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Metal Church

Discussione in 'Heavy Metal' iniziata da Iamthesentinel, 19 Maggio 2006.

  1. Yose75

    Yose75
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    8 Dicembre 2018

    E qui concordo appieno!
    Mai piaciuto Jeff Plate come batterista, sia con i Metal Church che con i Savatage, troppo quadrato e precisino per i miei gusti. Buon turnista ma poca personalità
     
  2. zed

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    8 Dicembre 2018

    Plate è uno che ti fa il compitino preciso, ma qui serve altro, un pò più di sporcizia, de core...poi oggi mi aspetto un album mediamente buono (o più che buono), con qualche ottimo pezzo...difficile andare molto oltre e poi per quanto sia buona la formazione, mancano due membri di sicuro valore...il tutto, come dicevate, va contestualizzato e non eccessivamente rapportato al passato, però anche così questo album mi piace, voglio dire anche i brani che senti stiracchiati oppure di mestiere, hanno quel qualcosa in più, dato dalla combizione di una produzione davvero dettagliata e dalla performance di musicisti comunque ottimi...alla fine di questa storia non alzerò la coppa del mondo al cielo, ma nemmeno quella del nonno...poi a seconda dei gusti...ma per quello che mi riguarda nella mia top di fine anno potrebbero pure finirci, presto per dirlo, ma a pelle...mi piace. Si comunque 'Out of Balance' spacca :già:
     
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  3. Dwight Fry

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    8 Dicembre 2018

    Ok, capisco perfettamente il tuo discorso. Un po' quello che la gente si aspettava dagli Anthrax e Belladonna con "For alla kings" rispetto a "Worship music" (che per giunta era stato scritto per un altro cantante).

    Io invece lo sottolineerei, quel 59. Ok, non una sonora insufficienza ma si percepisce chiaramente il tuo disappunto, proprio perché non ti costava nulla dare 60 e invece tiè, un punto in meno. Hai reputato giusto farlo e va bene così: se qualcuno non è d'accordo se ne parlerà qui. Nessuno potrà accusarti di "disonestà intellettuale".

    Mai sentito nessuno parlare in termini entusiastici di Plate.

    Questa frase fa sorridere, considerando il tuo avatar.
     
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  4. Zerotolerance70

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    9 Dicembre 2018

    Ti dico solo che quella che è stata scritta per TM è l'unica recensione in cui si fanno frequenti - e pesanti, nonchè stucchevoli - paragoni con il passato della band.
    Se gli altri recensori non hanno ritenuto opportuno farne, e questo di TM invece sì, ci sarà il suo motivo.
     
  5. Zerotolerance70

    Zerotolerance70
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    9 Dicembre 2018

    Personalmente, mi sono espresso su Plate in seno ai Metal Church in tempi non sospetti, sia prima della sua uscita dalla band che dopo. A me non è mai piaciuto come batterista, nemmeno nei Savatage. Ma in particolare nei Church, serviva uno che avesse tiro, potenza, impatto, fantasia. Lui è troppo quadrato e precisino. Lui sui brani ci tira una riga, per usare il gergo sciistico; non aggiunge niente di suo, ma quel che è peggio non dà nessuna energia propulsiva ai pezzi, cosa che invece riusciva perfettamente ad Arrington.
    Mi auguro che Howland abbia uno stile più in linea con la potenza sanguigna e primitiva che è prerogativa e caratteristica dei Metal Church fin dalle loro origini.
     
  6. Zerotolerance70

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    9 Dicembre 2018

    Infatti è del tutto improprio parlare di reunion.
     
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  7. Benbow

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    9 Dicembre 2018

    Beh guarda non è che se "Damned If You Do" lo prendo come un disco a sé anziché rapportarlo alla discografia dei Metal Church improvvisamente diventa (per me) un grande album, rimane comunque una prova modesta e stiracchiata, come ho scritto in recensione. Alcuni pezzi mi sembrano anonimi, altri molto ordinari, non mi piace la produzione... ripeto, non diventa un album sorprendente se isolato a sé stante.

    Detto questo, secondo me invece contestualizzarlo nella storia della band ha senso eccome (tanto più che abbiamo pure Howe di nuovo in formazione), è un elemento che concorre alla valutazione complessiva. Come per uno scrittore o un cineasta, ogni sua nuova opera artistica concorre a delineare la fisionomia dell'artista, la sua poetica, è frutto di un percorso, non piove dal cielo come un fulmine, senza passato (e senza un futuro). Trovo un po' assurda l'idea che ogni album sia totalmente svincolato dai suoi precedenti e dalla storia di chi lo ha scritto, suonato e pubblicato. La recensione non sta tutta lì ma certo quello è uno dei punti da considerare. Perché dischi come Sound Of White Noise, il Black Album o Renewal hanno creato tanto stupore? Perché considerando cosa le rispettive band avevano pubblicato prima, sono stati album inaspettati e spartiacque nelle rispettive discografie. Così come non ci sarebbe mai potuto essere un South Of Heaven se prima non ci fosse stato un Reign In Blood, l'approdo ad un album è il risultato dei precedenti, è l'evoluzione della band (o l'involuzione, se le cose vanno male). E perché i Blitzkrieg continuano a suonare come nel 1985? Perché vengono da lì ed il loro metal rimane legato all'epoca di provenienza, quindi la loro biografia spiega e conforma anche il loro sound attuale. Il passato c'è, non è né un fardello né una medaglia, semplicemente c'è e fa parte della storia della band.
     
    #712
    Ultima modifica: 9 Dicembre 2018
  8. Benbow

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    9 Dicembre 2018

    Continui a dire senza dire. Vabbè, immagino il tuo nickname parli da solo.
     
  9. Dwight Fry

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    9 Dicembre 2018

    Parole sante.
    Il punto poi è: quanto peso occorre conferire alla produzione precedente di una band?
    Credo che la partita, dialetticamente intesa, si giochi su questo terreno.

    Mi chiedo inoltre, da appassionato di saggistica musicale: bisogna tener conto dei cali fisiologici, del periodo trascorso all'interno della scena, dell'ampiezza della discografia e del periodo storico in cui un album viene rilasciato o dobbiamo rifarci esclusivamente alla qualità delle canzoni e - tutt'al più - agli album precedenti della band?
    Perché prendendo in considerazione altri parametri, voti e giudizi vanno incontro a variazioni.

    Chiaramente ogni recensore prende in considerazione i parametri che desidera, ed è questo che spesso fa la differenza tra un parere e l'altro.
     
  10. Benbow

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    9 Dicembre 2018

    La mia opinione è che la storia di un gruppo vada presa tutta in blocco, Periodi positivi e negativi, picchi e flessioni, contesto in cui gli album vengono pubblicati (altrimenti ad esempio non si spiegherebbe perché ad un certo punto tante band si siano fatte contaminare da suoni funky, o industriali, o alternative), eccetera, eccetera. Facendo una selezione di cosa includere e cosa no, di cosa considerare e cosa no, si avrebbe fisiologicamente un parziale e dunque qualcosa di falsato. Un po' come prendere la tua vita e togliergli dieci anni o non considerare se l'adolescenza l'hai trascorsa negli anni '80 o negli anni '50. Piaccia o no i Celtic Frost sono anche Cold Lake e i Metallica sono anche Lulu. Sta al recensore, come dici tu, attribuire pesature congrue ed equilibrate, fermo restando che scrivere una recensione è pur sempre un atto soggettivo - per quanto ci si sforzi di essere obietivi - e come tale va recepita, senza guerre di religione da parte di chi legge (se ci riesce).
     
    #715
    Ultima modifica: 9 Dicembre 2018
  11. zed

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    9 Dicembre 2018

    beh ma più o meno tutti hanno un processo mentale simile:
    1. l'album mi piace o meno?
    2. rispetto al passato della band com'è?
    Ora se 1. è No senza appello 2. diventa inutile (a meno che la band non abbia fatto solo monnezza)...se invece 1. e si, anche con moderazione allora bisogna prendere in considerazione 2. e qui diventa più complicata perchè il paragone con il passato è ambiguo e come si diceva andrebbe moderato con il fatto che 3. le cose cambiano, la musica stessa percorre nuove vie e quindi magari serve un filo di moderazione, cercando di stare con i piedi per terra...altrimenti si finisce sul serio per emettere sentenze che suonano sia troppo trionfali, sia eccessivamente denigratorie.

    Alla voce 'le cose cambiano' c'è dietro un mondo ovviamente: la produzione, la modalità in cui si ascolta, il business etc...tutte cose che anche solo indirittamente influenzano quello che è un album o un'opera artistica...
     
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  12. Zerotolerance70

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    9 Dicembre 2018

    Ok, ma è come dire che se finalmente i Toxik o i Coroner dovessero pubblicare del nuovo materiale, sarebbe lecito paragonarli ai loro dischi di quasi trent'anni fa. Il tuo è un ragionamento condivisibile, ma va contestualizzato in base alle situazioni, non vale in assoluto. I Metal Church del 2018 non hanno nulla a che vedere con quelli di 30 anni fa, e di conseguenza nemmeno i loro album. E' diversa la line up per 4/5, sono diversi gli autori dei brani, diverso lo stile dei musicisti che vi suonano.
    Il paragone con il passato in questo caso mi sembra scorretto per queste ragioni.
    I dischi che hai citato sono figli di una situazione di continuità nella band, non è che da un And justice for all ad un Black Album sono passati vent'anni, ma solo tre e senza nessun cambiamento di line up. Da Persistence of time a Sound of white noise sono passati se non erro due anni, e il solo cambiamento in formazione fu il cantante. Più o meno gli stessi discorsi possono essere fatti per i Savatage prima e dopo la morte di Criss Oliva. Che senso ha paragonare un Handful of rain con un Edge of thorns?
    I Metal Church sono passati attraverso vari scioglimenti o stand by, massicci cambi di formazione e di stile di scrittura. Fra la band dei primi 5 dischi e questa c'è una netta cesura, per tutte le ragioni che ho citato.
    Non entro ancora nel merito della recensione, perchè il disco non l'ho ancora ascoltato. Ma come ho detto ho trovato fuori luogo i continui richiami al passato remoto dei Church. A parte che è ovvio e naturale che la band di adesso abbia poco o nulla a che spartire con quella degli '80; ma non bastava dirlo una volta? Ecco perchè ho parlato di "stucchevoli" in riferimento a detti richiami.
    Poi vabbè, all'estero i giudizi su questo album sono lusinghieri, con voti che vanno dal 7 su 10 in su. Detto che ogni recensione ha una componente soggettiva, la tua è stata una stroncatura, che si pone in decisa antitesi con tutte le altre che ho letto. Mi sembra chiaro che una delle due parti ha letto il disco in modo negativo mentre l'altra lo ha letto in modo da positivo a largamente positivo. Come, di conseguenza, mi sembra altrettanto chiaro che una delle due ha preso una cantonata.
     
  13. Yose75

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    9 Dicembre 2018

    @Benbow: certo che i paragoni con il passato si fanno ma mi aggiungo al pensiero di @Dwight Fry, @zed e @Zerotolerance70 quando dicono che bisogna tener in considerazione il percorso che la band ha fatto negli anni e il contesto in cui l'album esce.

    Tornando all'album, il mio giudizio sta crescendo ad ogni ascolto. Non certo un album perfetto, per ora ci sono tre canzoni che non riesco ancora a "digerire" e non ho idea se cresceranno o meno: "Rot Away", "Monkey Finger" e "The War Electric".

    La mia canzone preferita rimane "Out Of Balance", canzone che per me non sfigurerebbe se fosse stata inserita in uno dei primi 4 lavori.
    "Damned If You Do" cresce ad ogni ascolto
    Mi piace parecchio la parte centrale di "Revolution Underway": solo a me ricorda i Queensrÿche dei tempi di "Operation:Mindcrime"/"Empire"?
     
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  14. Benbow

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    9 Dicembre 2018

    "di conseguenza, mi sembra altrettanto chiaro che una delle due ha preso una cantonata" - come se esistesse una verità assoluta ed oggettiva su di un album, il quale è indiscutibilmente bello o indiscutibilmente brutto, e quindi chi la coglie è illuminato ed è nel giusto mentre chi afferma il contrario prende una "cantonata". Quella si chiama algebra, per cui 2+2 può fare solo ed esclusivamente 4 e chi dice 5 prende una cantonata. Per fortuna la musica è qualcosa di meno rigido e più sottile.

    In merito alla recensione, temo ne potremmo scrivere per altri 10 anni. Quello è il mio parere, penso adeguatamente dettagliato, argomentato e contestualizzato. Lo si può legittimamente non condividere e ci mancherebbe altro. Tutto qua. Sono i discorsi tipo "le recensioni all'estero sono fatte così, mentre questa è fatta cosà, ci sarà un motivo...." che francamente lasciano il tempo che trovano perché, anziché prendere atto che non si è d'accordo e farsene una ragione (o anche confutare con opinioni proprie), si insinua qualcosa di indistinto, tra l'incompetenza e la malafede del recensore. E direi che dato che chi legge non ha la più pallida idea di chi scrive e di quale sia il suo livello di "competenza", non serve a niente, oltre ad essere vagamente irritante.
     
    #719
    Ultima modifica: 9 Dicembre 2018
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  15. Zerotolerance70

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    9 Dicembre 2018

    Se 10 ne scrivono bene e uno solo ne scrive in modo negativo, il contrasto è stridente. Non è questione di sfumature dove conta la soggettività: tu lo stronchi, gli altri sono largamente positivi. Puoi cercare di nasconderti dietro il dito delle opinioni personali, ma è chiaro che a fronte di una differenza di pareri così marcata di base deve esserci per forza un errore di impostazione di uno dei due: da parte di chi ne parla bene oppure di chi ne parla male.
    La tua è una recensione di un album, fatta per far capire al pubblico come è fatto quel disco in modo che chi legge si faccia un'idea se valga o no la pena di comprarlo. Non è un post come quelli che stiamo scrivendo qui, dove in massima parte vale l'opinione personale. Pertanto, se tu mi scrivi che il disco è insufficiente, unitamente agli altri aggettivi che hai usato per definirlo, io ti rispondo dicendoti che tutti gli altri recensori ne parlano bene. E di sicuro anche loro hanno il loro modo personale di vivere e ascoltare la musica.
    Io dalla tua recensione ho capito solo che se confrontato con i primi 5 dei Church il disco è una ciofeca.
    Un'opinione mia la posterò non appena avrò avuto modo di ascoltare l'album, per il momento come ti ho detto posso dire solo che non condivido l'impostazione della tua recensione, basata largamente su confronti, per me arbitrari e immotivati, con dischi di quasi trent'anni fa. Se la cosa ti infastidisce non so che farci, la rece l'hai scritta tu. Posso dirti che gli altri hanno commentato il disco senza tirare di mezzo il passato. Forse, se loro sono arrivati a conclusioni diverse, la differenza sta tutta lì. Magari loro erano partiti per commentare l'ultimo lavoro dei Metal Church, tu ti aspettavi o speravi di trovare un nuovo Blessing in disguise o un nuovo Human factor. Non è questione nè di malafede nè di incompetenza: probabilmente solo di aspettative. Quello che so è che siete partiti dallo stesso identico disco e siete arrivati a impressioni e conclusioni diametralmente opposte. Una spiegazione ci deve essere, e non può consistere nella soggettività del recensore. Non siamo su Metal Archives dove c'è chi dà 30/100 a Master of puppets o a Painkiller, a Gutter ballet o a The sound of perseverance.
     
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