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Eutanasia

Discussione in 'Attualità e Cultura' iniziata da Asperger, 15 Novembre 2008.

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  1. ador dorath

    ador dorath
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    Come già detto occorre fare numerose premesse e precisazioni. ne ho già fatte... facciamole di altre. poi vedrò di dare una risposta.

    Prima di tutto faccio 2 esempi:

    1) Supponiamo che una comunità abbia a disposizione turni e attrezzature per allestire contemporaneamente 3 ambulanze, 1 medico di turno (che evidentemente può salire solo su 1 ambulanza per emergenza), 1 solo dae (defibrillatore automatico per il blsd: in 2 parole si tratta di uno strumento che "collegato" al paziente tramite elettrodi guida gli infermieri nell'rcp, la rianimazione. guida nel senso che calcola le funzioni vitali, dice quando praticare il massaggio, la respirazione, la defibrillazione, ecc).
    Chiamata d'emergenza che prevede l'ausilio del medico. parte un'ambulanza. poco dopo un'altra emergenza: parte l'ambulanza col dae. poco dopo un'altra emergenza: anche se questa emergenza prevede l'intervento di un medico, parte l'ambulanza con i soli infermieri, paramedici o comunque volontari.
    Se poi a conti fatti la prima emergenza non prevedeva l'intervento del medico, purtroppo per il terzo codice rosso non c'è nessuna inadempienza. Per questo è fondamentale il triage telefonico per cercare di capire la reale entità dell'emergenza.
    Nota 1: anche quando si sta per morire occorre avere fortuna.

    2) nel novembre scorso in Toscana si è svolto il Terex: un'esercitazione congiunta tra più province e strutture sanitarie per simulare un terremoto ed oliare la macchina dei soccorsi. nel caso di calamità naturali di questo tipo la "prassi" prevede una metodologia particolare rispetto a quella ospedaliera d'urgenza.
    Appurato che non ci sono abbastanza medici e mezzi per curare tutte le persone coinvolte, è fondamentale il compito dei medici triagisti: sono quelli che (come magari si vede nei film di guerra o drammatico-catastrofici) hanno il compito di selezionare i feriti. braccialetto nero indica il morto. braccialetto blu: ferito grave con funzioni vitali compromesse. braccialetto rosso: ferito grave. braccialetto verde: ferito non grave.
    anche qui la metodologia prevede di curare per primi i pazienti rossi, può sembrare crudeltà lasciar morire quelli blu ma il triage ha proprio questa funzione.
    Nota 2: per morire oltre alla fortuna si "subiscono" anche altri fattori. non dico che se per un triagista si è da codice blu e per un altro da codice rosso, però capiamo cosa si intende.

    Poi 1 precisazione:
    Occorre ricordare l'art 40 cp e il 41 cp (nesso di causalità, che pero' è molto più complesso e servirebbero molte più parole): il 40 in sostanza afferma che (cito) "non impedire un evento, che si ha l'obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo."
    Una frase che nasconde il mondo dietro.
    Per cui, non solo si applica alla famosa frase da film "c'è un dottore in sala?", per cui se effettivamente in sala c'è un dottore ma questi preferisce stare al tavolo degli stuzzichini è giusto che arrivi la Legge a tirargli le orecchie.

    Chiaro che questi 2 articoli, così come sentenze, pareri, raccomandazioni di numerose commissioni, della Cassazione, Ministeri, collegi e chi più ne ha più ne metta, a seconda del leit motiv sottotraccia predominante possono avere conclusioni anche differenti.
    Giuristi e medici legali, senza contare commissioni etiche o collegi delle strutture ospedaliere (pubbliche e private) da sempre cercano di posizionare finitamente un confine talmente labile che può sembrare instabile.
    In questo conta molto non solo il medico agente, ma anche la struttura ricevente: una struttura pubblica di norma ha livelli decisionali diversi rispetto a una struttura privata. una struttura apertamente laica ha processi decisionali diversi rispetto a una struttura chiaramente cattolica.
    Per esempio nella mia zona c'è un grande ospedale dove esiste uno specifico collego giudicante per il reparto oncologico "terapia del dolore" (senza contare che in caso di rianimazione non sempre è presente il medico, quasi mai, quindi si ritrova ad agire il rianimatore infermiere se non l'anestesista di reparto), mentre un'altra importante struttura privata (una casa di cura quotata) è una onlus gestito da un ordine religioso (Camilliane).

    Chiosando (prima di scendere più nello specifico) si può domandare: come dice l'art 40 non evitare che avvenga un evento corrisponde sempre a commetterlo? quindi non evitare che avvenga la morte corrisponderebbe a causarla? ma la morte è un evento evitabile? o semplicemente una normale evoluzione degli eventi stessi?
     
  2. ador dorath

    ador dorath
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    21 Luglio 2011

    In sostanza come è facile rendersi conto l'etica (intesa come professionalità) cozza sempre con l'aspetto legale. infatti "qualcuno" prova sempre a dimostrare che non evitare la morte equivale a causarla. in realtà spesso l'evento finale è talmente potente che non ritardare ulteriormente la morte e lasciare che le cose prendano il loro corso può significare evitare una sofferenza aggiuntiva.
    per questo si parla di accanimento che prende il sopravvento sulla desistenza.
    il fine ultimo del medico è sempre guarire, ma il compito è curare, e quando il fine si dimostra irraggiungibile credo bisogni avere l'umiltà di mantenere i propri compiti. Curare un paziente terminale significa detergere le piaghe da decubito, idratare, apportare un supporto psicologico, praticare fisioterapia, non accanirsi sulla sua malattia.
    In questo ha sempre maggior importanza l'apporto di un esterno: da sempre si dice che il rapporto medico-paziente dovrebbe essere l'anello forte contro la malattia, ma ormai si è aggiunta anche una nuova figura, lo psicologo che, grazie alle sue capacità riesce (o almeno dovrebbe) edulcorare l'euforia, la depressione, il senso del sentirsi mancare la terra sotto i piedi, e per quanto riguarda il paziente e per quanto riguarda i parenti dello stesso.

    In linea di massima utilizzare analgesici non è eutanasia, la sedazione profonda non è eutanasia, il rispetto della volontà di non essere curato non è eutanasia.
    il tutto, ovviamente, va valutato caso per caso, calandosi in un contesto personale, sociale e familiare che ogni volta appare diverso.
    ovviamente esistono delle linee guida, molte (per esempio quelle della SIAARTI http://www.siaarti.it/lineeguida/pdf_img/file_25.pdf ) raccomandazioni.
    ma questo perchè l'argomento è dibattuto, non perchè ci siano schemi dai quali non si può uscire. l'argomento è talmente complicato che si può dire tutto e il contrario di tutto. è pieno di linee sottili che si valicano in un attimo.
    senza contare la questione prettamente legale, sia nel caso di una emergenza, sia nel caso di un'operazione programmata, sia nel caso di una disposizione legalmente valida del paziente in cura.
    prima di un'operazione quando c'è il colloquio con l'anestesista e il medico legale non è che fanno firmare per togliersi dall'impiccio di avere grane legali, ma proprio per avere un documento formale nel momento in cui si verificano situazioni non previste.
    intendiamoci: il corpo umano non è una macchina, non siamo fatti su una catena di montaggio. un intervento (d'emergenza o programmato) anche se eseguito alla perfezione non è detto che possa risolversi necessariamente con la ripresa del paziente. lo stesso vale il contrario.

    ma si potrebbe parlare per ore. se non si è capito.
     
  3. lovelorn

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    21 Luglio 2011

    C'è da dire che si documenta bene, almeno...
     
  4. ostfront

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  5. The Neuromancer

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    8 Marzo 2017

    Okay, dopo il caso "Dj Fabo" (che non è eutanasia, ma suicidio assistito) abbiamo un caso limite, ed anche estremamente sgradevole, dal Belgio.

    Laura, 24 anni, depressa. Chiede l'eutanasia e il Belgio dice sì

    Generalmente sono piuttosto cauto quando si tratta di "staccare la spina", non tanto per via della formazione cristiana che ho ricevuto, ma per il fatto che mi pare comunque un fatto irreversibile.

    Qui abbiamo un caso piuttosto grave di depressione: può il soggetto depresso esprimere una volontà libera e cosciente?
     
  6. sciacallo010

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    8 Marzo 2017

    Topic vecchio vecchio, si può parlare dell'argomento nel topic di Attualità o qui Medicina & Salute dove se ne stava discutendo proprio tra ieri e stamattina
     
    A Vittorio piace questo elemento.
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