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I nostri ascolti

Discussione in 'Sondaggi' iniziata da Zerotolerance70, 26 Ottobre 2014.

  1. mike_deflep&ledzep

    mike_deflep&ledzep
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    5 Aprile 2019

    E' parecchio che non posto qua... Un riassuntino veloce dei miei ultimi ascolti:

    Camel - The Snow Goose: dopo aver ascoltato Mirage, sapevo di dover ascoltare altri dischi di Latimer e soci. Mi sono quindi procurato questo raffinato disco di progressive rock orecchiabile ed interamente strumentale. Puo' sembrare un disco "sempliciotto" per un genere come il prog rock, 16 pezzi di cui molti si potrebbero definire come interludi per una durata totale di 45 minuti o giu' di li'. Pero' la classe e' davvero tanta, dalle peripezie di flauto di "Rhayader", al meraviglioso e struggente assolo su "Rhayader Goes to Town", all'atmosfera tesa e spasmodica di Dunkirk (che crescendo!!) alla brillante sintesi finale di La Princesse Perdue. Una gemma, meno arrembante del precedente ma non meno affascinante.

    Neil Young - On The Beach: dopo qualche ascolto, questo e' diventato il disco di Neil Young che preferisco (almeno tra quelli in mio possesso). Meno disperato di Tonight's The Night ma piu' malinconico, e' una sfilza di capolavori uno dietro l'altro. L'arrembaggio Dylaniano di Revolution Blues e' indimenticabile (che sezione ritmica!), ma il trittico finale On The Beach - Motion Pictures - Ambulance Blues e' roba da ascoltare in religioso silenzio, poesia pura.

    Ulver - Bergtatt: anche per uno come me a cui il black metal non e' mai andato troppo a genio, Bergtatt rappresenta senza dubbio un disco dal forte impatto, ancora di piu' se si tiene conto della tenera eta' dei musicisti. Coi suoi fortissimi richiami folk, atmosfere tenebrose e composizioni tutt'altro che banai questo disco mi ha conquistato oltre ogni aspettativa. L'atmosferico Capitolo I e' probabilmente il mio momento preferito col suo finale quasi da metal classico, ma anche il tetro Capitolo III non e' da poco (mitiche le linee minacciose di basso che si stagliano lente lente in mezzo alla tormenta delle chitarre e della batteria).

    Devo - Q: Are We Not Men? A: We Are Devo! : classicone della new wave, anche se e' probabilmente meglio descritto come un post-punk schizoide e quasi da cartone animato, prodotto dall'onnipresente Brian Eno. Innanzitutto c'e' da dirlo, i Devo erano ottimi musicisti. L'apparente semplicita' dei pezzi in realta' nasconde un sacco di accordi e tempi bizzarri, eseguiti alla perfezione. L'edizione che ho io ha anche tutto l'album suonato live: davvero pazzesca l'energia che i Devo trasmettevano sul palco, con pezzi spesso suonati piu' energicamente e piu' veloce della versione in studio. Un grande disco divertente ma intelligente allo stesso tempo. Plausi al batterista Alan Myers che fa davvero la differenza!!
    Ma quanta razza di roba e' uscita in quei magici anni tra il 1978 e il 1980? Television, Talking Heads, Devo, Pere Ubu, Gang Of Four, Killing Joke, i primi dei The Cure, Echo & The Bunnymen, Bauhaus, e altri che sicuramente mi dimentico... Un periodo pazzesco!
     
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  2. Nicola Furlan

    Nicola Furlan
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    Fuck 'em Up!
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    2 Maggio 2019

    Due dei miei dischi preferiti di sempre. Assoluti capolavori sopratutto per la capacità evocativa che hanno nel narrare una storia e una leggenda nordica... Poesie.
     
  3. Lamgon95

    Lamgon95
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    12 Maggio 2019


    mi sto preparando per giovedì (Slaughter Club di Milano)
     
  4. dolgar

    dolgar
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    12 Maggio 2019


    disco di una bellezza epocale!!!!
     
  5. Yose75

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    14 Maggio 2019

    Idle Hands - Mana
    Disco che si inserisce direttamente tra i migliori di questo 2019, che continua e supera il loro Ep "Don't Waste Your Time" del 2018 . Il mix tra Metal Tradizionale e Goth Rock per me funziona. The Cult, Sister Of Mercy ma anche Depeche Mode e Tears For Fears si fondono con sonorità e strutture Metal Tradizionali, creando melodie ed atmosfere davvero interessanti.
    Canzoni che rimangono in testa ma senza essere banali, una voce particolare ma efficace per il genere, ben suonato e prodotto.
    Un disco e una band che possono piacere o meno ma che con l'Ep e questo full length hanno già lasciato il segno.

    Ultima nota: dal vivo a me son piaciuti, gli manca ancora quell'esperienza e sicurezza di bands più navigate per coinvolgere il pubblico al 100%, ma han tutte le carte in regola per migliorare.

    [​IMG]
     
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  6. cattivone

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    Maledetta tana delle tigri.

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    5 Giugno 2020

    Seguo
     
  7. ReignInBlood_1986

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    De la Coronilla y Azevedo

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    6 Giugno 2020

    È sufficiente cliccare su "Segui discussione", senza per forza scrivere un post
     
  8. Aslan

    Aslan
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    6 Giugno 2020

    Forse intendeva altro, non la discussione

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  9. ReignInBlood_1986

    ReignInBlood_1986
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    De la Coronilla y Azevedo

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    6 Giugno 2020

    Uhm
     
  10. The Thunder God

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    Samurai che profuma di girasoli

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    6 Luglio 2020

    upload_2020-7-6_17-42-51.jpeg

    In questo primo album di Devin Townsend si avverte chiaramente che il suddetto si era stancato della musica da femminucce che faceva come cantante di Steve Vai e che quindi ha deciso di piantare giù un casino, e infatti questo disco è un casino. Un death/industrial acido e veloce e schizzato, tranne l’ultima traccia che è una canzone della Disney se la Disney fosse la Earache Records. L’ho ascoltato oggi per coprire la musica da negri che i miei vicini costringono tutti noi a sentire e ha funzionato.
     
  11. ReignInBlood_1986

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    De la Coronilla y Azevedo

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    6 Luglio 2020

    Ma anche i tuoi vicini sono negri?
     
  12. The Thunder God

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    Samurai che profuma di girasoli

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    6 Luglio 2020

    Eh sí
     
  13. The Thunder God

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    Samurai che profuma di girasoli

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    8 Luglio 2020

    upload_2020-7-8_23-47-51.jpeg

    Questo secondo me è il fratello bello del precedente Studio Tan, che nonostante sia prezioso per “The Adventures of Gregghery Peckhery” (sicuramente ho sbagliato a scriverlo) che era un brano che riportava direttamente allo Zappa dei ‘60, il resto era un po’ gnecco. Questo parte alla grande con Filthy Habits che direi avere influenze post-rock se non fosse uscito 20 anni prima del post-rock, continua con ritmi jazz di Flambay, richiama faraonicitá con Regyptian Strut, poi l’ottima titoltrac che con ritmi spagnoli si rivela essere prologo per la lunga jam (forse, con Zappa non sono mai sicuro di cosa è improvvisato e cosa no) che varia in accenni swing, momenti di protagonismo bassistico e finisce con l’assolone.

    È un disco che lascia soddisfazione.
     
    #838
    Ultima modifica: 4 Febbraio 2022
  14. The Thunder God

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    Samurai che profuma di girasoli

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    9 Luglio 2020

    upload_2020-7-9_23-53-43.jpeg

    Aoxomoxoa, terzo disco dei Grateful Dead, è quello che meglio di tutti amalgama i loro stili country/blues e rock psichedelico, dopo questo diverranno un gruppo country (fino a un certo punto, poi muteranno di nuovo). Comunque per comprendere cosa fossero i Dead vanno ascoltato i live, su disco non sono mai riusciti del tutto a ricreare la magia
     
  15. The Thunder God

    The Thunder God
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    Samurai che profuma di girasoli

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    12 Luglio 2020

    upload_2020-7-12_1-1-37.jpeg

    È lungo.
    Certe volte mi immagino Jon Anderson che durante le registrazioni di tutti quei minuti strumentali si faceva riposini con la sveglia in mano, poi si avvicinava al microfono e cantava “NOUS SOMMES DU SOLEEEEEEIL” e poi tornava a dormire.
    Nonostante il minutaggio che avrebbe potuto tranquillamente essere minore, è comunque un disco degli Yes del tempo d’oro, l’atmosfera, la melodia, la beltà ci sono, merita davvero.
    È facilmente comprensibile però come questo disco sia stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso del prog ponendo le basi per la rivolta del punk.
     
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