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Intervista Jaz Coleman (Killing Joke)

Di Davide Sciaky - 4 Dicembre 2019 - 15:36
Intervista Jaz Coleman (Killing Joke)

Intervista a cura di Davide Sciaky

Ciao Davide, come stai?

Ciao Jaz, io bene, tu?

Sì, tutto bene.

 

Questo nuovo album, “Magna Invocatio – A Gnostic Mass for Choir and Orchestra Inspired by the Sublime Music of Killing Joke”, è decisamente un’opera imponente, rivedere la musica dei Killing Joke in chiave orchestrale: come nasce? È semplicemente il tuo modo di offrire un’interpretazione diversa della musica dei Killing Joke, o c’è altro?

Sai, fin dall’inizio i Killing Joke hanno ricevuto il dono di un’agenda occulta, non c’è ombra di dubbio, la nostra storia è lì a dimostrarlo.
Per esempio, nel terzo movimento di questo disco, le parole, i cori sono le parole di una preghiera che Paul ed io ripetevamo quando eravamo ragazzi, prima che formassimo i Killing Joke, quindi rendere questo in musica in modo da poterlo condividere, per esempio con te, 41 anni dopo è un dono magnifico.
Sono successe tante cose strane con questo disco, una cosa che mai avrei pensato di vedere è che la musica ufficiale del braccio spirituale delle Nazioni Unite sono i Killing Joke! [Ride].
Ho preso le parole di “The Great Invocation”, le ho tradotte in latino e le ho intessute nella canzone; lo scopo è di avvicinare la gente alla coscienza planetaria [N.D.R. Jaz parla di “Planetary consciousness”, l’idea che tutti gli esseri umani sono tanto membri della propria nazione quanto di una “società della Terra”], quello era il mio scopo iniziale.
Non appena ho deciso di usare “The Great Invocation”, quel testo fantastico, tutto è andato a posto. Sono arrivati abbastanza soldi per registrare il disco, non ero sicuro sarebbero arrivati, pensavo sarebbe stato un disastro, e ancora adesso non riesco a credere che il disco sia finito: ora lo ascolto ogni singolo giorno della mia vita da quando l’abbiamo completato.
Ogni singolo giorno perché mi connette direttamente con le forze divine che mi hanno dato ogni cosa.

 

Vorrei analizzare un attimo il lungo titolo del disco. Innanzitutto, parli di “the sublime music of Killing Joke”, “la sublime musica dei Killing Joke”, cosa intendi?

Quello che intendo è che se togli tutti i rumori degli amplificatori, se guardi la musica pura dei Killing Joke, la struttura armonica – parlo come musicologo qui – puoi vedere l’unicità della nostra band, il motivo per cui siamo diversi.
La struttura armonica e melodica della musica è unica, e in quanto arrangiatore per orchestra è un piacere orchestrare questa musica per queste virtù delle canzoni.

 

Parlando ancora del titolo, in che senso “a gnostic mass”, “una messa gnostica”?

Parliamo dell’essere gnostici, essere ateo significa dire, “Non credo”, ma gnostico è, “Ho avuto esperienza di qualcosa e per questo sono arrivato ad una conclusione.
La tradizione gnostica sostanzialmente dice che Dio, Geova del Vecchio Testamento, è un Dio oscuro.
Questa è la tradizione gnostica, è da cui la confusione per chi viene da una tradizione Cristiana o Giudaica.

 

Ti consideri gnostico?

Sì.

 

Ovviamente non è la prima volta che lavori con un’orchestra, è qualcosa che fai da decenni; possiamo dire che la tua personalità musicale ha due lati, quella Rock e quella classica, orchestrale. È difficile farle coesistere e trovare un equilibrio?

No: io descrivo questi due lati come l’eremita ed il comunista, perché i Killing Joke sono un’esperienza collettiva dove devi mettere da parte l’individualismo per essere parte di un gruppo.
Quando lavoro da solo, invece, sono un eremita: sono il direttore, sono il dittatore [ride].
Con la musica classica cerco di descrivere una realtà più perfetta, una realtà più piacevole e desiderabile, mentre i Killing Joke, in generale, hanno una funzione sociale, è un surrogato perfetto per impulsi più aggressivi che ho in me.

 

Passando a parlare dei Killing Joke, la band non pubblica un disco dal 2015: avete già scritto della nuova musica?

Sì, certo.
Il modo in cui scriviamo musica con i Killing Joke è che ci dimentichiamo della musica [ride] e questa è la verità.
Questo vuol dire: farsi una cazzo di vita.
Vuol dire, saltare su di un aeroplano, andare nei posti dove vuoi andare, innamorarsi, fare le cose che ami fare, avere dei contrasti nella vita.
Questa è la cosa importante, poi la musica si scrive da sola.

Quando ci possiamo aspettare il prossimo disco?

Be’, se non scoppia la Terza Guerra Mondiale e non veniamo cancellati dalla faccia della Terra, se siamo ancora tutti vivi dovrebbe uscire nel 2021 [ride].

 

Be’, speriamo che la Terza Guerra Mondiale non scoppi prima di allora.

Sì, perché l’anno prossimo sarà folle, qualcosa succederà.
Lo dico perché studio astrologia ed il periodo tra il 12 gennaio ed il 21 dicembre sarà molto accidentato. Quindi non c’è tempo per smettere di fumare o bere [ride].

 

Dal 2008 i Killing Joke sono di nuovo in formazione originale, qualcosa di piuttosto raro per una band che è in giro da 41 anni. Com’è cambiato il rapporto tra di voi negli anni?

Nel 2008 Big Paul è tornato con noi, lui non suonava con noi da anni, è stata una cosa grossa il suo ritorno perché erano passati 20 anni. La morte di Paul Raven sicuramente è stata un motivo dietro a questo ritorno.
La relazione con loro… ora ti dico, è una buona domanda.
È una relazione molto complessa quella di una band: tutti abbiamo un buon rapporto tra di noi. Geordie, ovviamente sono stato con Geordie fin dall’inizio, abbiamo fatto tutto insieme.
Ci piace andare a pescare insieme, ed in generale io e Geordie ci consideriamo i guardiani della nostra musica, siamo quelli che hanno l’ultima parola su tutte le decisioni musicali.
Non potrei stare senza di Youth, Youth ci spinge molto a fare cose, ed è un mio amico molto stretto, anche quando litighiamo come dei matti.
Big Paul ha un intelletto incredibile e mi piace molto stare in sua compagnia.
Arrivare alla fine di quest’anno, a 41 anni stando insieme è significativo di quanto io voglia bene ai miei colleghi, non ci sono molte band così. Già solo questo fatto da solo è una grande vittoria.
Ci sono altre due grandi vittorie per i Killing Joke: i Killing Joke hanno ispirato un’altra generazione di musicisti, ed i Killing Joke sono il principio dell’auto-educazione.
Noi siamo una contro-cultura, veniamo da una generazione che crede, anzi, è certa che non si possono solo cambiare vite con la musica, ma su può cambiare il mondo con la musica, e noi abbiamo cercato di strutturare quello che altre band chiamano “fan club” in una rete globale di comunità della contro-cultura. I Killing Joke hanno un grande significato per molte persone, sono la colonna sonora della vita di moltissime persone, una band che ha influenzato due secoli di musica ed è rimasta un punto di riferimento.
E, ancora più importante, i Killing Joke hanno provato che il comunismo funziona [ride].

 

Stavo leggendo i nomi delle band che hanno nominato i Killing Joke come un’influenza sulla loro musica: Metallica, Soundgarden, Nirvana, Nine Inch Nails…

Kate Bush [ride].
Ci sono dei nomi che davvero non ti aspetteresti.

Come ci si sente ad avere un’influenza così vasta?

Ci si sente fantasticamente!
Ma l’unica cosa a cui pensiamo è a cosa fare dopo, non perdiamo tempo a farci le seghe sul passato, mi spiace [ride].
Sai, non mi interessa farmi gonfiare l’ego da risultati del passato, è molto piacevole, certo, ma l’unica cosa che conta è cosa fare dopo.

 

Non ti sei mai fatto problemi a parlare di politica, ma spesso quando un musicista ne parla si sente chi dice che i musicisti dovrebbero “concentrarsi sulla musica”…

Oh no, queste sono fottute stronzate!
Sono stronzate, in una democrazia tutti possono parlare di politica!
Socrate ha detto che è il dovere di ogni cittadino essere coinvolto nei problemi che lo affliggono in un dato momento. È il compito di ogni cittadino, in una democrazia, fare ciò!
Questa critica è assolutamente sbagliata, quando parlo, parlo in quanto cittadino del mondo e non mi interessa la politica in sé.
Non penso che ci sia nessun artista nella storia dell’umanità che abbia mai fatto qualcosa di buono con la politica [ride] quindi non vedo come potrei fare qualcosa io.
Comunque ho promesso alla mia figlia più giovane che non entrerò mai in politica, me l’ha fatto promettere.

 

Com’è cambiato il vostro approccio al songwriting negli anni?

Ti dico il nostro segreto; non te lo dovrei dire ma te lo dico.
Ci sono due segreti per quanto riguarda l’ispirazione nei Killing Joke: il nostro primo manager, Sam Alder, mi disse “Non lasciare mai che la band faccia troppi soldi, così non si adageranno mai sugli allori”, ed è così che è andata.
La seconda cosa è che il modo migliore per scrivere musica è dimenticandosi della musica: dimenticati della musica, fatti una cazzo di vita!
Innamorati, viaggia, fai tutte le cose che hai sempre voluto fare, falle, vai in giro per il mondo, rendi la tua vita eccitante e allora la musica arriverà.
Non è qualcosa che succede nella tua mente, la musica non è intellettuale, la musica non è cerebrale, non la nostra musica: è spontanea.

 

Questa era la mia ultima domanda, grazie per la tua disponibilità.

È stato un grande piacere, grazie.

E direi che ci vediamo l’anno prossimo, ho visto che suonerete in giro per l’Europa.

Certo, e l’anno prossimo il mondo cambierà moltissimo, vedrai, vedrai di cosa parlo.

Allora magari ne riparleremo la prossima volta.

Ne parleremo la prossima volta [ride] Dio ti benedica, mangia bene, e fai esercizio, motherfucker!