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Intervista Brian Slagel (Metal Blade Records)

Di Davide Sciaky - 2 Settembre 2017 - 12:30
Intervista Brian Slagel (Metal Blade Records)

You can listen to the original audio recording of the interview at the bottom of the page.

A fine intervista è disponibile la registrazione audio dell’intervista per chi volesse ascoltare l’originale invece che leggerne la trascrizione.

Nel 2017 si celebra il 35esimo anniversario dalla nascita della Metal Blade, etichetta che, con migliaia di album pubblicati negli ultimi quattro decenni, si è sempre posta come uno dei leader del nostro amato genere.
Oggi mi trovo a parlare con il fondatore stesso della Metal Blade, Brian Slagel che per celebrare questo importante traguardo ha pubblicato in questo giorni un libro, a metà tra un’autobiografia e un libro di storia, “For the Sake of Heaviness: the History of Metal Blade

Intervista a cura di Tarja Virmakari e Davide Sciaky

Ciao Brian! Sono Tarjia e benvenuto su TrueMetal.it! Come stai? Come ti senti ora che il libro è pronto ed in pubblicazione?

È interessante, questa è una prima volta per me, è stato molto divertente e sono molto eccitato all’idea che venga finalmente pubblicato, sono molto contento da com’è venuto e spero che piaccia a tutti!

Sicuramente a me è piaciuto molto, ogni pagina è piena di aneddoti interessanti, perle di storia e linee guida per il futuro.
Scegliere cosa chiederti è stato quindi difficile, anche perché non abbiamo tanto tempo, quindi non entrerò troppo nei dettagli di ciò che racconti nel libro e mi concentrerò su quello che lo circonda.
In che momento hai deciso di scrivere insieme a Mark Eglinton? Quanto c’è voluto per scrivere tutto il libro?

Be’, molti mi hanno chiesto di scrivere un libro già da un po’ di tempo ma pensavo, “Questa è una cosa che fai quando sei davvero vecchio” [ride].
Stavo pensando a cosa avremmo potuto fare per il nostro 35esimo anniversario, qualcuno ha detto, “Un libro sarebbe una bella idea” e questa volta mi è sembrato che i tempi fossero maturi per raccontare un po’ di quelle storie prima che cominci a dimenticarle [ride], quindi abbiamo deciso che avrei scritto questo libro per l’anniversario e ho cominciato a farlo circa due anni fa.

Il titolo “For the Sake of Heaviness” viene da una canzone degli Armored Saint, immagino che sia stata una scelta ovvia.

Sì, uscirsene con un titolo per un libro non è facile, mi stavo spremendo il cervello è mi è venuta in mente quella canzone perché riassume bene la storia della Metal Blade, così come quella della mia vita, quindi ho pensato che fosse un gran nome.
Poi sono dovuto andare dagli Armored Saint a chiedere, “Ehi, vi dispiace se uso il titolo della vostra canzone per il libro?” e loro hanno detto che andava bene, quindi eccoci con il titolo.

Lars Ulrich (Metallica) ha scritto nella sua prefazione: “Quando racconti la storia di Brian Slagel e mappi il tragitto della Metal Blade Records mi vengono in mente tre parole: lealtà, consistenza e affidabilità”.
Cosa pensi di questa definizione?

Be’, è stato incredibilmente carino da parte sua anche solo scrivere l’introduzione, sentire tutte quelle belle parole è altrettanto incredibile, ma, guarda, in tutti questi anni abbiamo lavorato un grande numero di band con cui lavoriamo ancora oggi, quindi spero che quelle parole siano vere, personalmente penso di sì, ma comunque è stato molto carino da parte sua scriverle.

Leggendo il libro è chiaro come tu viva il tuo lavoro seguendo le tue passioni, ma sono sicura che non sia sempre stato rose e fiori.
Sei però sempre andato avanti convinto che le cose si sarebbero risolte, dimmi, ci sono mai stati momenti in cui avresti voluto mollare o cambiare direzione?

Non ho mai voluto mollare, ma ci sono sicuramente stati un paio di momenti in cui sono quasi stato costretto e in cui avevo poca scelta.
Il peggiore sicuramente è stato nella seconda metà degli anni ’80 quando il vinile ha cominciato a non essere più il mezzo principale tramite i quale la gente ascoltava la musica.
Sai, io amo il vinile, ero tra quelli che dicevano “Il vinile non ci lascerà mai” mentre c’era chi mi diceva “Faresti meglio a smettere di produrre vinili” e io “No, non lo farò, non voglio ascoltare quello che dite” fino a quando tutti i negozi di dischi degli Stati Uniti cominciarono a dire “Okay, questo è quanto, vi rimandiamo indietro tutti i vinili” e dato che non li avevo ascoltati mi ritrovai con tutti questi vinili, intanto dovevo al nostro distributore un sacco di soldi.
In quel momento eravamo praticamente in bancarotta, ma riuscii in qualche modo a tirar fuori gli ultimi soldi dalle carte di credito per rimanere in vita per qualche mese finché non siamo riusciti a rimetterci in piedi; questo è decisamente uno dei momenti in cui pensavo che fosse finita, che non ci fosse modo per noi di superare quel momento, ma dopo un po’ mi dissi “Siamo arrivati così avanti, non c’è motivo per cui non dovremmo continuare”

Quanto è importante il lavoro del talent scout? Nel libro racconti di come spesso tu sia andato a concerti a cercare nuovi talenti, band che arrivavano a suonare dal vivo dopo tanto lavoro in sala prove.
Oggi invece chiunque può registrare una demo con un computer e il giusto software.
Forse in questo modo si perde un po’ lo spirito originario di una band, nel momento in cui i musicisti non fanno altro che scambiarsi dei file audio, magari porta anche ad un calo della qualità della musica.

Sai, ovviamente parliamo molto di questo argomento, di come le cose siano cambiate, di come sia facile stare in una band e avere una band e penso che la prima cosa sia, guarda, innanzitutto penso ci siano un sacco di nuove band fantastiche e sono super eccitato per questo ma è un po’ difficile trovare queste band e avere dei buoni musicisti perché una volta il buon chitarrista, il buon batterista, il buon bassista finivano per incontrarsi inevitabilmente in una band.
Ora, invece, essendo così facile registrare si trova un ottimo musicista mentre gli altri non sono poi un granché perché chiunque può realizzare una demo, una volta non era così semplice.
Questo significa che ci sono molte più band di quante ce ne siano mai state prima e questo diluisce un po’ anche il talento, secondo me.

Parlando di generi musicali, penso che al giorno d’oggi sia piuttosto difficile classificare alcune band, nuovi sottogeneri nascono ogni giorno.
Per te, quanto è importante dare un’etichetta ad una band oggi?

Per me, io non sono mai stato un grande fan del dare uno certo nome ad una specifica scena, ma capisco perché succeda, è quello che è.
C’è comunque sempre l’idea che è tutto Metal, ma dare nomi alle scene fa sì che c’è chi dirà “Okay, mi piace questa band quindi non mi piacerà questa band [di genere diverso] quindi non è per me, per me l’Heavy Metal è un’unica grande famiglia felice, ma capisco come funziona, so che descrivere la musica può essere difficile se non la collochi in certi tipi di categorie.
Capisco come funziona ma preferirei che non fosse così, mi piace che ci siano band che non si riescono a collocare in nessuna categoria, una band come gli Amon Amarth oggi, sono iniziati facendo “Melodic Death Metal” ma sono andati così oltre quel genere, e questo è successo con un sacco di band, Metallica, Slayer, Anthrax, hanno iniziato come Speed/Thrash Metal ma oggi sono semplicemente Heavy Metal tradizionale, sono andati oltre la scena e non sono intrappolati nelle categorie in cui erano ai loro inizi.

Una tua altra grande passione è l’hockey sul ghiaccio, e hai anche avuto l’opportunità di farlo incontrare col Metal, ti va di raccontarci di qualcuno di questi momenti?

Ci sono un sacco di bei ricordi [ride].
La prima volta che l’abbiamo fatto è stato negli anni ’80, c’era un giocatore dei Los Angeles Kings di nome Ken Baumgartner che aveva uno stile molto ruvido, per così dire, ed il suo soprannome era “Bomber” quindi ci venne l’idea, “Non sarebbe figo se gli facessimo suonare, insieme ad un gruppo di musicisti Metal, una cover di “Bomber” dei Motorhead?” e, in un modo o nell’altro, riuscimmo a metterci in contatto con il suo management, menzionammo l’idea, a lui piacque molto e così mettemmo insieme una band con gente dei Suicidal Tendencies, Armored Saint, Fates Warning, e pubblicammo un singolo con lui alla voce.
Quello è stato molto divertente perché sono riuscito ad unire i miei due mondi, l’hockey ed il Metal.
Un’altra grande storia è con Jaromír Jágr, un giocatore leggendario, il secondo che ha segnato di più nella storia del NHL, ed è un grande fan dei Metallica; alcuni miei amici scrivono di hockey e volevano intervistarlo, ma all’epoca non faceva interviste perché il suo inglese non era molto buono e penso che fosse anche piuttosto timido.
Allora mi chiesero qualcosa dei Metallica da portargli, andarono da lui a chiedere un’intervista e rispose di no, allora gli dissero “E se ti portassimo qualcosa dei Metallica?” e lui “[N.D.R.  imitando un accento ceco] Metallica?! Okay!” e così diventarono amici.
Ad un certo punto cercammo di far incontrare Jaromír ed i ragazzi dei Metallica, riuscii a farlo succedere mentre erano in studio a registrare “Load”, e per me quella è stata un’altra serata memorabile, essendo un grande fan dell’hockey e del Metal, anche se conosco i Metallica da sempre.
Non so chi fosse più eccitato, se i giocatori di Hockey o i Metallica, mi ricordo Hetfield correre per lo studio gridando “Jaromír ha autografato il mio bastone da hockey! Jaromír ha autografato il mio bastone da hockey!”, una serata davvero incredibile!

La Metal Blade è stata parte di praticamente ogni evoluzione del Metal a partire dal 1982.
Non avete mai seguito le mode ma avete più che alto firmato con band che vi piacevano, indipendentemente dal loro genere o quello che altri pensavano di loro.
Credi che sia questo il motivo dietro al successo della Metal Blade?

Assolutamente, penso che questo sia decisamente il motivo per cui siamo stati in grado di rimanere in giro per così tanto tempo.
Personalmente amo tutti i tipi di Metal, mi piace il Death ma anche cose più melodiche e tradizionali, se qualcosa mi piace cerco di lavorarci insieme.
Una cosa che penso che abbiamo sempre fatto è di non essere eccessivamente presenti in una determinata scena, non vogliamo essere conosciuti come l’etichetta che firma solo con questo tipo di band o con quell’altro, penso che le volte in cui siamo finiti a lavorare con molte band di un certo genere abbiamo sempre cercato di andare ad evolverci il più possibile in un’altra direzione, e poi penso che per noi ci sia sempre una ricerca di cosa sarà la più interessante “next thing”.

Poi anche tua madre ha avuto un ruolo importante, sono sicura che non capisse quello che facevi, ma ti ha sempre supportato!

Sì, lei non era sicuramente una fan di questo genere di musica [ride] ma mi ha sempre supportato mentre facevo quello che sentivo di dover fare.
Non ero sicuro che sarebbe stata così perché l’educazione era estremamente importante per lei, per lei avere una buona educazione era la cosa più importante, quindi quando mi presi un periodo di pausa dal college per vedere come sarebbe andata con l’etichetta ho avuto una delle discussioni più difficili con lei, ero estremamente nervoso perché non sapevo cosa avrebbe detto, invece mi disse “Va bene, se pensi che questo è quello che devi fare vai per la tua strada”, grazie a Dio!

Dato che faccio parte della Alpha Omega Management, e anche Bill Matoyer fa parte del nostro team, volevo chiederti del suo ruolo nella storia della Metal Blade…ho visto che l’hai menzionato più volte nel libro.

Sì, Bill ha avuto una grossa parte nell’inizio della Metal Blade, una cosa che non avevo all’epoca erano i soldi [ride] e per essere in grado di pubblicare qualcosa devi prima registrarlo, ma all’epoca gli studi di registrazione erano davvero molto costosi e non c’erano neanche molti ingegneri del suono che capissero davvero come funzionava il Metal, quindi conoscere Bill, che era un ingegnere, amava il Metal, aveva molti contatti e aveva uno studio di registrazione, è stato perfetto per noi perché ci ha permesso di registrare un sacco di musica che non avremmo potuto registrare da nessun’altra parte, che si parli di Armored Saint, dei Bitch o degli Slayer.
Io e Bill abbiamo lavorato a davvero tanti dischi insieme all’epoca, il suo contributo è stato gigantesco perché, davvero, se non fosse per lui sarebbe stato molto più difficile per noi pubblicare alcunché e suonano bene perché, come dicevo, era impossibile trovare un ingegnere del suono che capisse come funzionavano quelle nuove sonorità quindi Bill è stato molto importante.

Nel libro scrivi, “Non è realistico aspettarsi che tutte le frecce che tiri colpiscano il bersaglio. Non succederà, ma credo fermamente nell’idea che, per avere successo, si debba continuare sempre a scoccare frecce”.

Assolutamente, abbiamo avuto dei rapporti con la Warner Brothers, come ho scritto nel libro, e Mo Ostin, uno dei più importanti discografici di tutti i tempi, una volta mi disse, “Non verrai mai danneggiato se pubblichi un buon album, che venda o meno non importa, ma se pubblichi un buon album non importa il lato economico, un buon album è un buon album”.
Questo mi fece sentire bene perché io sono semplicemente un fan della musica, del Metal, e ovviamente voglio che tutto quello che facciamo abbia successo, sia per noi che per le band, ma questo non succede sempre, anzi, è più un’eccezione, quindi questo consiglio è stato davvero importante per me, nessuna paura, andiamo avanti a fare quello che vogliamo fare.

Per te in che direzione sta andando il music business?
Nel libro dici, “Ci stiamo decisamente muovendo dai supporti fisici allo streaming. Quello che sembra stia succedendo è che, entro il 2020, lo streaming avrà una portata dieci volte maggiore di oggi. Il digital download sarà sparito entro cinque anni.”

Questo è molto interessante e penso che lo vedrai nel music business dove la questione dello streaming si sta muovendo ad un passo più veloce di quanto mi sarei mai immaginato, è molto *muddy* per le etichette, e ovviamente anche più per gli artisti, fintanto che le etichette pagano gli artisti.

Ma comunque, sì, siamo in un periodo molto interessante perché c’è ancora il vinile che va forte, non sembra mostrare segni di cedimento, mentre i CD stanno vendendo di meno ma anche quelli non penso che ci lasceranno presto, poi c’è il digital download che sicuramente sparirà.
Infine c’è lo streaming che è, non solo con la musica, ma è dove la gente consuma le forme di intrattenimento, film, serie tv, qualsiasi tipo di contenuti che vengono fruiti tramite i siti di streaming, ed è chiaramente dove le cose si stanno spostando oggi ad una velocità grandissima.
Noi lo vediamo ogni singolo giorno in cui guadagniamo più soldi dallo streaming rispetto al giorno precedente, diventa sempre più grande, ma siamo in un periodo interessante perché comunque si voglia ascoltare la musica, che sia tramite vinile, CD o streaming, o pure digital download, in questo momento lo puoi fare.
Penso che continuerà ad essere così per un paio d’anni, poi lo streaming diventerà sicuramente il formato principale, è già così per gli altri generi musicali; potrebbe succedere anche prima, vedremo.
Mi piace il modello dello streaming perché per 10 dollari al mese, voglio dire, 20 anni fa per 10 dollari potevo comprare un album, ora con quei soldi posso ascoltare praticamente qualsiasi canzone voglia.

Sono d’accordo, anche se una cosa importante è che i fan poi si ricordino di andare ai concerti per supportare le band.

Certo!
Ma non abbiamo visto nessun segno di rallentamento su questo fronte e, dato che fruire della musica è diventato così economico, è diventato ancora più semplice vivere l’esperienza live e i tour e i festival vanno sempre molto bene, in particolare nel Metal, è fantastico!

“For the Sake of Heaviness: The History of Metal Blade Records” uscirà il 29 agosto, cosa succederà dopo?

Spero che poi il pubblico si godrà la lettura! [ride]

Abbiamo un po’ di cose promozionali organizzate per qui negli Stati Uniti, qualcosa in Europa, ci saranno varie cose intorno a questo libro, credo che in qualche momento dell’anno prossimo dovrebbe uscire anche un audio-libro, se vorrai ascoltare me e qualcun altro che ha una voce decente leggere parti del libro potrai farlo [ride]

Con l’edizione box-set insieme al libro c’è anche una cassetta con delle canzoni che fanno parte della storia della Metal Blade.
La scelta di includere una cassetta è qualcosa che dice molto della tua passione per l’”old school”.

Grazie!
Per questo però devo dare il merito al nostro team perché per qualche strano motivo le cassette sono “cool” di nuovo, non so perché ma sono felice che stia succedendo, quindi quando stavamo parlando di cosa includere nel box-set qualcuno ha detto, “Perché non includiamo una cassetta? Sarebbe perfetto, alla fine una gran parte del libro parla di quei tempi, fare una cassetta sarebbe divertente”.
Finora il responso è stato molto buono e sono contento, devo ringraziare il team della Metal Blade per questo, è stata davvero un’ottima idea!

Adesso una domanda molto classica (e a dirla tutta proveniente da mia figlia di 12 anni): se ti trovassi su un’isola deserta per un mese quali sono I 5 album o oggetti che ti porteresti dietro?

Okay, vediamo, prenderei tre album, “The Number of the Beast” degli Iron Maiden, “Rising” dei Rainbow e “Sabotage” dei Black Sabbath.
Poi dovrei portare qualche sorta di dispositivo per guardarmi le partite di hockey, poi qualcosa per tenermi occupato, una palla da calcio, una racchetta da tennis o qualcosa del genere

Qual è il messaggio che vuoi lasciare a tutte le band il cui sogno è di diventare qualcuno e magari anche di firmare con la Metal Blade?

La prima cosa, la cosa più importante se sei in una band e vuoi entrare nell’industria musicale è che devi davvero, assolutamente amare la musica; non è un’industria facile in alcun modo, ma se davvero ami la musica troverai un modo di farcela, quella dev’essere la tua motivazione numero uno.
Se davvero hai questo amore avrai successo, quale che sia il tuo obiettivo, perché questa è la cosa più importante di tutte.
Poi segui la tua strada, ma che sia sempre per amore della musica, in questo modo qualsiasi problema o difficoltà che troverai ricordati che lo fai per amore della musica e questo renderà tutto più facile e di successo.

Grazie mille Brian per questa chiacchierata, è stato un grande piacere.
Tanti auguri per la pubblicazione del libro, spero che tanti metallari lo leggano perché è davvero un gioiello!

Grazie lo apprezzo davvero e grazie per tutto il supporto!