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Sarà considerato un capolavoro ma a me proprio...

Discussione in 'Sondaggi' iniziata da The Cerberman, 5 Febbraio 2010.

  1. ReignInBlood_1986

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    De la Coronilla y Azevedo

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    11 Gennaio 2019

    Ci sarà il suo motivo...
     
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  2. Aslan

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    11 Gennaio 2019

    Non me ne intendo per nulla, ma il teatro non mi dispiace. L'antipatia latente per il teatro credo sia causata anche dalla convinzione presso la gente comune (come me) di un settore trainato per lo piú dai soldi pubblici. Nel senso che se si reggesse solo sui biglietti non si ripagherebbero né le compagnie nè le strutture. Non so se poi la cosa corrisponda a realtà, ma la percezione è questa, di una cosa per pochi che si sarebbe estinta anni fa in maniera naturale. E forse ne risente anche la qualità, dato che la maggior parte degli eventi "di tiro" sono caratterizzati dalla presenza di ex soubrette o comici riciclati, piú o meno validi artisticamente.
    Certamente un mondo senza teatro mi lascerebbe abbastanza indifferente.
     
  3. Apeiron

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    12 Gennaio 2019

    Io ho fatto teatro per anni e dico la mia.

    Il teatro è in declino da un pezzo, probabilmente dall'ottocento o prima. Oggi è praticamente uno zombie, un cadavere tenuto in piedi dai fondi pubblici e dall'aura di "alta cultura" che lo circonda. Il teatro che si fa oggi (penso agli orrori che la gente si sorbisce al teatro greco di Siracusa...) è praticamente il cimitero di tutte le avanguardie defunte e di tutte le ideologie sorpassate, da Diderot a Grotowski, con quella sua recitazione retorica e l'inutile ricerca della trovata registica. Io sono il primo ad esser fuggito da quella melma.

    Ad ogni modo quando ti trovi davanti un VERO grande attore, vivo di fronte a te, non filmato su uno schermo, ti fai un'idea del perché quest'arte è sopravvissuta ai secoli. Ma i grandi attori oggi sono tutti morti o vecchissimi...

    La vera dimensione del teatro è quella fisica, ancestrale, rituale; ma non si può recuperarla così in quattro e quattr'otto come hanno tentato di fare le avanguardie. Magari dopo l'olocausto nucleare (se ci saranno sopravvissuti), quando non ci sarà più cinema, né televisione, né internet, si tornerà a far teatro di necessità, e allora ci sarà una rinascita...
     
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  4. giova

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    12 Gennaio 2019

    allora, io personalmente ho cominciato non molto a recitare in una compagnia amatoriale, frequento una scuola di teatro e da anni mi sorbisco diversi spettacoli al mese.. non tutto è carrozzone roboante da teatro greco di siracusa o le scemenze da signora impellicciata da teatro carcano di milano.

    sono sempre andato a teatro perché a volte lì sulla sedia ho ricevuto un contraccolpo decisamente superiore a qualunque film (e amo molto pure il cinema). ci sono scene o battute viste una volta sola dodici anni fa che mi ricordo ancora perfettamente da quanto erano incisivi. la scena viva ha una capacità di presa tutta sua.. c'è da dire che in lombardia, milano anzitutto, offre una scelta sterminata di spettacoli di tutti i tipi e ci sono tantissime scuole di teatro.

    poi nel farlo c'è qualcosa anche di terapeutico, arrivi a prendere più consapevolezza del tuo corpo, della relazione con gli altri, dello spazio, della voce.. forse anche per questo che oggi sono frequentate.

    certo che teatro oggi con la concorrenza di tv eccetra non se la passi bene, ma trovo che possa essere un luogo di resistenza (resistenza di ciò che c'è di umano nell'uomo - mi spiego?) di relazione, di corporeità, di vita. forse è proprio oggi che c'è bisogno di teatro.

    poi in questo "declino" dall'ottocento a oggi ci sono autori ci sono anche autori decisamente scarsi, da Pirandello a Cechov, da Testori a Beckett... attualmente sta facendo grandi cose Yazmina Reza ("Arte" o "Il Dio del massacro", da cui Carnage di Polanski).

    insomma, ci andrei piano col dire che il teatro sia morto..

    [con questo temo che siamo andati un po' off topic]
     
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  5. Apeiron

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    12 Gennaio 2019

    Io ho fatto teatro a livello professionale, quindi quel che conosco è il "mainstream", non so se nei sotterranei si muovano realtà rivoluzionarie. Me lo auguro, ma sono scettico.
    Anch'io ho nella testa tanti momenti di teatro, ma sono tutti legati alla presenza di un grande attore, generalmente over 60: un Eros Pagni, un Luca DeFilippo (defunto), un Umberto Orsini...
    In compenso mi sono sorbito cose da denuncia, magari con l'attoruccio televisivo a fare da richiamo. Mi sono sorbito pure Simone Cristicchi che recita.
    (Ah, per inciso: non ci andavo di mia sponte, ero obbligato per lavoro; grazie al cielo non pagavo).

    Letteratura. Io parlo di messa in scena, di teatro nel senso proprio del termine. La mia idea di teatro è quella del teatro orientale, con gli attori che iniziano a studiare da bambini per raggiungere la perfezione, come da noi avviene nella musica classica. L'attore che fa il vocione, o che recita "per la forza terapeutica del teatro" è roba che non reggo più da un pezzo.
     
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  6. Apeiron

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    12 Gennaio 2019

    Sono perfettamente d'accordo, ma poi all'atto pratico non funziona. Le dinamiche che si creano sono altre, non funziona. Se la nostra civiltà censura quanto c'è di umano nell'uomo, avrà i suoi mezzi potenti per farlo, no?
    Io, per fare un esempio, ho pensato qualche volta di mettere in scena un mio spettacolo, su testo e regia mia. Ma a che pro? Tanto sbattimento, guadagno risibile o nullo (se non in perdita). E tutto per qualcosa che si consuma in una sera o due, di fronte ad un pubblico di addetti ai lavori. Il teatro vive solo dove girano soldi, che sono comunque pochi. E quello è appannaggio di soubrette e cabarettisti televisivi.

    Ma questi sono problemi che riguardano l'intera società, non certo solo il teatro. Alla resistenza artistica non credo. La resistenza si fa col tritolo.
     
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