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Arachnes (Franco & Enzo Caruso)

Di - 17 Dicembre 2003 - 9:38
Arachnes (Franco & Enzo Caruso)

Ciao ragazzi sono Eugenio Giordano di www.truemetal.it vi seguo dai tempi del vostro mini cd di debutto e ho trovato davvero bellissimo il vostro nuovo “Primary fear”, un notevole passo avanti rispetto a tutta la vostra discografia fino a questo punto, incominciamo questa intervista partendo proprio da qui, come si sono svolte le sessioni di composizione e registrazione del nuovo disco? Quanto tempo hanno impiegato e come giudicate il risultato finale?


(Enzo) Grazie, anzitutto. Beh, abbiamo lavorato come sempre avendo fiducia gli uni con gli altri, per noi è fondamentale, e del resto se non fosse così i risultati sarebbero diversi, credo meno buoni. Direi che è andato tutto bene. Come si può facilmente dedurre i brani sono tutti miei e di Franco, io compongo per i fatti miei e così lui, poi alcune cose vengono arrangiate insieme, altre no, nel senso che io, oppure Franco, si decide che il brano tal dei tali deve suonare così e basta. Chi pensa che questa sia una sorta di dittatura musicale è perché non sa come si lavora. Le altre modalità le lasciamo ai ragazzini. Quanto tempo abbiamo impiegato? Poco, pochissimo. E il risultato finale ci soddisfa, sicuramente.

Sotto il profilo strettamente sonoro questo “Primary fear” rielabora i vostri canoni distintivi, quelli del power metal neoclassico, ma ho notato in più occasioni delle interessanti influenze di metal clssico e un uso davvero robusto delle chitarre ritmiche. Il vostro sound si è spinto ad abbracciare soluzioni decisamente più ortodosse senza dimenticare la melodia classica del power, siete della mia stessa opinione?


(Franco) Vuoi sapere una cosa? Secondo noi molte band, soprattutto italiane, che suonano metal neoclassico, in realtà non suonano in modo veramente rock. Il rock è fatto di suoni saturi, chitarre o tastiere e quant’altro, ben vengano le trombette e i campanellini, ma non è rock. Per noi la base batteria basso chitarra è imprescindibile.

Le canzoni del disco viaggiano su tempi elevati, credo che questa caratteristica vi abbia sempre distinto ma in questo caso trovo che ci sia un maggiore potenziale live dei brani, l’architettura delle canzoni riesce a colpire nel segno già dopo pochi ascolti. Questa scelta, che comunque non compromette l’aspetto tecnico delle canzoni, è una scelta precisa in ottica live o si tratta di un semplice caso?


(Franco) No, direi che è un caso. In realtà quella immediatezza di cui parli credo che faccia parte della percezione di chi ascolta, è quello che dici mi fa molto piacere, vuole dire che abbiamo composto in modo efficace, che il lessico è diretto, ma dal vivo…, non sono più semplici delle altre canzoni, capisci?

Avete cercato di personalizzare molto le tastiere in questo nuovo cd cercando di differenziarvi rispetto al sound power ormai notorio e imperante nella scena contemporanea, vorrei saperne di più, cosa vi ha spinti a questa evoluzione e cosa ne pensate del vostro miglioramento? Di solito le tastiere sono il tallone di Achille delle power band.


(Enzo) Mi stai facendo un complimento? Bene, fa sempre piacere! Ma sai, io vengo dal buon vecchio progressive degli Yes, E.L.P., e poi perché non citare le Orme, il Banco e la Premiata, insomma lì di tastiere ne trovi in abbondanza. Io faccio l’arrangiatore, e so cosa devo fare e che suono usare in contesti diversi, tutto qui.

I vostri dischi fin qui sono stati tutti dei concept, credo che questo trend si sia prolungato anche in questo “Primary fear”, potete brevemente illustrarmi i punti salienti delle liriche di questo platter e come avete lavorato sui testi. Credete che un concept sia la dimensione migliore per la musica che suonate? Continuerete anche in futuro?


(Enzo) In realtà non sono veramente dei concept, c’è un filo conduttore, ma questo non è un motivo sufficiente per un concept. Il tema del nostro ultimo lavoro si svolge intorno al concetto di paura, inteso come sentimento di dolore e allarme di fronte alle ingiustizie sociali, e quindi i testi narrano tanto di ingiustizie quanto del sentimento stesso di smarrimento, anzi, alla fine i sentimenti sono proprio la cosa che ci interessa di più.

Siete una delle punte di diamante della milanese Scarlet Records, come giudicate i rapporti tra voi e questa label e cosa stanno facendo a livello di managment per supportare l’uscita del vostro nuovo disco? A conti fatti credete che i riscultati ottenuti dagli Arachnes possano essere attribuiti in parte ai meriti di una buona casa discografica?


(Franco) I rapporti con la nostra etichetta sono molto buoni, c’è fiducia, si parla schiettamente, questo ci piace molto. Ed è logico che i risultati, buoni o cattivi che siano, dipendano anche dal lavoro della propria etichetta.

Sotto il versante concerti cosa potete dirmi? C’è già qualcosa di preciso in merito, ad esempio un tour, quando avremo la possibilità di vedervi dal vivo? Farete anche dei festival? Credete che questi happening possano rappresentare una buona chance per una band come la vostra per poter essere notata su larga scala?


(Enzo) Di preciso ancora non c’è nulla, può darsi che faremo dei festival, come già è avvenuto, ma ti dico la verità, qua in Italia la situazione live a nostro avviso è un po’ deprimente. Si suona spesso in luoghi inadatti, molti fonici non sono motivati, forse sono sottopagati, non lo so, mi sembra che come in tutte le cose italiane ci sia troppa approssimazione. Meglio l’estero. Si vedrà.

Quali responsi sta ricevendo il nuovo disco, ci sono pareri contrastanti oppure trovate concensi diffusi? Cosa ne pensate della classe giornalistica italiana in generale e come vi ponete rispetto a questo calderone?


(Enzo) I pareri sono unanimamente positivi sulla stampa di qualità. Sulla stampa qualitativamente meno elevata ci sono pareri discordanti, ma la cosa non ci crea nessun problema, anzi, siamo ben lieti che i nostri lavori non vengano neppure compresi dagli incompetenti, del resto credo che la nostra musica non sia adatta per menti mediocri. Sulla classe giornalistica italiana in generale non abbiamo nulla da dire. Quello che ultimamente ci urta è la pseudostampa, appunto. C’è gente che non sa parlare; ben vengano le critiche, anche negative, ma almeno bisognerebbe ascoltare un lavoro prima di parlarne. Siamo sempre felici di avere a che fare con Flash o Metal Hammer, gente competente, dove tutti i nostri lavori sono sempre stati accolti con entusiasmo. Mi piacerebbe qualche volta ricevere critiche da persone competenti, alla pari. Sparare sui deboli è un po’ da vigliacchi, invece. A volte succedono cose ridicole, esce un giornale col cd dove c’è un tuo brano, in una pagina trovi una megarecensione, in un’altra ti stroncano. Bella figura di merda, non credi? Cosa pensiamo di tutto questo? Ci fa schifo, naturalmente, e ci guarderemo bene in futuro dall’elargire tempo ed energia inutilmente. (Franco) Vorrei aggiungere una cosa. Concordo pienamente con quello che sostiene Enzo. Desidero aggiungere questo. Anche i musicisti possono dare voti alla stampa (cosiddetta) specializzata. Da uno a dieci. Dieci a chi sa motivare le proprie argomentazioni, ottime o pessime che siano. Sei a coloro che non hanno il coraggio di sbilanciarsi. Quattro a chi parla per sentito dire (sono tantissimi). Due a chi ascolta dieci secondi per brano in automatico. Zero a chi crede di dire una cosa, e invece ne ha detta un’altra.

In Giappone avete sempre riscosso grande successo, non siete gli unici in Italia, ma come vi spiegate questa particolare simpatia che unisce terre così lontane, e questa grande affermazione del metal italiano nel paese del sol levante?


(Franco) Mah, in effetti è strano. Penso fondamentalmente che lì il pubblico e anche gli addetti ai lavori siano genuini, quanto meno nell’ambito del rock. Pertanto ciò che nasce proprio dalla sana voglia di comunicare viene percepito come degno di grande interesse. Un po’ da noi questo si è perso, perché da noi si tende ad etichettare tutto, a ragionare quasi per partito preso, perdendo di vista la cosa essenziale: la qualità.

Siete già al lavoro su nuovi brani? Avete dei progetti sui quali vi state concentrando in questo momento? Insomma quali novità a breve in casa Arachnes?


(Enzo) Non volercene, ma per il momento la cosa è top secret. Posso dirti che stiamo lavorando su cose nuove, ma preferiamo non aggiungere altro, almeno per adesso.

Vi lascio questo spazio per rivolgervi ai nostri lettori, grazie per il vostro tempo prezioso e spero di risentirvi presto.


(Franco) Grazie a te per il tuo spazio. Ai fans ricordo due cose. Siate critici, coi dischi, e perché no coi gionali che leggete. E poi che potete venire a trovarci su www.arachnes.it o scrivere a arachnes@arachnes.it dove rispondiamo sempre personalmente!!! LONG LIVE ROCK’N’ROLL!!!!!

 

 

Eugenio Giordano

metalgenio@libero.it