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Hypocrisy (Peter Tägtgren)

Di Luca Montini - 13 Aprile 2013 - 12:30
Hypocrisy (Peter Tägtgren)

Ciao Peter Tägtgren e benvenuto su Truemetal.it, come va stamattina?

Molto bene, per una volta dopo tanto tempo ho dormito bene… così… “I’m ready to rock!”

Alla fine di gennaio eravate in Giappone per il tour “Hell over Japan”, quali sono stati i momenti più importanti?

Non saprei, ci sono un sacco di cose davvero belle là, in particolare le persone sono molto più calorose ed entusiaste, è molto diverso dall’Europa…

Sta per uscire il vostro ventesimo studio album “End of Disclosure” che rilascerete il 22 marzo, come ti senti ora che questo nuovo nato sta per venire alla luce?

Beh ci si sente bene, mi sarebbe piaciuto dedicare ancora altro tempo al processo di missaggio, ma non c’era tempo e questo è stato il meglio che ho potuto fare perché la fase di registrazione è stata un po’ più lunga del previsto.

L’album include nove canzoni; come mai avete scelto proprio “End of Disclosure” per dargli un titolo?

Ehm… potrei dirti che non lo so, perché l’intero l’album parla di storie di cose “celate”, in differenti modi: teorie della cospirazione e roba del genere, così un titolo di questo tipo rievoca tutti i testi dell’album.

Riguardo appunto il processo di songwriting, cosa ci puoi dire di più sulle liriche e sui temi trattati?

Ho iniziato a scrivere per quest’album qualcosa come dodici o tredici mesi fa. L’ho presa molto semplicemente, trasportando nel corso del tempo quello che potevo un po’ in quella ed un po’ in questa canzone, stendendo attraverso l’intero anno il tutto in modo tale da non restare intrappolato in qualche tipo di stato d’animo. Volevo avere differenti tipi di sensazioni per ogni canzone, questa è la ragione per la quale ho distribuito in questo modo il processo di scrittura.

 

Recentemente hai dichiarato di voler tornare alle origini, a tuo avviso perdute negli ultimi album. Hai detto che quest’album va dritto al punto, che è più Hypocrisy che mai: più veloce, più pesante e più epico. Dimmi di più su ciò che intendevi?

Più o meno quello che ho detto (ride). Intendo che la stessa struttura delle canzoni, i riff e le melodie sono tutte più chiare e semplici da capire in quest’album. L’ultimo era più complesso. Non so… non dico proprio che gli Hypocrisy debbano proporre un metal più primitivo, ma penso che debba essere più semplice dell’altra roba death metal in giro. Non solo per le liriche ma anche per le sensazioni e le melodie.

Ho apprezzato, ascoltando l’album, il missaggio della tua voce. Non è il growl tradizionale dei primi album, ma l’ho trovato molto interessante e thrash. C’è qualcosa che hai studiato in particolare?

Stavo ascoltando un sacco di vecchi album per capire come fosse il vecchio growl ed ho pensato un po’ di averlo perso. Negli ultimi album era più uno screaming, così ho pensato di tornare indietro e suonare come i primi album, così mi sono reinventato un po’. Mi fa piacere che molte persone dicano che funziona bene, di ciò sono molto felice.

Hai detto che non hai avuto molto tempo per il mixing, puoi dirmi qualcosa in più riguardo a questa fase di mixing e mastering; con chi hai lavorato?

Non c’è stata nessuna cooperazione con nessuno (ride), solo io, eccetto il mastering che lo lascio a Jonas [Kjellgren n.d.R.] di Black Lounge [Studios], ma solo perché vive alla porta accanto e posso sempre andare da lui a lamentarmi e fargli fare il lavoro due volte per farlo felice! È meglio che qualcun altro lo faccia per me; so cosa voglio, giusto non voglio fare tutto da solo.

La sessione di listening è stata il 12 gennaio, al tuo studio “Abyss”, so che c’era molta stampa internazionale… qual’è stata la loro reazione?

Devo dirti che in realtà non glie l’ho chiesto e non me l’hanno detto, ad essere onesto… non volevo pressarli e chiedergli “Hey, che ne pensi? Che ne pensi?”, ho pensato che l’avrei comunque scoperto dopo, in ogni caso. Ma sembra che sia piaciuto loro e questo è davvero buono.

Qual’è la tua canzone preferita di quest’album se potessi sceglierne una o due, e perché?

Non ne ho davvero idea ora come ora. Beh… (silenzio). Ok… ci sto pensando (ride). Non lo so davvero ad essere onesto. Mi piacciono davvero tutte, ognuna ha differenti vibrazioni, ma in qualche modo si combinano tutte. È davvero difficile per me dire qual’è la migliore.

 

Riguardo invece l’artwork dell’album, notevole: in quale senso riflette lo spirito dell’album? So che è stata realizzata da Wes Benscoter, che ha lavorato con Slayer, Kreator, Nile e Vader…

Si, ha anche realizzato la cover dell’album “Osculum Obscenum”, con noi Hypocrisy. Gli ho detto di cosa parlava l’album e mi ha risposto che avrebbe cercato di riflettere il tutto in quest’immagine. Penso che questa immagine ricordi qualcosa di extraterrestre, qualcosa sul controllo delle persone, potrebbe essere roba degli Illuminati o simili…

Il release party dell’album sarà il 22 marzo, data di uscita dell’album. Puoi parlarmi del party o è top-secret?

Non ne ho idea, so che ci sarà gente ed un concerto, canteremo qualcosa del nuovo album per iniziare il tour mondiale. Le date sono tutte in rete e partiremo a breve.

Sono anni che giri il mondo tra palchi, dopo tutti questi anni quali emozioni provi quando sei in tour?

Non lo so, voglio solo “kick ass”. Questo è quello che senti prima di partire. Per me è uscire, intrattenere la gente, dare loro quello che vogliono.

Hai un qualche tipo di messaggio ai tuoi fan?

Bisogna essere di mentalità aperta perché tutte le canzoni parlano di cose differenti; non tutte le canzoni parlano di politica o roba del genere. Ci sono tante storie in tanti modi.

Hai dei riti particolari prima di salire sul palco?

Si, vado sempre a pisciare (ride), anche se non esce niente. Va così da più o meno vent’anni, penso (ride).

Parlando in generale sul file sharing e sui metodi per condividere musica, qual’è la tua opinione in materia?

Non saprei, è una domanda trabocchetto: perdi da una parte e guadagni dall’altra. C’è più gente agli show, coinvolgi maggiormente il pubblico nel mondo della musica. È una buona maniera per lanciare una band, attraverso Internet. Nessuno lavora gratis, ma ora molte persone vengono agli show e ci supportano acquistando biglietti e t-shirts, così… non so. Le persone comprano anche attraverso iTunes e quelle cose lì, fanno il meglio che possono. È solo una “nuova era”, ed è così. Devi solo accettarla e conviverci.

Quali band ti hanno maggiormente influenzato personalmente durante la tua carriera?

“Oh, shit”… beh, direi Kiss, Beatles e roba del genere all’inizio. Quando ero un ragazzino… Elvis. Cose anni ’50 e ’60.

Ed ora cosa ascolti quando vuoi rilassarti?

Ascolto un po’ di “vecchio” David Bowie, Pink Floyd… “classic shit”.

So che hai lavorato con un sacco di grandi musicisti e band. Quali sono i migliori ricordi delle cooperazioni passate? Sempre che sia possibile scegliere…

È impossibile scegliere, mi spiace, sai, ho avuto la fortuna di lavorare con così tanti grandi personaggi e grandi band, e sono sempre state emozioni.

Parlando invece del futuro, ci sono band con le quali ti piacerebbe cooperare?

Beh, certo, sai, come produttore punti sempre ad arrivare più in alto quindi qualsiasi cosa sia “la più grande” va bene. Ad esempio mi piacerebbero i Metallica… ma va bene qualsiasi cosa.

… e dove vorresti vederti da qui a dieci anni?

Non so, beh, sono felice più o meno dove sono. Forse gradirei qualche persona in più ai concerti, ma per il resto va bene.

A proposito ho saputo che possiedi un villaggio in Svezia, chiamato Pärlby…

Si, ci vivono venti, venticinque persone.

Ma come mai possiedi un villaggio lì? Come è successo?

Beh, sai, non so come spiegarlo ma è qualcosa tipo: in passato era solo una casa povera, una grossa casa, con delle attrezzature attorno. Poi è diventato un centro per malati mentali, con tutte le varie case delle persone che lì lavoravano e vivevano. Ora l’ospedale è chiuso e sta lì come un tumore con tutte le case attorno, e quelle sono le case che ho. Ma ne ho vendute un po’… è una responsabilità…

C’è qualcos’altro che vuoi dire sull’album che non ho chiesto?

È il miglior album del mondo! (ride) Penso che alla gente possa piacere, non c’è molto più da dire, è una bella storia sulla mia visione della vita; non è solo musica ma contiene anche belle storie.

Peter, ultima domanda: l’ultima parola è tua, quali sono i tuoi saluti ai fan di truemetal.it

Spero che verremo nel vostro paese molto presto, e spero che vi unirete a noi on stage… cioè, non inteso come “sul palco” ma “sul posto” (ride).

A cura di Tarja Virmakari e Luca Montini.