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I nostri ascolti

Discussione in 'Sondaggi' iniziata da Zerotolerance70, 26 Ottobre 2014.

  1. Dwight Fry

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    Cialtrone

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    15 Aprile 2024

    Gli Hammerfall hanno fatto anche cose buone.
    Grazie a loro tanta gente ha scoperto Stormwitch, Warlord e Pretty Maids, agli inizi degli anni 2000.
     
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  2. The Dweller

    The Dweller
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    16 Aprile 2024

    Io vado pazzo per la title track di Stronger Than Heaven, Rats in the Attic, Allies of the Dark... mentre da Beauty and the Beast, Tigers of the Sea tutta la vita :happy:
     
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  3. ReignInBlood_1986

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    De la Coronilla y Azevedo

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    18 Aprile 2024

    Gianluca Grignani - La fabbrica di plastica (Universal Music / Polygram, 1996)

    [​IMG]

    Non mi è facile scrivere di questo album

    G.G. nei primi anni novanta aveva tutto per sfondare se fosse rimasto nelle mani di chi ne sa, perché poteva tranquillamente diventare il classico giovane cantautorello italiano dal bel faccino che avrebbe partecipato al festival di Sanremo per dieci anni di fila con musica pop melensa e nazional-popolare, ma tutto questo a lui stava stretto; lui studiava chitarra, ascoltava musica rock, aveva un animo malinconico e ribelle… e quello che avevano in programma per lui non gli andava bene. Forse è nato nel Paese sbagliato, forse nel momento sbagliato o forse entrambe le cose.

    Il primo album andò come qualcun altro voleva che andasse, era quello di “La mia storia tra le dita” e “Destinazione Paradiso”, pop-rock radiofonico bloccato e inoffensivo, con ottime vendite e gradimento vario, ma lui, probabilmente mal consigliato, mandò tutto a fanculo e decise di fare tutto di testa propria per il secondo album, con totale controllo creativo e tutto il resto: “La fabbrica di plastica”, registrato fra l’Italia e gli Abbey Road Studios, è evidentemente molto più vicino a quella che era la sua idea, è molto più una creatura sua, è un netto spostarsi da un lato rispetto al primo album.

    Prendo in prestito le parole di chi ne sa più di me

    - È un disco elettrico e a tratti duro, nel quale il velo della melodia, che pure resta il cuore delle canzoni di Grignani, viene strappato spesso da chitarre distorte e arrangiamenti "psichedelici", nei quali i testi parlano spesso d'amore, molto più spesso sono personali, legati alle esperienze degli ultimi anni.
    - Si scopre così che il ragazzo si esprimeva così solo per penuria di mezzi, ma che il suo sogno era il rock. […] Disco per molti versi sorprendente nei suoni e nei contenuti: sicuramente terrà banco per i prossimi mesi.
    - Chitarre a profusione, cattive e aggressive, arrochite e lancinanti, dominano le canzoni elettriche, inquiete, irrispettose […]. Un disco nervoso, dall'anima melodica ma vestito di potenti e cupi riff. Ma alla fine completo e uniforme, bello.


    perché l’album, che ho ascoltato più e più volte, è esattamente così; poi la prestazione dei musicisti è di livello, i suoni sono veramente incisivi, c’è tanta chitarra, un basso molto presente, e soprattutto arrangiamenti che nessuno all’epoca poteva aspettarsi… da lui.

    Sì, perché bene o male qualche chitarrina in Italia la si era già sentita, anche a livelli importanti: i Litfiba erano già oltre “Terremoto”, Ligabue era già arrivato a “Buon compleanno Elvis”, Vasco boh, non so, lasciamo stare poi Afterhours, Timoria e compagnia alternative, ma gli italiani che ascoltano la musica distrattamente in radio non erano pronti né tantomeno interessati al vero Gianluca Grignani, difatti l’album vendette poco, il tour andò di merda e lui a ventiquattro anni era già un artista finito.

    In più era visto come troppo mainstream per quelli della musica alternativa, che lo rifiutavano a priori, e forse era anche un pelino troppo giovane ed inesperto per quello che voleva fare lui, arrivando magari a sopravvalutarsi pensando di poter davvero farcela da solo, sperando che fosse sufficiente la bontà delle sue idee e delle sue canzoni.

    Canzoni che sono melodiche e pervase da una malinconia quasi onnipresente, seppur modellata in base allo stato d’animo del momento, ma qua e là ci sono idee che mai e poi mai potevano stare dentro un innocuo album pop-rock, tra arrangiamenti vocali e strumentali sorprendenti, e suoni che ho sentito in altri contesti. Essendo però lui anche poco più che un adolescente arrapato, per la metà delle canzoni tende a coinvolgere, direttamente o indirettamente, o rivolgersi a figure di donne, reali o immaginarie, per veicolare certi messaggi.

    Tra le mie preferite:
    - “Solo cielo”, in cui malinconicamente confessa di non credere all’Aldilà, al Paradiso e cose così
    - “L’allucinazione”, per certe soluzioni improvvise tutt’altro che “telefonate”
    - “Rockstar”, disillusione e consapevolezza
    - “Qualcosa nell’atmosfera”, forse la più aggressiva, traccia nascosta (in coda all'ultima traccia ufficiale) nella prima edizione dell'album e giustamente inserita nella tracklist in una edizione successiva
    - "Testa sulla Luna"
    - “La vetrina del negozio di giocattoli”

    playlist: https://www.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_lXXZp5LKWL9w_4Gp_WN2_JQbftumi0_oo
    titletrack:

    Mi è piaciuto molto, ma ho “voluto” ascoltarlo e riascoltarlo per entrarci e capirlo il più a pieno possibile. Non ci si crede che questo soggetto qualche anno dopo porterà in giro "ti raserò l'aiuola quando ritorni da scuola"...
     
  4. Aslan

    Aslan
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    18 Aprile 2024

    Lui nei primi anni 90, ancora prima del primo disco, se ne girava per le spiagge con la chitarra al collo, a cantare sotto l'ombrellone (aneddoti che ricordo riportati da miei amici dell'epoca). E' arrivato al successo solo col talento, al contrario dei prodottini di oggi.
    In linea di massima dovrei dire che non mi fa impazzire, considerando un po' tutta la sua carriera, ma già il primo album conteneva alcuni pezzi pazzeschi che son degni di restare nella storia della musica italiana (peccato per qualche filler di troppo). Niente da dire, massimo rispetto, anche perchè non ha mai seguito la corrente, e l'ha pagata cara. Spiace vederlo sbeffeggiato per la sua instabilità emotiva.

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  5. Vittorio

    Vittorio
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    18 Aprile 2024

    Ascoltato qualche giorno fa, incuriosito da una simile retrospettiva letta sui social, credo.

    Interessante senza dubbio, ma anche solo per il genere, non mi ha spinto a riascoltarlo.

    «Mah... non lo so, io volevo solamente rifare The Bends.» (cit.)
     
  6. ReignInBlood_1986

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    19 Aprile 2024

    È colpa tua se ho deciso di ascoltarlo
     
  7. Vittorio

    Vittorio
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    19 Aprile 2024

    [​IMG]

    Maledetto Internet.
     
  8. Dwight Fry

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    Cialtrone

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    19 Aprile 2024

    Hai colto nel segno.
    Ricordo benissimo quando uscì questo disco, il video della title track (un plagio-macedonia dei Radiohead) circolò parecchio su MTV.
    Il target, in teoria, era quello dei ragazzi che ascoltavano rock alternativo cantato in italiano (tra di loro c'erano alcuni metallari e punk di larghe vedute), ma nessuno prese sul serio uno che era diventato famoso con certe lagne sentimentali e che sei mesi prima incrociavi nelle peggiori trasmissioni italiane, inclusa "Non è la Rai".
    Poi si sa, nice boys don't play rock 'n roll e quel bel faccino pulito ispirava immediata diffidenza.
    Insomma, fu etichettato come poser e chi ascoltava rock alternativo tornò ai suoi Timoria, Afterhours, Marlene Kuntz, Litfiba, Negrita, CSI e via dicendo.
    E ovviamente chi ascoltava le precedenti lagne sentimentali corse a chiamare la mamma non appena sentì un po' di chitarra distorta.

    Parlo di ricordi, eh, io ero il classico neo-metallaro con la puzza sotto al naso che già sopportava poco Marlene Kuntz e Afterhours, figuriamoci un Thom Yorke a scoppio ritardato.

    Un percorso simile a quello di Grignani lo avrà Marco Masini con "Scimmie", l'album del '98. Un brano come "Togliti la voglia" presentava (parzialmente) le stesse influenze presenti nella Fabbrica di plastica e "Falso" arriva probabilmente dal Terremoto dei Litfiba.
    Vien da sorridere, nel sentire 'ste chitarre e associarle a Masini:
    Periodo formativo, mi confermò che non bastavano una chitarra e la distorsione a trasformare certi musicisti in musicisti rock.
     
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  9. ReignInBlood_1986

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    De la Coronilla y Azevedo

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    19 Aprile 2024

    Hai confermato alcune cose che avevo capito io

    Penso però che per G.G. non sia stato solo un "tentativo" di "fare" il musicista rock in quanto lui ci credeva davvero, il suo background era quello, ma all'inizio inizio era semplicemente un bimbetto a cui stavano dando la possibilità di realizzare il suo sogno di sfondare come musicista e quindi accettò di farsi manovrare come un bambolotto (il primo album molto smussato, le apparizioni in tv...)

    Salvo poi decidere (rischiando) di fare di testa propria, quando però ormai l'etichetta di cantautorello belloccio per ragazzine non poteva più togliergliela nessuno

    Poi non è mai stato troppo bene con la testa, è emotivamente molto instabile, un po' così, un po' cosà... non avrà retto il rifiuto da parte del pubblico mainstream unito a quello da parte del pubblico alternativo
     
  10. Vince Summers

    Vince Summers
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    19 Aprile 2024

    Masini però era un'altra storia, essendo passato dalla Italo disco (negli anni 80 era un session man, suonava tastiere di qua e di là), a un pop rock dalle influenze AOR (il chitarrista Manzani, un altro session man, aveva suonato coi Florence 99).
    Lo stesso Masini ha detto più volte che la sua band preferita sono i Toto, ed è un fan di un certo sofistirock (bello questo termine) come quello dei Supertramp, a cui tra l'altro si ispirò per il suo famoso brano con la parolaccia :D
     
  11. Vittorio

    Vittorio
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    19 Aprile 2024

    Vixen - Vixen (1988)

    qui l'album completo

    [​IMG]

    Gioiellino Melodic Hard/AOR, classico progetto ottantiano. Prendi quattro ragazze abbastanza dotate musicalmente e avvenenti e assolda un gruppo di composer livello "Mida" (Richard Marx e Jeff Paris, mancava solo Desmond Child).

    Ne viene fuori un album godibilissimo, molto commerciale ma assolutamente al passo con i tempi dell'epoca.
    I singoli passavano continuamente (anche dalle nostre parti, se si sapeva dove guardare i video) ed ebbero un certo successo. Mancava l'ossatura della grande band e arrivò il grunge...è andata a finire come tante altre band, anche se sono più o meno attive ancora oggi.
     
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  12. Dwight Fry

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    Cialtrone

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    19 Aprile 2024

    Ah, su questo non saprei proprio che dire. Non so cosa passa nella testa di un cantante quando cambia proposta, di base sono (da buon fan di un camaleonte come Alice Cooper) per il fa' ciò che vuoi, tanto alla fine sta a me/te/noi stabilire liberamente se concedergli o meno una chance, e questo anche al di là della qualità di ciò che un musicista propone (mica possiamo trovare interessante tutto tutto).
    Nell'altro commento illustravo solo la percezione che noi rockettari avevamo del Grignani 2.0, poi che fosse sincero o meno... boh.

    Detto ciò, a me la sua voce fa cagare.

    'nsomma.
    Comunque mi riferivo al modo in cui furono percepiti dal pubblico: nessuno dei due venne considerato credibile, con una chitarra elettrica in mano.
     
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  13. Sinner

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    Gloria Cremisi

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    19 Aprile 2024

    All'epoca non mi dispiacevano canzoni come Falco a meta', Destinazione paradiso, La mia storia tra le dita (soprattutto quest'ultima) e...basta, non ne conosco altre di Grignani. Ah si, mi viene in mente anche - ti rasero' l'aiuola quando torni da scuola - ma quella e' una palese puttanata
     
  14. otrebla86

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    Soldier of Fortune

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    20 Aprile 2024

    Una carrellata dei miei ultimi ascolti:

    4.5 stelle su 5:
    Slint - Spiderland (1991)
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    Album emozionante, poco cantato e tutto parlato, ma unico nel suo genere. Spazia tra post/rock, post/punk e progressive. Stupefacente

    David Bowie - The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders From Mars (1972)
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    Uno dei pochi album tanto acclamati dalla critica e che a me piacciono veramente

    Sonic Youth - Daydream Nation (1988)
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    Come sopra. Da qui nasce il noise rock.

    Offspring - Smash (1994)
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    Qui molti non saranno d'accordo con me ma a me piacciono

    Pixies - Doolittle (1989)

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    Anche qui post-punk, ma pietra miliare per il rock a venire. Lo screaming di Frank Black in alcune canzoni farebbe invidia a molti cantanti death metal
     
  15. otrebla86

    otrebla86
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    20 Aprile 2024

    4 stelle su 5:
    The Trip - Caronte (1971)
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    La band italo-britannica che la sapeva lunga. Ottimo progressive anni 70

    Judas Priest - Firepower (2018)
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    Tanta roba

    The Cure - Disintegration (1989)
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    Emozionante, atmosferico

    Renaissance - Scheherazade and Other Stories (1975)
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    Prog anni 70

    Megadeth - The Sick, the Dying… and the Dead! (2022)
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    L'ho rivalutato

    King Crimson - Red (1974)
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    I maestri

    UFO - Force it (1975)
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    Bello

    Genesis - Duke (1980)

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    Sono sempre loro, anche se un po' più pop! Ma la qualità c'è

    Atlantean Kodex - The Course of Empire (2019)
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    Mi sembra di sentire i primi Manowar

    Pink Floyd - The Piper at the Gates of Dawn (1967)
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    Syd Barrett.
     

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