Libri

questo me l'aveva relagato Corrado Bologna, un mio professore che aveva fatto la prefazione all'edizione einaudi, ma non l'ho ancora affrontato.. di Pessoa per ora ho letto una raccolta di poesie e mi è bastata

a giugno ho letto qualche librino breve - sempre tutti adelphi, tranne il secondo che è un regalo.. - poi ho comprato Arcipelago gulag:

L'Italia profonda - Franco Arminio e Giovanni Lindo Ferretti (saggistica) conversazione sull'Appennino e non solo. Su Arminio già mi ero pronunciato dopo la lettura delle sue imbarazzanti poesie, mentre per Giovanni Lindo devo confessare un amore spropositato (posseggo un olio su tela che lo ritrae in soggiorno): qui niente di nuovo rispetto a quanto scritto nei suoi tre libri precedenti, ma raggiunge sempre profondità rare in forma e sostanza.

Porte aperte - Leonardo Sciascia (narrativa) caso giudiziario in cui si riflette sulla pena di morte ambientato nel ventennio. Di Sciascia ne ho letti di migliori, ma vale sempre la pena.

Nudi e crudi - Alan Bennett (narrativa) coppia altoborghese a Londra torna a casa dopo l'Opera e trova la sua casa completamente svaligiata: manca tutto, anche lo scopettino del cesso. Romanzetto agile molto divertente e velocissimo con colpi di scena che si susseguono. Di Bennett avevo letto un saggio di storia dell'arte in cui l'umorismo british mi aveva stomacato, qui invece coglie nel segno. Consigliato. Da ombrellone, ma raffinato.

Basta così - Wislawa Szymborska (poesia) raccolta che conserva le poesie rimaste inedite per la morte dell'autrice. Paradossalmente quelle che mi hanno colpito sono alcune (davvero belle) non ancora concluse citate nella postfazione. Per il resto consiglio sempre la raccolta precedente, la splendida Due punti.

Esiste Ascoli Piceno? - Giorgio Manganelli (saggistica) trascurabile articolo di un vecchio protagonista della letteratura italiana corredato da alcuni acquerelli sognanti dell'illustratore Tullio Pericoli, molto alla Paul Klee, la cui scoperta - più della parte scritta - ha ripagato l'acquisto.

 

Ma così non vale. Tu leggi roba di 50 pagine, ti regalerei un "Middlemarch" solo per farti torto.

 

io mi sto preoccupando, non riesco a ricominciare a leggere.

 

hai ragione, ma...

e questo è un saggio storico di 1440 pagine che credo si mangerà tutta l'estate

 

Stavo rispolverando la lista dei desideri libraria mi sono accorto che di molti libri ho visto il film e spero che non mi rovinino la lettura. Ma allo stesso tempo mi sono accorto che di alcuni libri non ricordo la trama e a tratti nemmeno il soggetto..

 

Io ultimamente sto leggendo poco. Fa caldo e faccio fatica a leggere a letto, che è più o meno l'unico momento della giornata che posso leggere con continuità. Comunque sono alle battute finali di La Città delle Navi di Chìna Mieville, che ha quell'immaginario così assurdo ed estremo che riesce sempre a sorprendere.
In un paio di mezze giornate di mare invece ho iniziato e finito Prendiluna di Stefano Benni, una piccola favola che regala un pizzico di magia.

 

A me,le poche volte che mi e' capitato di vedere il film prima di leggere il libro non ha mai fastidio;alla fine difficilmente e' tutto uguale,spesso le sceneggiature nei film le cambiano.
Invece mi da fastidio il contrario,capitan ovvio mode on,anche più del dovuto..ad esempio mi e' capitato di leggere Fronte del porto e l'ho trovato meraviglioso..poco dopo ho visto il film,considerato comunque un capolavoro e l'ho apprezzato poco,molto poco.
Eccezione Il signore degli anelli,e grazie al c direte

 

Ben ti sta. Ma se sei coerente dovresti leggerlo in Siberia.
Con questo caldo non sarebbe male, ora che ci penso...

Parere personale: terribile.
Qui nel forum ne ho parlato al tempo della sua uscita in libreria. Da fan di Benni non posso sopportare una regressione del genere, peraltro conclamata.

 

non ho mai letto il libro ma anche a me il film non ha detto molto. Ma come altri "capolavori" di quegli anni, in cui è quasi più preponderante l'interpretazione della sceneggiatura.

 

Io non lo definirei terribile. Certo è una favola con un pizzico di ambiguità qua e là e un tocco di ironia. Non è sicuramente tra i capolavori di Benni, ma per un paio di pomeriggi al mare è una lettura piacevole.

 

Hai ragione, smorzo un po' la critica: soliti canovacci benniani, che da Margherita Dolcevita funzionano o meno a seconda di come Benni sviluppa personaggi e trama. Qui la cosa non gli è riuscita un granché. Due cose terribili però ci sono davvero: il finale (un pasticcio da scrittore alle prime armi, in campo umoristico la Feltrinelli non ha più un editor decente dai tempi della compianta Grazie Cherchi) e il dialogo tra la vecchina e la tipa che lavora nel sexy-shop (un Benni così banale e moralistico l'ho letto di rado).
Per il resto vale quanto scrissi a suo tempo:

 

Si,immagino avere Marlon Brando in un film fosse come un terno al lotto..comunque l'ho trovato spento rispetto al libro,che pur non essendo una passeggiata(uno di quei libri che si leggono tutto d'un fiato)e' coinvolgente,crudo,dettagliato..uno spaccato perfetto della New York(portuale)di quegli anni,almeno così mi e' sembrato;insomma mi ha appassionato molto

 

A proposito di robette da 50 pagine, mi son preso a un usato Blues in sedici di Benni.. di lui non ho letto nulla e l'idea di romanzo in versi mi incuriosiva.. lo conosci?

 

Certo! Libro ormai vecchio, letto tanti anni fa. C'è l'amore di Benni per Coleridge e per il blues, peraltro mai sopiti (il suo ultimo lavoro, Dancing Paradiso, non è poi così distante).

 

Mary Shelley - Frankenstein, or the Modern Prometheus

Devo ammettere che non avevo ancora letto questo classico della letteratura (horror). Avevo aspettative del tutto diverse e, stupidamente, l'ho letto pensando più alla letteratura moderna.
Se solo mi fossi soffermato sull'epoca storica ed il contesto in cui è stato scritto non mi avrebbe sorpreso di trovarmi immerso nella lettura di un Orgoglio e Pregiudizio (tanto per citarne uno).
Oggi qualcuno potrebbe definirlo radical chic nelle esposizioni dei ragionamenti fatti fare al mostro. E proprio su questo perde di efficacia la storia, nel senso che il percorso di apprendimento della creatura mi sembra troppo rapido. Ma sono pareri penso soltanto miei. Inoltre il dr. Frankenstein nella trasposizione cinematografica del JR ci guadagna in personalità.