Scrivere

@Aslan, Dwight Fry ha detto che sei grasso.


:noncapisce&suscitapolemichedalnulla:

 

E' per quello che ci prendiamo sempre la suite

 

L'articolo del Primato Nazionale, del quale ho riportato stralci interi evitando di affrontare da un punto di vista politico quello che era a tutti gli effetti uno scritto musicale (fazioso o meno, condivisibile o meno) e con diversi spunti interessanti.

Mi fa molto piacere che ti piaccia.
Quanto all'istinto, capisco il tuo discorso ma preferirei che di un post così strutturato (un po' di rispetto per l'impegno, quanto meno) si tenesse conto degli argomenti affrontati (tesi e controtesi), non della semplice fonte. Mi spiace che spazi di discussione con un potenziale vengano utilizzati come muri virtuali sui quali scrivere slogan, trovo molto più interessanti e intelligenti i commenti arrivati sul sito.

Comunque il mio è solo un articolo che parla di argomenti faceti. Metal e dintorni: non la guerra del Darfur o la strage di Ustica, quindi va bene lo stesso. Domani non se ne ricorderà nessuno e mi pare del tutto normale.

Ne approfitto per ringraziare quelli che mi hanno scritto in privato per complimentarsi: non eravate tenuti a farlo, ho apprezzato molto.

Non rivelare certi dettagli...

 

Pur avendo apprezzato l'articolo di @Dwight Fry mi trovo più in accordo con quello del Primato Nazionale (giornale che scopro ora).

Con tutti i limiti del caso per me riesce a sottolineare alcuni aspetti della scena attuale che anche io trovo lampanti, sarò un nostalgico (di cosa poi che ai tempi d'oro non ero nemmeno nato), e questo trova una rappresentazione plastica nel fatto che oggi su 10 dischi metal che ascolto, almeno 7 sono del periodo '80-'90.

Questo non significa che la scena sia scaduta, anzi, lo scrivevo anche a proposito delle classifiche di fine anno, non si riesce a stare dietro alle uscite interessanti, ma direi, usando una metafora, che questo è un metal adulto, vario e sfaccettato, ragionato, che ha messo la testa a posto, dopo un gioventù decisamente sopra le righe.

Io quello lo rimpiango, e l'esempio di Anselmo (per me un COGLIONE TOTALE) da la misura di quanto il metallaro medio oggigiorno si sia infighettato.

Comunque è un discorso più ampio, che vale anche per il Rock, e molti altri aspetti della vita, anche lontanissimi dalla musica, che sono stati sostanzialmente mutati (in peggio?) dalla globalizzazione.

 

Comunque, la resistenza del metal in questi anni di declino di tutto è qualcosa di sorprendente, altro che. Qualunque altro genere musicale è alla frutta, il cinema è alla frutta, tutta la cultura pop è alla frutta; il metal, pur senza innovare nulla, continua a produrre dischi che fanno discutere e che probabilmente rimarranno.

Naturalmente fanno discutere nell'underground. Pretendere altro nel 2020 è pura ingenuità.

 

No problem. Io scrivo, poi chi legge usa i suoi occhi e il suo cervello (se ne ha uno, e non mi riferisco certo a te), traendo le sue conclusioni. A me interessa stimolare una discussione o (in altri casi) intrattenere e divertire. Spero solo traspaia il fatto che non mi prendo troppo sul serio, non ho voglia di fare la morale a nessuno e laddove possibile cerco di usare un po' di senso dell'umorismo per stemperare i toni.

Intendi pre-2000, giusto? Beh, io faccio di peggio, ma negli anni Novanta ascoltavo soprattutto roba anni Settanta e non credo che implicasse un granché. Ho idea che superata una certa età (diciamo i trent'anni), o avvicinandosi, si avverta inevitabilmente un richiamo nostalgico agli album e alle sonorità del c'era una volta. Non sempre, eh, ma capita. A un certo punto si crea una frattura col presente che qualcuno ignora, qualcun altro colma e qualcun altro guarda con orrore, arretrando e cercando nel passato i propri punti di riferimento. Io ho citato una serie di band che hanno avuto grande successo negli ultimi dieci anni: ebbene, non scambierei tutte quelle band messe assieme coi miei adorati Saxon, però quei gruppi il successo l'hanno avuto e non possiamo negarlo. Ora gli Avanged Sevenfold suonano dopo i Judas Priest e il motivo lo sappiamo.
Il mondo musicale va avanti indipendentemente dalle reazioni emotive del singolo. A me i ragazzi di 15, 18 o 20 anni sembrano ben felici di poter vivere quest'era musicale. C'è chi ha avuto i Deep Purple, chi i Manowar, qualcun altro i Powerwolf o appunto gli Avanged Sevenfold. C'è chi ha avuto i vinili, chi le musicassette, chi i Cd e chi gli Mp3. E va bene, a ciascuno il suo. Non mi sento di biasimare chi cresce con la musica del suo tempo.

E' cambiata tantissimo la società civile, e con essa le persone che ci vivono. Anche a me piace il metal pericoloso di una volta ma (offro uno spunto di riflessione) quel metal era pericoloso perché la società gli garantiva la possibilità di esserlo; era una società bigotta che portava il metal in tribunale, oggi la società è diversa e non porta la musica metal in tribunale.
Per riavere il metal pericoloso di una volta bisognerebbe riavere una società bigotta come quella che voleva il PMRC: no grazie. Ma se Tipper Gore dovesse tornare, stai tranquillo: il metal darebbe battaglia, è nel suo DNA. Al di là dei mutamenti, secondo me lo spirito c'è ancora. Se non c'è (qui vado sul personale), invece di lamentarci che s'è smarrito... magari proviamo a farlo tornare, provando a dialogare con questi ragazzi invece di trattarli come dei fighetti viziati. Senza fare sconti, certo.
Inoltre ribadisco, si continua a guardare la pagliuzza e non la gomena perché in tante zone del mondo il metal (e/o il rock più in generale) è visto come il nemico pubblico numero 1. Il tipo del Primato Nazionale potrebbe trasferirsi in Siria, se ha tutta questa nostalgia del metal anti-sistema. Secondo me prima di essere sbattuto nella prigione militare di Saydnaya ed essere torturato a morte, apprezzerebbe lo spirito incorruttibile dei metallari indigeni.

 

Assolutamente si, per questo ti leggo con piacere, l'ultima cosa che cerco sono i professoroni che mi spiegano la musica.

Si, esatto, sono sempre di più concentrato su quel ventennio: 1980 - 2000.

Per me si tratta semplicemente di gusti, parlo di band che o ero troppo piccolo per ascoltare "in diretta" (sono dell'85), o addirittura scopro solo ora... per cui ripeto, non ne farei una questione di nostalgia, ma proprio di preferenza di quel sound, rispetto all'attuale (con le dovute eccezioni).

Resterei sul tema musicale anche perchè credo che in Siria abbiano problemi più gravi che non i metallari...

Anche qui non mi trovo del tutto accordo, ok, non ci sono più le cause alle band per blasfemia, indecenza etc... ma l'amore di Lemmy per un certo tipo di vestiario d'epoca ha sollevato nei suoi ultimi anni parecchie polemiche, e se all'epoca fu catalogata come una stranezza di un vecchio eccentrico, oggi un frontman di una band giovane che si presentasse così verrebbe distrutto dai media.

Oggi la soglia oltre la quale scatta la censura morale è molto, ma molto più bassa: una battuta su una minoranza, un gruppo etnico, o un qualunque modo d'essere, diventa il pretesto per imbastire una campagna contro chi l'ha pronunciata, e il metal non è immune da questo, con la differenza che se il metallaro medio di un tempo a queste cose rispondeva con un'alzata di spalle (o peggio), oggi si allinea con il pensiero comune (e naturalmente non parlo dei Taake, ma di molte delle band maggiori), credo per paura di subire un danno d'immagine/economico.

 

Ero ironico, tranquillo. D'altronde se in Siria hanno problemi più gravi dei metallari, in Italia abbiamo problemi più gravi della perdita dello spirito metal anni Ottanta, oggetto tanto del mio articolo quanto dell'articolo del Primato, e di questo interessante scambio di vedute.
Non si può parlare di certi temi e pretendere (lo ricordo a me stesso tutte le volte che ne scrivo) di passare per uno che parla di cose importanti.
È vero pure che, volente o nolente, la gente si appassiona ancora a queste discussioni.

Questo è un discorso un po' diverso. L'articolo del “Primato” sosteneva che il metal fosse diventato una musica per fighetti, con la sola eccezione del black underground, e che l'approdo del metal nel resto del mondo fosse da guardare con biasimo. È su tali aspetti che ho concentrato la mia replica.

Tu qui sostieni che la soglia oltre la quale scatta la censura morale si sia abbassata, ed è vero, ma parliamo di un fenomeno generale, non solo musicale e men che meno di esclusiva pertinenza metallara, il che potrebbe confermare la mia intuizione circa il ruolo giocato dai mutamenti sociali all'interno di certe questioni.
Per esempio: ci sarebbero meno campagne censorie se ci fossero meno provocazioni di serie D e meno luoghi virtuali in cui straparlare. Oggi molti credono di essere dei Nietzsche, credono di essere arguti e vogliono essere politicamente scorretti, in tempi di facebook e twitter chiunque può uscirsene con qualche dichiarazione volta ad attirare l'attenzione, quindi l'aumento delle "campagne censorie" è proporzionale all'aumento di atteggiamenti e battute patetiche su una minoranza, un gruppo etnico o un qualunque modo d'essere. E alla cassa di risonanza garantita dalla rete.
Un tempo la gente mostrava meno l'indice censorio non tanto perché i metallari fossero “più metallari” ma più che altro perché si viveva in una società che ci imponeva unità e concretezza. Pochi concerti, pochi album, pochi metallari: badavi meno alle divergenze perché già la società ti fissava, processava e giudicava. Tra noi era meglio restare uniti e parlare quasi esclusivamente di musica. Si badava al sodo, in maniera quasi del tutto istintiva.

Ammetto però che già al tempo il nostro microcosmo non fosse del tutto immune alle indignazioni e alle autocensure. Ricordo perfettamente le lettere pubblicate nell'angolo della posta dalle riviste dell'epoca, tipo Metal Shock, in cui la gente si lamentava per lo spazio dedicato a gruppi - specie italiani - che secondo loro avrebbero partecipato a raduni politici discutibili, se non vergognosi. Ricordo le lettere contro i Manowar e la loro filosofia machista.
Solo che un tempo le riviste uscivano in edicola ogni 2 o 4 settimane e quando vedevi il nuovo numero ti facevi prendere dall'ansia di informarti, di leggere le nuove interviste, e chi ci pensava più a certe polemiche? Chi approfondiva?
Oggi ci sono i siti, i social, i forum e una singola voce indignata, nel giro di poche ore, può diventare “shitstorm”.

 

Tornando all'argomento scrittura e autopromozione: piuttosto divertente la reazione delle testate metal alle quale sto inviando richieste (per le recensioni, spero non mi stronchino) e copie promozionali varie. Un po' tutti sembrano chiedersi: e questo chi cazzo è?
Qualcuno deve aver pensato che fossi chissà chi sotto mentite spoglie ma hanno preso un granchio.

Comunque: io ho aperto una pagina Facebook dedicata ai libri. Dovrò aggiornarla spesso, temo, e siccome sono un pessimo soggetto "social" credo che per non annoiarmi disquisirò amabilmente d'altro (restando sempre in ambito musicale, intendo), senza parlare in continuazione dei libri.
Il link della pagina ce l'ho in firma.
Se qualcuno è ancora interessato ai libri può seguire le indicazioni riportate di là, e contattarmi all'indirizzo mail che fin qui era noto solo a mia madre, a un paio di moderatori e a Cesare Battisti. Ma visto che siamo fra noi potete pure contattarmi via PM qui sul forum, non è un problema.

avevo promesso di taggare @Beller0f0nte e @Zerotolerance70 in caso di novità, quindi eseguo.

 

Grazie del consiglio.
All'inizio avevo messo [at], in effetti, ma ho ricordato che questo accorgimento si usava anni fa e non essendo esattamente aggiornato su certi aspetti pensavo che quella premura fosse eccessiva, oggi. Anche in virtù del fatto che se uno vuole inviarti robaccia, un modo lo trova ugualmente.
Comunque seguirò il consiglio, ti chiedo solo se è necessario mettere tra parentesi quadra anche il punto, non è un po' esagerato?

Altra domanda: ho creato un pulsante "invia e-mail", secondo te dovrei togliere la chiocciola anche lì? Non perderebbe la sua funzione, così facendo?

 

E dall'interessante scambio di opinioni con @LucaGiulio è scaturita l'idea del mio nuovo articolo per True Metal:
Speciale: Ronnie, Patria e Famiglia
Buona lettura.

 

Ottima e divertente lettura, dalla quale deduco di essere un vero metallaro reazionario, tant'è che mi posso riconoscere in tutti e 6 i punti....

Al di là degli scherzi, la frase "Vogliono cose nuove ma non conoscono le vecchie" potrebbe tranquillamente diventare la mia firma, ovvio, previa autorizzazione dell'ottimo @Dwight Fry.

 

Qualcun altro, invece, sta prendendo terribilmente sul serio l'intero articolo: sono questi meccanismi a dare un senso alla scrittura. E' tutto molto bello [cit.]

Ma figurati, vai pure.

Di già? Non è più divertente lasciarglielo credere?