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Intervista Blind Guardian (Hansi Kürsch)

Di Davide Sciaky - 27 Novembre 2019 - 15:46
Intervista Blind Guardian (Hansi Kürsch)

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Con l’uscita del tanto atteso album orchestrale dei Blind Guardian, “Legacy of the Dark Lands“, non potevamo perdere l’occasione di parlarne con la band.
Abbiamo quindi sentito Hansi Kürsch, il frontman dei Bardi di Krefeld, per discutere della genesi dell’album, ma anche della possibilità di sentirlo dal vivo, del prossimo album regolare dei Blind Guardian, del loro ritorno sui palchi e dei Demons & Wizards.

 

Intervista a cura di Davide Sciaky

Ciao Hansi, come stai?

Molto bene, grazie, tu?

 

Sto bene, mi fa piacere parlare con te.

Altrettanto, piacere mio.

 

Allora, “Legacy of the Dark Lands” è finalmente uscito dopo 23 anni, come ti senti ad avercela finalmente fatta?

È un sollievo, questo è certo, perché alla fine io stesso ho cominciato a dubitare di riuscire a completarlo, ad un certo punto, perché le registrazioni sono state così impegnative, e non solo quelle, trovare la gente giusta, aggiustare le cose con l’orchestra, completare le parti cantate.
Praticamente qualunque cosa con questo progetto ha richiesto molto tempo e questo può essere stancante, quindi alla fine sono davvero, davvero sollevato, ma anche fiero perché l’album è venuto esattamente come volevamo in ogni suo aspetto.

 

Ovviamente l’album ha richiesto molto tempo a causa dei vostri altri impegni con i Blind Guardian, ma, a parte quello, quali sono stati gli aspetti più impegnativi della realizzazione del disco? Immagino che quando avete iniziato negli anni ’90 non sapevate lavorare con un’orchestra e, se non ricordo male, non sapete neanche leggere uno spartito, giusto?

Hai ragione, sì, ne io ne André sappiamo leggere o scrivere uno spartito, ma non l’abbiamo mai considerato un problema, soprattutto all’inizio, altrimenti non avremmo osato iniziare un progetto del genere.
Il problema più grosso è stato trovare l’orchestra giusta, avere la giusta gente con cui lavorare, perché lavorare con una libreria di campioni e con una tastiera ti da tutte le opzioni di cui puoi aver bisogno per creare musica del genere, se hai la capacità di farlo, e se è quello che vuoi fare.
Quindi, una volta iniziata quest’avventura quello ci è venuto naturale, tutta la scrittura della musica è andata liscia, non che sapessimo sempre quello che stavamo facendo, ma ci suonava giusto.
Anche alla fine degli anni ’90 questa ci sembrava la cosa giusta da fare, non ci è mai sembrato che mancasse qualcosa, era il contrario, abbiamo sempre pensato che fosse un album sostanzioso grazie alla possibilità di aggiungere alla musica i suoni di un’orchestra intera.
La tecnologia si è sviluppata negli anni, quindi le librerie che abbiamo usato negli anni si sono avvicinate sempre più ai suoni di un’orchestra vera, e questo ci ha reso più sicuri di noi stessi per quanto riguardava i suoni, e anche ci ha anche convinti che, una volta al lavoro con l’orchestra vera, avremmo dovuto ritrovare il sound che avevamo sviluppato con le tastiere.
Qui è dove cominciano i problemi: innanzitutto trovare un’orchestra, ne abbiamo provate tre in totale e, ovviamente, le prime due non ci hanno colpito particolarmente, quindi abbiamo dovuto continuare a cercare.
Questo era collegato anche al semplice fatto che avevamo bisogno di un compositore in grado di trasformare al 100% quello che avevamo composto noi in spartiti suonabili dall’orchestra, quindi chi avrebbe lavorato con noi doveva essere in grado di avvicinarsi il più possibile alla nostra composizione originale, e questo ovviamente ha aumentato il numero di persone con cui abbiamo dovuto lavorare.
Alla fine abbiamo trovato la persona giusta in Matthias Ulmer, ma questo è stato undici anni dopo che abbiamo cominciato a scrivere la musica, quindi puoi immaginarti con quanta gente abbiamo parlato prima di trovare lui, e quanti tentativi abbiamo fatto con le partiture e con che risultati.
Una volta risolto quello, abbiamo dovuto cambiare un po’ le nostre intenzioni originali perché né io né André sapevamo esattamente in che registro suona ogni strumento, quindi a volte avevamo composto qualcosa, per esempio un flauto che non era nel registro del flauto, o avevamo scritto una parte per tromba che magari poteva anche essere suonata da una tromba, ma che sarebbe stata così alta che, se avessimo voluto un suono tranquillo, questo non sarebbe stato possibile perché se la tromba suona una nota così alta nessun musicista potrebbe farla suonare tranquilla, tutta la pressione necessaria per suonare quella nota la renderebbe molto rumorosa.
Quindi c’erano molte cose da aggiustare e questo ha richiesto molto tempo.

 

Per la produzione vi siete affidati ancora una volta a Charlie Bauerfeind: lavorate insieme da quasi 20 anni, quindi ovviamente vi trovate bene insieme, ma lui è un produttore Metal quindi mi chiedevo se avete mai considerato l’idea di lavorare con un produttore diverso, magari qualcuno con più esperienza di produzioni classiche e orchestrali?

Charlie è conosciuto come un produttore ed ingegnere del suono Heavy Metal e Hard Rock, questo è vero, questo è quello che gli piace, e che fa molto bene, ma è in grado di leggere e scrivere musica, ha studiato per diventare ingegnere del suono, è stato uno studente alla Berkley University negli Stati Uniti e si è laureato lì, quindi è molto capace anche quando si parla di orchestrazioni e musica classica.
Ovviamente registrare un’orchestra è stata una sfida anche per lui, ma eravamo sicuri che sarebbe stato in grado di fare un buon lavoro a grazie al suo background, voglio dire, ha studiato piano, ha studiato batteria, ha un sacco di conoscenza anche se in questo caso è stato Matthias Ulmer ad occuparsi della scrittura degli spartiti.

 

Parlando della storia, mi puoi fare un riassunto del concept?

È basato su di una storia di Markus Heitz, l’autore tedesco, che ci ha fornito un prequel, il libro “The Dark Lands”.
Il prequel racconta una storia avventurosa ambientata durante la Guerra dei 30 anni, una guerra devastante che ha coinvolto quasi ogni superpotenza europea, combattuta principalmente in Germania, durata per l’appunto 30 anni e che ha causato molta sofferenza.
Abbiamo pensato che fosse la base storica giusta per creare una storia mistica: in “The Dark LandsMarkus Heitz introduce un personaggio, il suo nome è Nicolas, un mercenario che combatte nella Guerra dei 30 anni e che è circondato da un oscuro segreto che non viene rivelato in “The Dark Lands” perché questo succede poi in “Legacy of the Dark Lands” e si scopre che Nicolas è il primo dei quattro Cavalieri dell’Apocalisse.
Nicolas cercherà di fermare l’Apocalisse che dovrà avvenire letteralmente durante la Guerra dei 30 anni, e facendo ciò entra in conflitto con suo fratello, quindi durante il disco seguiamo Nicolas nella sua avventura per risolvere questa situazione.

 

In passato avete parlato di usare Il Signore degli Anelli come tema per l’album, come mai avete cambiato idea?

Abbiamo cambiato idea molto, molto tempo fa.
Ovviamente non sapevamo esattamente in che direzione andare, ma sostanzialmente quando abbiamo iniziato con “Nightfall in Middle-Earth” per noi è stato piuttosto ovvio il fare un album su Tolkien anche con l’orchestrale, e le prime tre canzoni sono state composte con questo in mente, poi abbiamo cambiato idea; erano usciti i film, la colonna sonora, e ormai non c’era più bisogno che andassimo in quella direzione.
All’epoca, era probabilmente il 2004, 2005, avevo già deciso di non andare nella direzione di Tolkien: non sapevo ancora dove volevo andare, ed ero abbastanza convinto che non avrei scritto la storia io stesso, e quando è giunto il momento ho contattato uno degli autori che ammiravo di più, Markus Heitz.
Gli ho chiesto se voleva lavorare insieme a noi, ed è venuto fuori che è un grande fan dei Blind Guardian, quindi è stata una coincidenza fortunata.

 

Guardavo le news sul vostro sito e ho visto che già nel 2013 avevi scritto di avere materiale per un secondo album orchestrale. Parlami un po’ del futuro della Twilight Orchestra, c’è un piano concreto per una “parte seconda”, o sono solo idee sparse al momento?

Abbiamo composto… voglio dire, devi capire che quando componiamo allo stesso tempo registriamo le idee, quindi quando lavoriamo agli arrangiamenti quella è già la prima fase di pre-produzione, e questo è successo anche con gli elementi orchestrali che abbiamo scritto negli ultimi cinque o sei anni.
Sono parti che teniamo per il prossimo album, ovviamente, e per ora penso che abbiamo lavorato a tre o quattro nuove canzoni, non sono abbastanza per il prossimo album, ma continuiamo a lavorarci.
La scrittura della musica oggi procede più velocemente dato che ora sappiamo molto meglio come lavorare alle orchestrazioni.
Direi che è realistico pensare che ci sarà un secondo album orchestrale – ma ora devo essere cauto – diciamo nei prossimi dieci anni.

Avete pensato alla possibilità di suonare l’album dal vivo? Immagino che dovrebbe essere qualcosa di speciale come un Blind Guardian Open Air 2, ne avete parlato con la Nuclear Blast o con qualche promoter?

Ne abbiamo parlato con i nostri promoter, ne abbiamo discusso e anche noi pensiamo che un Blind Guardian Festival sarebbe una buona opzione per fare questa cosa.
L’unico dubbio che abbiamo è che un open air non è ideale per far suonare bene gli strumenti classici perché, voglio dire, ovviamente le condizioni metereologiche e l’umidità hanno un effetto sugli strumenti, quindi sarebbe un po’ un rischio suonare per la prima volta l’album in quelle condizioni.
Quello che stiamo pianificando ora è di magari fare un Blind Guardian Festival al chiuso, in un posto grande, un’arena, e radunare lì tutti i fan dei Blind Guardian per suonare l’orchestrale per la prima volta.
Questo è un piano molto realistico, poi abbiamo parlato con molti direttori d’orchestra e c’è anche una piccola possibilità di portare l’album in tour e, anziché suonare in grossi locali, farlo in sale da concerti di musica classica e, diciamo, suonare “Legacy of the Dark Lands” in ogni Paese Europeo solo per una volta in ogni posto.

 

Quindi, se doveste fare così, immagino che suonereste solo quel disco, non sarebbe come nel caso di un festival open air dove suonereste anche altra musica dei Blind Guardian.

Be’, possiamo comunque fare un Blind Guardian Open Air quando abbiamo tempo e, sì, se facessimo un Blind Guardian Open Air c’è comunque la possibilità di coinvolgere il progetto orchestrale anche lì.
Se facessimo un festival open air non sono sicuro che sarebbe la soluzione migliore per presentare per la prima volta l’album orchestrale, quindi con il Blind Guardian Festival dovremo considerare quando farlo, se coinvolgere anche il progetto orchestrale ma comunque, come ho detto, penso che per la prima volta sia meglio suonarlo al chiuso, che sia un’arena o una sala da concerti, di quello si può discutere, ma non penso che la prima volta lo faremo in un open air.

 

Parlando dei Blind Guardian, quando possiamo aspettarci l’uscita del prossimo album regolare? Avete già scritto della nuova musica?

Oh sì, abbiamo quasi finito.
Voglio dire, [ride] devi considerare che io ero l’unico che ha lavorato negli ultimi mesi.
Gli altri mi hanno fornito un sacco di canzoni; non posso dire esattamente quando finirò, ma sono a buon punto con le mie linee vocali e l’idea è di iniziare la pre-produzione, la vera pre-produzione, a febbraio 2020.
Questa sarà seguita dalla vera e propria produzione a fine marzo, e credo sia molto realistico dire che l’album uscirà a marzo del 2021, seguito da un tour regolare dei Blind Guardian in estate e, come dicevo, la fine del 2021 è quando cominceremo a considerare l’idea di suonare dal vivo “Legacy of the Dark Lands”.

 

C’è qualche libro in particolare che ti è piaciuto ultimamente e che pensi possa fornire materiale per i testi del prossimo disco?

Sì, mi è piaciuta molto la trilogia de “Le Cronache dell’Assassino del Re” di Patrick Rothfuss, i due libri che sono usciti per ora, “Il nome del vento” e “La paura del saggio”, poi mi hanno davvero impressionato “Le Cronache della Folgoluce” (“The Stormlight Archive”) di Brandon Sanderson.
Adoro tutto quello che ha scritto Margaret Atwood, anche “Il racconto dell’ancella” (“The Handmaid’s Tale”), quindi questo è qualcosa che molto probabilmente esplorerò quando arriverà il momento di pensare ai testi delle prossime canzoni dei Blind Guardian.

Mi sono piaciuti molto anche a me i libri delle “Cronache dell’Assassino del Re” non vedo l’ora di sentire cosa combinerai con quella storia.

È una grande storia, sarebbe ottima anche per un concept album, sai, è molto diversa sotto tanti punti di vista, è un modo fantastico di raccontare una storia.

Se ti posso dare un consiglio, mi è piaciuto davvero molto Foundryside di Robert Jackson Bennett, ha un approccio molto diverso alla magia da quello classico e l’ho trovato molto interessante, penso che funzionerebbe bene come testo di una canzone dei Blind Guardian.

Poi mi puoi mandare un messaggio con il titolo?
Sono sempre alla ricerca di nuova roba che mi interessi e che mi possa colpire, non vedo l’ora di leggerlo.

 

Prima dicevi che il prossimo tour dei Blind Guardian arriverà dopo il prossimo album, quindi nel 2021. Pensi che non suonerete nessun concerto prima di allora?

Sono piuttosto sicuro che non ci sarà niente, a parte forse qualche di quelli che chiamo “vetrine promozionali”: per esempio, ne abbiamo una il 4 gennaio, qui a Krefeld nel castello dove sono cresciuto, ma non è un vero concerto, faremo tipo quattro canzoni acustiche, e questo potrebbe succedere di nuovo durante l’anno, ma pure questo non è neanche confermato, me l’hanno chiesto ma devo ancora sentire il resto della band e vedere se gli va, se si può fare, perché quando comincia il processo di produzione di solito non ci piace avere interruzioni, neanche per brevi concerti.
Ipoteticamente potremmo suonare a dei festival, ma non penso che lo faremo… di solito rifiutiamo tutte le offerte quando stiamo lavorando ad un disco.

 

L’anno scorso avete pubblicato dei video in occasione dei remaster dei vostri album in cui parlavate della loro creazione, ed in alcuni c’era anche Thomen, quindi immagino che siate in buoni rapporti. C’è la possibilità che suoni con voi come ospite su qualche canzone ad un vostro concerto in futuro?

Ne dubito.
Sì, abbiamo un ottimo rapporto, ma per i concerti abbiamo un setup molto preciso e la gente sottovaluta lo sforzo che richiede avere un ospite: non può semplicemente saltare sul palco e suonare, prima bisogna provare e tutto, e difficilmente ci sarà tempo di organizzare la cosa, quindi dubito che possa succedere.

 

Quest’anno i Demons & Wizards sono tornati a suonare dal vivo: avevate suonato solo una manciata di date nel 2000, quindi questo è stato il vostro tour più grande fino ad oggi.

Giusto [ride].

Pensi che suonerete dal vivo prossimamente, o ci potrebbero volere di nuovo anni prima di rivedervi sui palchi?

Mai dire mai, non ti so dire le tempistiche che ci possono volere.
Quello che ti posso dire è che è molto improbabile che succeda l’anno prossimo, questo di sicuro.
Detto ciò, i Blind Guardian torneranno in tour nel 2021, quindi anche il 2021 non sembra l’anno dei Demons & Wizards, questo è tutto quello che ti posso dire ora.
Durante gli show di quest’anno siamo riusciti a finire il terzo album dei Demons & Wizards, stiamo lavorando ora al mastering, e l’album sarà pubblicato in qualche momento della primavera del 2020, questo ti posso dire, e non vedo l’ora che esca.
Ovviamente faremo qualcosa per promuoverlo, ma non suoneremo nessun concerto, di questo sono sicuro quasi al 100%.

 

Siamo arrivati alla mia ultima domanda: ora che l’album orchestrale è completato, il grosso del lavoro sul prossimo disco dei Blind Guardian inizierà a febbraio, come passi le tue giornate, oltre che facendo interviste? Ti stai prendendo un po’ di meritato riposo, o stai sempre lavorando alla musica dei Blind Guardian?

Diciamo che sto aspettando Natale perché potrò prendermi una o due settimane di pausa; fino ad allora continuerò a fare interviste, e a lavorare per completare le canzoni che gli altri mi hanno fornito per preparare la pre-produzione perché, comunque, inizieremo tra non molto, a fine gennaio o inizio febbraio.
Quindi, sì, questi sono i miei prossimi sei mesi, e anche il resto del 2020 si prospetta piuttosto pieno.
Poi a volte altri musicisti hanno canzoni su cui vogliono che canti e, normalmente, quando riesco cerco di fare anche quello; sarà difficile nei prossimi 12 mesi, non ne farò troppe, ma è un’altra cosa che è in programma.
Praticamente penso che il primo spazio che ho dove avrò davvero due settimane libere o giù di lì sarà nella prossima estate, ma anche quello non è certo.

Un programma bello intenso.

Be’, sì, ma è musica, è passione.
Non è che lavoro e a fine giornata sono completamente sfinito, a volte capita, certo [ride], ma comunque di solito è sempre divertente.
Ora sono nello studio dei Blind Guardian, sto scrivendo per i Blind Guardian, ma allo stesso tempo c’è Axel Rudi Pell che sta registrando un album qui, quindi sono in buona compagnia, parlare con la gente è bello, e semplicemente stare qua in giro è divertente.

Giusto così. Dicevi che gli altri ti hanno fornito molta musica, vuol dire che questa volta sentiremo più musica scritta da Frederik e da Marcus?

Anche loro hanno scritto musica, e alla fine bisogna sempre decidere insieme quali sono le canzoni migliori, e questa scelta è una cosa che non abbiamo ancora fatto.
È molto probabile che nel 90-95% dei casi comunque la musica sarà mia e di André, è come vanno di solito le cose, ma Marcus e Frederik possono certamente scrivere anche loro.

 

Questa era la mia ultima domanda, grazie per la tua disponibilità.

Grazie a te, mi ha fatto piacere fare questa intervista.