Death

Intervista Gruesome (Gus Rios)

Di Davide Sciaky - 3 Giugno 2018 - 14:23
Intervista Gruesome (Gus Rios)

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All’alba dell’uscita del loro secondo album, “Twisted Prayers“, abbiamo raggiunto il batterista e leader dei Gruesome, Gus Rios, per discutere il disco, il percorso della band ed il suo futuro, il difficile equilibrio che deve mantenere una band-tributo ai Death e altro ancora.

Intervista a cura di Davide Sciaky

Ciao ragazzi, benvenuti su TrueMetal.it!
“Twisted Prayers” è il vostro secondo album, in uscita tre anni dopo il suo predecessore; in cosa è diverso da “Savage Land”?

Be’, con “Savage Land” cercavamo solo di scrivere canzoni à la Death in generale…quell’album ha molti elementi che vengono da tutti i primi tre album dei Death.
Non avevamo NESSUNA idea che le cose sarebbero arrivate dove sono oggi e quindi ora stiamo scrivendo degli omaggi ad album specifici.
Dimensions of Horror” era MOLTO nello stile di “Scream Bloody Gore”, ora “Twisted Prayers” deriva dallo stile di “Spiritual Healing”.
E come successe ai Death con “Spiritual Healing” abbiamo speso molto più tempo sulla produzione ed il missaggio questa volta.

 

I membri della band suonano tutti in altre band estreme, come mai avete sentito il bisogno di fondare i Gruesome, un ulteriore gruppo estremo?

Molto semplicemente…perché ADORIAMO i Death ed è troppo divertente per fermarci!
La sensazione è di essere il più vicino possibile al suonare nei Death…che è il mio sogno d’infanzia!

 

I Gruesome sono esplicitamente un tributo ai Death; la vostra musica è stata accolta molto bene dai fan, ma avete mai avuto paura all’inizio di venir liquidati come un semplice plagio dei Death?

Certamente…avevamo molte paure.
Prima che chiunque altro avesse sentito niente ho mandato un paio di canzoni a James Murphy (N.D.R il chitarrista dei Death su “Spiritual Healing”) che conosco da anni.
Gli ho chiesto di dirmi onestamente se pensava che fossero buone!
Una volta che mi ha dato l’okay siamo stati un po’ più fiduciosi a continuare.
Chuck a questo punto è considerato una leggenda del Death Metal, e noi eravamo consci, e continuiamo ad esserlo, del suo importante lascito musicale.
Tutto quello che facciamo viene da un genuino rispetto e ammirazione per la sua musica, quindi in questo senso mi sento di non aver niente per cui scusarmi…siamo onesti con noi stessi in quanto fan prima di tutto.

 

Quanto è difficile scrivere musica che suoni come i Death senza effettivamente plagiarli?

Be’, questo dipende da a chi lo chiedi!
Ma per noi la cosa importante è che le cose diano la giusta sensazione. Quando scrivo un riff, se mi fa sorridere e raggiunge l’effetto che sto cercando lo mando a Matt per avere una seconda opinione.
Tutti noi facciamo così…chiediamo le opinioni degli altri, “È abbastanza Death…troppo Death??” ecc.
Cerchiamo di controllare molto la qualità di quello che facciamo.
Credici o meno, a causa della sua unicità scrivere canzoni nello stile specifico di una certa band senza plagiarli non è facile.
Fortunatamente ascoltiamo tutti i Death dagli anni ’80 e suoniamo Death Metal dagli anni ’90…ce l’abbiamo nel sangue!

I vostri album per ora hanno seguito l’evoluzione del sound dei Death, avete in programma di proseguire con quest’evoluzione arrivando fino a “The Sound of Perseverance” e diventando sempre più tecnici col tempo?

Sì, penso che questa sia la nostra traiettoria a questo punto.
È quello che i fan si aspettano e noi siamo felici di soddisfarli e siamo entusiasti di questa sfida!
Ciò detto, non escluderei la possibilità di fare un paio di album di nuovo nello stile dei primi Death in futuro.
Matt, Robin e io amiamo i primi album, mentre Daniel preferisce da “Human” in avanti…quindi speriamo di continuare a scrivere canzoni che ci facciano piacere quello che facciamo.

 

Proprio come i Death le vostre copertine sono state disegnate da Ed Repka, gli avete dato qualche direzione su cosa disegnare?

Sì, gli abbiamo dato il titolo dell’album, quello di cui parlavano le canzoni e un’idea generale dell’illustrazione.
Ma volevamo anche che fosse sé stesso, con l’indicazione aggiuntiva di “Pensa al periodo ’87-’89 per trovare l’ispirazione”.
Per me la cosa PRINCIPALE che i Gruesome creano è nostalgia.
Per quelli di noi che c’erano e compravano gli album appena usciti, c’erano così tanti aspetti importanti che portavano a delle reazioni emotive.
Le copertine erano una parte importante di cos’era un album dei Death, quindi DOVEVAMO assolutamente avere Repka a bordo.
Onestamente senza di lui non saremmo potuti andare avanti!
Il logo, il sound, ecc. …tutto doveva combinarsi per completare il puzzle.

 

Siete stati molto prolifici e, oltre ai due album in studio, avete pubblicato due EP; avete già cominciato a scrivere nuova musica o vi state prendendo un piccolo momento di pausa dalla scrittura?

Ci sono già tre canzoni scritte e registrate come demo. Quando è un divertimento genuino è molto facile.
E poi abbiamo una traiettoria già scritta, giusto?
Diventa una sfida interessante ogni volta, così divertente!
Non vedo l’ora di registrare un alto album l’anno prossimo!

 

Sembra che ultimamente ci sia un rinnovato interesse nel Death Metal, in particolare in quello Old School, secondo te come mai succede?

E’ figo, ovviamente.
Ma, così com’è successo con il revival Thrash qualche anno fa, soltanto i gruppi migliori rimarranno una volta che questo fenomeno sarà finito.
Ascolto Death Metal dal 1987, per me non è un trend…è parte della mia vita.
Sarò qui quando il trend sarà finito e si sarà spostato sull’Old School Black Metal o qualunque sarà la prossima cosa.

 

Parlando di Metal in generale, quale pensi che siano le band o scene più interessanti al giorno d’oggi?

Io sono dichiaratamente fermo ad un’altra epoca e quindi mi piacciono molti gruppi che vengono dalla Svezia e che seguono lo stile dei primi Entombed/Dismember.
Band come LIK, Entrails, Gravestone, ecc.
Mi piacciono anche tutti gli ultimi album degli Unleashed…continuano a pubblicare musica di qualità.
Le band con suoni più moderni per me hanno troppa tecnologia nella loro produzione.
Mi sembra di sentire un computer più che una band e quello mi toglie entusiasmo.
Poi il Metal sembra essere diventato un esercizio musicale di batteria, basso e chitarra più che in vere CANZONI.
Non ho niente contro il progresso, ma semplicemente non fa per me.
Sono semplicemente felice che il Metal non sia morto e che sembra non morirà mai!

 

Grazie per la vostra disponibilità, ci vediamo in tour!

Grazie per il supporto!!