Slayer

Mica è comunista

 

Si, posso anche capire la frase... ma senza la convinzione ferma e determinatissima che gli Slayer fossero CATTIVI e malvagi, non si sarebbe creata quell’atmosfera unica e irripetibile che si respirava ai loro concerti.
L’hanno voluto loro, l’hanno creato loro, l’hanno rinforzato loro il mito della cattiveria degli Slayer, con musica, testi, iconografia, quella famigerata ambiguità sulla simbologia nazista... era tutto un tacito assenso, un magico tacito assenso tra band e fans che hanno contribuito alla leggenda con dei mosh pit discretamente “cattivi” negli anni 80/90.
C’erano i rari sorrisini di Araya sul palco, che rinnovavano il tacito assenso e la complicità, c’erano i ruggiti di Jeff e Kerry a farci tornare tutti cattivissimi.
Tutti sapevamo che non erano satanisti, nazisti, serial killer... ma non c’era bisogno di dirselo.
Eravamo tutti cretini, ammaliati da una band di cretini, tutti convintissimi di essere cretini.
La differenza tra Slayer e qualunque altre band thrash metal era appunto la cattiveria.
“Uncompromised” è l’aggettivo che era SOLO loro, anche dopo i primi anni 90, sempre, fintanto che abbiamo avuto Jeff.

 

Perché il bambino non si fa una foto con pat o'brien?

 

E' evidente che gli Slayer hanno sempre fatto sul serio, in questo senso: prendevano gli strumenti, salivano sul palco e ti tramortivano con uno spettacolo devastante, senza aver bisogno di particolari trucchi scenici e senza profondersi in proclami stucchevoli. Avevano le canzoni, avevano (forse hanno tuttora) la capacità di replicare sul palco la complessità, la potenza e le atmosfere della musica registrata su disco, che anzi ne usciva potenziata a livello di impatto. Avevano il carisma che solo i grandi possiedono.

Poco importa se davvero credessero in satana, nella politica di Hitler, o nel male incarnato negli assassini seriali. Questa era la finzione dell'arte, un ventaglio di tematiche che si univano in modo perfetto alla musica vorticosa e oscura che erano capaci di creare.

Sotto quest'ottica secondo me va letto un testo come Angel of Death: non un'apologia ne una condanna, bensì una sorta di espediente artistico per realizzare nel miglior modo possibile un capolavoro di brutalità. Quando ascolti gli Slayer non hai bisogno di uscire per dare fuoco al primo senzatetto che incontri per strada, perché la tua parte aggressiva, il male che esiste nel temperamento umano, trovano già compimento nell'espressione musicale brutale ed esaltante del gruppo.

 

domani il MASSACRO FINALE!!!!!!!!!!!!!!! chi c'e di voi?

io assolutamente si

 

Ragazzi io non parlavo dei fan e nemmeno degli Slayer.
Prendetemi meno alla lettera.
Comunque meglio meno cretineria e più consapevolezza.

 

Credo che Horns intenda dire che quella "cattiveria", per quanto ora possa sembrarci forzata, spettacolarizzata o superficiale (nella stessa misura in cui ora un fan degli Slayer possa sentirsi maturo e distaccato), abbia comunque esercitato in tutti noi un forte fascino il giorno in cui ascoltammo la prima canzone o il primo album degli Slayer. E forse ci rimane in bocca un retrogusto amaro quando l'immagine della band (per quanto veicolata anche solo per fini commerciali o artistici) viene "ammorbidita" attraverso interviste che mostrano il vero volto di Tom e soci. Il mistero che circondava questi gruppi, negli anni in cui internet non ci permetteva di accedere a tutto lo scibile umano, aiutava anche a costruirne un mito, per quanto magari distante dalla realtà, formato per lo più sull'immaginazione dei fan, di una band che faceva riferimenti più o meno diretti a tematiche violente.

Poi se ho scritto una cazzata @Hornsintheair può tranquillamente correggermi.

 

Per farmi perdonare ho fatto questa genialata:

 

per il futuro:
DeepL Translator

 

Sei il primo youtuber che ho la fortuna di conoscere.

 

Boh.

A me non ha fatto ridere.

Anche perchè autodefinendola "genialata" alzi le aspettative decisamente troppo.

 

Sia Sinner che Barney hanno raccontato meglio, o con parole diverse, il concetto che ho cercato di esprimere io prima.
Non credo che nessuno di noi, anche i più oltranzisti truemetaller, credesse o volesse credere che gli Slayer fossero delinquenti, razzisti, criminali, ecc... poi per carità, i dementi ci sono in ogni ambito.
La cattiveria però era scenica, musicale, lirica, era un incantesimo da non rompere, quel “Black Magic” indescrivibile, solo loro.
Per quello la perdita di Jeff è stata devastante, lui è stato colui che maggiormente incarnava questa cattiveria/malvagità scenica e artistica.
Peggiorativa è stata anche la scelta di Holt, chitarrista thrash immenso negli Exodus ma con un attitudine “giocosa” da sempre, se volete comprendere cosa intendo, proprio negli Exodus.
Non dico che Tom non dovesse rilasciare l’intervista al bambino, ho sempre pensato che Tom fosse un buontempone (ma anche gli altri), ma come ho scritto prima, la cattiveria era un must, un tacito assenso tra tutti, una goduria.
E poi cercate l’intervista di Kerry in cui parla dei mosh pit degli anni ottanta, lì descrive molto bene cosa significava il concetto “Slayer”, e lui stesso dice che le cose sono molto cambiate da allora. In altre interviste Tom stesso ha parlato dei grandi cambiamenti avuti negli ultimi anni nella vita della band.
Insomma non sono io il vecchio nostalgico visionario attaccato a un mondo che non c’è più, QUEL mondo non esiste più davvero.

 

Per quanto distante dagli anni d'oro della band, a me rimarrà sempre il ricordo del mio primo concerto degli Slayer (che fu anche il mio primo concerto metal in assoluto): Gods of Metal 2005. Si era da poco riunita la formazione originale e il diciassettenne che era in me non poteva farsi sfuggire l'occasione di vedere dal vivo quella band, che ormai ascoltava da alcuni anni e venerava, per l'appunto, come quella più violenta ed estrema (all'epoca le mie conoscenze erano ancora limitate ai grandi nomi). Fortuna volle che la band di chiusura fossero i Maiden, per cui tutta la mia compagnia di amicizie si convinse a procedere verso quel di Bologna. Di una decina di ragazzi (poche ragazze da queste parti, metallare ancora meno... ), credo che io fossi l'unico fan degli Slayer. Sarà stata la stanchezza per (non) aver dormito sul prato fuori dall'arena, sarà stata l'emozione della prima volta, ma un concerto come quello non l'ho più vissuto. Ero talmente stremato che i Maiden per me potevano anche fare a meno di suonare, non me ne sarebbe importato nulla. Ero stanco ma felice: finalmente avevo ascoltato dal vivo, suonati dall'unico batterista avente il diritto di farlo, quei pochi secondi di doppia cassa libera che mi facevano salire i brividi lungo la schiena sin dalla prima volta in cui ho inserito Reign in Blood nel lettore cd. Indimenticabile.