Black

Intervista Harakiri for the Sky (tutta la band)

Di Davide Sciaky - 16 Febbraio 2018 - 11:30
Intervista Harakiri for the Sky (tutta la band)

Circa due settimane prima della pubblicazione del nuovo album degli Harakiri for the Sky, “Arson” (qui la nostra recensione), abbiamo incontrato la band austriaca poco prima del loro concerto a Stoccolma.
Insieme abbiamo parlato del nuovo album, del grande successo che la band sta riscontrando nella scena e di molto altro.

 

Intervista a cura di Davide Sciaky

Ciao ragazzi, come va?

Matthias: Sto molto bene, la Svezia ci ha accolto davvero bene e ci stiamo godendo molto questo momento.

 

Non sono riuscito a trovare online le setlist che avete suonato recentemente, ma immagino abbiate cominciato a suonare le nuove canzoni…durante questo tour non avete moltissimo tempo sul palco e le vostre canzoni sono piuttosto lunghe, come bilanciate le setlist tra pezzi nuovi e vecchi?

Matthias: Effettivamente è molto complicato, abbiamo meno di un’ora e si finisce sempre a tagliare fuori qualcosa.
A volte alterniamo le canzoni, alcuni giorni suoniamo canzoni diverse rispetto ad altri, oggi ad esempio vogliamo fare un mix di tutti i primi tre album.
Del nuovo, ancora inedito, album non suoniamo niente per ora, lo faremo al release show il 10 febbraio.

 

Siete molto regolari nel pubblicare album un anno sì ed uno no, come funziona il processo di songwriting per voi?

Matthias: È sempre molto simile: ci sono io che butto giù idee a casa mia e le scrivo, a volte non mi viene niente per due mesi, a volte in una notte sola succede…davvero, non c’è uno schema, non posso sedermi e dire, “Ora scrivo una canzone”, a volte le idee non vengono, a volte ne vengono anche troppe.

 

Scrivi anche mentre siete in tour?

Matthias: No, assolutamente no, non c’è tempo!
Succede sempre qualcosa, il soundcheck…poi dopo lo show mi devo riprendere, e comunque c’è sempre troppa gente e non avrei la pace necessaria per scrivere.
È sempre a casa.

 

Come funziona invece per la registrazione?

Matthias: Normalmente io faccio la preproduzione, do il materiale a lui [N.D.R. indica J.J.] che scrive i testi, poi discutiamo insieme su come inserirli nelle canzoni e quando siamo d’accordo andiamo in studio.
Normalmente registro la chitarra ed il basso a casa, poi in studio effettuo il re-amp e registro la batteria.
Lo studio è di un amico, è un’atmosfera molto tranquilla per noi, non abbiamo la pressione di dover registrare tutto di corsa in pochi giorni.

 

Mi parlate un po’ dei testi di “Arson”? Di cosa parlano?

JJ: Principalmente parlano di fine di relazioni, depressione, la vita di tutti i giorni e questo genere di cose.
La maggior parte dei testi sono autobiografici, ma scritti sotto forma di metafore.

 

Negli ultimi anni sono nate molte band Post-Metal, Post-Black Metal e non dev’essere semplice rimanere freschi ed originali, eppure voi ci riuscite; quali sono le vostre influenze dal punto di vista della musica? Ascoltate molte band simili a voi, o al contrario ascoltate generi diversi per trovare l’ispirazione in altri stili di musica?

Matthias: Tutto ha un’influenza, ovviamente anche la musica che ascoltiamo ha la sua influenza, ma non ci sono band a cui ci ispiriamo direttamente, band a cui vogliamo suonare simili.
Penso che sia un po’ un mix perché ascoltiamo diversi generi di musica, anche cose lontane dal Metal, c’è questo tipo di unione di generi e magari altre band non hanno queste influenze.

 

Se ti dovessi chiedere le band che il tuo pubblico si aspetterebbe di meno che tu ascoltassi chi nomineresti?

Matthias: Molto Hip Hop americano old school [ride], poi cantautori, Alternative Rock anni ’90, Stain cose del genere.
Forse è un po’ diverso da quello che ascoltano altri musicisti Black Metal.

Le vostre copertine sono davvero belle, lavorate insieme al disegnatore che le realizza o gli lasciate carta bianca?

Matthias: No, no, per i primi tre album abbiamo avuto questo tipo a cui dicevamo cosa fare, lui faceva qualcosa di un po’ diverso, poi discutevamo ma alla fine trovavamo sempre qualcosa che soddisfacesse le nostre aspettative.
Questa volta abbiamo lavorato con una persona diversa, un’artista ceco, Striga, perché l’artista vecchio era inaffidabile, non rispettava le scadenze ed è complicato quando hai delle scadenze per l’album

 

Tutte queste copertine rappresentano animali, come mai?

Matthias: Gli animali sono neutrali, per così dire, rispecchiano i nostri testi in un certo modo, ma non troppo direttamente; penso che abbiamo sempre trovato qualcosa che rifletta la musica ed i testi, senza andare a rappresentarli troppo esplicitamente.
Così quando hai i cervi che combattono…

J.J.: O la volpe, o l’uccello ingabbiato che non riesce a fuggire, sono cose che puoi vedere come metafore dei nostri testi e della nostra musica.

 

Gli Harakiri for the Sky sono Matthias e JJ, ma la maggior parte dei turnisti che vi accompagna sono gli stessi da quando avete cominciato ad esibirvi live anni fa…

Matthias: Di solito sì, recentemente in Finlandia abbiamo avuto un batterista ed un bassista diversi, i soliti ovviamente hanno un altro lavoro e non sempre riescono a venire con noi, quindi dobbiamo ricorrere a musicisti diversi, la formazione live cambia spesso, ma per molto tempo abbiamo suonato con le stesse persone.

 

…avete mai pensato di includerli nella lineup ufficiale della band?

Matthias: No, perché non funzionerebbe.
Abbiamo dei ruoli molto fissi, io faccio la musica, lui i testi, e nessuno dovrebbe interferire in ciò, questa è una cosa molto importante per noi.

J.J.: Per noi così funziona al meglio.

Matthias: Noi su disco e noi dal vivo sono due cose completamente diverse.

 

Continuando a parlare di tour, qual è la band con cui vi è più piaciuto andare in tour, e qual è la vostra band dei sogni con cui andare in tour in futuro?

Matthias: Questa è un’ottima domanda [N.D.R. si ferma alcuni secondi a pensare] abbiamo suonato con così tante belle band che è difficile sceglierne una, poi ce ne sono state anche alcune poco piacevoli ma non voglio fare nomi, ci sono stati dei tour che sono stati faticosi per colpa di qualcuno.
Ma parlando di futuro mi piacerebbe molto suonare con i Katatonia, amo la loro musica, e penso che il loro pubblico potrebbe apprezzare la nostra musica, funzioneremmo bene insieme…sogno in grande, poi chissà, magari un giorno…

 

Ho letto che l’anno scorso siete stati nominati per gli Amadeus Austrian Music Award, l’equivalente austriaco dei Grammy, vi sareste mai aspettati una cosa del genere quando avete creato la band, o anche negli anni successivi ?

Matthias: Non me lo sarei mai aspettato e, anzi, è stato piuttosto divertente perché non ci hanno detto niente della nomination, l’ho scoperto quando ci hanno taggato su Facebook.
Ma è un premio solo austriaco, non una gran cosa [ride].

 

Nei pochi anni da quando la band è nata siete diventati piuttosto noti [nella scena] e non è raro vedere vostre magliette a concerti e festival, o sentire gente che vi nomina tra le loro band preferite. Vi ricordate un momento in particolare in cui avete realizzato che il vostro seguito era cresciuto fino a questo punto?

Matthias: Quando abbiamo cominciato a suonare di più all’estero, ovviamente all’inizio abbiamo suonato show molto piccoli negli stati confinanti con l’Austria e non c’era un grande pubblico, ma ora quando andiamo ad esempio in Spagna, il nostro primo tour da headliner, c’erano 350 persone ed è una sensazione davvero bella sapere che c’è chi conosce ed apprezza la nostra musica, vedere che significa qualcosa per loro.

 

Il nome Harakiri for the Sky è piuttosto particolare, da dove viene?

J.J.: Volevo qualcosa che rappresentasse quella sensazione di quando ascolto certe canzoni dove la musica cresce, cresce, cresce ed improvvisamente si ferma, è come correre verso un precipizio e poi saltare.
Ho sempre cercato un nome per descrivere questa sensazione, finché all’improvviso non l’ho trovato ed è piaciuto anche a Matthias.

 

Fra ormai solo due settimane uscirà il nuovo album, poi avete un tour programmato fino all’estate, avete già piani per dopo?

Matthias: Sì, in estate ci sono i festival, non molti show nei locali, poi in autunno andremo in Cina e Giappone.

 

È la prima volta che ci andate?

Matthias: Sì, sarà il posto più lontano in cui abbiamo mai suonato fino ad ora.
Poi a dicembre ci dovrebbe essere un altro tour, ma non è ancora completamente definito, vedremo…

 

Benissimo, questa era la mia ultima domanda, grazie della vostra disponibilità.

Matthias: Grazie a te!