Pay to play vs. Agenzie: l'opinione degli addetti ai lavori

Premessa: scambio PACIFICO di opinioni nei toni, per favore.

Lo apro in questa sezione, generalmente poco frequentata, perché è quella dei cosiddetti insider. Traggo spunto da un episodio successo su Facebook, mi sembra che non ci sia un'opinione comune su come chiamare le cose.

Per chi avesse le idee confuse, riassumo nel modo più neutro possibile:

• pay to play: sistema di scambio in cui viene proposto generalmente uno slot all'interno di un festival o di una singola data importante; tempo sul palco in genere breve, molti soldi da sganciare, generalmente gestito in maniera autonoma in quanto non c'è un lasso temporale preciso tra una data e un'altra ed è quindi tutto ad organizzazione della band stessa
• agenzia: servizi di promozione e booking; anche qui si paga, ovviamente, per avere spazi pubblicitari, date, a volte addirittura stampa dei dischi. Date generalmente mirate come location (club o festival), idem eventuali tour. Le agenzie si dovrebbero occupare anche di fornire strumentazione, mezzi per gli spostamenti e rapporti con i locali in generale.

Leggo spesso critiche feroci ad entrambe, senza distinzione. Secondo voi è giusto, è sbagliato? E perché, in entrambi i casi?

 

Ovviamente no. Un'agenzia è una cosa normale (almeno in teoria, poi in giro è pieno di agenzie che non fanno un cazzo eh), gli slot a pagamento sono una pratica tendenzialmente immorale che ormai ha raggiunto livelli proprio vergognosi in quanto a cifre.

Anni fa mi ricordo che per aprire un paio di date ai Rotting Christ ci chiesero tipo 750€, li mortacci loro.

 

Per me, da ignorante, sono due cose completamente diverse

Se io avessi ancora modo di dedicarmi alla band e tanti soldi da spendere mi affiderei tranquillamente ad un'agenzia

Dall'altro lato invece il cosiddetto pay to play mi fa schifo e organizzare eventi con questo sistema è la morte della musica per me

 

Allora non commento. E non ho un'agenzia, non ho una band e nemmeno un locale.
Sono solo un fan incazzato.

 

Madò che merda assurda!
Mi sanguina il cuore pensare che nell'heavy metal succedano queste cose, voglio ancora illudermi che, a prescindere dal fatto che uno ci deve pur campare, ci siano ancora bands guidate dalla passione prima che dalla massima monetizzazione di tutto. La monetizzazione è sacrosanta, ma spingere sempre tutto all'eccesso no. E sono certo che ci sono.
Quindi praticamente, nel caso specifico, avrebbero accettato in apertura qualunque band, magari pure merdalcore, purchè pagasse?

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Si, basta avere un minimo di curriculum (un album). Occhio però che nella stragrande maggioranza dei casi i soldi non vanno al gruppo principale, ma all'organizzatore.

 

Continuate pure, appena torno leggo tutto.


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Sono di ritorno.
Dai, @Dwight Fry , sono sicuro che riesci a dirlo lo stesso in maniera civile.

 

L'episodio probabilmente più clamoroso e che scatenò un tripudio di polemiche fu quello degli slot "ceduti" a prezzi indicibili per suonare "di spalla" ai Testament poco più di un lustro fa presso un festival nel sud Italia, precisamente in Puglia.
Almeno, questo è quanto riesco a ricordare senza ulteriori ricerche in rete. Ovviamente la pratica esiste da sempre, non devo certo ricordarlo, ma i miei cassetti della memoria datano a quel periodo una "lotta all'ultimo sangue" portata avanti dai detrattori di quella pratica.

Personalmente non sono a favore di questa tipologia di visibilità, visto che a conti fatti di visibilità ne hai ben poca.
Diverso il discorso "agenzie", situazione che non tutti riescono a scindere dal pagare per suonare, è chiaro che il discorso cambia anche qui a seconda di che personaggi gestiscono la medesima agenzia: se ripenso a quando ho cominciato a suonare e a veri e propri "malandrini" come quelli della Extreme Agency, mi salgono ancora i nervi... e di band che hanno risentito del loro agire malsano, per non essere volgari, ne ho conosciute troppe!

 

Cosa hai ripescato

Alcuni miei amici ci andarono, partendo dalla Sicilia

Io lavoravo mi pare e non potevo muovermi, ma la situazione era così puzzolente che comunque non ci sarei andato nonostante ci fossero bei gruppi

 

E ditemi: quando scrivete ai locali come indipendenti, il feedback di che tipo è?

 

Quasi sempre nullo, ma può essere che sia il sottoscritto a non aver inteso bene come impostare il "discorso".

 

Allora mi sa che sbagliamo in tanti: ad un locale in particolare, dopo uno scambio di battute concluso con "vediamo la prossima stagione", quando ho riscritto sempre alla stessa persona nemmeno mi ha degnato di una risposta (visualizzata su Facebook). Non puoi dire semplicemente "no"? La direzione artistica serve a capire se vai bene o meno.

 

Prevedibilmente, più il locale è grosso e meno ti si cacano perché hanno altre diecimila cosa da organizzare e preferiscono avere a che fare con i promoter.