Dream Theater

Mi sono riascoltato per bene il primo disco, stavolta col supporto dei testi trovati online, ma senza indicazione di quale personaggio viene interpretato, quindi della storia comunque c'ho capito poco, ma a sto punto leggendo qua e là i vostri post, mi sa che è la cosa più trascurabile del disco (quella di Scenes mi aveva preso, ma solo dopo aver letto di cosa parlasse, all'epoca non avrei saputo tradurre una parola manco per sbaglio).
Comunque ritengo che con un ascolto focalizzato, il disco scorra via molto bene, perlomeno il primo, i cui 80 minuti mi sono volati quasi senza accorgermene.
Se al primissimo ascolto era solo un'impressione, ora ho la certezza che in realtà questo sia un album fintamente facile da ascoltare e da valutare: le canzoni sono tutte, davvero tutte, molto melodiche e cantabili, ma allo stesso tempo sono molto rari i ritornelli o i riff ripetuti, a favore di un continuo susseguirsi di melodie e linee vocali tutte diverse, insomma mancano quasi del tutto dei punti di riferimento in generale tali per cui a fine ascolto ti ritrovi a scegliere le tue tracce preferite in base alla canzone che ti è rimasta in testa
Io dopo 2 ascolti del primo atto posso esprimere la preferenza per 3 brani in particolare: due sono quelli che rompono lo schema appena descritto e seguono una forma canzone più classica, con dei refrain ben definiti e uno è il brano che suona più Dream Theater di tutto il primo disco, ma secondo me lo è anche dell'album in generale.
Il primo di questi brani è "A Life Left Behind", che inizia con una bella intro strumentale, nel classico stile dei nostri, rallentando non appena entra LaBrie, che riporta il brano sui territori del concept: il ritornello è molto semplice, ma allo stesso tempo evocativo e quando l'ho riascoltato mi è tornato subito in mente dal primo ascolto, poi nel finale nuove melodie che concludono il capitolo per introdurre il successivo (che sarà la potenzialmente bellissima "Ravenskill", che però devo ancora assimilare bene).
L'altro brano che mi è rimasto impresso è "Chosen", una ballad a tutti gli effetti, con un LaBrie che in molti definirebbero mieloso all'inverosimile, ma che a me risulta molto efficace: come avevo già detto nel mio primo commento, la sua voce in questo disco è una delle cose migliori e il bellissimo ritornello può far venire la pelle d'oca (in senso positivo) solo se lo canta lui!
L'ultima delle 3 tracce che mi sento di citare è "A New Beginning" che, come ho detto, è il brano più Dream Theater del lotto e che ricorda un po' Scenes, un po' Six Degrees...insomma è tutto quello che ci siamo immaginati ascoltando "Gift Of Music" e il trailer successivo: il riff è probabilmente il più aggressivo del disco, il ritornello tutto da cantare e poi l'immancabile sezione strumentale che dovrebbe avere la classica canzone dei Dream, con i fraseggi Petrucci-Rudess che sono il marchio di fabbrica della band: in tutto il disco c'è pochissimo spazio per le fughe soliste dei 2 virtuosi, ma è in questo brano che si sbizzarriscono in tutta la loro nota sboronaggine, che farà contenti chiunque, come me, adora le sezioni strumentali tipo "Beyond This Life". L'unica cosa che non mi è piaciuta di questo pezzo è il solo conclusivo che parte a circa 2:40 dalla fine del brano, non tanto per il solo, che in realtà è molto bello, quanto per l'accompagnamento ritmico che è davvero troppo statico e lì, sì, sembra sentire una drum machine (per il resto a me pare che il buon Mike faccia il suo lavoro molto bene, ma lo dico da ignorante^^).

Comunque nei prossimi giorni riascolterò anche il secondo atto e sicuramente rifarò una maratona di tutto quanto per avere dei giudizi un po' più chiari, anche se ripeto, il disco non è per niente facile, a dispetto dell'overdose di melodia. Le impressioni sono comunque molto positive, ma penso che emergeranno anche dei punti deboli, che in realtà hanno già iniziato a palesarsi, ma ci ritornerò su con calma.

 

Ma anche ai tempi d'oro dei DT trovavi gruppi non dico migliori, ma di pari livello e non parlo di quelli - anche ottimi - che si ispiravano maggiormente a loro; solo venivano puntualmente ignorati anche all'epoca, tranne i soliti quattro gatti. Che nel 2016 tra giovani gruppi o un po' più vecchi ce ne siano tanti nettamente migliori dei DT è una cosa che sanno tutti, tranne probabilmente i fans sfegatati. Ma questi, nella maggior parte dei casi, sono persone che ascoltano i DT e basta (forse forse, i Symphony X), non sono interessati ad altro e se richiedono altra musica "prog" deve suonare DT dalla prima all'ultima nota (per poi lamentarsi che gli altri gruppi non valgono una cippa e sono solo una copia sbiadita di Petrucci & co.) Tutto questo discorso per dire che uno dai DT non è che si aspetti poi chissà cosa ormai, un buon album piacevole da ascoltare se si ha voglia di risentire il loro sound. Tutto qui. Poi se l'album è ottimo meglio, se è addirittura superiore, ancora meglio.

 

Non voglio commentare il disco ma concedetemi un piccolo sfogo: non ne posso più di questo tiro al bersaglio su Mangini. I suoni dell'ultimo nemmeno a me piacciono granché, su tutti il rullante (ma nel periodo storico attuale le produzioni metal sono quasi tutte abbastanza stereotipate, con suoni piuttosto "impersonali" e "finti", un ulteriore esempio recente è l'ultimo dei Megadeth), ma è, nel complesso, l'unica critica reale che si possa muovere per quanto concerne la batteria.
Che poi possa non piacere il modo di suonare di Mangini, anche rispetto a Portnoy, ci sta, anzi, è sacrosanto, pure io ho più piacere ad ascoltare il primo Mike, perché è un batterista che mi è maggiormente affine e lo è anche nell'ispirazione che mi può dare. Recentemente mi sono reso conto di come, comunque, io preferisca nemmeno poco Portnoy rispetto a Mangini, anche per la differente concezione della batteria che hanno.
Ma non posso sentire/leggere "Mangini non pervenuto", "drum machine, voto 3" o altri commenti analoghi. Mangini è un professionista, un batterista che SA suonare e, in questo album, SUONA, pure alla grande. Posso capire il fatto che sembri un turnista piuttosto che un membro effettivo (e attivo) del gruppo, ma questo presumo dipenda soprattutto dal fatto che il lascito di Portnoy è grande, enorme, e non è affatto facile staccarsene.
Questo album è suonato bene, veramente bene e, a prescindere dai gusti personali, ho idea che molti, approcciandosi all'ascolto, sono partiti prevenuti, magari inconsciamente. Che poi Mangini ha dei tratti peculiari assolutamente distinguibili e riconoscibili come suoi (cazzo, i fill!).
La cosa divertente è che, fin quando è rimasto nei DT, lo stesso Portnoy è stato oggetto di ferocissime critiche di qualsiasi tipo, al momento della sua uscita è stato, invece, salutato con rimpianto e, addirittura, considerato l'unico, fra i 5, dotato di raziocinio, ora è adorato e venerato per qualsiasi produzione alla quale prenda parte. Nel mentre Mangini è la merda. Sono pure convinto che, nel caso (improbabile, dal mio punto di vista) di una reunion, passati i primi mesi di euforia, i più tornerebbero a dare nuovamente contro a Portnoy. Il bello è che il "primo" Mike ha sempre (o quasi) suonato bene in qualsiasi disco, DT o meno, e ha sempre suonato nel suo modo, non è che si sia evoluto in qualche maniera straordinaria. Solo che ora, che non è più nei DT, sembra non subisca più critiche nemmeno dai detrattori di prima ora. Nel mentre, e mi ripeto, Mangini è la merda.

 

Alla fine mi vien voglia di riascoltarlo, mi sembra un indicatore positivo.
Ci sono momenti veramente divertenti, altri piuttosto carichi di pathos, altri invece sfracciamaroni. Ma alla fine anche questo è marchio di fabbrica per la band ahah

Beh dai, il disco è di fattura ottima. Suonato veramente bene. Per il pagellone darei 8/10 a James, bravissimo in studio - ma lo era stato sempre negli ultimi album, tranne quando ficcavano la sua voce in un mare di effetti; 9/10 a Jordan, quando si dedica alla classe e non al delirio di iPad e iPhone è mostruoso, al piano è ottimo e tutti i suoni sono perfetti. Per Petrucci direi 7/10, non è al massimo, niente assoloni a la The Best of Times, niente riffazzi a la A Nightmare..., ma pure così va più che bene. Mangini è bravo ma non si impegna, svolge i compiti a casa ma non sembra particolarmente propositivo, porta a casa anche lui un 7/10. Myung è creditato nell'album? Per lui NC/10. Peccato perché sui due precedenti dischi aveva anche lui i suoi momenti di gloria.

Comunque prolissità a parte, dopo diversi ascolti qualcosina inizia ad emergere.
L'Overture è molto simpatica, a metà tra quella di Six Degrees e The Dance of Eternity; l'intro dell'album omonimo sembra esserne la figlioletta.
The Gift of Music a me piace. Sono i migliori Dream Theater per quanto mi riguarda, rushiani come non mai, leggeri, senza esagerazioni. Certo non spicca, troppo già sentita.
Lord Nafaryus geniale. Teatrale, prog, sinfonica, riff metal , LaBrie stellare. In tre minuti c'è tutto, alla faccia della prolissità!
Stesso discorso per Three Days! Balzi dalla sedia continui, LaBrie sugli scudi pronto a cambiare registro di punto in banco... ma poi il finale in swing? Stupendo. Sembra uscito dai Diablo Swing Orchestra.
A Life Left Behind continua su quest'onda di sorprese. Intro acustica spettacolare, che si intreccia con suoni da musica leggera, geniali, sfumano con la chitarra elettrica e ancora col piano. Stupendo. Peccato poi la canzone sia la solita ballad che si ripete per tutto il disco.
Poi beh concordo con tutti su A New Beginning. Il senso di compiutezza dato dal brano, ottimo da essere ascoltato "stand alone". Le melodie sono veramente belle, leggere e catchy. Suoni ancora una volta azzeccatissimi per le tastiere.

Insomma i suoi buoni momenti li ha, ma tutte ste balladdone sinceramente mi annoiano, nonostante magari prese di per se sono valide.
Sul secondo disco non sono riuscito ancora ad estrapolare i momenti che mi intrigano di più.

 

Mi riferisco a qualche post fa in cui si chiedeva...quali altre band?? Io tra il prog rock e il prog metal ripeto sempre i Subsignal, poi vabbè mi pare siano stati già citati Haken, Kingcrow, Leprous, Threshold...e queste sono comunque band abbastanza conosciute, immagino che immergendosi ulteriormente ne vengano fuori anche altre...poi se uno cerca band più DT like, come hanno già detto i Seventh Wonder...senza contare che nel 2012 i Rush hanno sparato un concept di livello come Clockwork Angels...Insomma di band ce ne sono, specie se si sta sul limitare tra prog metal, prog rock e hard prog

A me Mangini non dispiace, ma come tutte le ultime cose legate ai DT, lo trovo innocuo, ecco

 

Avete citato tutte band ottime se non eccezionali, ma nessuna di esse sarebbe capace di comporre The Astonishing.
Quell'essere ruffiani, così dannatamente fruibili è prerogativa solamente dei Dream Theater.

 

musicalmente non mi esprimo, ho ascoltato solo un paio di brani
invece ho letto la storia del concept
insomma , alla fine ci sono riusciti : copiare 2112 aggiungendo qualcosa per rendere una storia un pò più ricca ma che poi alla fine non si eleva dal piattume concettuale di storie già edite, viste e raccontate sia in letteratura che nel cinema
capisco che essere originali è difficile però qui si rasenta la presa in giro totale , complimenti

 

Vuoi difenderlo ma al tempo stesso ammetti che le critiche che gli vengono mosse siano giustificabili.

Che sia un professionista e sappia suonare mi pare sottinteso.

Già uno che guadagna notorietà grazie ai record di velocità... lasciamo perdere.

Dove sono i piatti, gli incastri, la dinamica ?? Boh.

 

Se vuoi ti linko anche le sue doppie voci, specie live, o qualche pezzo dal periodo post Six Degrees, vedrai che smetti di piangere.

 

ahahah si quando cantava era atroce, lo so bene.

 

Il fatto non sia inattacabile non vuol dire che sia una sega dai.
Anche io preferivo lo stile di Portnoy, ma quelli che sono (per me) i loro peggiori album li hanno incisi con lui, quindi non è la panacea di tutti i mali

 

Trovo legittimo esprimere un proprio parere anche negativo, soprattutto quando si investe su una band che ha molti estimatori ma ho la folle utopia di credere che il fruitore detenga, col suo potere di acquisto, la preziosissima opportunità di far cresce e la scena musicale e i singoli gruppi.
lasciando stare i fuori categoria Spiral Architect e il progetto che da questi prese corpo, se magari si fosse investito di più sugli immensi Vauxdvihl, sui Sieges Even e tanti altri, forse ne avrebbero giovato non solo codeste band ma i DT, spinti a guardarsi un po' più attorno, e tanti altri gruppi.
Quindi, leggendo le vostre critiche, non posso fare a meno di consigliare un album (che finalmente ho comprato), ossia Death is just a feeling di Amadeus Awad, nel quale troverete un concept con le palle, musicisti straordinari, una lunghezza azzeccatissima (45 min.) e soprattutto arte, tanta arte.
Davvero, non pensate che, se tutti comprassimo più album del genere, certi artisti sarebbero più supportati e potrebbero credere più nel proprio lavoro?
I King Crimson, i Genesis, gli ELP e tutte la altre band storiche del prog hanno avuto meriti enormi, eterni ma anche grazie a chi ha saputo apprezzarli.

 

Onestamente non capisco. Ho letto critiche che definire tali pare un complimento. Non pervenuto? Drum machine? Voto 3?
Ma avete ascoltato il disco?
A me questa sembra solo mancanza di obiettività, dettata, parer mio, dall'ingombrante ricordo del batterista precedente (un ricordo enorme, eh, ma mi sembra di averlo già detto). Io giustifico e ammetto i gusti personali, condividendoli o meno, le critiche a priori e sterili, soprattutto se reiterate, mi hanno stufato invece.

Parrebbe anche di no, visto che subito dopo scrivi:

Già, la sua notorietà deriva dai record di velocità, non dalle varie collaborazioni (Annihilator, Extreme e Steve Vai, per citare tre contesti diversissimi fra loro e dai Dream Theater) e dalla sua carriera di insegnante...

Basta ascoltare il disco, soprattutto per gli incastri (non esistono solo i classici alla Portnoy). Ecco, a livello di dinamiche ammetto che non c'è gran varietà, ma mi pare una scelta stilistica voluta, così come quella del suono, di certo non è mancanza di capacità. Mi aspetto, a breve, qualcuno che se ne verrà fuori con qualche critica x sull'uso della doppia cassa.

 

Mike Mangini ha il brutto difetto di essere il miglior rullatore in circolazione, purtroppo però a scapito di fills a incastro con le casse. Fa rullate esagerate ma sinceramente dopo un po' stufano, facesse le vecchie sestine cassa/tom/rullante invece di strabusare di rulli a 200 all'ora sarebbe fantastico. E poi il drum kit mi pare proprio monotono in pratica ha la stessa batteria a destra come a sinistra cosa se ne fa di due Tom da 10 e due da 12 mettesse anche Tom da 8 risulterebbe molto più personale, esattamente come lo era il buon Mike portnoy che coi Tom da 8 e gli splash è un grande. Il difetto grave di Mike Mangini sta nel fatto che si limita al ruolo di mero esecutore e forse manca di gusto perché non interpreta in modo creativo anche se ha tecnica da vendere e lo si vede bene durante gli assoli, a volte risulta monotono, spesso anziché creare un groove ritmico cassa/rullante/ch ti spara una mezza misura di 32simi di doppia Cassa che in un pezzo lento non c'entrano un cazzo . Detto questo, il disco è molto bello e mi convince, in modo particolare la seconda parte che trovo più "metal" oriented. Comunque James LaBrie sugli scudi, con buona pace di tutti i criticoni ....

 

Mangini a me piace parecchio anche se la sua batteria ha un suono strano.

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