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Massacri, maltrattamenti, abusi sugli animali

Discussione in 'Attualità e Cultura' iniziata da MilleniumSun, 19 Novembre 2008.

  1. Monk

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    3 Dicembre 2008

    Ma il fumo fa male, la carne sana no. E quella industriale fa male quanto la verdura prodotta in maniera industriale. Quindi la tua scelta è lecita e la mia con la carne altrettanto.
    Se non dovessi lavorare per vivere, il mio sogno sarebbe poter avere una tenuta in campagna dove coltivo e allevo quello che mangio, esattamente come facevano i miei nonni. Qui in Sardegna non abbiamo conosciuto certe malattie che hanno colpito il nord Italia (tipo il botulismo alimentare e altre) in altre epoche proprio grazie all'alimentazione basata sulla carne che spesso ha salvato il nostro metabolismo.
     
    #61
  2. Mope

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    3 Dicembre 2008

    Non è proprio quello che dicono i centri di ricerca sul cancro, Alzheimer & Co., e l'Onu. Comunque non posso prendervi a bastonate per farvi smettere di mangiare carne. Vi dico solo informatevi se volete altrimenti continuate così finchè si potrà. Pace e bene. :sadic:
     
    #62
  3. Monk

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    3 Dicembre 2008

    Va bene, è inutile, o non ci senti o non vuoi sentire. In Sardegna abbiamo l'età media più alta in Europa e mangiamo carne e pesce fino a scoppiare.
    Pace e bene anche a te, tavaric vegetariano :nono:
     
    #63
  4. Mope

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    3 Dicembre 2008

    Ci sono altri motivi dietro. Ma in tutto il mondo industrializzato si crepa.

    E' un po' come quella del "mio nonno ha fumato fino a 95 anni senza aver avuto problemi". Eh, grazie, tuo nonno. :rotfl:
     
    #64
  5. Monk

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    3 Dicembre 2008

    Ho parlato di età media, non di mio nonno.
    Beato te, vorrei avere più sicurezze come le tue.
    Ah, mi rispondi: dove la prendi la verdura che mangi tutti i i giorni? Immagino avrai un orto e seguirai quotidianamente la crescita e l'integrità di ciò che mangi.
     
    #65
  6. Melanio Vakyas

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    Bella fregatura. Che fai?

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    3 Dicembre 2008

    :applause::applause:

    :applause::applause:

    ... e poi io rispetto che per scelte varie non mangia carne, ma viva iddio, non fatemi passare come per quello che genera tutti i mali del mondo, solo perchè amo concedermi ai... piaceri della carne... :D

    Monk, io porto il pane, la griglia e il vino, tu porta Porceddu e Leberkäse... già che ci sei, porta anche un paio di porzioni di Backfisch di Amburgo con la crema all'aglio... :sbav::sbav::hihi:
     
    #66
  7. Monk

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    3 Dicembre 2008

    E tu porta pure gli Arancini, la pasta con le sarde :sbav: e il passito di pantelleria :sbav:

    :*********
     
    #67
  8. Melanio Vakyas

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    3 Dicembre 2008

    :headbang:

    Una bella magnata internazionale, non c'è storia... :happy:
     
    #68
  9. Mope

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    3 Dicembre 2008

    Un giorno chissà, forse. Intanto ho preso il manuale "L'orto sul balcone". :rotfl:

    Per quanto riguarda i pesticidi, quelli tossici non vengono più usati in Italia (in India e nel sud-est asiatico invece li usano ancora). L'Italia per qualità e sicurezza dei prodotti ortofrutticoli, vino e olio è in testa in Europa. E si sa. Almeno una cosa buona in questo Paese. Il rischio c'è sempre che qualcuno faccia lo stronzo, ma questo è un altro discorso.
     
    #69
  10. Monk

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    3 Dicembre 2008

    Dai Mope, vieni con me e Melanio, mangiamo e ci ubriachiamo e poi cantiamo Contessa e gli Inti Illimani :D
     
    #70
  11. Melanio Vakyas

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    3 Dicembre 2008

    :hihi:

    Samba Lando degli Inti e Contessa in versione storica di Pietrangeli, sono due miei cavalli di battaglia... :D

    Sì Mope, garantiamo divertimento! :P
     
    #71
  12. Sixx77

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    4 Dicembre 2008

    Il vegatarianesimo è una scelta più che rispettabile...

    Ma da qui a dire che la carne faccia male...


    MA dico, Dr.House non lo guardate?????



    hihihi
     
    #72
  13. MilleniumSun

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    CaccaPisciaculoMerda

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    4 Dicembre 2008

    vabbè ma che tocca cambiare titolo al topic adesso?
    Lo facciamo diventare chessò CHI MANGIA CARNE E' UN ASSASSINO O NO?
    Insomma, era un topic sui maltrattamenti animali non sulla lotta tra vegetariani e carnivori.
    E' bello leggervi però!!!

    Torno un po' più OT ok?
    Ho trovato una cosa sconcertante:

    PORNOGRAFIA ANIMALE E VIDEO CRUSH FETISH CON ANIMALI
    La pornografia animale è chiamata zoofilia (termine che deriva dal greco zôon animale e philia propensione, amore) è detta anche zooerastia, ed è la pratica del sesso tra esseri umani e animali di un altra specie e fa parte delle perversioni sessuali delle persone.
    La zoofilia ha preso molto piede nel grande business della pornografia dove vi è l'accoppiamento tra uomini o donne, come pornostar e pornodive con cani, cavalli, maiali, tori, scimmie, gatti ed altri animali, chi ha questa tendenza è chiamato zoofila se donna o zoofilo se uomo.
    Le pecore hanno dato origine al detto che i pastori si accoppierebbero con le loro pecore o capre durante i lunghi spostamenti lontani da casa, simile l'accoppiamento tra il contadino e le sue galline e nel deserto da parte dei beduini con i loro cammelli ed i dromedari. In questi casi sopracitati si può classificare il comportamento zoosessuale dovuto alla mancanza di partner della stessa specie, una forma di esigenza fisica.
    La zooflilia si manifesta in genere in età pre-pubere e pubere, indipendentemente dal sesso della persona ed è orientata verso una determinata specie di animale, i sentimenti e le emozioni che uno zoofilo prova verso un animale possono essere reali e veri come quelli provati verso un partner della stessa specie, che spesso è presente anche in relazioni molto lunghe nella vita di una persona con tendenze zoofile.
    Nell'antichità la zoofilia trova riscontro nell'antica Grecia ad esempio con la nascita del minotauro nato da un incrocio tra un toro (simbolo sessuale molto potente) e Pasifae, donna.
    La zoofilia non fa parte della psicopatologia, se non in casi estremi, il DSM IV ( Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali vedi su wikipedia
    la spiegazione nel dettaglio) non la riconosce come tale.​
    -Qui la petizione: Eliminate Animal Pornograph

    I siti crush fetish
    Legato alla zoofilia ma con un altro nome vi è lo zoosadismo (legata al sadomasochismo ) che è invece un altra pratica, in questo caso cruenta, legata alla pornografia animale anche se non vi è il vero e proprio atto sessuale ma una forma di eccitazione sessuale che deriva dal fetish crush.
    Nel fetish( foot, feet, piede) crush (schiacciare) detto anche crushing o crushfreak, generalmente donne, uccidono calpestandoli, animali vivi come topi, scarafaggi ed altri insetti, pulcini, pesci, lumache, piccoli di gatti, criceti, rane ed ogni forma di animale adatta ad essere calpesta con ad esempio un paio di scarpe con il tacco a spillo. Vi sono numerosi siti crush ma per un solo sito crush fetish che chiude, grazie a petizioni e denunce alla polizia postale, numerosi altri aprono in domini esteri o sotto altro nome.
    In questa tipologia di siti, spesso a pagamento, sono venduti video o immagini di animali uccisi con i metodi indicati sopra. E' da precisare che oltre a video con la morte di animali vi sono video in cui vi è la morte di persone durante o al termine dell'atto sessuale. Questo tipo di comportamento deriva dall'associazione dell'atto sessuale alla morte in cui il potere della donna predomina.
    L'ETICA
    Nell'etica entrambi questi tipi di atteggiamenti verso gli animali, sia la zoofilia che il fetish crush ovvero le attività zoosessuali sono da considerarsi abusi su animali.
    -Nel caso trovaste su internet siti legati a queste pratiche contattate la polizia postaleper segnalarli.



    Foie gras paté d'oca
    Nelle fabbriche di "pate' de foie gras" si ottiene il patè d'oca.
    In francese foie gras significa fegato grasso.
    Le fasi di lavorazione:
    La lavorazione si svolge dalla nascita dei pulcini all'alimentazione forzata delle oche all'interno nelle gabbie di ingrasso e la macellazione degli animali.​
    Nelle fabbriche le oche devono ingrassare in breve tempo ed il loro fegato deve ingrossarsi fino a dieci volte la dimensione normale per essere utilizzato nella produzione del patè d'oca destinato al consumo umano utilizzato in vari modi in cucina.​

    La realtà delle fabbriche di "pate' de foie gras" è sconosciuta a molte persone. ​
    In queste fabbriche gli animali subiscono numerosi tipi di maltrattamento che vanno dall'assenza di norme igieniche, all'impossibilità di potersi muovere, all'alimentazione forzata, filmati da parte di infiltrati di organizzazioni animaliste hanno mostrato come gli animali realmente vivono la drammatica situazione nelle fabbriche, non subiscono alcun stordimento prima dell'uccisione che avviene mentre sono ancora coscienti tramite il taglio della testa o scaraventati da una zona all'altra dello stabile dai macellai, i pulcini (come accade per i pulcini negli allevamenti intensivi di galline ovaiole) sono soppressi nello stesso modo cruento, soffocati ancora vivi in sacchi di plastica, gettati in bidoni metallici econgelati ancora vivi a temperature di -20 gradi centigradi.​

    Fonte foto ed altre immagini da visionare :gan.ca/campaigns

    L'ALIMENTAZIONE FORZATA.

    Nelle ultime due settimane di vita le oche e le anatre vengono nutrite più volte al giorno dalle 3 alle 8 volte con un pastone di cerali misti ad olio o di un pastone di mais cotto e salato con un tubo metallico di cirac 28 cm inserito nella gola che raggiunge direttamente il gozzo (causando gravi lesioni all'animale), la quantità di cibo è pari ad un terzo del loro peso, in questo modo il fegato raggiunge dimensioni fino a 10 volte superiore la dimensione normale. Questo trattamento è denominato "gavage” (ingozzamento) è causa negli animali una malattia al fegato denominata steatosi epatica.
    Il fegato di questi animali è quindi malato.​
    IL VIDEO
    Varie investigazioni in diverse zone del mondo sono state attuate in questi ultimi tempi riguardo a questo tipo di fabbriche e numerosi video e prove fotografiche sono stati effettuati.
    2KQxMv1a6Y&eurl=http://www.chupacabramania.com/articoli/animali/foie_gras_pate_oca.htm&feature=player_embedded

    LA CAMPAGNA
    -Scarica il manifesto contro il foie gras stopgavage.com.



    I CANI DELL’EST
    di Valeria Rossi - tratto da "Ti presento il cane"
    Molta gente ancora non ha capito cosa si nasconde dietro al traffico di cuccioli dall’Est europeo, ovvero dei cuccioli commercializzati dalla stragrande maggioranza dei negozi e dei cosiddetti “puppy mills”, ovvero sedicenti allevamenti che si pubblicizzano con frasi come “Dieci (o venti, trenta…) bellissime razze! Spedizioni in tutta Italia, isole comprese!”…come se i cuccioli fossero armadietti per la cucina.
    Ma che c’è di sbagliato, in fondo, in questi cuccioletti di provenienza ungherese o rumena, che appaiono tanto carini e che (secondo la vox populi, perché la realtà è un po’ diversa) costano meno di un cane di allevamento?
    Forse i cani di allevamento sono un po’ più belli…ma se non si è intenzionati a fare esposizioni, cosa importa se un’orecchia è un po’ più lunga, o se il pelo è un po’ meno soffice?
    Altra obiezione “classica”: ma andiamo,il cucciolo è un cucciolo, punto e basta! Cosa sono tutti questi problemi? La cosa più logica da fare quando si decide per l’acquisto è andare a cercare il posto: a) più comodo, b) più economico.
    Partiamo allora da quest’ultimo punto, chiarendo subito che i cuccioli dell’Est non sono mai “a buon prezzo” come potrebbe sembrare a prima vista.
    Infatti quel (poco) che si risparmia all’atto dell’acquisto verrà vanificato dalle spese veterinarie sostenute per rimettere in sesto un cane quasi sempre malato, spesso gravemente.
    Ma è proprio vero che i cuccioli dell’Est sono quasi sempre malati?
    Purtroppo sì, è vero. Ed è vero perché sono allevati “a basso costo”.
    Ma questo non significa assolutamente che ci si sforza di venire incontro al cliente per fargli spendere meno!
    Significa invece che:
    a) i cuccioli nascono da genitori scelti a casaccio, senza criteri selettivi, perché i test per verificare la presenza di tare genetiche costano cari. Quindi non si fanno. Nessuno controlla le patologie oculari, la displasia dell’anca e del gomito, le malattie cardiache ereditarie. Se i genitori sono affetti non vengono mai esclusi dalla riproduzione (come avviene in un buon allevamento), ma usati (anzi, sfruttati) a più non posso. E i cuccioli ereditano queste malattie;
    b) le fattrici sfornano una cucciolata dopo l’altra, ogni sei mesi, senza alcun tempo di ripresa: non sono accudite amorevolmente dopo il parto, ma messe lì in attesa del prossimo calore, come in una catena di montaggio. Ovviamente questo debilita immensamente le cagne, e da madri debilitate possono nascere solo cuccioli deboli;
    c) per le madri si usa cibo a sua volta a basso costo, e quindi di bassa qualità, che debilita ancora di più le cagne. I cuccioli vengono a malapena svezzati – sempre con cibo di bassa qualità – e poi impacchettati e spediti, perché tenerli più a lungo comporterebbe un costo aggiuntivo che i “cagnari” si guardano bene dal sostenere;
    d) i cuccioli vengono “impacchettati e spediti” intorno ai 30-35 giorni di età, perché a 40 giorni (età in cui risultano più “appetibili” per il cliente) devono già essere in vetrina. Questo significa che non possono essere vaccinati (la prima vaccinazione non si può effettuare prima dei 50 giorni perché non avrebbe alcun effetto, essendoci ancora in circolo gli anticorpi materni). Inoltre, a questa età, il sistema immunitario del cucciolo non è ancora completamente sviluppato: quindi i cani non hanno letteralmente difese contro gli agenti patogeni, i virus, i batteri che possono incontrare sul loro cammino;
    e) i cuccioli, per arrivare in Italia dall’Ungheria o dagli altri Paesi sedi dei canifici, viaggiano per almeno due giorni (debilitati e senza alcuna protezione vaccinale) su camion senza riscaldamento, stivati come galline in gabbiette non igienizzate che hanno visto passare altre migliaia di cuccioli…con i risultati che si possono facilmente intuire.
    Perché, allora, i commercianti acquistano i cani dell’Est?
    Perché gli allevatori di qualità, che selezionano con cura e amano i loro cuccioli come se fossero loro figli, ben difficilmente vendono ai negozi: infatti gli allevatori di qualità selezionano anche i clienti. Vogliono conoscerli, sapere chi sono, seguirli lungo tutto il cammino della vita del cucciolo. Questo non sarebbe possibile se i cuccioli venissero consegnati a un rivenditore.
    In Italia, ovviamente, non ci sono solo allevatori di qualità (magari!)…ed esistono anche allevatori che rivendono ai negozi: ma il loro prezzo non è mai inferiore ai 250-300 euro.
    I cani dell’Est costano circa 50 euro…e i conti sono presto fatti.
    All’importatore-grossista, così come al rivenditore finale, non importa se qualche cucciolo muore e/o qualcun altro dev’essere sostituito: il risparmio è tale che possono mettere in conto un 50% di decessi senza che questo renda meno remunerativo l’affare…e infatti la percentuale di cuccioli dell’Est che non sopravvive all’importazione si aggira proprio intorno al 50%. Alcuni muoiono durante il viaggio…molti, purtroppo, nelle case dei nuovi proprietari.
    Eppure i cuccioli in vetrina sembrano sempre in ottima forma! Come possono essere tutti malati?
    Purtroppo possono, eccome.
    Solo che, appena sbarcati in negozio, vengono immediatamente riempiti di gammaglobuline (e talvolta anche di eccitanti) per “mascherare” la situazione reale, che si manifesta sempre e solo dopo la vendita.
    I cuccioli dell’Est vengono venduti solo in negozio?
    No, purtroppo: anche molti sedicenti allevatori sono in realtà degli importatori.
    In generale, tutte le strutture che garantiscono la “pronta consegna” di qualsiasi razza di cane sono altamente sospettabili.
    Un altro mezzo di diffusione molto noto (e – cosa vergognosa! – addirittura promosso, recentemente, dal Tg5) sono le cosiddette “Fiere del cucciolo”, “Cucciolandie” e affini.
    Se un cucciolo muore dopo pochi giorni dall’acquisto, non si dovrebbe avere diritto a un risarcimento?
    Certo, la legge lo prevederebbe…ma i negozianti mettono – ovviamente – le mani avanti per tutelarsi.
    Ecco alcuni tipici segni di fregatura in arrivo:
    a) richiesta di denaro contante e rifiuto di assegni, bancomat, carta di credito;
    b) richiesta di firmare una “garanzia” che, se letta attentamente, conterrà sempre assurdità quali la durata di 24-48 ore (pazzesco! Il tempo di incubazione delle più comuni malattie virali è di quindici giorni!), il divieto di far visitare il cucciolo da veterinario diverso da quello suggerito dal negoziante (sembra incredibile, ma abbiamo visto anche questa!) e/o altre postille varie che di fatto sollevano il venditore da qualsiasi responsabilità;
    c) la mancata consegna di scontrino fiscale per quanto riguarda il cucciolo: sullo scontrino troverete solo le voci relative al cibo, alle ciotole ecc.
    Se un cliente la mette proprio giù dura, il negoziante solitamente sostituisce il cucciolo con un altro (sempre dell’Est, ovviamente!): sappiamo di un caso in cui è morto ANCHE il secondo cucciolo, per di più in una famiglia in cui era presente un bambino…e si può immaginare la sua felicità in tutto questo.
    Comunque, in alcuni casi, è ancora possibile intentare una causa ed essere risarciti (anche se si è firmato un contratto-capestro).
    Non intendiamo, da queste pagine, dare ulteriori armi ai negozianti disonesti e spiegare loro come difendersi meglio: quindi, se volete saperne di più, scrivete all’indirizzo della redazione o mandate una e-mail a [email protected].
    Vi metteremo in contatto con l’avvocato Simona Mosconi, che dopo essere stata a sua volta vittima di questo losco traffico (il suo west highland è vissuto solo dieci giorni) è riuscita a far sequestrare i cuccioli dell’Est venduti da un grande pet-shop di Milano ed è ancora sulla breccia, insieme alla nostra rivista, per proseguire questa battaglia.
    Tutti i cani dell’Est europeo sono cuccioli di scarto?
    Ovviamente no! Questo traffico riguarda solo i cosiddetti “canifici”, ovvero gli allevamenti “a basso costo” in cui si producono cuccioli badando solo alla quantità e non alla qualità.
    In Ungheria, Romania e altri Paesi europei esistono anche ottimi allevamenti, che producono ottimi cuccioli…e NON li vendono ai negozi italiani, così come non lo fanno, per i motivi già visti, i migliori allevatori di casa nostra.
    Quando si parla di “cuccioli dell’Est” ci si riferisce sempre e solo ai canifici: è importante (e corretto!) specificare che all’Est non ci sono solo canifici, ma è ancor più importante ricordare che i cuccioli che vengono importati e rivenduti da negozi e fiere sono SOLO ED ESCLUSIVAMENTE cuccioli di scarto.
    Se il negoziante vi parla di cuccioli “figli di campioni ungheresi”, nove volte su dieci vi sta truffando! Chiedetegli la dimostrazione pratica di quanto sta affermando…e vedrete che succede.
    Perché nessuno fa nulla per fermare questo traffico?
    La risposta è davvero molto triste: perché E’ TUTTO LEGALE.
    Cagnari, canifici e negozi si pubblicizzano impunemente dalle pagine di quotidiani, riviste e perfino riviste specializzate (per quanto ne sappiamo, “Ti presento il cane” è al momento l’UNICA rivista che rifiuta la pubblicità di importatori e rivenditori di cuccioli dell’Est), perché la legge italiana non si interessa del problema; i media non si interessano del problema; nessuno se ne interessa finché magari non acquista un cucciolo per i suoi bambini e il cucciolo muore.
    E’ perfettamente legale importare cuccioli, purché in regola con le vaccinazioni: ma i libretti si falsificano senza problema, basta un veterinario complice.
    E’ perfettamente legale (ed è VERGOGNOSO che lo sia) esporre i cuccioli in vetrina, a rotazione, così se uno solo di essi fosse malato è garantito che impesta anche tutti quelli che arriveranno dopo di lui (ma intanto ci sono la gammaglobuline!).
    E’ perfettamente legale, sempre con la complicità di un veterinario, “dopare” letteralmente i cuccioli per farli sembrare vispi e allegri: basta che il veterinario dichiari che avevano bisogno della somministrazione di quei tali farmaci.
    Purtroppo sì, è proprio così: i veterinari complici non solo esistono, ma sono anche numerosissimi.
    E l’Ordine dei Veterinari, invece di cercarli uno ad uno e di radiarli ignominiosamente, si preoccupa di punire chi cerca di offrire un servizio sociale…come sta accadendo alla Mutua veterinaria di Torino, di cui parleremo nel prossimo numero.
    Di cani dell’Est ho tentato personalmente di parlare ai media (innumerevoli e-mail, fax e lettere spedite a Maurizio Costanzo, Striscia la Notizia e altri): non ho mai avuto nessuna risposta.
    Stessa sorte per molte altre persone che conosco, dall’animalista sfegatato al semplice cinofilo a cui è morto il cucciolo tra le braccia.
    Certo, in questo traffico sono implicate troppe realtà: negozi, allevatori, veterinari, lo stesso ENCI (che voltura i pedigree ungheresi senza fiatare, dando ai cani dell’Est – o almeno a quelli sopravissuti - un pedigree italiano e la possibilità di riprodursi)…e ovviamente lo Stato italiano, che permette le importazioni senza sufficienti accertamenti.
    Andare a mettere il dito nella piaga rischia di sollevare un vespaio non indifferente…e forse per questo, TUTTO TACE.
    Tutti i negozi vendono sempre e solo cani dell’Est?
    No, non tutti: anche se purtroppo si tratta della stragrande maggioranza.
    Però ci sono anche negozianti-allevatori che vendono i propri cuccioli, talora di ottimo livello.
    Come faccio a capire se il negoziante vuole vendermi un cucciolo-truffa?
    E’ molto semplice. Basta:
    a) chiedere la provenienza esatta del cucciolo e farsela mettere per iscritto.
    Ricordiamo che i venditori senza scrupoli cercheranno sempre di far leva sui nostri sentimenti, facendoci sentire addirittura dei disgraziati se facciamo domande precise: ma come? L'amore per il cane non viene prima di ogni altra cosa?
    Che ci importa della provenienza, dell'età, del pedigree e di tutte queste sciocchezze?
    ATTENZIONE: il gioco è vecchio e sporco...e funziona a meraviglia da anni. Ma è ora di finirla.
    Se il venditore accenna a motivazione sentimentali per sviare le nostre domande, rispondiamogli gentilmente che poiché il cucciolo non ci viene regalato, ma dobbiamo pagare per averlo, siamo "costretti" a tutelarci e a chiedere precise garanzie come avviene per qualsiasi compravendita.
    Quindi restiamo fermi nelle nostre richieste, e se non vengono accontentate andiamocene senza accettare compromessi.
    Di musetti dolci come quello a cui potremmo rinunciare è pieno il mondo: di truffatori, per fortuna, no.
    b) richiedere una garanzia sanitaria (sempre scritta!) di almeno venti giorni. Se il cucciolo fosse in buona salute e regolarmente vaccinato, il negoziante non rischierebbe nulla, fornendola.
    Se non vuole farlo, è perché ha la coscienza sporca.
    Come ci si può tutelare?
    Innanzitutto nel modo più semplice: non comprando cuccioli in negozio né alla fiere, e non comprando cuccioli da nessun sedicente “allevamento” che venda cuccioli di oltre dieci razze.
    Allevare è un lavoro impegnativo, difficile, che richiede amore e pazienza: è già difficile farlo con una-due razze. Con dieci è impossibile.
    Chi alleva troppo alleva sicuramente male: può essere un “cagnaro nostrano” o un importatore, ma in ogni caso non vi darà molte garanzie di salute, bellezza e carattere. Quindi, meglio evitare in ogni caso.
    Se volete un cane a basso costo, se non vi interessa farlo riprodurre, se non vi importa nulla di esposizioni o prove di lavoro…i canili sono ZEPPI di cani di ogni età, sesso, forma e colore che aspettano solo una famiglia.
    Perché cercare proprio il cane di razza?
    La risposta più classica è : “Perché mi piace esteticamente. E poi perché da un cane di razza so esattamente cosa aspettarmi: so quanto sarà grande, che tipo di pelo avrà, che carattere avrà!”.
    Be’…con i cani dell’Est questo non è MAI vero. Il vostro cucciolo, da adulto, somiglierà – questo sì – alla razza di cui vi eravate innamorati…ma non sarà un BEL rappresentante di quella razza e soprattutto non avrà mai un carattere corrispondente a quello descritto dallo Standard di razza. Un po’ perché, dove non c’è selezione, non ci sono neppure risultati (né morfologici, né caratteriali): un po’ perché il distacco precoce dalla madre e i traumi subiti da TUTTI i cuccioli dell’Est causano immancabilmente problemi di carattere.
    Tra i cani dell’Est ho già incontrato personalmente Labrador, husky e golden mordaci, rottweiler timidissimi, beagle inavvicinabili dai bambini e così via.
    Se nessuno comprasse più i cuccioli dell’Est, quei poverini che fine farebbero?
    Questa domanda sembra assai più sensata di quanto non sia…perché in realtà non dovremmo preoccuparci di “salvare dei cuccioli”.
    Se nessuno comprasse più cani dell’Est, i negozianti smetterebbero di rifornirsi dagli importatori. Se gli importatori non comprassero più cuccioli, gli allevatori smetterebbero di produrli e si dedicherebbero ad altro.
    I cuccioli non vengono al mondo da soli: se nessuno potesse più godere del business a loro legato, si smetterebbe semplicemente di far nascere dei poveri infelici.
    Per quanto riguarda quelli già presenti, occorrerebbe SUBITO una legge severa sulle importazioni (legge che NESSUNO sta richiedendo con sufficiente forza: neppure le associazioni animaliste): a questo punto dovrebbe partire una bella indagine sui cuccioli già presenti in Italia. Quelli in perfette condizioni potrebbero essere commercializzati…mentre gli verrebbero sequestrati, affidati a canili sanitari e poi dati in adozione (ma gratuitamente, dopo essere stati curati).
    Non so se una legge seria ci sarà mai: noi ci proviamo…ma visto come il Governo ha affrontato il problema dei “cani pericolosi”, ho seri dubbi su quello che potrebbe inventare per arginare il traffico dei cani dell’Est.
    Quindi, al momento, le uniche cose da fare per contrastare questo traffico sono due:
    a) NON COMPRARE cuccioli nati in un canificio:
    b) INFORMARE più persone possibile: parenti, amici…e pure nemici, perché troppa gente ancora NON SA. Ed è così che questo traffico prospera: sull’ignoranza del pubblico…e sulla pelle dei cuccioli.
    E’ possibile che un negoziante sia in buona fede, e non sappia cosa si nasconde dietro a questo traffico?
    Per quella che è la mia personale esperienza, NO. Non è possibile. Semplicemente perché non è possibile che il negoziante consideri “normale” una percentuale di cuccioli malati e/o morti come quella che riguarda i cani dell’Est.
    Tutti i commercianti che finora sono stati messi alle strette, anche se al cliente avevano fatto credere di essere degli ignari angioletti, alla fin fine sono risultati perfettamente consapevoli.
    E’ dura farglielo ammettere (è stata dura anche per la Guardia di Finanza, nei casi che ha trattato)…ma finora la realtà pare essere sempre e solo questa: negozianti e cagnari sanno benissimo quello che fanno.
    ALCUNE CONSEGUENZE DELLA TRATTA DALL'EST
    - recrudescenza della diffusione di malattie che erano ormai praticamente SCOMPARSE dal panorama cinofilo italiano, come cimurro e parvovirosi. I cani dell'Est, debilitati e malnutriti, rappresentano un prezioso serbatoio per questi virus che sono tornati ad appestare le nostre città, diffondendosi a macchia l'olio con gravi conseguenze per TUTTI i cani italiani;
    - estrema difficoltà di controllo delle malattie genetiche (displasia dell'anca e del gomito, patologie oculari, patologie cardiache ecc).
    Quasi tutti i Club di razza si stanno dando un gran daffare per monitorare e selezionare la popolazione canina, escludendo dalla riproduzione i cani portatori di tare: mentre i cani dell'Est sono quasi immancabilmente affetti da tare genetiche, perché su di loro non esiste NESSUN controllo.
    Quando arrivano in Italia e l'ENCI - senza alcun controllo - concede loro un pedigree italiano, questi cani vengono quasi immancabilmente messi in riproduzione dai loro proprietari, a cui fa piacere avere una cucciolata (anche perché persistono dicerie infondate come quella secondo cui la cagna "deve" partorire almeno una volta nella vita) e che ovviamente non hanno idea del danno che possono causare alla razza.
    La maggior parte delle persone non sa neppure cos'è il controllo delle malattie genetiche: e non capisce che, se è giusto che il mondo sia dei belli e anche dei meno belli...non è giusto che sia anche dei cani malati, almeno quando si avrebbero i mezzi per evitarlo;
    - un'infinità di persone letteralmente truffate e di bambini disperati perché il cucciolo tanto sognato gli è morto tra le braccia dopo pochi giorni;
    - sensibile danno per l'allevamento italiano di qualità, che pur affrontando spese ed impegni di grande rilevanza rischia di non vendere i propri cuccioli (sani e tipici).
    Perché? Ma perché è considerato "troppo caro"!
    Commercianti e cagnari, in realtà, riescono a vendere il cucciolo a qualche centinaio di euro in meno: intanto ci stra-guadagnano lo stesso.
    Così gli allevatori seri, per stare almeno nelle spese, devono effettivamente vendere i cuccioli a un prezzo più alto di quello che potrebbero tenere se fossero solo loro a coprire la richiesta nazionale.
    Infatti, vendendo di più, potrebbero produrre "un po' di più" : certamente non con i ritmi dei canifici, che oltre ai cuccioli stressano anche le cagne facendole coprire ad ogni calore...ma una cucciolata in più all'anno potrebbero pensare di farla.
    E producendo di più e avendo un mercato su cui contare potrebbero abbassare leggermente i prezzi.
    In questo modo ci sarebbe anche una maggior produzione di qualità su cui contare e tra cui scegliere i migliori riproduttori, per elevare sempre più il livello della nostra cinofilia.
    Mentre oggi capita che allevatori serissimi e coscienziosissimi non abbiano prenotazioni , mentre i cuccioli della stessa razza provenienti dall'Est arrivano letteralmente a carrettate, vanno in vetrina e vengono venduti a ritmi vertiginosi.
    CONCLUDENDO:
    Se possibile, evitate l’acquisto del cucciolo a Natale: ai vostri bambini regalate una foto della razza che avete scelto, con scritto “Buono per l’arrivo di un meraviglioso cucciolo, non appena l’allevatore sarà pronto per consegnarcelo”.
    Ma se proprio DOVETE acquistare il cucciolo sotto le feste, se pensate di non poter sopravvivere un mese in più, se siete assolutamente sicuri che questi siano gli UNICI giorni adatti…allora, vi prego, non comprate cani dell’Est. Per nessun motivo al mondo, qualsiasi favola vi raccontino o provino a raccontarvi.
    E se invece avete capito le mie parole, e avete creduto a quella che è semplicemente la verità…parlatene anche con i vostri amici, parenti, conoscenti. Fotocopiate queste pagine e fate opera di volantinaggio.
    Spargete la voce più che potete. Perché laddove la legge non arriva a tutelare i cuccioli, forse il passaparola più farlo.


    LE GALLINE OVAIOLE
    Per la produzione di uova, le galline sono costrette a vivere (fino a gruppi di quattro) in gabbie delle dimensioni di un foglio A3. Le loro ali si atrofizzano a causa dell'immobilità forzata; crescendo a contatto della griglia di ferro della pavimentazione, le loro zampe crescono deformi. Per aumentare il profitto, molti allevatori usano razze manipolate geneticamente, destinate a soffrire ulteriormente, a causa di dolorosi disturbi ossei e difetti della spina dorsale.​
    Negli allevamenti che producono galline ovaiole, i pulcini maschi (inutili al mercato in quanto non in grado di produrre uova, né adatti alla produzione di carne di pollo) sono gettati vivi in un tritacarne, o soffocati in buste di plastica, o schiacciati in apposite macchine per diventare mangime, mentre a quelli femmina viene tagliato il becco per impedire loro di beccare a morte le compagne. Questa procedura, che comporta il taglio di tessuti teneri simili alla carne che gli umani hanno sotto le unghie, è così dolorosa che molti pulcini muoiono per lo shock. Inoltre, questa operazione lascia spesso scoperti i terminali nervosi presenti nel becco, determinando così un dolore continuo per tutta la vita dell'animale. ​
    Non appena la produttività delle galline diminuisce sotto il livello fissato, di solito dopo 2 anni, sono sgozzate per diventare carne di seconda scelta.

    Corpi di pulcini gettati nella spazzatura: questa è la sorte inevitabile dei pulcini maschi nati dalle galline ovaiole. ​
    [​IMG]

    Con questa macchina, negli allevamenti viene tagliato il becco ai pulcini...

    Il becco viene tagliato per impedire che, da adulti, nelle gabbie sovraffollate gli animali si feriscano tra loro. ​

    No alle uova
    Chi consuma le uova incentiva quindi anche la produzione di carne, oltre che la morte e lo sfruttamento intensivo di questi animali. I pulcini maschi, inutili al ciclo produttivo, vengono buttati vivi in un tritacarne per diventare mangime, soffocati o semplicemente lasciati morire accatastati in grandi mucchi. ​

    [​IMG]

    Galline ovaiole allevate in batteria. Si noti la sporcizia ovunque.
    [​IMG]
    Questa mamma gallina può razzolare libera coi suoi pulcini, senza essere costretta in gabbia.

    articoli tutti tratti da Tutto sul Chupacabra ed altro



     
    #73
    Ultima modifica: 4 Dicembre 2008
  14. Daniele "dani66" D'Adamo

    Daniele "dani66" D'Adamo
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    4 Dicembre 2008

    Ecco, appunto.

    Sara, per favore cerca o di ridurre le foto, o di mettere solo i link, sennò escono fuori delle lenzuola...
     
    #74
  15. MilleniumSun

    MilleniumSun
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    CaccaPisciaculoMerda

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    4 Dicembre 2008

    E' lo so Dani ma non ci riescooooooooo!!!!
    Saranno 10 minuti che ci provo cazzarola!!!

    Bingo.
    ho tolto le foto!
     
    #75
    Ultima modifica: 4 Dicembre 2008

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