Fates Warning

Il mio non é un rifiuto a priori. Ho ascoltato allo sfinimento tutta la discografia dei Fates Warning e in una certa misura apprezzo anche i dischi cantati da Arch.
Il cambio di cantante ha coinciso con un lento ma costante cambio di stile e i primi Fates Warning li consideravo comunque troppo maideniani (nonostante l'evoluzione attuata gia a partire dai primi album). Attenzione pero, perche con questo non voglio affermare che ai tempi fossero la copia carbone dei Maiden, ma semplicemente che quel tipo di proposta non fa per me. Non ho mai amato neppure i Maiden, causa voce di Dickinson, ma non solo.

I gusti musicali vanno un po' a pelle e sebbene negli anni sia arrivato a capire cosa faccia per me e cosa no, resto convinto che sia complesso (se non impossibile) analizzarli e spiegarli.

Puo apparire strano, ma da quando nel 2001 scoprii il doom, ho smesso di considerarmi metallaro. Ascolto tantissimo heavy metal classico e nwobhm, death metal e altro ancora, ma i miei punti di riferimento stanno altrove.
Questo per dire che certi gruppi e musicisti importanti, a me comunicano poco. Nonostante questo, gente tipo Voltz, Elixir o (primi) Desolation Angels, che sono di fatto gruppi minori, li amo alla follia.
Ma gente tipo Wino, Dale Flood o Pat Lydon, stanno molto piu in alta nella mia personale classifica dei grandi cantanti.

Detto questo, ora torno a casa e mi ascolto per bene il nuovo Arch/Matheos.

 

La risposta è qui appunto. Io invece amo i Maiden, il gruppo della mia infanzia e Dickinson per me è il dio del canto heavy metal

Erano maideniani sì (ma anche con altre influenze c'è molto Black Sabbath ad esempio), partono da lì per poi evolvere, distaccarsi e creare un proprio stile unico - che poi continuamente evolve e muta, - in un certo senso un po' come fecero i Rush che partirono dai Led Zeppelin: Night on Brocken è quello proprio molto maideniano, anche se affiora una certa personalità, The Spectre Within inizia a superare l'heavy classico, i Maiden come influenza sono ancora presenti ma il proprio stile si inizia a delineare bene, con Awaken direi che trovano la propria strada ma chiaro che influenze maiden permangono e in sottotraccia riaffioreranno anche nei due successivi. Ma era il 1984-86 - in più Arch era partito proprio con Dickinson come modello totale, in Night canta proprio sul suo stile - quindi diciamo ci stava.

Comunque sì, allora ha un senso logico preciso il tuo reggere poco Arch. Anche ora da maturo che proprio viaggia in uno stile e mondo tutto suo, è un tipo di cantante la cui genesi risale a Dickinson come modello, quindi se di base reggi poco lui è abbastanza normale che anche Arch ti stoni.

 

Personalmente apprezzo moltissimo i Fates del periodo Alder e Zonder e conosco poco i tre album con Arch, ma ho letto i vostri giudizi positivi su questo secondo lavoro di Arch/Matheos e ho ascoltato qualche pezzo. Comprendo che non bastino pochi ascolti per apprezzare dei brani, ma la voce di Arch la digerisco a fatica, questa spasmodica ricerca della tonalità alta dopo poco mi stufa. (Lo stesso motivo mi spinge a non sbavare per i primi dischi dei FW con Alder).

 

Se non ti piacciono proprio le voci con tonalità alta in generale - tipo Dickinson, Kiske, Tate, Midnight, il primo Alder ecc. - è inutile provare ad ascoltare.
Altrimenti, non c'entra niente la tonalità e la voce, ma sono le melodie e lo stile di canto di Arch che essendo molto complessi e particolari, all'inizio possono disorientare e stancare; è uno stile che richiede molti ascolti e il giusto tempo per memorizzare i passaggi affinché possa essere assimilato e compreso appieno.

Forse il suo EP può essere il disco migliore per iniziare ad approcciare il suo stile:

 

Alder lo ascolto volentieri, ieri come oggi. In Perfect Simmetry, come scritto nella recensione su TrueMetal (con cui sono d'accordo), va a caccia un po' troppo dell'acuto a discapito dell'interpretazione. Tate mi piace. Dickinson idem. Adoro i primi dua album con Di'Anno, ma alcuni brani sono entrati nella storia del genere grazie anche alla sua interpretazione. Quindi la rinuncia all'ascolto a priori la escluderei.
Non so se lo stile di Arch sia più complesso rispetto a quello di altri, però non mi fa impazzire. Lo dico con rammarico, perché i brani sentiti, strumentalmente, mi piacciono.
Comunque grazie per la segnalazione, proverò ad ascoltare l'EP.

 

Che lo stile di Arch sia più complesso non è un'opinione eh, ma una constatazione. Arch usa la voce come fosse uno strumento tra gli altri - e questo lo accomuna ad altri cantanti storici del prog, ma lo stesso Dickinson che a sua volta è stato influenzato da gente come P. Hammill- e porta questo davvero all'estremo: la musica si fonde con la sua voce che crea un una specie di continuum melodico con armonizzazioni e vocalizzi. L'intento non è "la ricerca spasmodica della tonalità alta" - tra l'altro, non è che canti così per sport è proprio la conformazione naturale della sua voce, lo stesso Alder raggiungeva picchi più alti - ma creare atmosfera e sensazioni.

Si è parlato pochi messaggi fa della stessa questione. Se il problema non è il tipo di canto a tonalità alta o i dickinsoniani o Bruce Dickinson allora ti consiglio di ascoltare - bene - i primi tre album dei Fates Warning.

P.S. Alder doveva ancora trovare la sua dimensione più consona che emergerà in Parallels (d'altronde, lo stesso Arch iniziò a maturare il suo stile personale nel secondo disco ed emerse completamente solo nel terzo); non era facile poi inserirsi in album così tecnici, con l'ombra di Arch alle spalle e dove attorno il cantato heavy-prog era praticamente quello e, tra l'altro, senza comporre personalmente nulla.

 

Aggiungerei al tuo discorso pure Jon Anderson che usava la voce come strumento negli Yes adattando alle linee melodiche vocali (pare) anche la scelta delle parole del testo.

Comunque sono d’accordo che sia “la conformazione naturale della sua voce”, infatti nel mio primo messaggio dicevo appunto che non mi faceva impazzire la sua voce.

Preferisco il percorso di Alder, sia nel trovare una sua via all’epoca, sia nei brani attuali.

 

John Arch ha molto in comune con Jon Anderson, non ultimo il fatto che entrambi non sono semplici "esecutori" che arrangiano melodie, ma compositori che scrivono le proprie melodie - e testi - armonizzandole ai riff che scrivono i chitarristi-compositori della musica, i quali poi compongono la musica proprio per le melodie del cantante in un rapporto biunivoco.

 

La recensione gli ha dato solo 85. Permettete di gridare il mio dolore.

 

A me pare un'ottima recensione. Il voto è abbastanza relativo e dipende da molti fattori; poi parliamo di uscita recente, di attualità. Diverso il caso di voti "un po' così" di dischi che ormai hanno una precisa rilevanza storica.

 

Da una parte comprendo anche dreamwarrior. Il sunto della recensione è abbastanza chiaro ed inequivocabile: gran disco che se vi piace XXX dovete ascoltare assolutamente; ma tanti, spesso giovanissimi, si fermano al numeretto e se non ha "minimo" 90 e oltre passano ad altro e se ne fregano di quanto scritto. Purtroppo è anche così.

 

Credo che dipenda appunto dal metro di giudizio, per me di album contemporanei ai quali darei 85 ne escono 3-4 all'anno.

 

Ritieniti fortunato. Ci sono stati anni (recenti) durante i quali non ne ho trovato nemmeno uno (e ascolto parecchie uscite nuove e/o recenti).
Quest'anno ad esempio non credo di avere ancora ascoltato nulla di ottimo, seppure sia conscio di essere rimasto indietro con alcune uscite importanti che vorrei recuperare presto (Vulture, The Lord Weird Slough Feg, Lunar Shadow, Sanhedrin, Krypts, Abyssal, ....). Per qualche motivo le cose migliori le scopro sempre dopo il 27 dicembre.