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Children Of Bodom (Henkka Seppälä)

Di Daniele D'Adamo - 22 Giugno 2013 - 7:13
Children Of Bodom (Henkka Seppälä)

 

Ciao Henkka, benvenuto su Truemetal.it! Mancano ancora due mesi al lancio del nuovo album (l’intervista è del 10/04/2013, ndr). Come va?

Grazie Tarja, ci sentiamo molto bene. Abbiamo letto alcune recensioni del nuovo album e sono state molto positive. Così, siamo molto contenti.

Allora, cosa pensate di fare per questi prossimi due mesi? Interviste tutti i giorni o cosa?

Beh… abbiamo in programma interviste per le prossime due settimane, poi alcuni di noi andranno a Los Angeles. A giugno, così, saremo pronti per il lancio.

Prima di parlare del nuovo lavoro “Halo Of Blood”, vorrei chiederti il perché del nome della band. Credo che abbiate risposto a questa domanda già molte volte, ma perché avete scelto questo triste evento che è accaduto nel lago Bodom nel 1960?

Il lago Bodom è a Espoo (una città vicino Helsinki, nda), da cui veniamo tutti noi. ‘Bodom’ come parola suona piuttosto buffa: non è una parola finlandese, forse svedese, ma dal suono sembra una parola divertente e strana. Poi, a volte, questi avvenimenti violenti sono legati al metal, anche se la musica in sé non dovrebbe avere una valenza negativa. Tuttavia, in qualche modo, questi tristi eventi si legano bene alla musica metal per cui diciamo che è per questi motivi abbiamo scelto ‘Children Of Bodom’.

Dieci anni fa Roope (Latvala, ndr) è diventato il successore di Alexander (Kuoppala, ndr). E ora, con “Halo Of Blood” questi due chitarristi hanno fatto entrambi quattro dischi. Quali sono le differenze tra i due stili? Cos’ha portato Roope al suono della band?

Sia Roope sia Alexander sono chitarristi ritmici e non solisti, quindi i loro stili non vengono fuori con forza. Tutti conoscono, però, lo stile di Roope già dai tempi degli Stone. Uno stile che è diventato riconoscibile. Ma anche Alexander è stato influenzato da questa band, per cui si capisce che lo stile di Roope si adatta perfettamente a quello dei Children Of Bodom. Lui è talmente bravo… non esiste un riff che lui non sappia suonare. Così, ci rende la vita molto più semplice!

Siete una band molto apprezzata dal genere femminile. Soprattutto Alexi (Laiho, ndr). Cosa ne pensate? È lusinghiero o vi dà fastidio?

Ahahah! Non credo sia un fastidio, anzi (ride, nda)! Il nostro genere è stato, almeno in precedenza, molto maschile e quindi è una bella cosa vedere più ragazze fra il nostro pubblico…

Un anno fa è uscito il vostro primo ‘the best of…’ per festeggiare i quindici anni di carriera e fra due mesi uscirà “Halo Of Blood”. Che cosa è cambiato per i Children Of Bodom dall’inizio a oggi? Mi riferisco alle persone… vi sentite diversi? Se sì, come?

Certo che ci sentiamo diversi! Sai, avevo diciassette anni quando abbiamo fatto il primo album. Ora ne ho trentatré… e in questi anni siamo passati dall’essere dei teenagers a degli adulti… o quasi (ride, nda)! Comunque, tanti fatti e cambiamenti fanno evolvere la tua personalità, in diciassette anni; anche perché la band è da sempre una parte della nostra vita. Anche se passiamo tanto tempo insieme, siamo cresciuti un po’ separatamente e quindi oggi siamo molto diversi come personalità. Si può dire che l’amicizia sia diventata più come una questione di famiglia, e abbiamo legami sicuramente diversi da com’erano all’inizio. È un po’ come andare in vacanza con la famiglia: sai esattamente cosa devi fare e cosa non devi fare se vuoi mantenere la calma e armonia, ahahah!

Ora finalmente parliamo del vostro prossimo album “Halo Of Blood”, che è anche il titolo della seconda traccia. Perché l’avete scelta?

Semplicemente perché pensavamo suonasse bene, ahahah! Beh, prima pensavamo che forse non fosse una buona idea intitolare l’album con qualcosa che ‘sapesse di sangue’, ma poi Alexi ha detto che andava bene e quindi…

Cosa mi puoi dire sul processo compositivo? Leggendo i titoli dei brani, non sembra di avere davanti un concept-album. O no?

Infatti, non è concept-album. Però ci sono tante canzoni che raccontano della perdita di un amico o una persona molto vicina. Questo è perché Alexi in questi ultimi tempi ha perso alcuni i suoi buoni amici, così le canzoni sono state ispirate da ciò.
 

 

Ho letto da qualche parte che Alexi dice che «quest’album contiene la song più veloce e quella più lenta che i Children Of Bodom abbiano mai fatto».

Sì, è vero. “Halo Of Blood” è la song più veloce mentre “Dead Man’s Hand On You” è quella più lenta.

A proposito, il vostro batterista, Jaska (Raatikainen, nda) ha dichiarato che questo album è scuro e «anche po’ black-ish». Che cosa significa?

Sì, è più dark e ci sono alcuni song che si avvicinano parecchio al black metal. Credo che Jaska abbia fatto questa dichiarazione dopo che abbiamo composto la canzone “Halo Of Blood”, che suona molto ‘black metal norvegese’. Inoltre, ultimamente Alexi ascolta un po’ più di black metal. Non saprei, tuttavia, se questo fatto porterà a degli sviluppi in tal senso, in futuro.

La sessione di ascolto si è svolta presso la sede della Nuclear Blast Records, in Germania, il sedici marzo. Quali sono state le prime impressioni da parte della stampa internazionale?

Io non c’ero ma ho visto il video-clip in cui i giornalisti fornivano le loro prime impressioni. E non sono tanto d’accordo su tutto quello che hanno detto, ahahah! Specialmente sul fatto che “Halo Of Blood” sia uguale ai nostri primi tre album. Io non li sento per niente uguali, ma se altre persone li vedono in tal senso, per me è ok.

E allora, come lo vedi tu, quest’album?

Secondo me è veramente ben fatto. È un po’ più dark degli altri i nostri lavori e, come ho detto prima, contiene la song più veloce e quella più lenta mai suonate dai Children Of Bodom. Penso inoltre che sia più freddo e oscuro. Per me è molto difficile descrivere la nostra musica, anche perché è già da più di sei mesi che suoniamo questi brani e così ci siamo già abituati. È meglio che lo descriviate voi, ahahah!

La produzione vocale è stata fatta da Peter Tägtgren. Com’è stato collaborare con lui?

Conosciamo Peter da quasi quindici anni e abbiamo già collaborato con lui mentre facevamo “Follow The Reaper” (2000, ndr). Inoltre, Alexi ha già lavorato con lui sulle linee vocali di alcuni album. È così amico e talmente bravo in studio che è molto facile collaborare con lui. È una simbiosi, insomma. È stata una giusta scelta, davvero.
 

 

Hai forse delle storie interessanti, accadute durante le sessioni di registrazione, che ti piacerebbe condividere con noi?

Ahahah… beh, questa volta abbiamo registrato quasi tutto a Helsinki, in uno studio molto vicino a casa. Quindi è stato molto professionale, cioè entravamo in studio e dopo ogni sessione tornavamo a casa. Non è stato come anni fa, quando siamo stati fuori, lontano da casa, lavorando notte e giorno per settimane. Sono quelle le situazioni in cui si potrebbero raccontare tante cose ‘dietro le quinte’. Ma questa volta è stato tutto molto professionale ed efficiente. Del resto lo studio non era affatto gratis, anzi costoso, per cui alla fine è stato meglio così!

Parlando della copertina dell’album… il Reaper c’è sempre, ma questa volta l’opera d’arte è sorprendentemente fredda e invernale. Perché questa scelta?

Io volevo una copertina invernale già da qualche tempo, e stavolta abbiamo pensato che fosse il momento giusto. Eppoi, la maggior parte delle canzoni sono state scritte durante il nostro inverno buio, così la copertina presenta la giusta atmosfera che si ritrova nella musica. È una buona combinazione tra le song e ciò che rappresentano.

In effetti, la copertina trasmette molto freddo… sarà mica questo lago di Bodom?

Ahahah, può darsi… quello che è sicuro, è che quando abbiamo fatto le foto del gruppo, a Helsinki, faceva veramente freddo!

Qual è la tua canzone preferita di “Halo Of Blood”, e perchè?

Beh il mio pezzo preferito è “Dead Man’s Hand On You”, poi mi piace tanto anche “Halo Of Blood” ma anche “Transference”. Diciamo che questi tre sono i miei favoriti. Quando ho sentito per la prima volta “Dead Man’s Hand On You”, ero molto contento di averla nell’album, perché è davvero diversa dalle altre nostre composizioni. È così lenta e… beh, non so perché ma mi piace davvero! E poi “Halo Of Blood”, che è esattamente all’opposto.

Una volta che il disco uscirà, inizierà la lunga stagione dei festival estivi (Kivenlahti Roccia, Sauna Open Air, Sonisphere, Provinssirock, Nummirock) e, poi, un lungo periodo con il Mayhem Festival Rockstar negli USA. Quali sono le vostre aspettative per quest’estate?

Ci divertiremo tanto di sicuro! Ahahah… e per fortuna avremo tempo di fare questi festival in Europa, prima di andare negli Stati Uniti.

Avete già deciso per la set-list?

No, non abbiamo ancora deciso. Dipende dallo show ma in Europa, penso, suoneremo almeno un’ora a concerto e, forse, negli USA avremo solo mezz’ora di tempo. Così prepareremo due diversi tipi di scaletta.

Proprio ieri avete annunciato i sei spettacoli off-date durante il Rockstar Energy Drink Mayhem Festival, negli Stati Uniti. Seguirà anche il vostro headline-tour per supportare l’album? Forse nel prossimo autunno?

Sì, in autunno gireremo per l’Europa per due mesi e, sicuramente, verremo anche a Milano. Non so dove tu abiti, ma probabilmente saremo più vicini a te!
 

 

Vivo a Sanremo, e Milano mi è senz’altro comodo da raggiungere, ahahah! Parlando del supporto a “Halo Of Blood”, avete in programma dei video-clip?

Sì, abbiamo già filmato il video di “Transference”, che dovrebbe uscire entro la fine del mese.

Parlando di te, sei entrato nel gruppo 1994. Quali sono i tuoi migliori ricordi degli anni passati?

Uhm… quando abbiamo stipulato il nostro primo contratto discografico e quindi quando il nostro primo album è uscito, sono stati momenti indimenticabili. Ma anche la prima volta che siamo andati in Giappone, la prima volta in America, il primo headline-tour in Europa, la prima volta che siamo stati headliner in un grande festival… ahahah… tutte queste ‘prime volte’ coincidono con i migliori ricordi, alla fine.

Ahahah… sì, d’accordo: c’è sempre una prima volta! Per quanto riguarda le ‘prime volte’ del futuro, come le vedi e quali sono i sogni che hai?

Non credo che ci saranno più molte di queste ‘prime volte’, ormai credo siano state già fatte tutte, ahahah! Per me i sogni sono diventati diversi, cioè di poter suonare ancora tanto tempo e di continuare ad aver piacere nel farlo, domani come adesso. Se non ci divertissimo, infatti, sarebbe quasi impossibile continuare a fare questo mestiere, poiché è davvero un lavoro duro. Sogno allora di continuare così per ancora tanti, tanti anni!

Durante il tempo libero, che musica preferisci ascoltare o cosa ti piace fare?

Spesso faccio sport, quando ho del tempo libero: calcio e nuoto sono fra i miei favoriti.

Siamo all’ultima domanda. Qual è il tuo messaggio per i lettori di Truemetal.it?

L’Italia è da sempre il Paese dove ci piace suonare, perché in Europa i fan migliori si trovano in Italia, appunto, o in Spagna. Sin dai primi tour veniamo in Italia, così sicuramente ci torneremo anche quest’anno, e spero anzi che ci sarà anche un altro show, oltre a quello di Milano. Quindi, voglio ringraziare tutti quelli che ci vengono sempre a vedere. Ci vediamo a ottobre o a novembre, allora.

Grazie Henkka per questa bella chiacchierata. Spero che questi due mesi che vi separano dal lancio di “Halo Of Blood” siano piacevoli. In bocca al lupo per i tour e… ci vediamo a Milano!

Sì, ci vediamo a Milano! Ciaooo!

Intervista a cura di Tarja Virmakari