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Pay to play vs. Agenzie: l'opinione degli addetti ai lavori

Discussione in 'Musicisti' iniziata da HeavyGabry, 20 Giugno 2018.

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Il pay to play ed i servizi di un'agenzia sono la stessa cosa?

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  1. Quintus Horatius

    Quintus Horatius
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    28 Luglio 2018

    Per quanto mi riguarda, sono due esempi nauseanti, sebbene il primo superi in turpitudine il secondo, di parassitismo ai danni di musicisti già ostacolati da mille impedimenti di natura economica.
    Meglio suonare ala sagra del panzerotto di Brembate che pagare per dividere il palco con un nome importante o trovare date in giro per l'Italia.
    Con serenità noto quanto in ambito black, tolti quei quattro nomi molto famosi anche al di fuori degli angusti confini del genere, esista una sorta di democratizzazione della sfortuna, grazie alla quale nessuno si illude di avere possibilità di trasformare la propria musica in fonte di guadagno.
    Benché ciò possa apparire ingiusto, in verità rappresenta l'ancora di salvezza, perché la passione rimane il motore di ogni scelta, mentre al denaro è impedito -o quanto meno è fortemente limitato- l'esercizio della sua influenza negativa.
     
    #16
  2. HeavyGabry

    HeavyGabry
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    7 Agosto 2018

    E avete trovato un modo per fare breccia e farvi notare senza ricorrere agli escamotage del topic?
     
    #17
  3. Dwight Fry

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    Cialtrone

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    8 Agosto 2018

    Va beh, dico la mia in due righe sul "pay to play": esiste da sempre, dicono, e ovunque.
    Come fruitore musicale che sostiene da una vita il rock/metal scrivendone, parlandone, spacciando prima MC e poi CD, regalando, facendo proselitismo, comprando magliette, merchandise, album su album e (almeno un tempo) andando ai concerti... uno che è invecchiato sentendosi dire "eh quando sarai grande non l'ascolterai più quella musica"... che non ha mai avuto una band e non sa suonare manco uno strumento... che quando vede un ragazzetto che indossa consapevolmente una maglietta metal si emoziona... sul fatto che il "pay to play" esista da sempre e ovunque, dall'alto della mia posizione aggiunge: e 'sti gran cazzi?
    Un musicista dovrebbe farsi pagare o suonare gratis, mai pagare di tasca sua. Abbiate dignità, cazzo, non svendetevi al sistema. So che non tutti la pensano come me, ho letto mille motivazioni per le quali uno dovrebbe pagare lo slot di presenza ma nessuna mi è mai sembrata valida.
    Pagare per suonare? Identico a pagare per trombare. Almeno abbiate il buongusto di non dire in giro che avete conquistato una bella donna col vostro sex appeal. Dite chiaro e tondo che solo grazie ai soldi siete riusciti a tagliare quel traguardo.
    Pagare per suonare con una band grossa? Identico a pagare una escort per andare a un party e attendere gli "ooooh" di ammirazione per il fatto di avere accanto la più figa della festa. Ma per piacere. Dite chiaro e tondo chi è, cosa fa e per quale motivo si trova lì con voi.
    E' un mondo libero e ognuno fa ciò che vuole, non dico nemmeno che quelli che pagano siano scarsi: solo, sono rabbiosamente contrario al concetto di "paga e ottieni". Perché come concetto fa schifo.
     
    #18
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  4. the Fierce

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    9 Agosto 2018

    no, non è affatto la stessa cosa: un'agenzia chiede dei soldi, però lavora nell'interesse della band: se fa bene il suo lavoro, la band suona, guadagna e aumenta la sua visibilità, pertanto è giusto che venga pagata.
    il pay to play, invece, serve solo a far guadagnare l'organizzatore dell'evento che mette in vendita gli slot e spreme band che, spesso, con le proprie forze passano abbastanza inosservate e l'eventuale visibilità della band è una conseguenza secondaria.

    l'unica piccolissima consolazione è che i gruppi che ricorrono al pay to play, spesso non valgono granchè, quindi alla fine della fiera si ritrovano ad aver buttato nel cesso centinaia di euro, se non migliaia nei casi più disperati, per poi ritrovarsi letteralmente con nulla in mano, perchè magari puoi anche pagare per suonare con una grossa band, ma se poi la tua musica fa schifo, i dischi non te li compra nessuno e per altri concerti non ti chiamano.
     
    #19
  5. ReignInBlood_1986

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    De la Coronilla y Azevedo

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    9 Agosto 2018

    Una cosa che mi fa schifo quanto il pagare per suonare è l'introduzione dei biglietti "vip" con costo maggiorato ai concerti per poter stare davanti, lontani dalla plebaglia
     
    #20
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  6. the Fierce

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    9 Agosto 2018

    è una cosa di ordine diverso però...ma non so neanche quanto considerarla "problematica": in fondo, da sempre in teatri o stadi ci sono biglietti differenziati col prezzo che varia in relazione alla posizione
     
    #21
  7. Aslan

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    9 Agosto 2018

    Anche a me fanno schifo, ma che vuoi farci, se ci sono limoni che possono essere spremuti di piú é ovvio che il business arrivi anche lì. Alla fine se vogliamo estremizzare pure i meet&greet a pagamento seguono la stessa filosofia. Con 'sti tipi che poi pubblicano le foto su facebook in pose da amiconi con le star, quando invece lí ci sarebbe stato quanto loro chiunque altro avesse sgranato la medesima cifra. E il loro idolo dopo 1 minuto si sarà già dimenticato di loro.
    Alla fine ognuno coi suoi soldi ci fa quel che vuole...con la grana si arriva quasi ovunque purtroppo
     
    #22
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  8. ReignInBlood_1986

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    De la Coronilla y Azevedo

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    9 Agosto 2018

    In teatri e stadi, appunto, non in àmbito metallaro, dove a fine concerto dovrebbe importare solo fare puzza del sudore di migliaia di altre persone tutte uguali

    Contava l'avere la possibilità di arrivare per primi, non il poter pagare di più
     
    #23
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  9. the Fierce

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    9 Agosto 2018

    sì, tutto bello e tutto figo, però chi organizza concerti, all'infuori di pochissimi non a caso presenti in ambito underground, lo fa per guadagnarci. guardando la cosa con occhio cinico, i concerti sono esattamente come spettacoli teatrali e partite, ossia performance che la gente è disposta a pagare. purtroppo la situazione è questa, ma per ora è tutto sommato sopportabile...per me almeno...
     
    #24
  10. ReignInBlood_1986

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    De la Coronilla y Azevedo

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    9 Agosto 2018

    Il guadagno dovrebbe essere la conseguenza di un servizio di ottimo livello garantito alla potenziale clientela, non degli espedienti per spennare il pollo
     
    #25
  11. the Fierce

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    9 Agosto 2018

    idealmente sì, ma tu davvero vedresti uno che volendo vende pure gli slot fare sti ragionamenti? :D
     
    #26
  12. Il Luppoooo

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    Piglia schiaffone su chiappa

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    9 Agosto 2018

    Purtroppo non è così. Se vuoi iniziare ad elevarti oltre il tuo circuito underground locale e suonare con gruppi di fama nazionale/internazionale paghi, indipendentemente dalla qualità della musica che fai. Se sei bravo, arrivi a smettere di pagare dopo qualche annetto. E non intendo affatto bravo a suonare né a comporre musica di qualità, ma perlopiù bravo a parlare con la gente e a creare una buona rete di contatti.
     
    #27
  13. Il Luppoooo

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    Piglia schiaffone su chiappa

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    9 Agosto 2018

    Più campo e più mi rendo conto di quanto sia vero
     
    #28
  14. the Fierce

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    9 Agosto 2018

    Dipende: uscire dall'underground richiede sempre un certo investimento, salvo casi di incredibili, quanto improbabili, di grossi colpi di culo: investire in una casa discografica e, volendo, qualche slot strategico può servire, però farsi tour e comprare slot a casaccio come ho visto fare da alcuni sono semplicemente soldi al vento
     
    #29
  15. Dwight Fry

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    Cialtrone

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    9 Agosto 2018

    Gabriela Lavia o Carlo Cecchi, per recitare nei loro spettacoli teatrali, vengono pagati. Non pagano.
    Chi suona è un artista (in senso lato o in senso stretto ma non è questo il punto), esattamente come chi recita. Puoi suonare o recitare da cani ma resti, a livello ideale, artista. Non imprenditore. E non è l'artista a dover tirar fuori i soldi, bensì l'imprenditore.
    Se sei agli inizi, puoi offrire gratuità chiedendo in cambio gratuità.

    Vogliamo poi immaginare cosa accadrebbe se un giovane attore di teatro, per poter recitare accanto alla star, pagasse l'impresario del teatro? Togliendo magari a qualcuno più bravo di lui la possibilità di interpretare il ruolo di coprotagonista?

    Attenzione comunque a lanciarsi in accostamenti tra campi artistici diversi per legittimare un modus operandi profondamente sbagliato di suo: esistono altre strade e se non esistono le si crea. Lasciar passare il messaggio che, visto che altrove le cose funzionano in un certo modo allora dovrebbero o potrebbero funzionare così anche nel mondo metal, dal mio punto di vista è errato.

    I musicisti non dovrebbero mai pagare di tasca propria per potersi esibire. Il pay to play è merda quanto lo è il secondary ticketing o quell'altro obbrobrio, citato da Reign, del biglietto VIP, meccanismo terrificante che toglie al metal quei pochi residui di dignità che gli sono rimasti.
    Io non sono più un ragazzino e di cose ne ho viste e sentite troppe per star dietro ancora a certi concetti, vivo alla giornata e di sicuro non mi metto a ragionare di "fratellanza", ma a un certo tipo di spirito non rinuncio. Cresciuto con determinati "modelli" musicali, non posso davvero accettare un infighettimento del genere.
    A 'sto punto mi do al punk, almeno lì un po' di DIY è rimasto.
     
    #30

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