Metal Church

recensione pubblicata su Flash.

 

L'ho ascoltato 3 volte circa, devo dire che la recensione mi è sembrata un po' severa, ma non mi sembra che l'album vada oltre il "discreto". Avrei sottolineato in negativo Monkey Finger e in positivo Revolution Underway che invece è stata abbastanza stroncata, mentre a me ricorda un po' le atmosfere di alcuni loro brani storici. @Yose75 , la cosa dei Queensryche in effetti la leggevo su un sito americano.

 

Frasi allusive... Il disco non ho ancora avuto modo di ascoltarlo, che cosa vuoi che scriva? L'ho detto e ripetuto che posterò un parere approfondito solo dopo averlo ascoltato, come è giusto che sia. Ho solo detto che se parecchi ne parlano bene e solo uno ne parla male, un motivo ci sarà. Non so cosa ci sia di negativo, in questo. Non è mica detto che ti sia sbagliato tu, eh. Magari lo ascolto e il disco è davvero insufficiente, malgrado il parere degli altri recensori arrivi da gente di cui mi sono sempre fidato perchè finora il loro giudizio alla prova dei fatti mi è sempre sembrato ben centrato, e l'ho condiviso. Mi sembrerebbe strano che stavolta si siano sbagliati così tanto, ma c'è sempre una prima volta.

 

Per finire un appunto sulla “copertina” che non invoglia certo all’acquisto... (che a me personalmente all’epoca non faceva ne caldo ne freddo..)


Pensa te a “quella” che uscirà tre anni dopo ..

 

ma credo vi sia un malinteso nella discussione sulla recensione...non credo che si ipotizzasse mala fede o altro, dai ormai c'è in gioco pane e acqua per chi scrive su sti siti...io le recensioni di solito le evito, non per snobberia, ma perchè troppo spesso mi sono capitate sotto mano scritti che costruivano le loro tesi tipo "il passato si staglia intoccabile su di noi" e di conseguenza il disco del presente poteva essere una "schifezza" o un capolavoro a secondo di quanto aderisse al passato, mai vie di mezzo o giudizi più costruttivi (ed invece la rece dovrebbe essere quella cosa lì per me). Per dire l'altro giorno faccio ad un mio amico "dai un ascolto al nuovo dei metal church, per me è buono, poi ci vuole un pò di tempo per...", "mi sono fermato all'89, mi vuoi dire che hanno scritto la nuova 'Battalions'?", "eh già i bei tempi" se non altro lui non scrive recensioni..detto questo è l'ultima volta che parlo di recensioni , massimo rispetto per chi ha voglia ancora di farsi quello sbattimento per pura passione

 

Ok, dopo aver ascoltando l'album da quando mi é arrivato mi sento ora di dare il mio giudizio finale...e mi dispiace ma non posso che essere in disaccordo con la recensione sul sito (sorry @Benbow )

In una classifica personale lo vado a posizionare direttamente dopo i (miei) 4 classici del combo, "Blessing In Disguise", "Metal Church", "The Dark", "The Human Factor".
Grande prova da parte di tutti: chitarre che sciorinano riff e assoli di classe, ritmica sugli scudi e gran prova vocale
Produzione che fa esaltare ogni singolo strumento e testi impegnati e all'altezza del "marchio" Metal Church.
Come ho detto precedentemente, l'artwork mi lascia a desiderare, ma penso che ci siamo ormai tutti abituati...forse anche questo un "marchio" dei nostri?

Avendo la versione in vinile l'ordine delle canzoni sull'album é diverso. Diversità che a mio avviso rende l'album più scorrevole e omogeneo

- "Damned If You Do": é già un classico. L'"Uhmmm" iniziale mi ha spiazzato all'inizio...poi parte il riff che é una botta non indifferente. Il ritornello mi é rimasto in testa fin dal primo ascolto: "Falling, Falling out of viewwwww"... ... ... "Uhmmmmmm!"
- "Into The Fold": era una di quelle canzoni che ci ho messo un po ad assimilare, ora una delle mie favorite. Una canzone in pieno stile Metal Church che non avrebbe di certo sfigurato su "Blessing in Disguise"
- "Monkey Finger": é forse la canzone più leggera di tutto l'album, la meno US Power. Concordo con un recensore americano quando afferma che ricorda gli Skid Row di "Slave To The Ground"
- "The Black Things": inizio con l'arpeggio di chitarra e il piatto Ride che é il "marchio di fabbrica" dei Metal Church. Un brano che sprigiona il "Metal Church sound" ad ogni nota
- "Guillotine" é il pezzo più tirato e vicino al Thrash grazie al riff serrato e ripetitivo. Brano veloce che rallenta nella parte centrale per poi ritornare su ritmi sostenuti nel finale.
- "By The Numbers": un altra canzone che per me é già un classico con un ritornello che rimane in testa al primo ascolto
- "Rot Away": un altra canzone dal classico sound "Metal Church", con interessante aggiunta del Mellotron suonato da Mr. Vanderhoof
- "Revolution Underway": nuovamente l'intro arpeggio+ride apre il brano più "progressive' dell'album, con un intermezzo che mi ricorda tanto i Queensrÿche di "Empire"
- "Out Of Balance": il brano che preferisco. Mi é piaciuto fin dal primo ascolto, dal riff al ritornello. Mi ricorda per certi versi "In Due Time"
- "The War Electric": brano dalla ritmica incalzante, mi piace il riff, non un fan del ritornello. Bello anche il solo con il "duello" tra Vanderhoof e Van Zandt

"Damned If You Do" a mio parere é un gran album per i Metal Church di oggi e va di diritto tra i miei album preferiti del 2018.
Un gradito ritorno, spero di sentire presto i nuovi brani in sede live

 

L'album è in mano mia dalla tarda mattinata, lo sto ascoltando ora. Sono arrivato nemmeno a metà e ho già goduto.

Nettamente, ma proprio NETTAMENTE, il miglior album Metal Church dopo lo scioglimento post-Hanging in the balance. Il resto del disco può anche essere pura porcheria - e non lo credo - che va già più che bene così. Io ho il CD, quindi la track list è diversa da quella che hai postato tu. Peccato per la scelta di non mettere un vero assolo su Guillotine e la title track, questo gli toglie almeno una quindicina di punti su una scala di 100, anche perchè un Van Zandt così ispirato nei Church non l'avevo mai sentito, sarebbe stato il caso di sfruttare al massimo il suo ottimo stato di forma.
Damned if you do va molto oltre il buono ma non esaltante precedente XI e cancella anni di patimenti e album discontinui quando non mediocri. Il rientro di un Howe in condizioni talmente smaglianti da risultare miracoloso e la sostituzione di Plate con un drummer decisamente più dinamico hanno permesso di riportare ad ottimi livelli una band che ormai davo per dispersa in un mare di aurea mediocrità.

PS: dopo Guillotine il disco prosegue mantenendosi su ottimi livelli. Forse non sarà l'album dell'anno, ma ci va molto vicino. E la coppiola finale di siluri come Out of balance e The war electric, oltre che essere da seghe a due mani vale da sola l'acquisto. Come valore su una scala di 100 gli darei come minimo 80.

 

A me è piaciuto. Lasciamo perdere i voti, dico solo che lo promuovo senza mai aver preso in considerazione, durante i vari ascolti, l'idea della bocciatura. Lo ascoltavo e mi piaceva, per tante ragioni.

In virtù dello stato di salute dell'attuale scena heavy-power, degli album (vecchi e nuovi... anche i più recenti contano) già pubblicati dai 'Church e coi miei gusti personali / inclinazioni musicali a mescolare il tutto, senza starci a pensare troppo posso dire che l'album è promosso. La seconda parte dell'album parte un po' in sordina e "Monkey finger" è il tipico pezzo hard rock partorito dalle band heavy quando hanno le pile un po' scariche (dubito avrebbe trovato posto nel capolavoro "Slave to the grind" degli Skid Row), tuttavia "Out of balance" (il ritornello resta in circolo) e "The war electric" rimettono le cose a posto.
Più heavy che power. Howland meglio di Plate (Howland non è mica l'ultimo arrivato, del resto) ma nemmeno esaltante... e ho qualche piccolo dubbio sulla longevità dell'album, ma per ora va bene così.
A tempo debito lo recupererò in formato fisico, per adesso mi accontento di Spotify.

 

Il mio paragone a "Slave To The GRIND" () era più che altro a livello di sonorità non certo di qualità. Nel caso degli Skid Row avevano indurito il loro sound sul quell'album ottenendo un Hard Rock incline all'Heavy. In questo brano a me sembra che i Metal Church abbiano fatto il contrario ma con il risultato di una certa similitudine di sound...

 

Ogni opinione in quanto tale, rimane rispettabilissima. A mio parere, quando si recensisce un album di una band con un certo passato importante, ciò che fa spostare l'ago della bilancia è il gioco delle aspettative, per il resto de gustibus.
Prendendo spunto da questa discussione, oggi spesso mi capita di leggere recensioni fiume che sono più che altro trattati di storia, saggi di filosofia, che quando hai finito di leggerle ti chiedi, ma questi alla fine che cazzo suonano? (nn mi riferisco al recensore di damned, sia chiaro).

 

Mi limito solo a dire che se vuoi fare il recensore è meglio che alle critiche ti ci abitui, non è che puoi prendere di petto chiunque non sia d'accordo con te. Tra l'altro quando io ho scritto il mio primo commento manco lo sapevo che dietro la recensione c'eri tu. Non ero d'accordo con i contenuti, tutto qua, non c'era assolutissimamente niente di personale, può capitare a chiunque di interpretare male un disco. C'è cascato persino uno come Signorelli, all'epoca, quando recensì in modo ottimo The ritual dei Testament dandogli un voto altissimo. Se ne pente ancor oggi, un giudizio affrettato e dato più di pancia che di testa, solo perchè in copertina c'era scritto "Testament". Si prese le sue critiche, e passato un po' di tempo ammise che erano giuste.
Per quanto mi riguarda, polemica chiusa.
Tornando al disco, l'ho ascoltato più volte in questi giorni cercando di essere il più critico possibile. E niente, confermo il mio giudizio. Miglior disco in scioltezza dei Church dai tempi di Hanging in the balance; qualche piccolo marginale difetto c'è, primo fra tutti non aver concesso fino in fondo spazio ad un Van Zandt molto ispirato (forse la prima volta che lo sento a questi livelli nei Church), ma nel complesso è un disco eccellente. Segno che negli ultimi anni non erano il songwriting e l'ispirazione di Vanderhoof il problema, ma la mancanza di un cantante e di un batterista davvero all'altezza del nome e dello stile dei Metal Church. Massimo rispetto per Jeff Plate, gli va dato merito di essersi sbattuto e di aver dato il massimo per tener su la band in anni di magra, ma non ha mai avuto il dinamismo, il groove e la potenza di Kirk Arrington; il quale resta un drummer difficile da sostituire per chiunque, ma almeno Howland come cifra stilistica ci si avvicina. E infatti le sorti di questo disco ne beneficiano.

 

Mike Howe sui meet&greet a pagamento:

Perché dovresti pagare per incontrare una band? Il gruppo è lì, saluta e ti dà una stretta di mano. Il fan dimostra la sua gratitudine alla band e la band dimostra la sua gratitudine ai fan per averla sostenuta per 30 anni, è il minimo che noi possiamo fare. [...] Sono io ad essere fortunato. So che altre band si fanno pagare dai fan, per via delle difficoltà con l'attuale music business. Usano varie strategie di marketing per mantenersi in vita e non voglio dargli contro, ma per me è una cosa difficile da accettare. Siamo old-school.