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Medicina & Salute

Discussione in 'Attualità e Cultura' iniziata da Evillupo, 5 Dicembre 2014.

  1. Evillupo

    Evillupo
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    bestemmie e parole d'orgoglio

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    5 Febbraio 2019

    ador io ti rispondo sinceramente.
    Nei fatti tu hai ragione e basta. Perché è così come dici, è verissimo e lo sottoscrivo più volte perché queste cose le ho viste. E sebbene in specializzazione, per motivi gerarchici che lì ho visto estremizzati, non sia potuto entrare in sala, nell'ospedale dove mi sono laureato la sala l'ho frequentata parecchio e ho visto:
    -un chirurgo pancreatico spaccare una costola col divaricatore ed esclamare "cazzi suoi", perché aveva fretta di aprire
    -un chirurgo generale bestemmiare contro la specializzanda dell'ultimo anno (sua amante) che stava chiudendo
    -un neurochirurgo lanciare il trapano per le craniotomie ad un infermiere

    Ora, siccome tu hai ragione e io no, io ci ho rimesso sulla mia pelle perché sono rientrato, di mia volontà, in un buco formativo che ogni altro medico teme come la morte professionale. Sinceramente questo non mi preoccupa troppo, e mi fa sentire un alieno nei confronti degli altri perché tutti sperano di superare il concorsone mentre io sto cercando di informarmi in tutti i modi su cosa troverò dopo.
    Io solo non capisco "perché"? Si tratta di un lavoro. Un lavoro e basta. La concorrenza e la competitività, che esistono, in questo caso sono proprio ridicole perché c'è una carenza di medici spaventosa, di quelli poi che si occupano in un modo o nell'altro nell'altro di area critica non ne parliamo, nessuno vuole più farsi il mazzo per vedersi ripagato con una quantità di denunce mostruosa. Io ti parlo di me, di quello che provo io, ma quando si parla di "gavetta" io penso tipo a masterchef, quando uno chef chiede al concorrente "cosa è per te la cucina?" e questo risponde "è tutto chef" quando un mese prima faceva il fabbro. Ma davvero siamo a questo livello? Si vuole sapere che cosa sarei disposto a sacrificare per fare un lavoro? Ma è ovvio "il meno possibile". Non sono un fanatico. Poi se serve sacrificherò il sonno. Se un intervento dura 18 ore io non me ne vado via a cranio aperto perché mi è finito il turno, ma qui si parla di fare le due di notte con burocrazia per far vedere "quanto ci tieni". Ed è un gioco sporco all'inverosimile, che va oltre i normali bisogni di sonno dell'uomo, e proprio per questo apre la strada a scorrettezze, favori sessuali e tanta droga.
    Una volta entrato la famosa specializzanda del secondo anno inviperita, che mi sono trovato davvero, ha cominciato a bombardarmi di domande, non rispondeva a nulla, tanto che mi è salito il dubbio "ma che è non mi sono laureato? Davvero dovrei sapere sta roba?". Vado dall'altro specializzando del primo anno a chiedere "sai noi nel programma avevamo solo 7 ore di neurochirurgia in 6 anni, da voi è diverso?" "No, anche da noi" "ma allora perché mi continuano a chiedere queste cose?" "È normale, è perché lei è stata massacrata dal vecchio specializzando, ma il prossimo anno potremo farlo anche noi". Bella consolazione cazzo. Il fatto è che a questo pensiero non da forza, e se poi subentra la depressione, o il burn out, o comunque qualcosa che fa fare shut down al mio cervello, il gioco è finito, non connetto più e basta. E allora cercherò la mia strada altrove, che ti devo dire. Il mio scopo è essere felice, non sacrificare la felicità per "il successo".
     
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  2. ador dorath

    ador dorath
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    5 Febbraio 2019

    E' etico? Non è etico, è uno dei metodi che diventano funzionali all'obiettivo. Alla base ci deve essere rispetto e dignità. Poi i pezzi di merda sono ovunque. In questo frangente sto parlando di persone (una piccola parte, ma che in certi ambiti aumenta in percentuale) che vive per il proprio lavoro, che parcheggia i propri figli piccoli giornate intere, che si vanta del proprio stakanovismo. E' un atteggiamento non mio, ma sapere che esiste aiuta a contrastarlo. Purtroppo quello della sala, come altri, è un ambiente chiuso, ultracompetitivo, dove è facile perdere di vista il motivo per cui si fanno coì tanti sacrifici.

    E' giusto? Ovvio che no, ma il sistema è retto anche da questo. Quelli elencati sono piccoli esempi malsani (ce ne sarebbero altri di peggiori), ma la stragrande parte rimanente è positiva, leale e rinfrancante perché, per me, è la professione più bella del mondo. A maggior ragione se si raggiunge il proprio obiettivo.

    E' utile? In alcune situazioni sì, è necessario. Questo non vuol dire recitare la parte del poliziotto cattivo per tutto il turno, è uno stimolo, uno sprone. Uno specializzando non sa cosa si può trovare nè come potrà reagire, il tutor sì, il tutor capisce chi ha di fronte e lo mette in relazione a ciò che sta per suddere e sceglie, di volta in volta il metodo più adeguato. In questo il tutor si comporta eticamente, perché il tutor ha il dovere (etico) di insegnare e di formare al meglio lo studente, dandogli gli strumenti giusti per migliorarsi ed imparare. Qualche strigliata non ha mai fatto male a nessuno, se alla base c'è rispetto ed educazione (mi ripeto).

    Il motivo? Parlando terra terra ed anche egoisticamente un giorno su quel tavolo ci potrebbe essere un mio caro (o proprio io) e sapere che viene gestito da un tale che si fa prendere dal panico, che non è (ancora) in grado di pensare, agire, ascoltare, osservare contemporaneamente e all'istante o, peggio, da un incapace, non è una bella cosa. Senza dimenticare che l'èquipe è una e gli altri membri devono poter agire sulla base della serenità e della fiducia reciproca.
    Fermo restando che quello che succede in sala deve rimanere in sala.
     
  3. ador dorath

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    5 Febbraio 2019

    E meno male che ho detto che quello che succede in sala deve rimanere in sala ah ah.

    I tuoi dubbi, le tue remore, il tuo stupore sono naturali, anch'io li ho avuti. Però bisogna ingoiare il boccone amaro e chiedersi: nel vale la pena? Per me ne è valsa perchè il mio lavoro mi rende continue soddisfazioni, felicità, serenità, ma anche tante mazzate nei denti (visto che i miracoli non esistono). E' un lavoro, è tanta vita, ma è anche tanta morte. Ma se si entra nel vortice è finita: esiste solo il lavoro e tutto il resto è un mondo parallelo, fatto di comprimari. A genitori che preferiscono rimanere in sala piuttosto che presenziare al compleanno del figlioletto darei uno schiaffo, ma chi sono io per decidere cosa è prioritario per loro?

    C'è posto per tutti è vero, ma c'è chi ha paura di ritrovarsi a fare ernie a vita.

    Se questi tuoi dubbi sono così forti fa farti desistere non deve diventare un tuo cruccio: non sei tagliato per diventare un neurochirurgo. Ci sono molte altre strade oltre a questo tuo sogno.
     
  4. Il Luppoooo

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    5 Febbraio 2019

    Mi sfugge la parte in cui provi che la via del nonnismo è l'unica per imparare a non farsi prendere dal panico ed instaurare "serenità e fiducia reciproca" tra colleghi.
     
  5. Evillupo

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    bestemmie e parole d'orgoglio

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    5 Febbraio 2019

    Oddio, a me pare quasi il contrario, le ernie sono così frequenti che si fanno molti più soldi lì che con la patologia encefalica.
     
  6. ador dorath

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    5 Febbraio 2019

    - In realtà non ho detto che è l’unica via, ma che potrebbe essere una delle strade. Sul nonnismo tra specializzandi ho già espresso il mio parere: tutto dipende dalla propria indole e dalla voglia distorta di emergere. Se hai mangiato merda, non è detto che poi la farai mangiare ad altri. Che la collega di Evillupo si sia comportata come una merda è lampante, però è anche vero che la sostanza non cambia: lui quelle cose le deve sapere. Con chi non c’è feeling non è obbligatorio avere rapporti extra lavorativi.

    - posso fare un esempio banale. Se dico al “mio” specializzando “siamo insieme anche domattina, io sono in sala 4, vai a vedere la nota prima di andare via. A domani”. Mi aspetto che il collega vada a vedere la nota operatoria, legga il tipo di intervento, con quale tecnica, quali tempi, che poi vada in reparto a studiare il cartellino anestesilogico e che faccia conoscenza con il paziente; una volta a casa che si metta a studiare l’intervento e tutto ciò che ne consegue dal punto di vista anestesiologico.
    Per cui se la mattina dopo faccio una domanda spot per verificare il suo apprendimento e questi mi dice che non lo ha fatto abbassando gli occhi e iniziando ad elencare scuse e questo succede 1 2 3 volte, e magari quella mattina mi girano già per conto mio se poi gli apro il culo per tutto il turno tenendolo sotto pressione e bombardandolo di domande, forse dico forse capisce che non sta affrontando nel modo giusto la formazione in sala.
    Oppure sulla stessa situazione reputo che sia più utile comportarsi in maniera premurosa e protettiva come “un buon padre di famiglia”.
    Sono tentativi per far sì che non perda troppo tempo nell’imparare.
    Stiamo parlando di un dottore specializzando, non di un alunno di terza elementare che ha bisogno che la maestra glica quale libro studiare e quali capitoli, si spera che abbia già un assodato metodo di studio.
    Se allo specializzando che sta intubando dico quelle cose non lo sto trattando male, gli sto insegnando che per intubare occorre prima posizionare il letto all’altezza giusta, giusta inclinazione della testiera, giusto allineamento della testa, gambe divaricate, non piegare il polso ma elevarlo solidalmente con il gomito sennò spezzi i denti, sentire il monitor per la saturazione e la frequenza cardiaca, verificare l’onset del curaro, e via intubare. Se non riesci lo riprendi in mano e lo ventili di nuovo e nel frattempo cerchi di capire perché non vedi. Ecc ecc.

    È probabile, come no, che al terzo o quarto anno certi insegnamenti con una determinata metodologia, diretta e brusca piuttosto che calma e dispersiva, sortiscano maggiori effetti rispetto all’atteggiamento iper protettivo. Chi può dirlo. Sta allo studente capire i suoi limiti.
    È un lavoro complesso e lavorare insegnando lo è ancora di più, a maggior ragione lasciando lavorare ed insegnare: si deve creare fiducia tra tutor e specializzando, senza dimenticare che non stiamo parlando di manichini, ma di persone che affidano il loro unico corpo e tutta la loro speranza a te.

    E poi diciamolo: ho questo personaggio e lo devo portare avanti di fronte agli specializzandi ah ah.

    Per quanto riguarda le ernie mi riferivo alla tipologia di intervento che tutto sommato è molto semplice e può diventare noiosa, non mi riferivo al numero di pazienti da operare.

    Serenità? Se in equipe ho un collega che non reputo all’altezza ti assicuro che c’è da farsi il segno della croce per sperare che non ci siano intoppi.
     
    #3996
    Ultima modifica: 5 Febbraio 2019
  7. Evillupo

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    bestemmie e parole d'orgoglio

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    5 Febbraio 2019

    Tu comunque parli di tutor senza considerare che spesso questa figura non c'è.

    Io quelle cose le devo sapere prima di potermi dire neurochirurgo o le devo sapere prima di iniziare la specializzazione? Me le studio su google? Dai cazzo sono solo pretesti questi, un conto è rimproverare uno specializzando che non sta attento, un altro è pretendere che sappia i massimi sistemi subito. Nemmeno i dosaggi degli antibiotici possiamo imparare dalla semplice lettura dei libri, figuriamoci il resto della pratica. Non so se ricordi che anni fa ti chiesi dove trovare un buon libro sulle suture, mica c'è, nemmeno tu sei riuscita a darmi un titolo, e per fortuna che ora c'è youtube (ci rendiamo conto che impariamo le cose su youtube?). Se uno mi fa come dici, e mi dice di prepararmi a suturare, io entro il giorno dopo mi devo far trovare che so fare suture particolari studiandole di notte da un video youtube sennò mi fai il culo per 14 ore? Ma fammi vedere come lo fai piuttosto.
     
    #3997
    Ultima modifica: 5 Febbraio 2019
  8. Evillupo

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    bestemmie e parole d'orgoglio

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    5 Febbraio 2019

    Comunque ador, al di là di questi discorsi sull'etica giusto/sbagliato, ma da strutturato quanto lavori? Nel senso, dopo c'è spazio per una vita extra-ospedaliera?
     
  9. Evillupo

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    bestemmie e parole d'orgoglio

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    5 Febbraio 2019

    No beh scusa un attimo.
    Una settimana ha 168h in totale.
    Se io ne lavoro 90-100 ne rimangono 68-78. Mettiamo che non sono un dormiglione e ne dormo 7 per notte anziché 8, fanno 49h dedicate al sonno.
    Quindi 20-30 ore residue. Mezz'ora minimo per prepararmi e arrivare a lavoro a Milano mi serviva tutta a voler star stretti-stretti, quindi togli 7h di trasporti, fanno 13-23h residue. Se consideri che devo comprare da mangiare, cucinare e fare i panni mi rimangono tipo 7 h di tempo libero in una settimana in cui posso godermi la vita extra-ospedaliera senza la specializzanda rompi-coglioni :lookaround:
     
  10. Vittorio

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    Poi vediamo.
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    6 Febbraio 2019

    È una realtà abbastanza di merda, ma credo di aver capito il punto di Ador.

    Stiamo parlando di chirurghi che reggono tra le dita la vita delle persone. Devono essere allenate a tensioni assurde. Da paziente, dico ben venga la selezione più dura e l’allenamento a qualsiasi colpo basso.

    Presente l’addestramento dei Navy Seals?
     
  11. Evillupo

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    bestemmie e parole d'orgoglio

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    6 Febbraio 2019

    Questa però è una visione molto romantica e non rispecchia quello che succede nella pratica. Posto che secondo me è più raro di quello che si pensa che sia il chirurgo a far la differenza anziché il clinico che intuisce subito il problema e come curarlo, soprattutto l'oncologo nel caso dei tumori, come si può spiegare che le urgenze, cioè i problemi che si affrontano in quel clima da navy seals col tipo che muore da un secondo all'altro, siano spesso l'unico tipo di intervento effettuato dallo specializzando, cioè quello che ancora non ha completato l'addestramento?
    Te lo dico io perché, perché siccome non sono cose programmabili sono considerate dei grossi fastidi da questi "navy seals" che gli rovinano l'agenda. Poi se parliamo di interventi da effettuare in pochi secondi che fanno la differenza questo è molto più vero per la medicina di urgenza-emergenza e la rianimazione che per la chirurgia. E ti dirò di più, nel nostro concorsone nazionale i primi classificati, i geni della medicina, vanno a fare tutti cardiologia, dermatologia, oculistica... unica eccezione è chirurgia plastica la meno emergenziale tra tutte le chirurgie. Quindi se vedi un cardiologo sappi che quello è quasi sicuramente tra i primi 500 posti della sua generazione di medici, se vedi un chirurgo si trova verosimilmente in posizione 5000-6000.
    E secondo me non è un caso che ador abbia trasmesso questa idea: è rianimatrice mica chirurgo.
     
  12. Il Luppoooo

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    6 Febbraio 2019

    Che questo sia l'unico metodo efficace, o il metodo più efficace, è tutto da provare. Io non lo penso affatto.
     
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  13. Helevorn

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    6 Febbraio 2019

    faccio un sacco di fatica a respirare e non so dove rivolgermi :sorry:
     
  14. Evillupo

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    bestemmie e parole d'orgoglio

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    6 Febbraio 2019

    se non è grave che stai collassando va dal mmg, se non è di turno dalla guardia medica, se stai crepando direttamente il 118
     
  15. Il Luppoooo

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    7 Febbraio 2019

    Non ci credo che non sai dove rivolgerti
     

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