Hard Rock

Intervista Fake Idols (tutta la band)

Di Stefano Burini - 19 Aprile 2017 - 9:00
Intervista Fake Idols (tutta la band)

Ciao ragazzi, innanzitutto benvenuti su Truemetal.it! Come ve la passate?

Ciao a Steven e a tutto lo staff di Truemetal…Direi che ce la passiamo piuttosto bene! Stiamo sperperando gli introiti a sei zeri che stiamo avendo con la musica, ha-ha!

Il vostro nuovo album “Witness”– per quel che ho avuto modo di vedere seguendo la vostra pagina Facebook – ha avuto un riscontro di critica molto positivo; voi come la vedete? Siete soddisfatti?

A dire il vero sì, anche le recensioni più critiche sono state comunque positive e la maggioranza dei critici e dei recensori hanno speso parole entusiastiche per “Witness”. Per cui la soddisfazione è tanta.

Ascoltando “Witness” di seguito al vostro debut album ho avuto l’impressione che pur rimanendo in presenza di sonorità decisamente attuali, ci sia stato un maggior apporto di stilemi e di soluzioni che rimandano all’hard rock classico; siete d’accordo con questa mia impressione? In ogni caso qual è il percorso che vi ha portato da “Fake Idols” a “Witness”?

Un’impressione direi corretta, sì. La differenza che noti tra i due album è probabilmente riconducibile all’ ingresso alla chitarra di Cristian. Mentre il primo disco è stato composto e arrangiato dal gruppo in formazione a quattro, senza una seconda chitarra, il secondo ha invece visto un contributo importante in fase di songwriting proprio dall’ ultimo entrato, che ha inevitabilmente apportato il proprio background nel sound generale. La lieve variazione di stile è stata comunque ben assorbita dalla band, che ha ben amalgamato le nuove pulsioni, più hard rock- oriented, grazie anche alle linee melodiche di Claudio che in fine mantengono vivo il “marchio di fabbrica“ Fake Idols. C’è da dire che in tutto il processo anche la vodka ha fatto il suo sporco lavoro!

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La scelta del titolo “Witness” da cosa deriva? Cos’è cambiato in termini di tematiche rispetto ai testi e ai contenuti del vostro debut album?

Abbiamo scelto di utilizzare l’ultimo brano del disco per dare il titolo all’album. Il pezzo tratta tematiche inequivocabilmente riconducibili alla guerra dal punto di vista di chi l’ha subita, ma metaforicamente può racchiudere tutti i brani del disco come sorta di “protesta” nei confronti di luoghi comuni, ammiccanti ipocrisie e, perché no…falsi idoli.  Non ci sono molte differenze tra i testi del precedente lavoro…in qualche modo sono tutti piuttosto introspettivi, personali e criptici, al punto da diventare chiari per chi si trova in determinate situazioni…meno, per tutti coloro che vivono senza porsi troppe domande.

La presenza di un’ospite di livello internazionale si è per ora rivelata una delle costanti all’interno dei vostri album, con Mia Coldheart delle Crucified Barbara a duettare con Claudio su “My Hero” prima e Phil Campbell sulla rockeggiante “Mad Fall” poi: come è nata la collaborazione con l’ex Motörhead? E com’è stato lavorare e rapportarsi con lui? Che tipo è al di là di quello che si vede sul palco o comunque in pubblico?

Phil è davvero….uno di noi! Collaborare con lui è stato ovviamente un grande onore, non capita certo tutti i giorni di avere un’ icona del Rock del suo calibro che suona sul proprio disco e gli siamo davvero grati. Si è rivelato una persona umile e disponibile, con una sincera passione per quello che fa. Oltre a questo, l’aspetto che forse ci ha più sorpreso è stata la sua sensibilità verso il sociale. Alla domanda se dovessimo pagare lo studio per le ore passate a registrare le parti per il nostro disco ha risposto: «Naaa, se proprio volete, fate una donazione a qualche associazione che aiuta i non vedenti, anche qualche dollaro è meglio di niente». E così è andata, lui ha suonato senza compenso alcuno e noi non abbiamo mancato di fare una donazione alla “CABSS (Centro Assistenza per Bambini Sordi e Sordociechi Onlus)”. Karma buono per entrambi .

E invece con Damna degli Elvenking?

Damna, oltre che un grandissimo musicista e frontman, è anche un grande amico. Ci è capitato di condividere il palco sia con gli Elvenking che con gli Hell In The Club, e in passato lo avevano fatto spesso anche Raintime e Slowmotion Apocalypse. Inoltre, Enrico aveva inciso un EP con i Leprechaun, capitanati proprio da Damna quando uscì dagli Elvenking per un breve periodo…Che dire? Si è dimostrato fin da subito entusiasta del nostro invito ed è stato molto disponibile nei nostri confronti, per cui cogliamo l’occasione di ringraziarlo ancora molto per la sua partecipazione, anche in sede live durante il release party di “Witness”! E per chi non conoscesse Elvenking ed Hell In The Club… corra su Spotify a colmare questa lacuna!

La tracklist di “Witness” contiene anche una cover “insolita” per una band afferente al rock e al metal: “Go” dei The Chemical Brothers; di chi è stata l’idea e come è stato lo sviluppo? Qual è il suo ruolo all’interno dell’album?

Fare una cover e renderla personale è sempre una sfida interessante, di più ancora se la canzone in questione è di un genere completamente diverso dal proprio. “Go” è stata proposta da Claudio con il proposito di fare una cover di qualcosa di attuale e Cristian già ne suonava una versione rock con un’altra band con la quale collabora. Alla fine, con “Go” riteniamo di aver fatto un buon lavoro, anche se fino all’ ultimo non ne eravamo pienamente convinti – soprattutto per l’approccio al tipo di cantato hip pop. Poi, una volta entrati in studio e registrate le parti strumentali è arrivato Claudio e ci ha stupiti tutti con la sua interpretazione. Da lì a decidere di inserirla nella tracklist dell’album, il passo è stato breve.

Ho letto che alcune vostre canzoni sono state inserite nella colonna sonora del film “Milano In The Cage” – presentato alla Mostra del Cinema di Venezia – del regista italiano Fabio Bastianello: vi va di raccontarci come si è concretizzato il tutto, se ne siete stati soddisfatti e se la cosa ha contribuito a darvi un po’ di visibilità a livello nazionale?

Vedere le proprie canzoni scelte ed inserite nella colonna sonora di un film è un passo che ci mancava e che ci ha gratificato moltissimo! La bella novità è che dopo la presentazione alla mostra del cinema di Venezia e al festival di Cannes, “Milano In The Cage” sarà ora in distribuzione nelle sale italiane. Il 18 maggio ci sarà la prima a Milano ed il 19 la presentazione del film in Friuli, a Pordenone (provincia di origine sia nostra che del regista Fabio Bastianello), alla quale seguirà l’ after-party al California di Aviano dove ci esibiremo insieme ad altri musicisti che compaiono nella soundtrack. Ci saranno alcuni attori del film, il regista e noi suoneremo live sia le canzoni della colonna sonora che le canzoni di “Witness”…una bella festa insomma!

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Come ho scritto in sede di recensione ritengo che uno dei vostri punti di forza sia la capacità di scrivere canzoni indubbiamente toste, pesanti e metalliche ma nel contempo melodiche e ben congegnate in termini di impatto; canzoni che in sostanza penso non avrebbero grandissime difficoltà a “sfondare” se adeguatamente spinte per radio o altri media (come sta capitando per esempio per gli Alter Bridge, giusto per fare un nome eccellente). Voi come la pensate e soprattutto cosa vi augurate? Quale ritenete sia la vostra dimensione?

Come dici tu, non avrebbero grandissime difficoltà a sfondare se adeguatamente spinte per radio o altri media. That’s it. La verità è che siamo abbastanza consci di aver fatto un disco valido e composto in maniera spontanea con il massimo impegno, ma altrettanto consci che quello che facciamo se non supportato da una giusta spinta mediatica corre il rischio di andare a finire nel mare di musica, molte volte anche buona, che nessuno ascolterà mai. Pensa che il nostro video con Phil Campbell ha fatto meno visualizzazioni di un qualsiasi video del cazzo fatto con un telefonino con un idiota che cade dalle scale o che si vomita addosso. Ci siamo ovviamente posti delle domande, suoniamo canzoni scadenti ? Collaborare con una Rock Star come l’ex Motörhead è troppo poco per un pubblico mediamente disinteressato e poco attento? Forse non valiamo granché come musicisti? Immagine? Genere troppo fuori moda? Carisma? Songwriting? Fanculo? Hahahah! Alla fine, per come la vediamo noi le cose vanno fatte in maniera coerente, la musica che suoniamo ci deve in qualche modo rappresentare senza cercare soluzioni più vendibili sacrificando la propria indole musicale, perché in fin dei conti comporre, suonare e sudare on stage sono manifestazioni della propria essenza. Se questa arriva alla gente e piace allora va bene, se non piace almeno rimane la soddisfazione di non essersi svenduti. Tutto il resto, compresa la spinta mediatica, dipende in maniera marginale dal valore musicale di una band.

Sempre in rapporto alla domanda precedente: qual è il vostro rapporto con il pubblico italiano e in generale con il pubblico metal italiano? Cosa pensate che vi manchi ancora – se qualcosa manca o può essere migliorato – per fare definitivamente breccia nel cuore degli appassionati di metal tricolore?

Fortunatamente ad ogni live constatiamo sempre una buona risposta dal pubblico. Questo lo vediamo in particolar modo al banchetto del merch, dove la gente acquista magliette e dischi, che è, in ultima analisi, la vera conferma dell’ apprezzamento del pubblico. Quello che ci è mancato e ci manca tutt’ora è una programmazione dei live un po’ più consistente. Abbiamo avuto purtroppo un brutto stop con l’agenzia di booking, non dipendente dalla volontà di nessuna delle parti, proprio alla vigilia dell’ uscita di “Witness” e questo ci ha davvero rallentato. In qualche modo, grazie anche all’agenzia attuale ci siamo ripresi, e adesso facciamo del nostro meglio per portare in giro la nostra musica che vediamo essere apprezzata ad ogni concerto !

Com’è stato il passaggio da Lifeforce a Scarlet Records? Che differenze avete trovato nel modus operandi delle due label? Siete soddisfatti del loro operato?

Dopo un bel periodo di collaborazione con Stefan Luedicke e la sua Lifeforce (Enrico e Claudio avevano lavorato con lui già ai tempi dei Raintime), le nostre strade si sono divise di comune accordo: Lifeforce è un’ottima etichetta che produce ottime band e le fa crescere, ma il genere dei Fake sicuramente è molto lontano da quello che rappresenta il sound tipico della label stessa. Per cui, continuare la nostra collaborazione probabilmente sarebbe andato a scapito di entrambi. Quindi approfittiamo di ringraziare Stefan e tutto lo staff di Lifeforce per tutto quello che hanno fatto per noi! Tra tutte le etichette che si sono proposte per la produzione di “Witness” abbiamo scelto la nostrana Scarlet. È un’etichetta che già conoscevamo (con cui gli Slowmotion avevano già lavorato per i loro tre album), molto attiva e ben radicata in Italia, ma non solo: Filippo e il suo staff lavorano molto bene a livello promozionale e sono sempre molto disponibili e aperti ad ogni genere di proposta per far crescere al meglio la band, cosa sempre molto importante. Per cui al momento siamo molto soddisfatti della collaborazione e faremo il possibile affinchè le cose procedano al meglio. I presupposti ci sono tutti!

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E per il futuro che piani avete? Ci sono in programma concerti o magari partecipazioni a festival estivi per il 2017?

Abbiamo da poco suonato a Milano per il release party degli Anewrage, nostri compagni di etichetta, ed è stata una serata super! Avremo poi altre date tra primavera ed estate, alcune già fissate ed altre in attesa di conferma, tra locali e festival: trovate tutto sempre aggiornato su Facebook. Quindi tenete d’occhio la nostra pagina. In più, a breve uscirà il videoclip di un nuovo singolo e ci sono stati anche nuovi risvolti dalla collaborazione per il film “Milano in the Cage”…una gran soddisfazione sentire la propria musica seduti sulle poltrone davanti al grande schermo! Insomma, direi che i piani/programmi che ci aspettano sono molto positivi e non vediamo l’ora di vederli realizzati. Stay Tuned!

Da parte mia è tutto, non posso far altro che ringraziarvi per la vostra disponibilità e il vostro tempo!

Grazie mille a te per lo spazio dedicatoci e grazie a tutti i lettori di Truemetal! Mettete un fottuto like sulla nostra pagina Fb se volete seguirci, ma soprattutto seguiteci sotto il palco e al bancone! Fake the System!