Fates Warning

Un disco indubbiamente destinato a crescere.. per ora, tanta classe ragazzi.

 

Ascoltato ieri sera. Mi si é appiccicato addosso e non credo riusciró a togliermelo tanto presto. Stasera cena di lavoro, e cavolo quanto vorrei invece essere a casa per riascoltarmelo. E' un caleidoscopio di emozioni

 

Apperò

 

Dato un primo ascolto. Mi sembra un disco bello complicato... ci vorrà tempo per farmi un'opinione. Arch sempre fantastico

 

Disco che può guardare direttamente negli occhi, senza timore, i classici dei Fates Warning con Arch.
Considerando quanta acqua è passata sotto i ponti, che non si tratta più di giovincelli esuberanti, il disco ha un che di miracoloso.

 

Io ormai ho raggiunto il numero sufficiente di ascolti in cui si inizia a memorizzare bene i passaggi, dove emergono canzoni come Pitch Black Prism o Never in Your Hands prima lasciate un po’ in sordina. Un disco che cresce e cresce ad ogni nuovo ascolto.

Come già detto: è incredibile quanto il lavoro sia omogeneo nella sua eterogeneità (tanto da sembrare un unicum) e viceversa, quanto sia eterogeneo nella sua omogeneità (ogni canzone segue una sua strada ed è diversa dalle altre). I vari musicisti che partecipano (Thomas Lang, Bobby Jarzombek, Mark Zonder, Baard Kolstad, Sean Malone, Joey Vera, Joe DiBiase, Frank Aresti ecc.) sono la ciliegina sulla torta: aggiungono molto ad ogni pezzo con il loro proprio stile che riesce poi ad amalgamarsi con il tutto. Il lavoro di stratificazione delle chitarre ritmiche di Matheos - e delle melodie vocali di Arch - è incredibile.
Ogni canzone è una mini-sinfonia metal, che culmina poi con il non-plus-ultra, l’apoteosi di Kindred Spirits.


Insomma, per essere brevi:


DORCO PIO!

Devi arrivare almeno al sesto-settimo ascolto dato con attenzione, poi piano piano inizierai a memorizzare bene tutto. C'è molta carne al fuoco, ma è un album meno contorto di Sympathetic Resonance.

 

Potresti proporre queste 2 parole come recensione sul portale, e renderebbero benissimo il cazzo di capolavoro che abbiamo di fronte. Tra 20 anni potremo dire "io c'ero!!"

 

Ok, io credo che si possa dire con una certa convinzione - poi se il giudizio dovesse cambiare, vedremo - che si sia di fronte a quello che è un "nuovo classico" del prog metal (come lo è stato anche SR): uno di quei dischi che metti quando stili le famose "liste" degli album importanti e da conoscere del decennio in questione - come quelli che in questi anni han sfornato i vari Leprous, Haken, il sempreverde Townsend (vedi Empath, tra l'altro), Between the Buried and Me, Protest the Hero ecc

Un album che continua il percorso avviato con Sympathetic Resonance (o meglio con l'EP di Arch) - che è passato attraverso, i dischi nuovi dei Fates Warning - per giungere a maturità definitiva e/o nuovo punto d'arrivo con questo Winter Ethereal: re-inventare il prog metal classico - rigorosamente heavy e power (non sinfonico e non neoclassico)- in seno alla contemporaneità; come essere "moderni" e "al passo con i tempi" attingendo dal passato per riplasmarlo in qualcosa di diverso e nuovo.

 

Io dalla mia dico che quest'ultimo capolavoro ha molti punti in comune anche con quella sorta di "emotional prog" proposto dagli adramelch negli ultimi 2 bellissimi dischi (per me capolavori) prima dello scioglimento. Curioso come proprio gli adramelch avessero diversi punti di contatto con i fates warning pure agli esordi. E' come se per strade diverse in qualche modo avessero richiuso l'anello.

 

L'ultimo Adramelch lo ascoltai appena pubblicato, ma poi é rimasto fermo a prendere polvere. Mi piacque, ma per qualche motivo non l'ho approfondito.

Il precedente invece l'ho consumato. Non immediatamente, ma ha girato molto nel mio stereo.

Arch non mi é mai piaciuto. Ora lo reggo di piu, ma non mi emoziona davvero. Infatti adoro i Fates Warning, ma da No Exit in poi. L'ultimo album, in particolare, é stato un ritorno eccelso. Lo ascolto molto ancora oggi.

 

Io invece oggi preferisco i fw con arch, ma se mi avessi chiesto 10 anni fa ti avrei detto quelli con alder (ma solo fino a inside out). L'ultimo fw è ottimo e riprende molto dell'epoca inside out.
In breve, trovo gli album fino ad awaken stratosferici, quelli fino a inside out ottimi, i successivi comprati ma mai digeriti, non fanno per me. L'ultimo è stato un gran ritorno però.

Gli adramelch in tutte le loro vesti hanno fatto sempre e solo capolavori

 

Io ho sempre faticato a comprendere queste diciamo "prese di posizione nette". Nel senso, capisco i gusti e preferenze che sono un conto, ma da qui addirittura a non riuscire a farsi piacere i dischi e trovare così attrito verso un cantante boh.

Poi, nello specifico su Arch. Ecco, rimando alla - secondo me azzeccatissima - descrizione che ne ha dato Portnoy: è come una specie di incrocio tra Dickinson e Anderson (Yes). Ecco, dato che io adoro Dickinson - e pure Anderson - davvero non capisco per chi ama questi due cantanti, - e nel metal Dickinson e cantanti di questo tipo - come non possa piacere poi Arch che è come se fosse una specie di Dickinson Super Sayan
Ah chiaramente Arch ha un suo personalissimo stile, quindi non è che sto alludendo ad un semplicistico ed errato "copia di Dickinson", ci mancherebbe. Giusto per il primo disco avrebbe senso.

P.S. gli Adramelch, difatti, sono stati molto influenzati dai primi Fates

 

Io credo che si riferisse non tanto allo stile o al timbro di Arch, quanto alle sue melodie, particolari (altalenanti, se mi passate il termine) e per niente immediate.
Perché tecnicamente parlando non c'è alcun dubbio: è un grande cantante.
Anche io comunque preferisco Ray Alder, nel complesso.

 

Stai parlando con un (ex) alderiano, che si rifiutava di ascoltare i Fates prima di Alder perché "il cantante è una copia di Dickinson in minore", "i grandi Fates iniziano con Perfect Symmetry (manco No Exit), quando hanno iniziato col prog" e altre simili cazzate - che ascrivo alle varie "i DT con Dominici facevano schifo", "Awake è mediocre" ecc. - che giravano e da certe parti ancora girano. Poi, una volta che ho iniziato a seguire blog e siti di prog internazionali e letto recensioni di gente tipo Sandro Buti ecc ho modificato le "opinioni" e ho iniziato ad ascoltare davvero i dischi prima.

Tutto questo per dirti che, figurati se ho qualcosa da dire con chi preferisce Alder. Come ho scritto, i gusti son gusti ci mancherebbe. Ah io non ho preferenze eh, adoro entrambi (messo alle strette forse propenderei per Arch), ognuno ha il proprio stile e dà emozioni uniche con questo. Di Alder si può dire di sicuro che è più eclettico, almeno da giovane. Per me Arch non può andare bene su dischi "d'atmosfera" come A Pleasant, mentre Alder può o almeno poteva benissimo cantare su album più heavy/power e tecnici (l'ha fatto fino a poco fa con i Redemption).

Poi, personalmente non divido affatto la carriera dei Fates mediante i cantanti, sia proprio tecnicamente considerando i dischi, sia come gusti. Nel senso per me, qualora dicessi preferisco al 100% Arch, non avrebbe senso che a questa considerazione ne consegue che preferisca anche i dischi "in blocco"...dipende dagli album. Specifico meglio: nonostante i Fates stiano continuando a fare ottimi album - e che io adoro da fanboy - ritengo che gli Arch/Matheos abbiano una marcia in più proprio da un punto di vista di "critica musicale" ma NON per i cantanti: se i dischi dei Fates fossero A Pleasant shade of gray e Disconnected confrontati con gli Arch/Matheos non farei le stesse considerazioni, ad esempio.