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Crystal Tears (Chrisafis Tantanozis)

Di Fabio Vellata - 4 Agosto 2014 - 0:01
Crystal Tears (Chrisafis Tantanozis)

Fare musica in modo serio significa lavorare in team, osservare regole e determinati doveri. Beh, amico mio, prova a dirlo ad un greco…

(Chrisafis Tantanozis)

 

Intervista a cura di Fabio Vellata

Partiamo subito con il parlare del vostro recente album “Hellmade”, uscito quattro anni dopo “Generation X”.
Si tratta del terzo disco in una carriera che vi vede comunque sulle scene sin dal 1999.
Cos’è cambiato nel vostro modo di lavorare dagli inizi ad oggi?

Ciao Fabio, prima di tutto lascia che ringrazi te e Truemetal per l’opportunità che ci offrite nell’essere vostri ospiti!
Il gruppo è nato sul finire degli anni novanta vero, ma sino al 2006 – anno in cui è stato pubblicato il nostro debutto “Choirs Of Immortal” – non abbiamo praticamente concluso granché, I precedenti demo non penso possano fare molto testo, se non per qualche appassionato di Hardcore, genere con cui abbiamo fondato le nostre basi…
Probabilmente penserai che siamo matti ad aver cambiato stile così radicalmente, ma sai com’è: alcune cose sono “mali necessari”, in special modo quando sei giovane e sciocco…ahah!
Con il trascorrere del tempo abbiamo imparato la lezione, le cose sono cambiate in modo significativo ed in meglio per i Crystal Tears, tanto è vero che non ci vorrà più molto tempo prima che il successore di Hellmade veda la luce.
Amico, ci sentiamo molto “freschi” ed ispirati, una cosa che credo emerga proprio anche dal nostro ultimo cd!

Tanti cambiamenti anche in line up, direi…pensi che quella attuale possa essere finalmente stabile?

Io lo spero proprio!
Sai, ogni volta che il gruppo ha avuto qualche difficoltà, ci siamo poi spinti verso un livello superiore, con conseguenti cambiamenti. La line up attuale è, ad oggi, la nostra più solida, sia in termini musicali, sia in quelli di personalità.
Tutti quanti sanno perfettamente cosa devono fare e come utilizzare al meglio le proprie abilità e risorse…e per il momento pare proprio funzionare. Vorrei davvero che non cambiasse più: del resto, nessuno ama le variazioni di gruppo, sono una vera iattura per i fan e per la band stessa. Chiaro, non siamo i primi, ne saremo gli unici ad aver sperimentato tanti cambi, soprattutto in tempi grami come quelli attuali, tuttavia occorre sempre pensare che, in questa vita, nulla è garantito. Per quanto sia una cosa che odio ammettere, in certi casi si tratta pur sempre di semplice business…
In ogni modo, partiamo con questa formazione e cerchiamo di tenere duro!

Parlami della nascita e della successiva lavorazione di “Hellmade”…

È iniziato tutto già dal momento in cui abbiamo concluso ogni attività promozionale per “Generation X”, tour greco incluso. Ci siamo seduti insieme ed abbiamo iniziato a lavorare su qualche nuova idea. L’atmosfera era buona e le cose sono sembrate scorrere bene sin dal principio…
Tuttavia, come ricordavi prima, nel corso delle lavorazioni la line up è cambiata: l’abbiamo preso come un modo per stimolare la nostra creatività, cercando di cogliere così qualche apporto in più a livello di ispirazione.
Il disco è uscito rabbioso e melodico al tempo stesso: riflette l’intensità creativa del gruppo in quel periodo.
Insomma, testa bassa, molto lavoro, scelte giuste e via, ecco un buon album! Ahahah!

 

Qualcosa sui testi? Approfondiamo anche questo argomento…

Per ragioni pratiche, tutti i testi di “Hellmade” sono stati scritti da me.
Il nostro cantante è cambiato durante il processo di songwriting ed abbiamo dovuto darci da fare per risparmiare tempo.
È successo e pazienza…al termine di tutto, ogni aspetto è stato comunque coordinato con il nostro attuale singer Soren Adamsen. Del resto, è lui che prende in mano il microfono, ragione per cui deve sentirsi del tutto a proprio agio con ciò che canta.
Gli argomenti variano dalle vicende umane alla ricerca interiore, passando per la sensazione di colpevolezza, la forza di volontà, lo scorrere del tempo…
Le lyrics che credo siano meglio riuscite sono però quelle di “Under Your Skin”. Hanno un approccio mistico al riguardo delle relazioni quotidiane ed in merito alla loro profondità…

Oltre a questa, altre canzoni per cui hai particolare affetto?

Senz’altro “Resurrection Suicide”, un pezzo quasi estremo per i Crystal Tears. È la canzone più thrashy e veloce che abbiamo mai composto. L’ho scritta quando eravamo a Manchester, durante uno dei momenti migliori della nostra carriera…fu bellissimo suonare in UK!
Ho poi anche un occhio di riguardo per “Beds Are Burning”, una cover dei Midnight Oil…adoravo l’originale! Si tratta, a mio modo di vedere, di una canzone dotata di uno dei migliori cori della storia del rock, unito ad un testo stupendo.
C’è voluta la programmazione di un anno per riuscire a realizzarla al meglio. Ne abbiamo tratto anche un videoclip!

Voi arrivate dalla Grecia, una zona che risulta essere sempre tra le più ricettive in ambiti classic metal…ci sono altri gruppi delle vostre parti che pensi possano meritare?

Buona domanda…ho sempre pensato che ognuno ha quel che si merita.
Se qualcuno merita di essere ascoltato, prima o poi otterrà il suo spazio. Purtroppo però, anche se in tanti da queste parti si cimentano con il metal, sebbene ci siano molte band in proporzione alla grandezza del paese, sono comunque davvero poche quelle che potrebbero reggere su standard internazionali. Mi spiace dirlo, ma è così…
Abbiamo molti locali, club e palcoscenici, in particolare nel nord della Grecia ed è ovvio, spesso puoi incontrare musicisti eccellenti. Ma tutti hanno la tendenza a non osservare particolare disciplina.
Essere in un gruppo rock/metal, impone un certo rigore, un concetto che non è molto ben chiaro a noi greci, ahaha!
Fare musica in modo serio significa lavorare in team, osservare regole e determinati doveri. Beh, amico mio, prova a dirlo ad un greco…ahahaha!
Ed i fatti parlano più delle parole: prendi i ragazzi dei Rotting Christ, Gus G., i Septic Flesh, Marios Iliopoulos, R. D. Liapakis, John Koutselinis…gente che ha ottenuto ed ottiene successo.
Sono dei veri stacanovisti e non potrai mai dire che hanno fama solo perché sono stati fortunati o per qualche strano caso!

Quando hai iniziato ad appassionarti al metal?

Oh, è stato sul finire degli anni ottanta, inizio novanta, quando MTV era cool e visibile in Grecia (importante da ricordare!).
Album come “Trash” di Alice Cooper e “Seventh Son Of A Seventh Son” degli Iron mi hanno fatto innamorare di questa musica…poi “Use Your Illusion” dei Guns e “Painkiller” dei Judas Priest sono esplosi come delle bombe…e quindi di nuovo Iron, Megadeth, Metallica, Manowar (sono impazzito per l’artwork di “Triumph Of Steel”!) mi hanno spinto a concentrarmi sempre di più sul metal, sino a farmi scoprire WASP, Twisted Sister, Helloween, Blind Guardian, Iced Earth…quanti bei ricordi…

 

E poi? Dove ti sei radunato le prime volte a suonare e come hanno mosso i primi passi i Crystal Tears?

A Salonicco ovviamente! All’inizio ci trovavamo con alcuni amici nella mia cameretta, io colpivo i cuscini come se fossero una batteria, con bacchette procurate da alberi e piante, ahahaha!
Diciamo che le prime volte ufficiali sono state in uno studio di registrazione vicino casa, utilizzato specificamente su prenotazione dalle band del posto. Fu una fortuna poterlo avere a due passi: ero molto giovane per viaggiare sino al centro della città alla ricerca di altro.
Prime esperienze disastrose, come puoi immaginare…però un sacco di vero divertimento!
Ti ringrazio per questa domanda, mi hai fatto ricordare delle cose davvero belle!

Vi siete mai sentiti “costretti” in un ambito come quello dell’underground metal? Magari sottovalutati o meritevoli di maggior successo?

No mai.
Qualche volta mi pento di essere stato troppo schietto invece che un po’ leccaculo, ma è un mio problema. So che abbiamo sempre fatto del nostro meglio. Ed anche di più, il che mi basta.
Non mi lagnerò mai in merito ai risultati del gruppo, ma cercherò comunque sempre di imparare dai miei errori. Credimi, ci vuole fegato per guidare una band heavy metal in modo “Politically Correct” sulla scena internazionale, ma dopo tutto mi sento grato per quello che abbiamo ottenuto sinora. Ancora più importante, penso che il futuro sia roseo.
Se poi non siamo conosciuti da tanti ed i nostri dischi non fanno bella mostra nel salotto di molta gente è una cosa che dipende solo da noi: faremo del nostro meglio, poco alla volta, per arrivarci…

Un classico al quale avresti voluto partecipare in qualità di ospite?

Humm, direi Painkiller dei Judas e “Seventh Son Of A Seventh Son” degli Iron. Ma anche “Hey Stoopid” di Alice Cooper e “Set The World On Fire” degli Annihilator!

Suppongo che tu sia soddisfatto, a distanza di quattro mesi dalla pubblicazione, dell’andamento del disco…

Fratello, sta andando oltre le aspettative…mi piace molto sapere che ogni fan ha una sua canzone preferita e non ce ne sono solo una o due che piacciono più delle altre.
Abbiamo anche realizzato una serie di cinque party promozionali in differenti città della Grecia…la prima volta per un gruppo del nostro paese.
A breve saremo in tour con i Mystic Prophecy, nel mese di ottobre per la precisione.
Insomma, si va avanti e si procede bene, amico mio!

Com’è il rapporto con Massacre? Penso che l’incidere per una label di massima professionalità come questa, sia un ulteriore motivo di orgoglio per voi…

Accidenti se lo è! Tom (Hack, responsabile della label tedesca NdA) svolge un lavoro esemplare insieme a tutto il team Massacre.
In effetti è la prima volta che lavoriamo con un’etichetta così ben organizzata ed efficiente! Ora la parte difficile – e divertente – è quella di supportare chi ci promuove, ahaha, il che è davvero speciale!
Il merito è tutto di R.D. Liapakis, il nostro produttore, che ci ha consigliati e messi in contatto con la label. Quel che si dice un aiuto davvero prezioso!

Siamo seri, giusto il tempo del finale di questa interessante intervista.
Sei europeo, ma soprattutto greco. Come la vedi questa crisi infinita che stiamo affrontando? Che opinione hai della UE e più in generale di questo difficile periodo storico?

Beh, mi spiace, ma la UE sembra proprio non funzionare.
E perché dovrebbe del resto…ci sono troppe culture, tradizioni ed attitudini differenti in essa. Dopo tutto, è solo ed esclusivamente business e non c’è mai stata unità d’intenti. Voglio dire, tutti quanti cercano solo il meglio per il proprio paese, no?
La crisi in Grecia ha avuto e sta avendo effetti disastrosi. Prima da noi e poi nel resto della comunità. Noi siamo ancora in “codice rosso” e lo saremo per chissà quanti anni ancora…naturalmente ogni paese segue la propria politica ed ognuno ha quel che si merita. Certo.
Ma sarebbe molto meglio se imparassimo almeno a rispettarci gli uni con gli altri…
Ok vero, non si può…non siamo in grado di esser rispettosi nemmeno tra vicini di casa, figuriamoci tra diverse nazioni…
Forse sto parlando di qualcosa che ha le sfumature di un’utopia, vero?

 

Con quest’ultimo pensiero possiamo chiudere l’intervista. Devo ringraziarti, una delle più gradevoli che mi siano capitate…

Grazie anche a te per la piacevole intervista. E grazie anche per avermi riportato, in qualche occasione, con la memoria verso ricordi molto belli.
Vorrei chiudere dicendo che spero qualcuno tra i vostri lettori voglia dare un chance ad “Hellmade” ed alla nostra band.
La musica ha bisogno di forze fresche e le forze fresche hanno bisogno di supporto.
Non lasciate che si perdano!

Speriamo di trovarci un giorno o l’altro per una birra Fabio…è stato un vero piacere!

 

 

Fabio Vellata

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Discografia Crystal Tears:

– Choirs of Immortal – (2006 )
– Generation X – (2010)
– Hellmade – (2014)

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