Opeth

Nel mio caso invece é stato semplice approcciarmi agli ultimi dischi e trovo inascoltabili quelli in mezzo (still life, blackwater park, ...), perche i primi erano esattamente cio che cercavo in quegli anni e gli ultimi sono vicini alle cose che ascolto ora.

 

Heart in Hand pezzo davvero splendido, anche in svedese.

 

Gran disco davvero, molto migliore di Sorceress che aveva qualche buono spunto ma secondo me era affossato da tanti filler.
Qui ogni canzone merita, per me ad esempio gli ultimi 3 pezzi sono i più belli (The Garroter poi con quel giro ipnotico...).
Tra le 2 versioni sto trovando più interessante quella in svedese, contribuisce maggiormente all'atmosfera del disco.

 

Ho appena finito il primo ascolto, sono un po' frastornato, e anche stanco, però ho apprezzato davvero l'atmosfera noir del disco, sarà la copertina, saranno le parti narrate, ma davvero qui c'è qualcosa che pervade le composizioni con un fascino oscuro.

Mi ha incuriosito, vedremo al 3-4 ascolto che succederà.

 

Riascoltate anche le ultime tre che guadagnano quota rinforzando l'idea di un disco assolutamente di valore. E bravi gli Opeth.

 

Per me è senza dubbio il miglior album del nuovo corso, a mani basse proprio.

 

anch'io lo reputo il migliore del nuovo corso. Anche se non è che si misurava con album di chissà quale valore. In ogni caso sincuramente molto meglio di sorceress e heritage

 

Mi metto in coda anch'io per la raccolta firme a favore di In Cauda Venenum.
L'album parte alla grande con i primi due brani, che scorrono fluidi e veloci grazie agli splendidi arrangiamenti. Dignity viene ulteriormente impreziosita dall'introduzione di Garden of Earthly Delights, grazie al collegamento con i cori iniziali. Bello anche il passaggio successivo: al termine della registrazione vocale ci si aspetta l'inizio di una parte cantata, di una strofa e invece Akerfeldt ci piazza un bellissimo assolo (non so se sia lui ad eseguirlo o Akesson). Heart in Hand è davvero stupenda, con una menzione d'onore per il lavoro dietro le pelli di Axenrot. Un groove fantastico. Next of Kin non mi convince ancora del tutto, per via dell'eccessiva varietà del brano. La parte più indovinata sembra essere quella acustica. Viceversa, dopo una canzone così complessa, Lovelorn Crime quasi ti stupisce per la sua linearità. Al punto che la parte iniziale arriva quasi ad annoiare, girando sempre sugli stessi accordi al pianoforte, ma la pazienza è decisamente ripagata dallo splendido assolo. Della seconda parte del disco mi hanno colpito soprattutto le sperimentazioni djent di Charlatan e l'atmosfera jazz di The Garroter. Nella prima sono rimasto stupito di come Akerfeldt sia stato in grado di indovinare una linea vocale pulita, inserita sopra una base strumentale così pesante. Nella seconda è di nuovo la sua voce a dare invece un tono oscuro, quasi inquietante al brano, soprattutto nelle strofe.

 

è un grossissimo album, non ci sono czzi. inutile stare a rompere le palle con i '70, la voce in pulito e porcate di argomenti vari. questo è un album con i cogliòni e da godersi senza fare tanto i pretenziosi.

 

Disco sempre più convincente, ma io rimango fedele alla linea. Da amante tradito, recrimino anche quando tutto è inutile, e quindi spero ancora nel growl. Stamattina pensavo che gli stupidi come me patiscono un atroce contrappasso: ai bei tempi andati, quando Mik growlava senza remore, ci compiacevano dei rari momenti in cui alternava il cantato ruvido con la voce pulita, e addirittura dicevamo, "La usasse di più!". Ci piaceva l'armonia del contrasto, e comunque eravamo certi che mai Mik avrebbe smesso di regalare gran prog death, con tutti i crismi. Morale della favola? Ora canta solo in pulito (che voce, cazzo), e addio growl. E oltretutto, dopo vari tentativi a vuoto che facevano pensare a una testardaggine stilistica un po' inconcludente, ha sfornato un discone che ammutolisce tutti. Dura lex sed... l'ex.

 

Al costo di sembrare antipatico a mezzo forum... Non posso soffrire il growl di Akerfeldt. Sono d'accordo nell'affermare che ciò che è stato pubblicato prima di Heritage rappresenta sicuramente il lascito più vitale ed interessante della loro carriera. Per l'appunto quel progressive death, dove l'alternanza e la commistione dei generi non era legata soltanto al diverso tipo di stile canoro. Ma non posso fare a meno di pensare che avrei preferito usassero un cantante ad hoc per le parti in growl. Quello di Akerfeldt mi ha sempre dato l'idea di essere eccessivamente forzato e quindi privo della necessaria aggressività. So che larghissima parte dei fan della band la pensa diversamente ma del loro passato io rimpiango soprattutto lo stile, il genere e la personalità.

 

Eh, lo immaginavo...

 

Mi esprimerò più avanti, ho necessità di ulteriori ascolti, sembra decisamente una spanna (se non due) sopra Heritage e Sorceress.

 

Lo aveva apprezzato tanto anche Lucassen, su Trauma é stato eccezionale!