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Intervista Dragonhammer (Max Aguzzi)

Di Vladimir Sajin - 8 Gennaio 2018 - 10:00
Intervista Dragonhammer (Max Aguzzi)

Dopo avervi parlato di “Obscurity”, il nuovo lavoro dei capitolini Dragonhammer (qui la nostra recensione), abbiamo deciso di approfondire l’argomento intervistando per voi Max Aguzzi, mastermind della band. Eccovi il resoconto di una piacevole chiacchierata.

Buona lettura!

Intervista a cura di Vladimir Sajin

 

Ciao ragazzi, sono Vladimir, benvenuti su TrueMetal.it

Ciao è sempre un piacere parlare con voi!

 

Prima di parlare del nuovo album, farei un passo indietro. Con il precedente “The X Experiment” siete tornati dopo quasi dieci anni, com’è stato ricominciare a comporre dopo tanto tempo?

Fondamentalmente posso dirti che non ho mai smesso di comporre durante il lungo periodo di pausa “forzata”. Ovviamente tutto questo tempo ha portato innumerevoli modifiche a quanto composto, anche se poi la maggior parte delle cose non cambiate sono state le prime idee di getto.

 

La nuova line-up sembra aver funzionato alla perfezione, come vi siete trovati?

La nuova line up è una corazzata! La band è questa oramai da qualche anno e sembra che tutto funzioni molto bene. C’è molta trasparenza fra di noi sia nelle cose positive sia nei problemi da affrontare quotidianamente, ma quando si è intelligenti, capendo che si è tutti sulla stessa barca, ognuno con il suo ruolo, si rema tutti nella stessa direzione. Prima o poi i risultati in questa maniera riescono a vedersi.

 

 

Dopo “The X Experiment” siete partiti in un lungo tour in giro per il mondo a promuovere l’album insieme a nomi importanti come i Primal Fear. Raccontateci com’è andata.

Con i Primal fear abbiamo suonato in Italia qualche anno prima! Forse intendevi i Freedom Call: un esperienza unica che ci ha forgiato dentro e fuori! Vivere on the road con dei professionisti come loro ci ha insegnato veramente tanto su cosa fare e non fare, e su come gestirsi nella maniera più professionale possibile. Poi ci siamo ammazzati dal divertimento tutte le sante sere! Respirare musica dalla mattina alla sera….che spettacolo ragazzi!

 

E ora parliamo del nuovo lavoro in studio, “Obscurity”. Le tematiche trattate sembrano una naturale prosecuzione dell’album precedente, l’idea di evolvere quelle tematiche è nata già all’epoca oppure è subentrata in un secondo momento?

Tutto già pensato prima, almeno a grandi linee: continua la storia cominciata con “The X Experiment”

 

Come dice il titolo dell’album stesso, è un lavoro crepuscolare e un po’ fatalista sul genere umano. Questo lo si percepisce, oltre che dai testi, anche dal sound e dalle atmosfere create. Come mai la scelta di affrontare il tema della fine del mondo?

La storia molto fantasy-future è un pretesto (come in ogni album dei Dragonhammer) per parlare di argomenti reali e attuali. È così fantasy un mondo destinato alla povertà, dove tutte le religioni falliscono poiché l’umanità è diventata totalmente apatica e schiava dell’egoismo, dove i ricchi e i potenti scappano dal pianeta verso paradisi artificiali nello spazio? Forse la scoperta di “qualcosa” che dimostri che c’è veramente altro, oltre l’uomo, potrebbe rimettere a posto le cose, o distruggerle definitivamente?

 

 

Quanto sono importanti secondo voi i testi e il concept nella musica?

I testi sono secondo me fondamentali, ma trascurati dalla maggioranza del pubblico e dei critici. Chi ha la pazienza, la voglia di ascoltare e leggere cercando di capire il senso, troverà secondo me prospettive di ascolto differenti, sicuramente più complete.

 

Come funziona il processo creativo dei Dragonhammer? Come nascono le vostre idee e le musiche?

Io ho sempre scritto il novanta per cento della musica e dei testi nei Dragonhammer, ma su queste ultime produzioni ho cercato di dare più spazio ai miei compagni di viaggio, sia perché se lo meritano e sia perché mi serviva una grossa mano per terminare e finalizzare molte cose lasciate aperte. Ci siamo fatti un gran culo e penso che sull’album il risultato si senta indipendentemente dai gusti musicali. Le idee arrivano da sole, non so spiegare come, ma la musica mi gira in testa continuamente. A volte delle scelte e soluzioni arrivano da decisioni prese insieme a tavolino, ma le idee principali arrivano da sole!

 

Dal punto di vista produttivo si sentono grandi passi in avanti rispetto al lavoro precedente, com’è stato lavorare con la My Kingdom Music?

Francesco Palumbo si è comportato con noi come un vero signore! Ci è sempre venuto incontro in caso di difficoltà ed è una persona ragionevole e pronta al dialogo. Sta facendo da anni un ottimo lavoro con la sua etichetta e sinceramente meriterebbe risultati ancora più soddisfacenti.

 

Immagino siate molto entusiasti di “Obscurity”, le prime recensioni apparse in rete sembrano tutte positive. Raccontateci un po’ lo spirito che aleggia in questi giorni…

Stiamo avendo decine di recensioni da ogni parte del mondo e questo ci fa solo che piacere. Ho imparato da anni a dare il giusto peso alle critiche sia negative che positive, però è innegabile la soddisfazione che hai quando ti lodano! Va bene così, la macchina è scattata bene alla partenza…aspettiamo i primi traguardi per giudicare e dare un bilancio!

 

 

Come sapete molte delle band italiane sono più conosciute all’estero che in Italia e di conseguenza suonano più in altri paesi che sul suolo nazionale. Nel vostro caso invece noto che riuscite a fare molti concerti anche nello Stivale, è una scelta o dipende da altri fattori?

Per quanto ci riguarda ci sono fattori basilari come il rispetto e la collaborazione fra colleghi, che con il tempo portano a scambi di collaborazioni-serate e, anche se molti simpaticoni non ci credono, noi veniamo pagati il novantanove per cento delle volte che facciamo un concerto. In questo modo cerchiamo di evitare il dannoso fenomeno del “pay to play”. Mi spiego meglio: pagare per suonare in determinati contesti, ad un certo livello, può avere un senso per alcune band come promozione-vendita cd, ma tutto ciò ha creato un enorme “sottobosco” di pseudo-agenti in cerca di soldi facili, senza più selezione di qualità. Morale della favola, ti ritrovi ragazzini mai sentiti, con un demo all’attivo, che fanno dei tour pazzeschi, per poi tornare nel dimenticatoio quando finiscono i soldi del mutuo preso per pagare il tour! Tutto questo inflaziona e abbassa il livello. Detto questo, posso affermare che pagare per suonare, il novanta per cento delle volte, non ha senso, specialmente in Italia.

 

Restando in tema, come vedete il panorama musicale odierno in Italia? E in particolare quello Hard Rock e Metal?

Panorama odierno Italiano? Sempre lo stesso con i soliti gruppi storici che riescono a raggiungere risultati soddisfacenti, seguiti da un enorme “BloB” di band fatto da tanti bravi ragazzi che sognano di suonare e vivere della propria musica, insieme, ahimè, a tante teste di cazzo presuntuose ed arroganti, pronti ad incularti alla prima occasione, che fanno dischi unicamente pagando cifre improponibili alle etichette e prendono il mutuo per pagarsi tour! Ma dove vai se poi il tuo CD lo compra solo tuo zio! Arrivaci a quei traguardi senza comprarli, non serve a niente pagarsi la notorietà virtuale su yotube, facebook e via dicendo. Una volta tipi del genere venivano presi a bottigliate ai concerti, oggi siamo diventati tutti più tolleranti e apatici. Il metal è come la vita: scegli te da che parte stare! Per gli altri generi musicali in Italia: no comment!

 

Come collocate la vostra proposta nel panorama Metal italiano? Dal vostro sound potrei definirvi come una specie di cultori e conservatori del power metal old school; quanto vi ritrovate in questa definizione? Infine cosa ne pensate sull’evoluzione e su ciò che rappresenta oggi il Power metal in Italia?

Noi abbiamo sempre cercato di modificare la nostra proposta su ogni cd, ma non tutti hanno recepito questa volontà. C’è chi dice che siamo ancora la copia dei Rhapsody, cosa assolutamente non vera. In generale abbiamo un attitudine old school ma con un approccio moderno! Grazie a gruppi come Rhapsody e Labyrinth abbiamo avuto la possibilità di esportare all’estero la nostra musica nel miglior modo possibile, aprendo di conseguenza molte porte a band come la mia, questo è innegabile.

 

Quali sono le vostre ispirazioni musicali? Gruppi o artisti che oltre a piacervi, influenzano in qualche modo la vostra musica?

Mie influenze principali: vecchi Metallica e Megadeth, Malmsteen, Dio, tutta roba buona insomma! Non disdegno la buona musica in generale e non mi faccio problemi a trovare soluzioni al di fuori del metal per le mie canzoni.

 

Quali i progetti futuri dei Dragonhammer? Ci sarà un tour di supporto a “Obscurity”?

Progetti futuri sono in cantiere e usciranno a breve! Voi sarete sicuramente informati!

 

Siamo giunti alla fine, ringraziandovi per questa intervista lascio a voi le ultime parole con un messaggio e un saluto di rito ai lettori di TrueMetal.it

Grazie mille della vostra ospitalità ed un in bocca al lupo per tutto! Un messaggio ai lettori: grazie del supporto che molti di voi ci dimostrano quotidianamente, vi aspettiamo ai nostri concerti!