Doom

Intervista Rome In Monochrome (Gianluca Lucarini)

Di Giuseppe Casafina - 15 Gennaio 2019 - 0:00
Intervista Rome In Monochrome (Gianluca Lucarini)

Gianluca Lucarini, chitarrista e fondatore della creatura Rome In Monochrome, è un uomo di poche parole: tiene fede alla sua creatura appunto, perennemente avvolta nel grigiore dei pensieri più contorti e negativi che una mente solitaria possa mai concepire, quella mente che è appunto il motore che muove lo spirito di questa incatalogabile quanto affascinante band tutta italiana, che tanti proseliti sta riscuotendo sia in Madrepatria che all’estero.

 

Benvenuto a bordo Gianluca, TrueMetalti da il suo benvenuto!

Grazie per l’invito, sono onorato d’essere su TrueMetal.it!

 

Nel tuo background musicale ci sono soprattutto moltissime sonorità violente ed estreme, cosa ti ha spinto quindi a creare, quasi di colpo, un progetto dalle tinte del tutto differenti, oscure e dai mood ritmici sì molteplici, ma sempre pesantemente rarefatti e rallentati?

Avendo sempre militato nella fascia piu’ estrema del metal, e quindi nel grindcore/brutaldeath metal, dopo molti anni ho sentito il bisogno di dare voce al mio lato piu’ intimistico e malinconico. Ho formato così i Rome In Monochrome come progetto solista. Successivamente,  Valerio è stato reclutato come lead singer e, dopo qualche cambio di formazione, siamo arrivati all’attuale formazione a sei.

 

Rome in Monochrome è indubbiamente un monicker affascinante: come è venuta l’idea di un nome così particolare, che oltretutto rende piuttosto bene l’idea di quello che la formazione propone?

Il nome Rome In Monochrome è stato creato da Max (l’ex cantante dei Degenerhate, la mia band grindcore) per un suo progetto che non ha mai avuto luce. Siccome il monicker mi piaceva molto, e lo ritenevo molto calzante per la proposta sonora del mio neonato progetto solista, ho chiesto a Max se potevo usarlo e lui gentilmente me lo ha concesso.

 

 

Veniamo al disco: “Away From Light” è, a mio personalissimo parere, un disco bellissimo proprio per via di quella sua elaborazione di fondo in grado di trascendere i  singoli generi e proporre un unico sound del tutto personale. Come è nata l’idea del disco nel suo complesso? Essendo tu il leader della formazione, ogni singolo brano proviene dal tuo ego oppure si tratta anche del frutto di un’alchimia di gruppo?

Grazie per le tue parole, sono molto contento che ti piaccia il disco! “Away From Light” è senza dubbio il risultato di un lavoro di gruppo, tralasciando la strumentale “Until My Eyes Go Blind”, che è un brano che ho scritto interamente io quando ancora i Rome In Monochrome erano solo il mio progetto solista, tutto il resto dei brani che compongono il full length sono il risultato del lavoro di squadra. Si parte da un riff, si sviluppa la struttura della canzone, e poi ci adattiamo un testo di Valerio. Questo è solitamente il nostro modus operandi.

 

Partiamo dall’inizio del disco, chi sono i famigerati “Ghosts of Us” di cui il vostro vocalist canta con fare malinconico? Inoltre credo che il verso “I’m just a carcass, looking for a soul” sia la perfetta simbiosi delle atmosfere propagandate dal disco: ti ci trovi d’accordo oppure te, da creatore, hai una visione diversa di un pezzo o frase all’interno dello stesso che possa adattarsi, nel caso sempre che ce ne sia uno per te/voi, a descrivere l’intera opera?

I fantasmi di noi sono quelli che restano dopo che il fuoco dei sentimenti è finito, e rimane solo la possibilità di poterne ascoltare l’eco. È difficile per noi sintetizzare il contenuto di un disco così legato all’interiorità: tutti noi riecheggiamo in modo diverso nei testi di Valerio, e siamo legati a qualche specifico passaggio. Credo che forse il “carbon cyclecollapseswithin” del brano “Betweenthe Dark and Shadows” riassuma bene l’universale che schiaccia l’individuo, che è poi il cuore della nostra poetica.

 

 

Spiriti desiderosi di ritorno alla vita, malinconia e paranoia dilagante: queste sono le tematiche che si agitano angosciose tra le sonorità della ‘Roma Monocromatica’. I pezzi nascono da un mood condiviso da tutta la band oppure di un singolo componente in particolare a cui gli altri musicisti cercano di entrare nello spirito? Si tratta di esperienze realmente vissute oppure solamente di brevi momenti di malinconia?

Come già ho detto sopra, a parte le liriche che scrive Valerio, tutto il processo creativo viene fatto insieme, ergo, il mood malinconico e decadente che caratterizza i Rome In Monochrome, è il nostro “collante” nonché il nostro trademark. Quasi tutti i brani parlano di nostre esperienze vissute…non c’è cosa piu’ angosciosa, paranoica e malinconica della vita odierna, nostra fonte primaria d’ispirazione.

 

 

Nel video di ‘Between The Dark And Shadows’ ad un certo punto dello stesso il vostro cantante mima il gesto di una pistola rivolta contro se stesso,  il classico gesto del suicidio in pratica. Qual’é la tua opinione in merito al gesto più estremo che un uomo mai possa compiere in tutta la sua vita? Vi è nonostante tutto un alone di speranza tra i testi del disco oppure vi è solo nebbia tra i suoi solchi?

“Speranza” è una parola che nel vocabolario dei Rome In Monochrome non esiste. Non vogliamo lasciare nessuno spiraglio di luce nel disco, ed il titolo “Away From Light” ne è la testimonianza. Riguardo il suicidio, credo che per arrivare a fare un gesto così estremo , si è arrivati al limite massimo. Non mi sento comunque di condannare nessuno per questa cosa, è una scelta personale, e come tale la rispetto.

 

Ok troppo grigiume, proviamo a scacciare via i depressi spiriti (!) con una domanda insolita: Metal Archives pare sia refrattario ad includervi nel suo database, nonostante il vostro suono sia autenticamente di stampo Metal e altro non è che una vostra personale rivisitazione del Doom Metal/Melancholic Rock. Cosa pensi di questa esclusione, a mio parere abbastanza insensata considerando l’inclusione di gruppi Metalcore di pessima fattura presenti nel database del sito? A proposito di Melancholic Rock, nel disco percepisco una marcata influenza Katatonia, è solo una mia impressione oppure confermi la mai intuizione?

Sicuramente i Katatonia sono una delle nostre influenze principali, quindi la tua intuizione è assolutamente corretta. Riguardo Metal Archives, sono stato contattato da uno dei loro responsabili, e nelle prossime settimane verremo inseriti anche noi nel database.

 

 

Bene Gianluca, prima di chiudere raccontaci qualcosa di mai raccontato prima, un segreto svelato esclusivamente tra te e i lettori di TrueMetal!

Vi racconto questo piccolo segreto dei Rome In Monochrome, che in realtà è piu’ una curiosità che un segreto vero e proprio:

Durante un nostro recente concerto in Belgio, siamo talmente piaciuti al pubblico che gli organizzatori della serata ci hanno pagato di piu’ del cachet stabilito. In quasi trent’anni che faccio musica, è la prima volta che mi capita una cosa del genere!

 

Grazie della tua permanenza su questi lidi Gianluca, alla prossima!

Grazie a te per l’opportunità offertami, ed un saluto a tutti i lettori di TrueMetal.

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