Progressive

Dark Ages (Tutta la band)

Di Stefano Ricetti - 31 Agosto 2011 - 10:10
Dark Ages (Tutta la band)

Intervista con i Dark Ages, gruppo attivo sin dai primi anni Ottanta all’interno del movimento metallico italiano che ritorna sulle scene attive grazie all’album Teumman Part One, da qualche tempo disponibile sul mercato. Al fuoco incrociato delle domande le risposte di tutti e cinque i componenti: Simone Calciolari (chitarra e fondatore della band), Davide Cagnata (voce), Angela Busato (tastiere), Marco Gennari (basso) e Carlo Busato (batteria).

Buona lettura.

Steven Rich
 

Da dove deriva il Vostro nome?

R (Simone): DARK AGES significa “medioevo” e, secondo noi, riflette esattamente il periodo storico nel quale ci troviamo adesso, vale a dire che noi stiamo vivendo in un’epoca destinata a sfociare in un nuovo Rinascimento anche, e soprattutto, musicale.

Quali furono le Vostre principali influenze negli anni Ottanta?

R (Simone): Ovviamente tutte le band della NWOBHM, come penso la maggior parte dei gruppi nati in quegli anni.

Puoi spiegare i passaggi chiave in casa Dark Ages che hanno determinato poi l’uscita dell’album Saturnalia?

R(Simone): Avevamo iniziato da qualche mese a comporre brani nostri anche se la formazione non era completamente stabile. Durante l’estate la cantante Guia ci aveva iscritti ad un concorso per artisti emergenti nel quale partecipavano per la maggior parte cantanti con le classiche basi di Mina, Giorgia ecc.ecc.; di certo era il concorso peggio organizzato che avessimo mai visto ma tra il pubblico era presente una persona che poi ci ha segnalati ai responsabili della casa discografica Video Star di Savona. Dopo aver ricevuto la loro proposta ci siamo affrettati a completare i brani che poi sono stati registrati in Saturnalia.

 

 

Tuoi pensieri e parole riguardo il disco, uscito nel 1991.

R(Simone):  Si è trattato forse di un lavoro portato a termine in modo frettoloso e senza alcuna pre-produzione. Di sicuro l’entusiasmo era al massimo e tutti hanno dato il meglio che potevano purtroppo nel tempo assai limitato che ci è stato messo a disposizione per registrare.

Seppur fornendo spunti interessanti l’album poteva esprimere meglio il proprio potenziale se fossero stati evitati alcuni errori, sei d’accordo?  

R(Simone): Sì, certamente sono d’accordo. Tuttavia essendo per tutti i musicisti di allora un’esperienza completamente nuova non eravamo in grado di esercitare il controllo sulle take, sulla scelta dei suoni e soprattutto sul mix. Personalmente non rinnego nulla di Saturnalia anzi credo che, potendo tornare indietro, probabilmente rifaremmo le stesse scelte.

Cosa pensi del fatto che il disco originale abbia raggiunto quotazioni ragguardevoli sul mercato?

R(Simone): Certamente fa molto piacere anche se, ritengo personalmente, che si tratti di una quotazione dovuta più alla difficoltà nel reperirlo sul mercato piuttosto che per la qualità stessa del disco. Mi piacciono molto le canzoni che vi sono contenute ma andrebbero certamente riviste negli arrangiamenti, nei suoni e nel mix come già detto.

Avete intenzione, in futuro, di farlo uscire in Cd?   

R(Simone): A parte il fatto che il master originale purtroppo è andato perduto (non ti dico come perché questa non è un’intervista comica); in ogni caso si consideri che i musicisti che hanno partecipato a quel disco hanno lasciato la band entro poco tempo dalla pubblicazione per altre esperienze e addirittura qualcuno ha smesso di suonare, quindi non avrebbe senso a mio avviso ritornare per forza ad un passato quando il presente e il futuro sono di certo più entusiasmanti dati i consensi dei fan e della critica sul nuovo disco Teumman.

Che fine ha fatto Guia Roncaia? Sei ancora in contatto con lei?

R(Simone): Ci salutiamo veramente con piacere quando ci incontriamo; ha continuato a cantare, anche se generi musicali diversi talvolta, e da poco si è pure sposata. Quindi felicità piena direi.

Esisteva qualche nesso fra i veronesi Dark Ages e i vicentini White Skull riguardo il fatto della cantante donna? Hai qualche aneddoto da raccontare, eventualmente?   

R(Simone): In effetti i paragoni al tempo si sprecavano ma considerato com’è andata la carriera dei White Skull direi che non c’è nessun paragone da fare. Loro sono stati premiati dalla costanza e dalla coerenza che li hanno finora contraddistinti. Aneddoti particolari? Qualche anno fa Tony dei White Skull mi aveva chiesto se mi interessava entrare nella loro band; ovviamente mi sono sentito lusingato per la proposta ma stavano già maturando le canzoni di Teumman e quindi ho preferito rinunciare.

Negli anni Ottanta c’erano delle band italiane alle quali facevate riferimento?

R(Simone): Direi di no, non perché non ci siano state band degne di riferimento, anzi, tutto il contrario… ma l’idea era quella, come credo per tutti coloro che fanno musica propria, di cercare il più possibile di avere una identità personale.

Il Veneto è notoriamente riconosciuto come una fra le regioni che vanta il maggior numero di metallari praticanti. A tuo modo di vedere quali sono le principali differenze a livello di pubblico fra quando avete iniziato voi e oggi?  

R(Simone): Direi che non è cambiato nulla nello spirito. L’entusiasmo e la voglia di rock continua a muovere allo stesso modo i ragazzi allora come oggi. L’unica differenza credo sia nei mezzi di comunicazione soprattutto internet che azzera le aspettative; una volta per passaparola si veniva a sapere che c’era un concerto a 100 km il giorno stesso e si partiva alla cieca! Non si sapeva luogo, orario, nulla. Adesso si va solo se si è sicuri al cento per cento di quello che si troverà.

 

 

Un vostro commento per le seguenti realtà tricolori:

ADRAMELCH – R (Simone): Mi piacciono molto le melodie della voce inserite negli incastri dei giochi delle chitarre.

SPITFIRE – R (Angela e Simone) Band decisamente storica del veronese… Inconfondibile la voce del “Giga”; in un recente incontro (del tutto casuale) ci aveva detto del loro nuovo CD. Non abbiamo avuto occasione di sentirlo ma speriamo di farlo presto.

WHITE SKULL – R (Angela e Simone): Ci sono piaciuti molto con tutti quelli e quelle che hanno sostituito Federica dietro il microfono; gli Skulls sono sempre fedeli al sound che li contraddistingue.

BLACK HOLE – R (Simone): E’ da un bel po’ che non ho loro notizie; avrei voglia di risentirli però alla svelta, al tempo mi piacevano molto.

FLIGHT CHARM –  R (Simone): Ne ho sentito parlare ma non ho mai avuto il piacere di sentirli dal vivo. So che hanno pubblicato qualcosa negli anni ’80 e poi più nulla…

ELEKTRADRIVE – R (Angela): Bravi, piacevoli  sempre da ascoltare. Buono il loro ultimo lavoro uscito un paio di anni fa.

Spiega i motivi dello split e quelli che hanno invece portato alla ricostituzione della band.

R (Simone): In realtà la band non è mai morta, soltanto sono cambiati alcuni elementi e ci limitavano a suonare cover. Nel frattempo l’idea di un nuovo CD era già nella mente mia e di Davide (che ricordiamo quest’ultimo essere nella formazione da oltre 15 anni ormai); si stavano aspettando solo le persone “giuste” per l’inizio dei lavori.

Come è avvenuta l’entrata nella band del singer Davide Maria Cagnata?

R (Davide): Al tempo militavo in una band di rock-blues molto conosciuta ed un bel giorno, complice qualche birra di troppo, mi confido con Simone dicendo che era arrivato il tempo per cantare veramente quello che mi piaceva… il passo successivo è stato fin troppo facile.

Stessa domanda per la tastierista Angela Busato.

R (Simone): Davide ed io abbiamo incontrato Angela, musicista già conosciuta per fama, proprio per caso immediatamente prima di un concerto dei Dark Ages; in quel tempo la formazione era ridotta a 4 elementi e con il batterista in partenza per gli Stati Uniti. Volendo aggiungere nuovi colori al sound della band, con l’ingresso magari di una tastiera, è stata invitata a fare qualche prova. Angela si è presentata con il fratello Carlo, batterista giovane ma molto determinato, che immediatamente è stato apprezzato e reclutato nel gruppo.

Come è nato il rapporto con la Emmeciesse Music?

R (Simone): Mirko Defox Galliazzo è una persona che conosciamo da molti anni; abbiamo avuto modo di far bisboccia parecchie volte in occasione di festival o concerti nei quali partecipavamo noi e gli X-Hero (la band del grande Mirko). Confidando nella sua esperienza e nella sua onestà di critico gli abbiamo fatto sentire i brani di Teumman e quindi è arrivata la proposta della casa discografica.

Davide, spiega i presupposti che hanno portato al concept Teumman – part one.

R (Davide): C’erano già dei brani pronti, abbiamo pensato che invece dei soliti pezzi che parlano solo di “fire”, “thunder” e “power”, come fanno alcuni nostri amici, tanto valeva costruirci attorno una storia sensata che costituisse un “quid pluris” rispetto alla musica, e così a poco a poco è nata l’idea di questa vicenda.

 

 

Un vostro commento per ogni brano:

1. Overture
R (Angela): E’ il primo brano ma in realtà è stato l’ultimo ad essere composto. L’arrangiamento delle tastiere riassume i temi principali di tutte le canzoni ed introduce, nel suo crescendo, all’atmosfera del campo di battaglia alla fine dello scontro.

2. Battlefield
R (Davide): E’ il brano più complesso con numerosi cambi di tempo e segnature ritmiche diverse. Il testo descrive la notte, la distesa dei cadaveri sul campo di battaglia ed un’ombra lugubre che si aggira alla ricerca del corpo di Teumman…

3. The Fall
R (Simone): E’ il secondo brano strumentale che descrive la caduta negli Inferi dell’anima del protagonista. Alcune recensioni, soprattutto all’estero, lo accostano, per le sensazioni che trasmette, alle colonne sonore cinematografiche.

4. Hell
R (Angela): Il brano parte in modo sommesso e apparentemente delicato per esplodere poi in un sound tagliente che fa da scenario alle parole del demone Oriax, che ha trascinato Teumman nell’oltretomba, anticipando la possibilità di cambiare il suo destino.

5. Damned
R (Davide): Breve brano strumentale che intende descrivere l’angoscia che circonda il futuro che spetterà a Teumman…

6. Oath
R (Carlo): In questo brano entra in scena Berkaal, il signore dell’oscurità, che propone a Teumman un patto in cambio dell’immortalità; dovrà conquistare il cuore della fedele moglie del Re assiro Agares in modo che ella perda la sua anima. L’incedere incalzante dei riff di chitarra fanno di questo il brano di maggior presa dell’album a detta dei fan.

7. New Life
R (Marco): Le note del pianoforte simboleggiano i passi lenti e rassegnati di Teumman che, avendo accettato il patto, ritorna sulla terra e si accinge a compiere la propria missione e quindi, nonostante il titolo positivo, questa nuova vita nasce sotto i peggiori auspici.

8. Arrival
R (Davide): Il redivivo Teumman si presenta al palazzo del Re Agares e viene accolto come un figlio, anche se il cuore del saggio Re è ottenebrato da un oscuro presagio. Un ritmo regolare e molto cadenzato si fonde con la melodia dei violini spezzata solo dal nervosismo dei soli di chitarra.

9. The Palace
R (Angela): Un potente tuono e subito dopo la pioggia che incornicia uno struggente passaggio di pianoforte e chitarra acustica; Teumman vede la regina Namrad e se ne innamora.

10. Drop of Rain
R (Marco): E’ un brano lento e melodico nel quale la voce di Davide, quasi sussurrata in certe parti, contrasta fortemente con le altre canzoni; questo brano si contraddistingue anche per le chiare influenze prog anni ’70 ed è arricchita dalle melodie del basso e dalla sensibilità del tocco della batteria di Carlo. Teumman e Namrad si parlano e lei si sente confusa e disorientata.

11. Scared
R (Carlo): Batteria e basso la fanno da padroni in questo brano che parte in modo molto deciso che descrive il vacillare della determinazione di Teumman; si sente in colpa per l’inganno che sta per compiere e per questo ha paura.

12. Doubt
R (Simone): Brevissimo passaggio strumentale carico di angoscia preludio del “ripensamento” del protagonista.

13. Regret
R (Carlo): Ultimo brano della prima parte del concept che inizia con un intro di tastiera al quale rispondono un secco riff di chitarra e un possente drumming nella prima parte per poi risolversi nel ritornello di ampio respiro caratterizzato dalla melodia del basso. Un secco e concitato dialogo tra Teumman e Berkaal nel quale l’eroe spiega i motivi del suo ripensamento ai quali risponde  il ricatto del demone. La disperazione di Teumman per non potersi sottrarre al patto viene quasi recitata da Davide nell’ultima parte del brano che si chiude in un malinconico arpeggio di chitarra che accompagna a quella che sarà la seconda parte dell’opera.

Ci sarà un uleriore Cd, quindi.

R (Simone): Ovviamente sì. Data la dimensione della storia ed il numero degli episodi non era possibile far uscire tutto in un singolo dischetto ottico e stiamo fremendo al pensiero di raccontare, in musica, l’epilogo della storia.

Se si, quando? State già lavorandoci, avete dei pezzi pronti?

R (Angela): Si abbiamo alcuni pezzi pronti da tempo e stiamo lavorando all’arrangiamento di altri. E’ nostra abitudine che i temi principali delle canzoni siano proposti a tutta la band ancora allo stato “grezzo”; segue quindi il lavoro di ogni singolo elemento, ciascuno per il proprio strumento, per il completamento. Solo in questo modo abbiamo la possibilità di trovare la giusta sinergia per fondere assieme le diverse anime di ogni singolo e trovare soluzioni a nostro parere ottime e talvolta inaspettate. I tempi di registrazione della prima parte sono durati circa 6 mesi, poi ci sono stati quelli della stampa e pubblicazione; seguendo lo stesso ritmo possiamo pensare di far uscire la seconda parte, salvo complicazioni, entro il 2012.

 

 

Un vostro commento per le seguenti realtà:

JETHRO TULL – R (Simone): Il puro sound degli anni ’70…

GENESIS – R (Angela): Il Prog. E credo non ci sia altro da aggiungere.

PINK FLOYD – R (Carlo): Hanno insegnato a tutti come creare un qualcosa di magico che ti entra dentro fino in fondo con poche note… ma ben piazzate!

CRIMSON GLORY – R (Simone): Stessa cosa dei Jethro Tull… ma qua siamo negli ’80!

DREAM THEATER – R (Carlo): L’ultima frontiera forse del metal prog portandolo all’estremo attraverso la tecnica.

QUEENSRYCHE – R (Davide): A mio avviso avrebbero meritato di più. Mi piacciono.

LE ORME – R (Simone): Sono cresciuto con i loro dischi (presi in prestito da mio fratello) assieme agli altri gruppi del prog italiano. Abbiamo avuto il piacere di aprire un loro recente concerto a Verbania. Unico dispiacere è il fatto che non ci fosse la formazione originale.

BANCO DEL MUTUO SOCCORSO – R (Marco): Siamo sempre nella storia del prog italiano… quello vero.

BIGLIETTO PER L’INFERNO – R (Angela): Forse non hanno trovato lo spazio che meritavano, molto bravi.

 

Simone, quali sono i tre dischi che ti hanno cambiato la vita?

R (Simone): Accidenti… difficile rispondere. Penso che ogni disco possa darti qualcosa e per questo cerco di ascoltarne tanti. Se proprio sono obbligato a rispondere direi “Ummagamma”, “Nursery Crime” e “Van Halen I”.

Capitolo concerti: quali saranno le prossime mosse in ambito live?

R (Angela – Davide – Carlo): Suonare suonare suonare… piace e fa bene. Dovremmo però per forza fermarci per il periodo necessario alla stesura definitiva dei brani di Teumman part two ma non abbiamo ancora programmato nulla in merito, succederà quando saremo pronti.

Spazio a disposizione, Simone, per chiudere l’intervista.

R(Simone) :Ti ringraziamo per la chiacchierata in verità un po’ impegnativa viste le domande. Speriamo di aver soddisfatto tutte le tue curiosità e quelle dei fan. Voglio sottolineare che da parte dei Dark Ages, in particolare adesso che la line-up è la migliore mai avuta, rimarrà sempre attivo l’impegno di portare avanti la nostra musica anche se i tempi sono sempre più difficili.
 

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti