Riepilogo 2018: il meglio e il peggio di quest'annata musicale

Strano perchè dei Powerwolf si parla ovunque (tipo anche alla fermata della corriera).

 

Ne ho giusto letto il nome, non di più

Non ho ascoltato nemmeno una canzone, o almeno credo, e probabilmente continuerò a non farlo

 

Non ti perdi nulla.

 

Con quel nome li immagino tipo power metal scarso misto a folk metal scarso, ma magari sbaglio

 

No, è Power Metal misto a canti gregoriani con note di licantropia.
Dico sul serio.

 

Ma licantropia quella bella o quella tipo "Twilight"?

 

Quella tipo Twilight se fosse la sua parodia porno

 

Visigoth sono un gruppo eccezionale e la NWOTHM è un ritorno a sonorità e attitudine che ci voleva per risollevare il Metal in generale

 

sì.

 

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Non ho i mezzi per fare una classifica, alcuni dischi li ho ascoltati poco e male, tanti altri mi saranno sfuggiti. Mi limito a buttar giù le cose che mi vengono in mente, che d'altronde, se mi vengono in mente, è perché mi hanno colpito più delle altre. Ma così, ad occhio e croce, direi anno poveruccio; almeno rispetto al 2017 e soprattutto al 2016, che è stato memorabile.

Arkona - Khram: per me il disco dell'anno. Ho atteso il successore di Yav a lungo, e non sono stato deluso. Gli Arkona hanno ormai raggiunto una classe per molti irraggiungibile, questa virata decisa verso i toni cupi, se non verso il black puro, è per quanto mi riguarda graditissima. Buon compleanno Masha, dato che ci siamo.

SULPHUR AEON - The Scythe of Cosmic Chaos: ok, non ce l'ho ancora e l'ho ascoltato solo una volta su youtube, ma lo inserisco sulla fiducia. Simile ai predecessori e al contempo più elaborato. I SA sono fra le principali speranze del metallo contemporaneo, speriamo tirino avanti così.

Svartidauði - Revelations of the Red Sword: sorpreso da questa band islandese che non conoscevo. Riescono ad insufflare la melodia nel black più dissonante alla Deathspell Omega e il loro linguaggio musicale è di una maturità ed efficacia impressionante. Un disco veramente oscuro, ma scorre che è un piacere; ed è una qualità rara.

Khemmis - Desolation: gli alfieri del classic doom non troppo classic proseguono la loro scalata. Disco ancora più maturo rispetto al precedente, metal puro nella suo forma più smagliante.

Mournful Congregation - The Incubus of Karma: i maestri non tradiscono. Se volete buttarvi a terra, quest'anno non c'è macigno migliore di questo.

Hoth - Astral Necromancy: molto sottovalutata questa band americana. Offrono un meloblack moderno sulla scia degli Uada, ma con forti elementi di personalità. Suggestivi i testi, incentrati su un immaginario fantasy/fantascientifico alquanto oscuro.

AORHLAC - L'esprit des vents: niente più che una conferma per questi ragazzi francesi, forse i migliori esponenti del medieval black d'oltralpe.

Drudkh - They Often See Dreams About the Spring: niente di che, ma i Drudkh non sbagliano. Pur non essendo il migliore della loro carriera, si mangia per classe una buona fetta dei dischi black in circolazione.

Immortal - Northern Chaos Gods: e chi se lo aspettava? Gli Immortal senza Abbath convincono tutti. Davvero rendono onore al loro nome...

Poi ce ne sono tanti che potrei inserire in seguito dopo essermeli ascoltati per bene, cose come il nuovo Uada, il nuovo Revocation, il nuovo Death Karma ecc. Ma per adesso penso vada bene.

 

Arkona e Immortal li avevo ascoltati anche io, ma per la mia personale sensibilità erano rimasti un po' "nel limbo" delle uscite che non mi hanno fatto impazzire ma nemmeno cacare. Il mio problema principale con Khram è che ancora non mi sono abituato al nuovo corso inaugurato con Yav, magari dopo averci fatto l'orecchio diventerà il mio disco preferito, per ora lo lascio "in mezzo".
I Sulphur Aeon, invece, devo ancora recuperarli. La tentazione di metterli sulla fiducia un po' l'avevo anch'io.

 

Sull'inserimento del nuovo Immortal in fin dei conti non sono convintissimo neanch'io. Bello, però nonostante il cambio di cantante è rimasta sempre la stessa roba dagli anni '90 più o meno. Il punto è che non sono tanti i dischi che mi abbiano proprio sconvolto. Anche i Drudkh o gli Hoth sono presenti più per scarsa concorrenza che altro.

Khram invece è grandioso, forse è diventato addirittura il mio preferito della band. E ad ogni modo, come ho scritto altrove, dopo 6 album folk, un live celebrativo (più tutti gli altri live, singoli e compilation) e il remake di Vozrozhdenie, un cambio di stile era necessario.
Arkona, Svartidaudi, Sulphur Aeon e Khemmis sono i veri disconi della mia lista. Gli altri, "soltanto" ottimi dischi. Magari è che quest'anno ha dato il meglio in generi fuori dal mio range (tipo, il fenomeno del momento mi sembra il death primitivo in stile anni ottanta, che a me annoia a morte); speriamo che non sia invece l'inizio di una fase calante.

 

Ho letto male o quasi nessuno ha parlato del disco dei Kriegsmaschine? Secondo me Apocalypticists è una manata. Livelli di creatività alla batteria veramente notevoli e i soliti ingredienti che tanto ci piacciono dai due figuri della polacchia.
Anche il disco degli Abigor lo colloco tra le migliori uscite del 2018, così come quello dei Misotheist che purtroppo ho avuto modo di ascoltare solo questi ultimi giorni. Magari posterò una lista più completa in settimana, se mi viene in mente qualche altra cosa che non sia già stata ampiamente discussa, senza andare a tessere ulteriori lodi a gruppi come gli Svartidaudi che hanno dominato l'annata in lungo in largo.

 

Era uscito un nuovo Abigor??

Anticipazione (Spoiler)

(esistevano ancora gli Abigor??)