Libri

Di Wilson ho letto diversi libri, compreso Il potere del cane (mi manca invece proprio Il Cartello).
Lo apprezzo come scrittore in quanto penso sia davvero bravo con le trame e ha uno stile di scrittura piacevole.

Trovo però abbia anche un difetto notevole: i suoi personaggi sono molto stereotipati. Ad esempio, nel IPDC, abbiamo:

Anticipazione (Spoiler)

- il narcos spietato da un lato ma con il cuore d'oro per i figli
- la prostituta che si redime
- il prete di strada che combatte contro superiori corrotti
- il poliziotto workaholic che sacrifica tutto per la lotta al crimine
- il gangster che è finito nella mala per aiutare gli amici ma che sotto sotto è un bravo ragazzo

...e si potrebbe andare avanti ancora un po'.

Non so, questo suo difetto per me gli impedisce (ovviamente a mio parere) di diventare veramente un grande autore del genere poliziesco.

 

Premetto che non ho mai letto Kafka sulla spiaggia però è il primo che leggi di Murakami?
Solitamente o lo si ama o lo si odia, probabilmente tu fai parte della seconda categoria (come molti in questi topic).
I libri sono molto simili fra loro

 

Io ho letto solo norwegian wood...non lo odio ma lo trovo abbondantemente sopravvalutato

 

io ho letto solo "la fine del mondo e il paese delle meraviglie" fino ad ora ed è un bellissimo libro e lui un ottimo scrittore, oggettivamente. ricordo che chiesi anch'io un parere qui quando ancora non lo conoscevo per niente e quasi tutti ne dissero male, con paragoni anche assurdi (fabio volo?).

ps. se poi viene ogni anno e da diversi anni ormai accostato al nobel da grossa parte di pubblico e critica ci sarà anche il suo motivo.

 

va bene tutto, ma questa mi sembra un'offesa esagerata...

 

Secondo me è un ottimo scrittore, io ho letto qualche suo romanzo e credo non si possa in alcun modo dire che scriva male. Se vogliamo trovarci un difetto, i suoi libri si somigliano un po' tutti, ha uno stile molto uniforme e affronta spesso tematiche simili.

 

la verità sta nel mezzo. Non è Tolstoj ma manco fabio volo. A me qualcuno è piaciuto (la fine del mondo, norwegian wood a tratti, quello sulla corsa), altri belli ma con finali imbarazzanti (l'incolore bla bla bla), 1q84 l'ho quittato per quanto era pieno di parti inutili e prolisse, invece. Sa scrivere, sa creare dei mondi anche interessanti, ma ogni volta che se ne parla pare dio sceso in terra. Secondo me è pieno di scrittori anche viventi con molto più da dire, ma sicuramente non è un cane. Anche a mio parere un po' sopravvalutato. Quello che sta leggendo TNBM non lo ho letto, invece.

 

prossimamente ne leggerò un altro, mi attraggono dance dance dance e l'uccello che girava le viti del mondo.

il miglior vivente per me é ishiguro, non che conosca tutti gli scrittori viventi al mondo, però kazuo è stata la più bella scoperta degli ultimi anni. non lasciarmi mi ha fatto piangere e quel che resta del giorno un altro capolavoro, son stati proprio due libri che mi hanno toccato il cuore. la scrittura poi mi ha conquistato nella sua estrema semplicità, piana, misurata e scevra da virtuosismi.

 

Se dovessi dire chi secondo me è il più grande scrittore vivente, non credo sarei in grado.

 

Ecco, appena finisco Nel Segno della Pecora (di Murakami, tanto per restare in tema) devo provare qualcosa di Ishiguro.

 

Allora io di Murakami ho letto: 1Q84, Norwegian Wood, uomini che odiano le donne (una serie di racconti), l'arte di correre, after dark e l'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio.
A me il suo stile piace molto e 1Q84 mi ha catturato, come pochi libri sono riusciti a fare.
L'unica pecca che ho trovato è che i libri sono troppo ma davvero troppo simili.
Invece di Ishiguro ho letto solamente non lasciarmi, era da tempo che lo puntavo in libreria e sinceramente non mi ha soddisfatto, l'ho trovato abbastanza noioso ma forse avevo aspettative troppo alte..

 

Murakami ha la perfetta ricetta per far successo nella società contemporanea: (sur)realismo magico, citazioni colte, spiegoni filosofici, livelli temporali intrecciati, sessualità e gender, formazione e regressione dei personaggi, citazioni filmiche ecc. Nel complesso questi ingredienti funzionano abbastanza, ma il clamore che suscitano i suoi romanzi (parlo solo di Kafka...) è perlopiù giustificato da questo insieme di aspetti post-moderni azzeccati piuttosto che ad una autentica profondità.
Su come scrive non saprei. La traduzione italiana sembra ben fatta.

 

Comunque il fatto dei libri troppo simili accomuna un po' tutti gli scrittori secondo me. Parlando di quelli che conosco meglio, si potrebbe dire lo stesso di Paul Auster ad esempio. O di Franzen. Non è necessariamente un aspetto negativo, intendiamoci, ogni scrittore ha maggiormente a cuore determinate tematiche piuttosto che altre, e così via.

 

è appena morto, ora non lo saprei nemmeno io.

 

Dipende cosa si intende per troppo simili o uguali. Se dici le stesse cose, come pure capita, è una questione; se invece mantieni lo stesso stile o il medesimo "genere" dicendo cose o facendo notare sfumature diverse, è un altra.