Black

Intervista Bathory (Quorthon – 1993)

Di Stefano Ricetti - 6 Dicembre 2016 - 12:30
Intervista Bathory (Quorthon – 1993)

Dopo l’intervista a Quorthon del 1989 pubblicata il 19 novembre 2009 sempre su Truemetal (qui il link), è oggi la volta della riproposizione della chiacchierata fra Alex Veratrini e il leader dei Bathory, avvenuta nel 1993 e uscita all’interno della rivista Flash numero 51, dell’aprile dello stesso anno.

Buona lettura.

Steven Rich

 

BATHORY 1

 

Troppo spesso si è favoleggiato sul misterioso leader dei Bathory, facendolo oggetto di accuse infondate. Personalmente è stato piacevolissimo poter discutere con una persona come Quorthon, che esprime senza remore le proprie opinioni. Svedese, vulcanico, europeista, ateo, Quorthon distribuisce mazzate alla Danimarca, a King Diamond, agli Stati Uniti, alla Chiesa…

Il vostro ultimo studio-album, “Twilight Of The Gods”, ha segnato un rivoluzionamento dello stile dei Bathory in chiave epic: quali sono state le ragioni di questa virata?

“II mutamento stilistico non è legato soltanto alla pubblicazione di ‘Twilight. . .’, ma c’è stato puntualmente con la realizzazione di ogni singolo disco dei Bathory. La nostra è un’evoluzione musicale prolungata, iniziata e portata avanti da oltre dieci anni. In ‘Bathory’ avevamo un certo stile che in ogni tappa successiva è stato progressivamente modificato perché ogni volta puntavamo a fare qualcosa che per noi fosse nuova”.

Ti possiamo considerare come uno dei precursori del death metal?

“Certo, non posso negare la circostanza che quando ho iniziato a suonare, nel marzo dell’83, proponevo una determinata musica caratterizzata da un’atmosfera molto pesante; iI fatto che in seguito questo modo di proporsi sia stato chiamato death metal non ha alcuna importanza; l’importante per noi è l’aver fatto, in quel periodo, proprio ciò che volevamo, in piena libertà”.

In alcuni album, tu ti sei fatto carico sia delle parti strumentali che di quelle vocali. Non hai mai provato il desiderio di avere una vera e propria band al tuo fianco?

“Quello che dici è vero solo in parte. Solo nei primi due album non c’era una line-up stabile, e sulle note di copertina non vennero riportati i nomi dei tizi che incisero con me semplicemente perché loro non volevano essere citati. Non vennero pubblicate foto della band perché i componenti cambiavano continuamente: a quel tempo era molto difficile trovare in Svezia gente disposta a suonare quel genere di musica. Le foto ed i nomi non apparivano per questo motivo: tutte le cose che sono state dette e scritte (circa il carattere irascibile ed egocentrico di Quorthon/nda) sono solo dicerie”.

Ma avrai uno strumento che preferisci suonare…

“Dipende dal momento in cui mi trovo. Se sto componendo i pezzi, mi piace suonare la chitarra acustica; quando, invece, voglio provare una sensazione di potenza, allora mi metto alla batteria. Suonare iI basso è semplicemente ‘funny’, ma lo strumento più affascinante resta sempre e comunque la chitarra”.

 

BATHORY 2

 

 

Da “Twilight Of The Gods” è passato oltre un anno e mezzo: è giunto il momento di preparare il suo successore?

“Nello scorso ottobre è uscito iI primo volume della collezione antologica dei Bathory, ‘JubiIeum’; iI secondo volume è uscito da poche settimane. In quest’ultimo periodo mi sono dedicato alla preparazione di questa doppia release e penso che per i prossimi sei mesi non faremo proprio niente. Più avanti vedremo di preparare il nuovo album in studio, di cui non ti so ancora dir niente, visto che il tutto è per adesso in alto mare”.

Specie ad inizio carriera eri identificato come satanista convinto. A questo proposito voglio chiederti cosa pensi di King Diamond, anche se sono al corrente che gli svedesi non nutrono grande simpatia per i vicini danesi…

“E’ ovvio che gli svedesi non li sopportino, perché i danesi sono fuckin’ idiots, they are the shit of Scandinavia. Ma ecco cosa penso di King Diamond: lui si concia in modo ridicolo, canta in modo ridicolo e la sua musica è ridicola. Questa è la mia opinione, ma non è detto che tutti la debbano condividere. Non credo che sia stato un innovatore sotto iI profilo musicale; parla sempre di ‘evil’ e ‘deviI’, ma non è originale nemmeno in ciò, dato che prima di lui ci sono stati i Black Sabbath a trattare in musica questa materia”.

Spesso, però, anche nei tuoi testi si è parlato di “Evil, Death & Satan”: qual è la tua posizione in campo religioso?

“Mettiamo subito le cose in chiaro: iI satanismo è frutto del cristianesimo. Se sei un credente, se credi in Dio così credi al Diavolo; lo stesso vale per iI satanista. Una delle ragioni per cui alcune persone si trasformano in satanisti o giocano a fare i satanisti è quella di avere ciò che ti viene negato dal cristianesimo, o, addirittura, di fare solo il contrario di quello che viene propugnato dalla religione cristiana. Purtroppo la Chiesa cristiana ha distrutto le culture originarie dell’Europa ed è stata più nefasta di tutte le sciagure che hanno colpito il nostro continente. Personalmente rifiuto sia il cristianesimo che il satanismo: entrambi mi hanno nauseato!!! Ma ognuno è libero di credere in ciò che vuole…”.

Fai quindi parte della grande famiglia degli atei?

“Sì, senza problemi. Secondo me non esistono né Dio, né Satana, né Paradiso, né Inferno”.

Allora cosa intendevi quando in alcune tue vecchie song parlavi di Satana?

“Erano solo ‘evil stories’. Anche leggendo i testi di una band come gli Slayer capisci che il loro unico scopo è l’intrattenimento e non certo il culto satanico; l’unica differenza è che noi non abbiamo avuto modo di spiegare le nostre posizioni attraverso l’attività concertistica. Le nostre sono storie dell’orrore con un tocco satanico: e ti basta andare a rileggere i testi per capire che non facevamo seriamente”.

Che tipo di musica ti piace ascoltare?

“Più di tutto la musica classica. Può sembrare strano perché ascoltando la musica classica si vengono a perdere quelli che sono i ‘rythms and beats’ della musica rock, ma io la preferisco anche perché essa non è soggetta alla mode, essendo stata scritta centinaia di anni fa, Come musicista, ti posso dire che questo tipo di musica mi rilassa ed è al tempo stesso fonte d’ispirazione”.

Quali sono gli autori che più gradisci?

“Su tutti Wagner, Beethoven, ma cerco di essere di ampie vedute e quindi ascolto tantissimi autori classici”.

 

BATHORY 3

 

 

Nella scorsa estate, ho trascorso alcuni giorni a Stoccolma e sono rimasto colpito dal modo assurdo in cui la gioventù svedese segue le mode americane: nei locali come il Kool Kat Club suonano solo band americane; gran parte dei gruppi svedesi si sforza in tutti i modi di copiare i modelli d’oltreoceano; il venerdì e sabato sera centinaia di ragazzi girano come idioti su vecchie macchine americane, pagate fior di soldi. Perché così tante persone, nel tuo Paese, subiscono l’influenza dei trend statunitensi?

“Non lo so, ma ti assicuro che anch’io odio questo atteggiamento. Spesso è una scelta obbligata, perché sul mercato non trovi di meglio (ragionando in termini di economia, si potrebbe far riferimento alla “Legge di Say”, secondo cui “l’offerta crea da sé la propria domanda” nda). Basta pensare, nel campo dell’abbigliamento, ai blue jeans. Personalmente le mode americane non mi interessano: mi piacciono il cibo ed i vini italiani, la musica classica tedesca e così apprezzo tante altre cose europee. Gli Stati Uniti sono culturalmente poveri: dopo tutto sono una nazione che ha solo duecento anni e quindi non ha storia né tradizioni!! Gli Usa sono una potenza commerciale che, in pratica, ti impone i suoi jeans, la Coca-Cola, gli hamburger. ‘If you want to be weak, follow fashion and follow the stream, just to be someone among the rest!’, Se, invece, vuoi essere te stesso, ‘do what you want”’.

Chiudiamo con la tua opinione circa la scena metal svedese…

“E’ veramente noiosa, piena di ‘assholes’ e ‘fuckin’ shit’. E ciò nonostante sia più facile fare musica ora che non quando iniziammo noi. Dieci anni fa riuscire a registrare un album era un sogno; oggi, invece, chiunque può fare un disco, anche se non ne ha le capacità, Prima la strumentazione era molto costosa e per trovare strumenti di qualità dovevi andare in Inghilterra o in Germania; ora puoi comprare buoni strumenti anche nel negozio sotto casa!”.

 

Articolo a cura di Stefano “Steven Rich” Ricetti