HEAVY METAL 2020

non ho capito bene come funziona, in ogni caso i pallbearer e gli elder dovrebbero stare davanti agli avatarium

tra i 40 di prima e questi ce ne sono alcuni che metterei tranquillamente tra i miei top 40 di sempre, uno pure in top 10, forse 2. Anche un paio usciti l'anno scorso li metterei molto in alto.
Sarà che negli anni di maggior successo del metal non ero nato o lo ero da poco e ho cominciato con quello degli anni 2000

mmm, dipende... Più che altro vedo troppa esaltazione per i gruppi cvlt intoccabili e per quelli che da un po' di tempo stanno andando alla grande

 

Ripeto non sono i primi 40 del decennio. Sono i primi 40 di un database (scremato) di quasi 300 dischi. Questi stanno "sopra" gli altri per numero di fonti trovate e media voto...
Per esempio mgla stanno come media più alta "tra i primi 20" ma hanno almeno 2 fonti in meno.. Elder hanno preso effettivamente voti più alti degli avatarium.. I pall bearer no.
Vabbè lasciamo perdere.. Era solo per condividere una "fotografia" di questi anni in base ai voti trovati in giro.. Senza posizioni.

 

perché lasciamo perdere? Quelle cose le avevo capite, mi era sfuggito senza posizioni

mi correggo: stavano

 

Perchè ci si è concentrati troppo sulle "posizioni". Non era mia intenzione sviare il discorso iniziale del topic.
Quello che volevo dare era uno spunto per dire, per esempio, che non è una sorpresa che alcuni gruppi li seguano in "tre gatti" se la proposta è particolarmente ostica o poco commerciale. E lo stato dell'arte attuale, almeno dai voti, sembra essere indirizzato verso lidi progressivi-doom-avanguardistici-black-atmosferici.
Ci sono eccezioni, però i gruppi che fanno "semplici canzonette" non sembrano godere della stessa benevolenza critica.
Mi vengono in mente gruppi che hanno un notevole seguito come i ffdp (che di conseguenza vendono un botto) ma la cui proposta artistica non sembra qualitativamente direttamente proporzionale.
Peró io parlo solo guardando questi dati senza aver effettivamente ascoltato quasi una cippa.. E poi ci sono davvero una miriade di gruppi che di conseguenza si "dividono" il pubblico.
Mi piacerebbe colmare le lacune recenti, ma sono troppo preso con quelle del passato..

 

ormai sei qui da un po', avrai visto che spesso nascono delle discussioni parallele senza problemi, poi se si esagera ci sono sempre i moderatori

stavo per risponderti sulle osservazioni che hai fatto dandoti ragione, poi mi sono reso conto che questo topic sta diventando uguale a un altro, con una rapida ricerca l'ho ritrovato: L'invisibile morte del rock.

 

Certo, ed é esattamente perchè ho portato involontariamente la discussione su un binario diverso da quello che mi ero prefissato.

Anticipazione (Spoiler)

speravo anche di non aver fatto un lavoro del tutto inutile

per farlo più o meno rientrare: Ho visto che qualche anno fa andavano alla grande i Progenie Terrestre Pura ma non li ho più visti nominare. Non li ho mai ascoltati, sono stati un fuoco di paglia?

 

Verissimo. Questo problema c'era pure con le riviste, ricordo roba uscita da pochissimo che prendeva lo stesso voto di un classico (presente nello stesso numero sotto forma di ristampa), se non di più. Nove volte su dieci quel voto avrebbe conosciuto un calo fisiologico a distanza di uno o due mesi, ma lo scoprivi a tue spese (in tutti i sensi).
Tempo un anno e chi se lo ricordava più, quell'album valutato con 4 teschi su cinque?

Talvolta succede anche il contrario: alcuni album (o gruppi, specie se all'esordio) non vengono "capiti" nell'immediato. Esempi storici ce ne sono a bizzeffe, non mi pare il caso di starli a elencare.
Ovviamente dipende molto da chi valuta: problema annoso, fermo restando che nessuno è infallibile e che nessuna recensione metterà mai tutti d'accordo (specie oggi che si mettono in discussione pure i capolavori storicizzati). Però ricordo Metal Shock nella gestione Borchi, c'era Grazioli che stroncava tutti gli album della Relapse e qualcuno protestò, a un certo punto. Io ero d'accordo col Graz perché certe sonorità mi facevano cagare (memorabili gli strali contro i Bongzilla, o lo zero rifilato agli Anal Cunt, che però erano passati sotto la Eerache nel frattempo) ma lo sapevamo tutti che non era obiettivo.
Poi su Flash trovavi Ulisse Carminati che metteva come minimo 90 a qualunque nuovo album dei gruppi che piacevano a lui, indipendentemente da quello che avevano prodotto prima, in palesi eccessi di entusiasmo.

Secondo me il problema sta proprio nei voti, per cui quando prendo informazioni su un album (o un libro, o un film) faccio come nelle gare di tuffi: scarto i voti più bassi e quelli più alti. Il più delle volte ci azzecco.

 

Parere personale: hanno buttato nel cesso tutto quel che avevano di interessante in quel capolavoro di U.M.A. per mettersi a fare del normale black/industrial.

 

Fortunatamente a memoria non mi è mai capitato di leggere stroncature del genere (se non qualcosa di Lester Bangs ma quella è porno letteratura) anzi trovo fin troppo spesso le recensioni troppo accomodati e come detto i voti troppo generosi.
Anche facendo le mie "belle" raccolte di dati però mi accorgo che spesso in giro, soprattutto in ambiti in cui é difficile interpretare, tra violenza o lentezza, dove sta il genio, c'è una specie di trand unificato in generi o sottogeneri dove gli "specialisti" sembrano avere gli stessi metri di giudizio.
Poi mi sono accorto che è una cosa iniziata dai primi anni duemila, con l'esplosione di internet. Quello che è uscito prima o a cavallo è stato più ponderato, mentre il resto cavalca questo "buonismo" scellerato.
Per esempio un Dance of death dei Maiden votato spanne sopra un Fear of the dark, oppure l'omonimo dei Peral Jam decine di punti sopra a un No Code, per non parlare del pessimo backspacer che sotterra il maltrattato Binaural.
Poi magari sbaglio io (sui Maiden forse, sui Pearl jam ho ragione sicuramente).
Sicuramente i voti in centesimi sono più ostici e soggettivi delle stellette su 5.

 

Uno dei grandi problemi delle riviste era, che se in una pagina c'era il riepilogo delle uscite mensili di una certa etichetta, ossia pubblicità, in quella a fianco non poteva starci una recensione obiettiva, neanche se il disco era pessimo ma super supportato.
È il motivo principale per cui ho smesso di comprare riviste, ogni mese uscivano '' capolavori imperdibili''.

 

pure oggi succede: se un portale elogia una grossa label/band ottiene visibilità dato che questa lo linkerà nei suoi siti, anche se bisogna stare attenti a non perdere credibilità

sul discorso valutazioni, i veri valori medi vengono fuori attingendo da varie fonti e facendo passare un po' di tempo, come dimostrato dalla lista di dustx. La faccenda si complica per quei nomi meno noti che hanno pochi riscontri, dei quali si può parlare bene e sperare in una inversione di tendenza.
Aggiungo che, secondo me, per questi e altri motivi si parla troppo spesso ed erroneamente di sopravvalutazione/sottovalutazione

 

Le recensioni, i voti, RYM e tutte ste cazzate qua non contano una sega per un quadro storico-critico ben definito. Una recensione, poi figurarsi in quelle che sono né più né meno che fanzine (e quelle professionali hanno comunque un taglio commerciale non indifferente, ben diverso dalle riviste di settore con taglio "accademico" che ovviamente per il metal latitano) non è altro che un'opinione personale di un tizio - spesso poi un ragazzino nei siti che ci stanno in rete - che dice la sua sul disco che ha ascoltato e prova ad "indirizzare" il lettore secondo i propri gusti, opinioni e visioni soggettive.
Null'altro.
Possono essere utili nell'immediato per orientarsi nella massa di uscite, anche solo per il fatto che spesso descrivono il disco e uno può vedere se possa essere interessato all'ascolto oppure no.

 

Si e no.. Nel senso che per ottenere un quadro storico-critico ben definito devono passare anni e ora non possiamo capire cosa "resterà". Per esempio quando è uscito Ok computer si capiva che era un disco importante di un gruppo che stava migliorando ed è bastato veramente poco perchè diventasse veramente un classico degli anni 90.
Per dischi più recenti è difficile capire e spesso è controversa la questione. Spesso importanza/qualità non vanno a braccetto quanto importanza/vendite.
I giornalisti che collaborano con allmusic spesso prendono cantonate, come tutti, come chi collabora con le varie antologie, e sono tutti professionisti del settore.
Rym per quanto mutevole però offre uno spettro di utenze veramente largo, più largo degli utenti di allmusic per dire, e se si guardano anche solo i dischi del decennio scorso si ha una visione abbastanza oggettiva di quello che è stato importante e che potrebbe restare anche sulla lunga distanza.
Non è un'analisi ma un dato sul quale se ne può costruire una.

 

Con una grande differenza, oggi il prodotto di cui ti ha coplito o meno una recensione, spingi play e te lo ascolti, quindi lo giudichi da solo. Quando questo non era possibile, ti dovevi ''fidare'' di una recensione, magari individuavi quello con cui avevi più o meno affinità di gusti e compravi.

 

Anche su RYM però è necessario aspettare qualche annetto per avere risultati credibili: adesso, ad esempio, è un periodo in cui l'hip hop tira tantissimo, e praticamente ogni uscita non ascrivibile al lato più mainstream del genere viene elogiata come un capolavoro assoluto (a meno che non ti chiami Kanye West, nel qual caso ogni tua scoreggia è considerata come la parola del Signore). Ora, da persona che cerca di stare il più lontano possibile dal genere, non sono certo il migliore per poter valutare la bontà di un album hip hop, ma dubito fortissimamente che la percentuale non solo di capolavori, ma anche di dischi memorabili sia così assurdamente alta. Bisognerà aspettare, magari anche un decennio, per capire cosa sia stato veramente significativo e cosa fumo negli occhi.