Pain of Salvation

Devo risentirla sta On a Tuesday ma pure a me non ha fatto impazzire...Daniel come detto non sembra più lo stesso e la produzione non aiuta,anche la batteria ha suoni abbastanza terrificanti(e pure il drumming in sè mi pare abbastanza banale) perchè a mio avviso si sposano malissimo con il resto degli strumenti e con sto "ritorno" a sonorità vecchio stile.Sarò prevenuto io ma mi comunicano zero oramai,son a tratti lagnosi e a tratti incazzosi ma poco convincenti...boh,aspettiamo di sentire il disco a sto punto,ma ho sempre meno aspettative

 

Poiché parlate di produzione vi chiedo: come li state ascoltando, da dove e con cosa?

 

Ho ascoltato i primi due pezzi su youtube tra casse e cuffie varie volte...On a Tuesday solo da pc(si sente che la qualità non è il massimo ma la scelta dei suoni la si nota comunque e imho sono na mezza fetecchia)ma essendo che non credo varieranno i suoni da una canzone all'altra si capisce bene che decisioni son state prese da Daniel/PoS per farci udire i loro strumenti

 

Adesso se ne può parlare no?
Disco che richiede più ascolti per mostrare il suo potenziale.
C' è un ritorno a sonorità più heavy ma senza disdegnare quei momenti intimi tipici del periodo Road Salt.
Vi sono almeno tre picchi, le potenti On a Tuesday e Full Trottle Tribe e quello che è probabilmente il migliore brano del disco, Angels of broken things, con il suo andamento ipnotico che sfocia in un lungo solo di chitarra.
Da cornice le belle melodie della già edita Meaningless, la rocciosa Tongue of God e, udite udite, Reasons, che all'interno del disco assume un'altra veste e resta impressa per il ritornello tormentone, la cupa If this is the end, che parte soffusa e sfocia in un roboante finale
Purtroppo non tutto funziona alla perfezione: una scialba e banale ballata come Silent Gold, l'apprezzabile rock di Taming of A beast che sembra preso pari pari da Road Salt ma che non aggiunge null'altro, qualche dilatazione evitabile (come in On a Tuesday) che sfocia poi nell'ultimo brano, la title track, bella, evocativa, commovente ma troppo tirata per le lunghe con i suoi 15 minuti.
Questi difetti inficiano la possibilità di parificare questo lavoro ai migliori dischi della band e quindi non mi sento di confermare l'entusiasmo che si legge nelle recensioni sul web, avvicinadolo invece ai pur buoni Scarsick e Road Salt.
In linea di massima era quello che mi aspettavo: la band è solida, il lavoro ritmico eccellente, la voce di Daniel è struggente, ora violenta, ora dolce e fa sempre la differenza, il disco è sicuramente più che discreto.
Ben tornati Pain of Salvation.

 

Disco terribilmente discontinuo, ma un buon ritorno, a mio parere.

Ovviamente, tutti i giudizi precedenti sono inutili perché decontestualizzati: i singoli si capiscono (o non si capiscono) nell'organicità dell'opera e, come ha detto dreamwarrior, ci stanno bene, soprattutto Reasons. Dicevo discontinuo: a me, al netto di ciò che acidamente ha detto qualcuno qualche post fa, la prima traccia piace molto - pur essendo molto forte nell'impatto e magari non sofisticata: anzi, proprio per questo. On a Tuesday e Full Trottle Tribe sono due pezzi DAVVERO da Pain of Salvation, e per me sono più che buoni.

Trovo invece una vera presa per il culo Taming of a Beast, con le sue ritmiche da fabbro, il suo hammondino-sega e la voce di Daniel che fa la sua passeggiatina serale digestiva sopra un tema inutile, tra refrain, chitarrine in sottofondo e crescendo a caso. Alcune tracce non si elevano, e nemmeno dopo molti ascolti mi pare di comprenderne in modo netto il profilo (Silent Gold, ballatuccia senza arte né parte; in fin dei conti anche Tongue of God mi convince).

A una traccia interessante come If this is the end (cfr. lo stacco a 2.40) si contrappone la lagna condita da assolo infinito di Angel of Broken Things, che non mi piace per niente, anzi mi infastidisce perché dà un tocco virtuosistico a un album che virtuosistico non è. La traccia finale è invece profonda ed emotiva, per quanto alla lunga giri un po' su se stessa e non si risolva mai. La produzione, qualcuno diceva. I suoni. Beh, c'è qualche problemuccio effettivamente: alcune tracce hanno suoni terribili, si sente troppo lo stacco con la precedente discografia, con il tocco cupo e ruvido di album come Remedy Lane, The Perfect Element e anche Scarsick.

Insomma, per me rimane un gradito ritorno, soprattutto per On a Tuesday, Full Throttle Tribe e qualche altro episodio: supera di gran lunga Road Salt e forse, FORSE pareggia Scarisck. Un 6/7, al netto delle emozioni che mi dà Danielino.

 

Invece a me gli assoli di Angels of Broken Things piaciono
Sono assoli (credo si incrocino le due chitarre di Ragnar e Daniel) rumorosissimi che sembrano volere strappare le corde dalla chitarra creando appunto una sorta di liberazione per la tensione che il brano crea.
Il virtuosismo mi sembra volutamente esagerato e coperto dal feedbeck proprio per enfatizzare quanto sopra.
Il cantato di Daniel sulla strofa mi ricorda qualcosa ma al momento mi sfugge.

 

Al primo giro di ascolto concordo con dreamwarrior e mohicano, buono ma non eccezionale come le prime recensioni lo danno... Comunque ero scettica e invece c'è del davvero buono (accanto però a parti che non mi dicono molto) , e sicuramente necessita di più ascolti...

 

sto ascoltando on a tuesday. Il pezzo mi sembra ottimo, la voce di daniel però sembra diventata un pò piatta e monocorde rispetto al passato come gia detto da qualcuno. Beh questo stile è in perfetto stile vecchi-pain of salvation con le voci sussurrate di daniel i cambi di tempo ecc.. sicuramente in futuro ascolterò tutto il disco attentamente. Non ho fretta perchè purtroppo non mi aspetto più molto da questa band. Troppi cambi di lineup e troppo tempo che sono inattivi sul mercato discografico. Cmq questa on a tuesday non è per nulla male

 

Da profano che di prog conosce solo una trentina di album (no, beh... forse qualcosa in più), posso dire che il loro nuovo album mi sta piacendo. Alcuni passaggi sono poco a fuoco (le parti sussurrate sono terribili), ma nel complesso funziona e bene. sono due giorni che lo ascolto ininterrottamente e non mi sta stancando.

 

io ho ascoltato quasi tutto il disco. Direi che il sound è classicamente POS ma le tastiere sono più in secondo piano rispetto al solito e l'album si basa molto sui riff. Le parti sussurrate a tratti mi ricordano qualcosa di be. Sulle canzoni non mi pronuncio le devo ancora assimilare per la maggior parte

 

Le parti sussurrate, parlate e rappate sono una caratteristica del sound Pain of Salvation.

 

Non è il loro primo album che ascolto, ma è che qui (a volte) le parti sussurrate stonano. Per dire, al primo ascolto anche la produzione mi è parsa troppo moderna e pesante (l'attacco del brano d'apertura è in tal senso esemplare), ma con gli ascolti ci si rende conto che fa parte di un discorso più ampio, mentre alcune parti sussurrate (ora non ricordo in quale brano) paiono un poco forzate. Magari con il passare del tempo, anche questa caratteristica del disco acquisirà un suo senso. Per ora mi sembra solamente poco in sintonia con il resto. Ma, ripeto, avrò ascoltato il disco cinque o sei volte, quindi devo macinarlo ancora per bene...

 

Allora ti conviene fermarti nella conoscenza a ritroso della band.

 

Questo ultimo lavoro sta ottenendo lusinghieri piazzamenti nelle classifiche di vari paesi, candidandosi ad essere il disco più venduto della band.
Sembra che però sulle pagine di Truemetal questa band storica sia oramai dimenticata e relegata a quel muro (alto e difficile da valicare) che è Remedy Lane. Comprendo che la piega che ha preso dopo la loro musica non sia di facile approccio, soprattutto considerando che notoriamente l'ascoltatore medio di progressive metal è anche quello più ortodosso e asino, ma Daniel ha continuato a comporre grande musica e questo disco è qui a dimostrarlo. Non perfetto, illuso chi chiedeva perfezione, ma un lavoro sincero, a tratti entusiasmante che è un vero peccato fare passare inosservato.

 

Non credo passerà inosservato. Confido di vedere presto anche su TM una recensione.