario a questa alleanza e ha anche affermato che nessun candidato di Possibile si presenterà per le regionali in Lazio. Roba da far venire il mal di testa.

P.s.: a fare una battutaccia si potrebbe anche affermare che Civati i candidati non ce li aveva in ogni caso, da quanti pochi sono rimasti.

 

Guarda senza fare giri di parola ti voglio dire che:
Tutto vero, tantissimi occupati con cifre record ma, la maggior parte a tempo determinato.
Tu pensi che si sarebbe potuto far di più suppongo, dimmi come imporresti il contratto a tempo indeterminato alle imprese?
A noi ci sembra tutto abbastanza semplice, ma la realtà imprenditoriale non ci pensa proprio a questo tipo di contratti. Lo fanno solo quando lo stato sborsa ingenti somme sui contratti, è un'ipotesi percorribile questa, lo si è già fatto in passato, ma è talmente costosa una manovra del genere se la si vuole estendere a tanti anni, che comporta non pochi sacrifici alle casse dello stato. Siamo sempre la, da dove prendiamo i soldi?

 

Dal punto di vista della politica interna, potrei darti le solite risposte:
- riforma del diritto del lavoro (comprensiva della reintroduzione dell'art.18 dello statuto dei lavoratori) con conseguente limitazione della possibilità di utilizzare i contratti più flessibili, come quelli a chiamata o i voucher
- liberalizzazione delle professioni intellettuali, affinchè queste ultime possano essere esercitate in un sistema di libera concorrenza
- detassazione e deburocratizzazione dell'attività imprenditoriale
- riforma della giustizia civile (soprattutto nella materia commerciale e fallimentare/concorsuale) per garantire, anche attraverso l'assunzione di personale amministrativo nei tribunali, tempi più brevi nella risoluzione delle controversie (la certezza del diritto per un imprenditore equivale spesso alla certezza del credito)
Purtroppo il problema, dal mio punto di vista, non si risolverà mai solo approvando simili riforme all'interno del nostro paese. Possiamo reintrodurre tutte le garanzie a favore dei lavoratori subordinati che possiamo immaginare ma queste proposte rimarranno sempre prive di significato se, a poche centinaia di chilometri dal confine triestino, qualunque impresa italiana potrà delocalizzare la produzione ad un costo non concorrenziale. L'Unione Europea deve cominciare ad occuparsi dei diritti sociali, altrimenti il Mercato Comune e la libera circolazione di uomini, merci e capitali produrrà come risultato solo un livellamento verso il basso della capacità reddittuale della classe media europea.

 

Il punto è tutto qui. Io mi chiedo sempre a che cosa stracazzo stessero pensando, quando senza alcun temperamento hanno fatto entrare nell'UE dal giorno alla notte i paesi del blocco ex sovietico. Ormai è tardi, il livellamento verso il basso è irreversibile, prima ci mettiamo il cuore in pace meglio è. Il massimo che si può fare, a mio parere, e spremere al massimo le eccellenze artigianali, alimentari (sempre se in Europa non continuano a stangarci anche quelle) e turistiche, ma chiaramente non basta.

 

Infatti ormai è tardi per tornare a ragionare riguardo l'industria, bisogna puntare su settori in cui nessuno può batterci: turismo, lusso, ecc.
Ovvio che non bisogna abbandonare l'industria, ma il futuro è nei settori che nessun cinese o ex sovietico ci può rubare.
Bolzano regina del Pil turistico
Il turismo è in boom per il secondo anno consecutivo, 12% del PIL nazionale. I politici devono capire che bisogna fare in modo di ampliare e diversificare: da qualche anno gli stranieri si stanno svegliando e non vanno più solo a Venezia, Firenze, Roma e Napoli, ma non basta che si sveglino loro! Deve esserci localmente terreno fertile per accoglierli anche nei centri minori. L'Italia ha talmente tanto patrimonio storico che praticamente in ogni regione c'è qualcosa di unico al mondo da scoprire, e se non sono opere dell'uomo ci sono sempre paesaggi e natura. Ma siamo noi i primi a non rendercene conto! Per esempio la Lombardia viene sempre praticamente ridotta a Milano e all'industria: e i laghi? e le valli alpine con i prodotti tipici?! Certo se si ha solo in mente moda e fatturato, ovvio che non se ne esce. Ma basterebbe creare fashion dove non si vede: ti fai il giro a Milano e poi via sui laghi, nelle valli, come per Cortina che da anni (per carità il posto è bellissimo) è meta super cool nonostante sia metà a livello di servizi e possibilità rispetto al vicino comprensorio Val Gardena-Val Badia.

 

Proprio sul turismo c'è questo interessante articolo: Elezioni, Dusi lancia 10 Volte Meglio: «Pronti a prenderci il Mibact» | www.lagenziadiviaggi.it
E' l'intervista fatta da un portale di turismo, e spiega come si potrebbero cambiare le cose anche riguardo alla stagionalità degli arrivi.