Heavy

Intervista Tremonti (Mark Tremonti)

Di Davide Sciaky - 28 Maggio 2018 - 16:02
Intervista Tremonti (Mark Tremonti)

Intervista a cura di Davide Sciaky

Ciao Mark!

Ciao, come sta?

Io bene, tu?

Bene.

Ci siamo incontrati circa un anno fa per parlare degli Alter Bridge, ma abbiamo accennato anche alla tua band solista quindi vorrei riprendere dal discorso di allora; all’epoca mi dicesti che eri impegnato nella scrittura delle nuove canzoni, mi puoi raccontare quali sono state le tempistiche del nuovo album? Quando hai finito di scrivere, quando sei entrato in studio e così via.

Non appena sono finite le sessioni di registrazione di “The Last Hero” (N.D.R. l’ultimo album degli Alter Bridge) ho cominciato a scrivere per quest’album.
Mi ci vogliono circa due anni per mettere insieme un album, sono entrato in studio…non mi ricordo che mese era ma ci sono voluti due mesi e mezzo per le registrazioni.
E’ stato un processo di registrazione relativamente veloce, avevamo speso già molto tempo a lavorare sulle demo per essere sicuri che le canzoni fossero completamente finite, testi, arrangiamenti e tutto, quindi in studio siamo andati di corsa.

Una volta scritte le canzoni ci sono più state modifiche rilevanti dopo che ti sei incontrato con I tuoi compagni di band, o ti sei attenuto alle tue idee originali?

Tutte le mie idee originali sono quelle che puoi sentire sul disco, poi quando mi sono incontrato con Eric e gli ho suonato e pezzi in modo che lui potesse programmare la batteria, suonare il basso, suonare le sue parti di chitarra e cantare le backing track.
Ha fatto un gran lavoro e mi ha aiutato molto a mettere insieme le demo in modo da essere pronti una volta entrati in studio.

 “A Dying Machine” è un concept, mi puoi parlare della storia?

E’ ambientata all’inizio del prossimo secolo, è un periodo in cui una nuova tecnologia è stata inventata, una nuova specie di umani creati in laboratorio e composti principalmente di parti umane, ma possono essere caricati di dati da parte dei loro proprietari, chiamati “primary”…non ce ne sono due uguali, sono come umani, e dopo un po’ si diffonde come una malattia, questi cominciano a ribellarsi ed inizia una guerra tra loro e gli umani.

Se ho capito bene hai scritto un romanzo che andrà ad accompagnare il disco, è la prima che scrivi un libro? Quanto è stato difficile?

È la prima volta che scrivo un romanzo e non è ancora finito, ma ci siamo quasi.
È una cosa che voglio fare almeno da dieci anni, scrivere un libro, quando mi è venuta in mente questa storia dopo aver scritto “A Dying Machine” ho pensato che questo era il momento perfetto per…dopo aver scritto tutto il concept per l’album ho pensato che sarebbe stata una bella esperienza per i fan avere la possibilità di leggere tutta la storia per esteso; in questo modo sono riuscito a realizzare anche questo mio desiderio.
È stato molto divertente farlo.

Tutti i tuoi album precedente sono usciti per la tua etichetta, la Fret12, e in passato mi hai detto che eri contento di questa decisione. Dato che questo nuovo album esce per la Napalm Records mi chiedevo cosa ti ha fatto cambiare idea.

La cosa è che volevamo avere un team più grosso alle spalle in giro per il mondo che ci permettesse di portare la band a più gente possibile.
La Napalm ha lavorato con gli Alter Bridge e ha fatto un lavoro fantastico, erano molto eccitati all’idea di lavorare anche con questa band quindi, all’inizio non volevamo, ma il loro entusiasmo p stato contagioso e ci hanno convinto.

L’ultima volta che abbiamo parlato mi dicesti che cerchi sempre di imparare nuove tecniche e di crescere come chitarrista, hai usato qualche nuova tecnica per “A Dying Machine”?

Sempre, ci sono sempre nuove tecniche, lick, cerco di imparare qualcosa di nuovo ogni giorno quindi, sì, ci sono molte cose nuove per me nell’album.

Secondo te quali sono le differenze più grandi, se ce ne sono, tra quest’album e i suoi predecessori?

La differenza più grande è che è un concept, è una cosa che non ho mai fatto in vita mia, non ho mai avuto il desiderio di farlo prima.
Non sono un grande fan dei concept album, l’unico che conosco bene è il disco di King Diamond, che adoro, ma non è stata l’ispirazione dietro al disco.
Penso che una volta scritta ‘A Dying Machine’ mi sia rimasto il desiderio di continuare a raccontare quella storia, è così che sono arrivato ad un concept album.

Sei di ritorno da quattro concerti con I Tremonti, com’è stato suonare di nuovo con la band a quasi due anni dai vostri ultimi concerti?

Oh, è fantastico, sono sempre preoccupato durante la prima settimana di tour perché puoi suonare a cantare quanto vuoi a casa, ma una volta sul palco c’è una botta di adrenalina e a volte ti puoi bruciare la voce, ma sta volta ha retto ed è andata bene, quindi siamo pronti a continuare.

Ad ottobre avete suonato alla Royal Albert Hall con gli Alter Bridge insieme ad un’orchestra, com’è andata quell’esperienza?

I concerti più belli della mia carriera.
Sono momenti in cui sei completamente in soggezione, l’orchestra che ti suona alle spalle…è stato un momento magico per tutti noi.
Stiamo mettendo insieme un DVD, uscirà in qualche momento durante l’autunno.

Se ricordo bene avete già dichiarato che l’anno prossimo pubblicherete un nuovo album con gli Alter Bridge; ora che Slash e Myles hanno annunciato che lavoreranno ad un nuovo album alla fine di quest’anno, pensi che riuscirete a pubblicare un nuovo disco con gli Alter Bridge nel 2019?

Questo è il piano, magari dovremmo realizzarlo più avanti durante l’anno ma è ancora il nostro piano.

Questa era la mia ultima domanda, grazie della tua disponibilità e ci vediamo presto in tour.

Grazie a te, stammi bene!