Haken

Nonostante un grande lavoro strumentale, con un'interpretazione molto personale del djet, continuo a sentire una certa freddezza di fondo, nel cantato, nei suoni di tastiera a 3/4 del brano.
Probabilmente così deve venire per dare un senso di pesantezza e oppressione, però...

 

Bel pezzo anche questo, meno freddo degli altri secondo me. Ma sono curioso di sentirlo tutto, sicuramente sono molto lontani i tempi di Aquarius.

 

Io degli Haken preferisco l'aspetto più imprevedibile e sfrontato, tipo in The Good Doctor, dove c'è un po' di funky, i fiati in sottofondo, il basso in slap, le strofe simil boyband e il ritornello arioso.
Negli utlimi due brani è tutto troppo serio e oppressivo.
Certo, se il concept sono i disturbi mentali il tutto ha un senso, ma avrebbero potuto anche scegliere un'altra strada, quella di fare tante cose pazzerelle e simpatiche (proprio come in The Good Doctor) come dei mattacchioni, cosa che sanno fare benissimo.
Questo non toglie che siano perfetti come esecuzione ed idee e un plauso va sempre al coraggio di volere cambiare, solamente che quelle sonorità così influenzate dal djent non sono proprio la mia "cup of tea".

 

essendo un concept, non puoi fruirlo così smembrato. va ascoltato dall'inizio alla fine, così da capire tutto l'insieme. non voglio certo insegnarti come si ascolta un album, anzi, ma dico solo di valutare gli ascolti dell'album completo. io ho sentito solo il primo singolo, mi sono gasato ma non ho più voluto sentire nulla, altrimenti mi sarei sentito comunque spaesato.

 

A me più che altro il cantato sembra leggermente svociato però ho comunque grandi aspettative, i brani mi sono piaciuti tutti e tre.

 

Sul finale però va alla meraviglia con il falsetto alla Bellamy, chiudendo con un grande acuto e facendo salire il classico brivido dietro la schiena.
Staremo a vedere, in attesa di Nil by mouth che dovrebbe essere un massacro sonoro tutto strumentale.

 

ho ascoltato puzzle box e mi è piaciuta molto. Credo che l'album non deluderà!

 

Sono un peccatore perchè non dovevo ma ho ascoltato Veil e Nil by mouth.
Adesso questo peccatore è senza mascella.

 

Vorrei peccare anch'io

 

Padre, perdonami perché ho peccato anch'io.


















(*costruisce una statua per dreamwarrior)

 

Dai che domani se ne parla...
Intanto Host è un bellissimo e malinconico brano che odora tanto di Riverside.

 

puzzle box the the good doctor fighissime! a cell divides mi è piaciuta di meno ma cmq è un disco che compro a scatola chiusa. Anche se da ascoltare non c'è rimasto molto per la verità eccetto la lunga suite host e la strumentale. Un pò cortino come disco .... giusto quello mi sento di dire per ora

 

Nil by mouth rappresenterà il nuovo standard masturbatorio esibizionista dopo The Dance of Eternity dei Dream Theater

 

Unico difetto? La durata risicata. Un disco prog a questi livelli di appena 40 minuti è un'occasione persa. Accontentiamoci...

 

diQuando ho saputo che buona parte del disco era stata composta nelle camere d'albergo, durante il tour di Shattred Fortress di Mike Portnoy, dopo che la band aveva suonato i brani più duri e sboroni dei DT, che il mixing era stato affidato ad un djenter come Adam Nolly Getgood, avevo quasi la certezza di trovarmi ad ascoltare un'interminabile serie di "piri piri piri piri", migliaia di note sparate alla velocità della luce come se non ci fosse un domani.
Fortunatamente non è così. La band sa contenersi e, pur mostrando una tecnica impressionante, non suona mai una nota in più del necessario.
Inoltre il lavoro di Nolly al mix è spettacolare, con un suono di batteria, la reale protagonista del disco, pieno e potente.
Sui tre brani ancora non editi:
Veil è quanto più vicino ai Dream Theater si possa trovare nel disco, soprattutto nel refrain, uno dei pochi momenti melodici dell'album. Ha un incedere epico, a tratti battagliero, pur mantenendo una certa durezza di fondo. La parte centrale strumentale è terrificante: al minuto 6 e qualche cosa viene giù di tutto, con la band che improvvisamente si ferma e il basso continua a suonare una linea jazz.
Nil by Mouth, come già detto, rappresenta un nuovo standard sborone. Impressionante cosa combinano, un vero e proprio assalto djent. Una particolare menzione ai suoni di tastiera di Tejeida, che sono sempre vari e belli.
Host è una ballad notturna, dal sapore a tratti quasi jazz grazie agli interventi di un flicorno, con una grande prestazione vocale di Ross. Ha un vago sentore Riverside e, al momento, è il mio brano preferito.
Vector vale gli altri dischi? Beh, parliamo di una band che può vantare 4 dischi e mezzo di livello perfetto e quindi, da questo punto di vista si pone ad un livello inferiore, anche se il gap non è così ampio.
Ci sono due limiti oggettivi ed insuperabili.
Il primo è la durata. La band ha dato una spiegazione che ha la sua logica, cioè che un album heavy non dovrebbe durare troppo. Come esempio è stato fatto Rust in Peace, che dura appena 41 minuti. Tuttavia quando ascolti Vector si ha proprio la sensazione della mancanza del brano finale lungo, quei 15 minuti, che avrebbero portato il tutto ai 60 minuti del disco precedente (che era comunque più breve di quello prima, che era più breve di quello prima ancora ). Naturalmente è tanto per parlare, godiamoci quello che c'è, senza rimpiangere quello che manca.
Il secondo limite è stilistico. Gli Haken avevano la capacità di inglobare nel loro sound le più svariate influenze, di passare da palo in frasca in pochi minuti (lampante è The Endless Knot) e di mantenere sempre un tono scherzoso. In Vector invece è tutto molto serio e pesante, dove per pesantezza intendo non solamente le sonorità, ma l'atmosfera opprimente che si respira. Da questo punto di vista The Good Doctor sembra quasi a parte e secondo me è un outtakes di Affinity, adattata al nuovo contesto. E' tutto matematico e quadrato e la ricerca è focalizzata all'incastro ritmico particolare, nella variazione e successione dei più disparati riffs, nei suoni alieni di Tejeida. Ma d'altronde qui entra in gioco anche la logica: se vuoi fare un disco realmente pesante non puoi metterti a "scherzare" e quindi onestamente non so immaginare come fare coincidere le due cose.
La scelta è stata precisa e, nonostante a larghi tratti sembri quasi un'altra band, nei solchi è comunque riconoscibile l'impronta Haken.
Ed è un disco dannatamente progressive, dove c'è una continua e costante progressione verso territori inesplorati o che erano stati solamente accennati nei lavori precedenti.
Molti commenti che leggo in giro concordano con il mio punto di vista. Altrettanti sono entusiasti perchè finalmente hanno smesso di fare gli scemi . Come a voler dire tutto il mondo è paese.
Ora devo solo capire dove collocarlo nella classifica di fine anno