Heavy

Intervista Vanexa (Tutta la band)

Di Stefano Ricetti - 15 Settembre 2016 - 0:10
Intervista Vanexa (Tutta la band)

Intervista a tutto campo con la formazione al completo degli heavy metal veteran Vanexa nelle persone di Silvano “Syl” Bottari, Sergio Pagnacco, Artan “Tani” Selishta, Pier Gonella e Andrea “Ranfa” Ranfagni in occasione dell’uscita del nuovissimo album Too Heavy to Fly (Qui la recensione), il quarto, in studio, della loro lunghissima carriera, disponibile tramite Punishment 18 Records.

Buona lettura,

Steven Rich

 

Vanexa   LOGO VETERANS

 

Da dove deriva il titolo del nuovo album?

Sergio Pagnacco – Il titolo dell’album è una dedica a tutti coloro che fanno parte del mondo metal italiano che siano musicisti, giornalisti, speaker radiofonici o fan. I quali sanno già che la loro scelta è una missione che come tale non potrà mai avere un vantaggio se non solo quello di avere una soddisfazione nel credere in qualcosa lontano anni luce dalla “main street” economica. Ovviamente si può paragonare a tutte le vere passioni che i ragazzi nutrono e nelle quali credono fermamente sapendo già a priori che non potranno avere dei ritorni economici.

Come mai la scelta di una copertina fumettistica?

Sergio Pagnacco – Il fumetto è una nostra passione, abbiamo optato per questo tipo di cover perché rispecchia molto gli anni Ottanta, quando fumetto, film e musica si stringevano in un connubio artistico. A proposito di fumetti: la versione extra del vinile avrà in allegato anche un fumetto sui Vanexa disegnato da Maru Maratesta!

Ora che avete dato alle stampe Too Heavy to Fly vi sono ancora brani nel cassetto Vanexa pronti per essere rielaborati e poi pubblicati oppure avete finito le “scorte”?

“Syl” Bottari – Abbiamo tante idee, i nuovi componenti della band sono molto creativi e “Tani”, a livello compositivo, è un vulcano in eruzione. Il compito della sezione ritmica (io e Sergio) è fungere da collante a tutti questi nuovi stimoli e personalizzarli nel sound “Vanexa”. Pier è la vena metal per eccellenza: molto spontaneo e impetuoso. Il Ranfa con la sua cultura Hard Metal è il miglior vocalist che potevamo desiderare ed è capace sia di concepire i testi che le melodie che si adattano molto bene al sound Vanexa.

 

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Andrea “Ranfa” Ranfagni, cantante dei Vanexa

 

Andrea, come è nato il tuo coinvolgimento nella band?

Andrea “Ranfa” Ranfagni – Ero a cantare al FIM a Genova nella serata che vedeva presenti e protagonisti anche i Vanexa, mentre io condividevo il palco con Joe Lynn Turner. Nei giorni successivi, sono stato contattato telefonicamente da Silvano per un eventuale collaborazione… e da li è partita la magia.

Ti va di descrivere brevemente il tuo percorso musicale precedente all’entrata dei Vanexa?

Ranfa – Ho prestato la mia voce a molti progetti dell’underground toscano e ho partecipato in musical come il Jesus Christ Superstar e Rocky Horror Show ricoprendo i ruoli di Rocky e Jesus, per molti anni. Ho cantato in tante cover band, fra cui molti tributi ai Deep Purple, fino ad avere la fortuna di condividere il palco con “grandi artisti” come Ian Paice, Bernie Marsden, Glenn Hughes, Joe Lynn Turner, Don Airey, Mikie Moodie, Ken Hensley etc

Conoscevi già la band? 

Ranfa – La fama dei Vanexa mi era già nota! E’ un gruppo storico dell’heavy metal italiano.

Se si, come li “vedevi” dal di fuori?

Ranfa – Cattivi, ah ah ah ah ah ah

A livello di fan della band, quali i dischi/pezzi del passato che ti piacciono di più?  

Ranfa – Devo dire che il primo disco per ora, rimane il mio favorito.

Avresti mai pensato, anni fa, di poter far parte dei Vanexa?

Ranfa – Sinceramente, NO!

Come definiresti il vostro ultimo Too Heavy to Fly?

Ranfa – Un bell’album, che per i vecchi fan sarà un po’ duro da digerire in quanto molto meno heavy dei precedenti, ma sicuramente più completo e di ottima qualità musicale.

 

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Artan “Tani” Selishta, chitarrista Vanexa

 

Tani, anni fa, prima di essere coinvolto dai due “grandi vecchi” eri titubante sul fatto di poter suonare, tu che avevi una cultura musicale totalmente differente, heavy metal con i Vanexa. Oggi cosa ci puoi raccontare di quest’esperienza?

Artan “Tani” Selishta – Devo dire che il mio coinvolgimento nella band è stata una conseguenza di qualche sliding doors che sono accadute nella mia vita. Il primo ed il più sconvolgente è stata la mia emigrazione in Italia, mentre e la seconda è stata suonare con Pagnacco e Bottari nel progetto 404 Not Found insieme al cantante Cabras. Proprio in quella saletta è nata l’idea di riprendere il cammino dei Vanexa 2000. Sono stato onorato di ricevere questa offerta, e orgoglioso di prenderne parte. Nonostante non fossi un chitarrista prettamente metal, loro hanno creduto in me. In Albania non c’era la possibilità di ascoltare metal, solo del buon rock che ascoltavo di nascosto e suonavo in giro per Durazzo con una chitarra costruita da mio padre (che purtroppo è andata persa negli anni).

Pier, come è nato il tuo coinvolgimento nella band?

Pier Gonella – Sono stato contattato da Roberto Tiranti qualche anno fa, quando era ancora il cantante della band. Non c’erano impegni urgenti al momento ma la band si stava organizzando per dei concerti e per scrivere brani nuovi.  Ci siamo incontrati in occasione dello spettacolo “40/25” di Tiranti stesso dove abbiamo suonato live ed ho avuto modo ci conoscere meglio a livello personale tutta la band. Da lì è nato il giusto entusiasmo per proseguire.

 

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Sergio Pagnacco (basso) e Pier Gonella (chitarra) 

 

Vi vedete ancora con Roberto Merlone?

Sergio Pagnacco – Roberto a volte lo vediamo perché frequentiamo gli stessi locali qui nel savonese, parliamo di musica e soprattutto di musica metal o hard. Nonostante abbia passato un periodo non troppo piacevole della sua vita si sta riprendendo alla grande, inoltre ci ha confermato che sta componendo dei nuovi brani che potrebbe far uscire con qualche suo progetto al più presto. Non vediamo l’ora di ascoltare qualcosa di suo, perché sicuramente confermerà il suo importante apporto alla scena metal italiana.

Potrebbero esserci in futuro dei concerti con ancora Spino alla voce?

Syl – Come “special guest” sicuramente!!! Questo vale anche per il chitarrista originale Roberto Merlone.

Sono passati più di trent’anni dall’uscita dell’Lp del 1983… che effetto vi fa risentirlo oggi? Come lo definireste, nel 2016, il vostro album di debutto?

Syl – Pionieristico, innovativo ma troppo avanti con i tempi soprattutto i tempi italiani.

Che effetto vi fa essere considerati delle living legend dell’Acciaio Italiano?

Syl – Molto gratificante! Abbiamo avuto ragione su quello che credevamo..

Quale il concerto fatto che vi ha più “ingrifato” dopo la reunion?

Syl – Personalmente quello di Argelato (Bo) del 2009 dal quale è stato tratto il cd live. Anche se era da molto tempo che non suonavamo abbiamo avuto un’accoglienza e un successo molto al di sopra delle nostre aspettative.

 

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Com’è nato il contatto con Punishment 18 Records?

Syl – Ho conosciuto Corrado della Punishment 18 tramite le fiere del disco che si svolgono in giro per l’Italia, ho notato subito che era una persona seria e preparata, anche a livello professionale. Con la crisi del mercato discografico di questi ultimi anni la sua è una delle poche etichette rimaste nel nostro paese ad occuparsi in modo ineccepibile e appassionato dell’Heavy Metal. Quando ha saputo che stavamo lavorando al nuovo disco si è proposto come etichetta per quello che riguarda la stampa del Cd. Anche se fondamentalmente si è sempre occupato di generi più estremi non ha mai disdegnato l’Heavy Rock più classico. Gli feci ascoltare due brani in anteprima, non volle nemmeno sentire il resto e ci mise sotto contratto.

Da dove scaturisce la collaborazione con Ken Hensley degli Uriah Heep?

Syl – Dato che Ranfa lo conosceva bene per alcuni concerti fatti insieme, la Black Widow Rec. (Etichetta discografica che si occuperà della produzione del Vinile) ci chiese di proporgli una collaborazione in un brano come “special guest”, che lui accettò subito.

Heavy Metal Kids Varazze ’80… Avanti voi…

Sergio – Tanto tempo fa, era il 1980, esisteva (ed esiste ancora) un gruppo nutrito di metallari in una cittadina non troppo grande geograficamente ma enorme per il mondo metal. Erano assidui ascoltatori di heavy metal e dopo molti anni lo sono ancora! Questo è un esempio di coerenza e passione, due termini che purtroppo spesso si ignorano. Il titolo dell’album vuol dire anche questo, coerenza e passione, non mode passeggere!

Il mondo del Metallo non è più lo stesso senza Lemmy.

Sergio – Lemmy è un icona per il mondo metal, addirittura mi ha fatto tatuare l’asso di spade sul polso sinistro quando uscì “Ace Of Spades”, quindi io personalmente lo amo. Solo una cosa mi fece incazzare di lui: quando aveva come compagna Wendy O. Williams, la cantante dei Plasmatics, che non sopportavo! Queste sono storie che può capire solo colui che ha vissuto quegli anni (mi fece incazzare tanto quanto la scelta dei Kiss di togliersi il trucco!).

Come definireste il vostro ultimo Too Heavy to Fly?

Syl – Non ho dubbi, il miglior album della mia carriera sotto tutti i punti di vista!

Pier: A mio parere è un disco di grande livello. Non è un giudizio di parte perché quasi tutte le idee di partenza non sono nate da me. E’ un metal classico molto granitico, con riff portanti di classe A, però con una patina di moderno negli arrangiamenti e nei suoni. Non ci sono mille fronzoli e robe computerizzate tipiche di tante produzioni moderne dove si cerca inutilmente l’originalità invece di pensare a scrivere dei bei pezzi e basta. Quando la band mi ha affidato la produzione del disco qui ai miei MusicArt studios per me è stata una grande soddisfazione ma anche una grande responsabilità e  mi sono stati di grande aiuto nella scelta dei suoni, nel missaggio etc.

 

VANEXA 15

 

E la title track, “Too Heavy to Fly”?

Tani – Che posso dire…è un grande brano in cui abbiamo messo un po’ tutti lo zampino. Si inizia con una chitarra sola ma poi quando entra Pier Gonella, allora si che si fa sul serio… energia pura, tutta raccolta da uno strepitoso Ranfagni e diretta in faccia a chi lo ascolta… dall’intreccio delle chitarre in poi, è l’apoteosi…

Da dove è scaturita l’idea della location del video? Dov’è il posto “decadente” tipo fabbrica abbandonata?

Pier: La location è una vetreria abbandonata vicino a Savona. Abbiamo valutato assieme varie altre location, sia in Liguria che in Lombardia, suggerite anche da Daniele Farina che ha girato il video. Alla fine questa è risultata la più indicata. Stiamo producendo anche un secondo videoclip, che sarà pubblicato prossimamente.

Come avete fatto per avere i permessi per “girare” lì? 

Pier: E’ sempre una cosa delicata in questi casi nel senso che si va a cercare il custode del posto… non è facile spiegargli che dobbiamo girare un videoclip heavy metal… a volte capiscono che cerchiamo solo di creare qualcosa di bello, valorizzando anche la location stessa, ed il gioco e’ fatto…

C’è un album del passato che può essere considerato collegato a Too Heavy to Fly? (Intendo per suoni, attitudine, sogwriting)

Sergio – Gli album paragonabili a “Too Heavy to Fly” sono i primi due, perché abbiamo cercato di riprendere la nostra vena metal anglo sassone aggiungendo qualche atmosfera psichedelica. Credo che l’album sia una nostra evoluzione, abbiamo interpretato la vera essenze del metal anni 80 dove era spontaneo e pesante. In quel periodo era appena nato anche il punk quindi i nostri antagonisti erano loro, c’era necessità di farsi ascoltare dai ragazzi in modo immediato, senza troppe riflessioni e difficoltà. Quello che un gruppo rock progressive lo raccontava in una facciata da 25 minuti noi lo dovevamo dire in solo 4. Non si poteva salire sul palco interpretando canzoni raffinate, l’ondata di cui ne abbiamo fatto parte era appena riuscita a cancellare quelle band noiose che avevano stufato la maggior parte dei ragazzi incazzati con la società.

 

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“Tani” e Pier Gonella, le due asce dei Vanexa

 

Pier, sei una colonna dell’Acciaio ligure e anche a livello nazionale non scherzi un belìn. Prima del tuo coinvolgimento nella band che idea avevi dei Vanexa? Come li vedevi?

Pier: Intanto grazie mille! Ho sempre avuto forte stima dei Vanexa, conoscendo in particolare il loro passato nel senso che nel 1980 suonavano già heavy metal quando in Italia non sapevamo nemmeno cosa fosse. Oggi è facile pensare ad un semplice metal classico ma i ragazzi la gavetta l’han fatta tutta in tempi in cui era davvero difficile.

Sei probabilmente l’unico della band che può rispondere alla seguente domanda: come erano visti/come sono visti i Vanexa nell’ambito/nel giro dei musicisti/metallari hard’N’heavy tipicamente liguri?

Pier: Assolutamente bene. In Italia l’ambiente dei musicisti è molto malizioso, e quando ci sono nomi che stanno fuori da queste malizie è sentore di grande professionalità e umiltà. La prova di questo è stata l’ultimo concerto che abbiamo fatto a Savona dove c’è stata davvero una grandissima quantità di pubblico, molto superiore alle aspettative ed in assoluta controtendenza con gli attuali tempi nefasti…

Avresti mai pensato, anni fa, di poter far parte dei Vanexa?

Pier: No, nel senso che la band è sempre stata stabile come line-up. La telefonata del Tiranti fu una piacevole sorpresa a tutti gli effetti

A livello di fan della band, quali i dischi/pezzi del passato che ti piacciono di più?  

Pier: Fra gli altri sicuramente “It’s Over” e “Rainbow in the night” grandi cavalli di battaglia heavy metal, “1000 Nights” che mi riporta allo speed metal che mi ha sempre appassionato, “In the Shadow of the Cross”. Ma poi tanti altri …

 

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Avete organizzato qualche meet’n’greet… 

Sabato 17 Settembre alle ore 15 presenteremo il nostro nuovo CD al NUOVO CENTRO ESPOSITIVO – BOLOGNA in occasione della fiera del Disco da collezione, nell’occasione ci sarà il meet & greet dei Vanexa con la formazione completa.

Centro Espositivo C.A.A.B. Via Paolo Canali 1
Uscita Tangenziale 8 Bis Vicino al Centro Commerciale Meraville

Avete già in programma qualche live per i prossimi mesi?

Syl – Ci hanno proposto parecchie date, si parla di un mini-tour al sud poi date a Milano, Pistoia, Napoli, Roma e Genova quindi stiamo cercando di organizzarci per promuovere l’album, vi daremo notizie più dettagliate al più presto…

 

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Sergio Pagnacco

 

Capitolo Labyrinth, Sergio: è sortita qualche polemica dopo il tuo comunicato…

Sergio – I Labyrinth sono una grande band sicuramente una delle migliori del panorama metal ed è formata da musicisti professionisti e veramente capaci sia tecnicamente che artisticamente. Mi hanno voluto in formazione nel 2009 e quindi mi hanno fatto condividere i palchi più ambiti per un musicista metal italiano e per questo li ringrazierò sempre. Ora sono molto attivi avranno un DVD dal vivo che registreranno il 30 ottobre ed entro la fine dell’anno faranno il nuovo album, quindi io mi sono sentito di peso oltre che tecnicamente anche per non riuscire a dedicare il tempo necessario ad una band della loro caratura. Le polemiche sono nate dal fatto che ho ammesso che un musicista per riuscire a dare il meglio di sé debba suonare solo con una formazione, se crede veramente a quello che fa si dovrà dedicare anima e corpo al suo progetto musicale . Questo ha fatto infuriare tutti i musicisti che suonano in più formazioni (la maggior parte), ma i fan quelli veri mi hanno dato ragione. Se un musicista negli anni ‘80 avesse suonato in due formazioni mi avrebbe fatto uscire di testa, quindi probabilmente io ragiono ancora come un fan. Poi che dire? Mi sono drogato per trent’anni ma ora non lo faccio più, ho suonato in due band per sei anni ma ora non più!

 

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Ranfa, Pier, Tani: una vostra definizione di Sergio Pagnacco e Syl Bottari

 

Sergio Pagnacco

I Vanexa sono un drago a due teste, sicuramente il suo agire fuori e sul palco lo porta ad essere una di queste (Ranfa).

Innanzitutto direi che è un grande amico su cui posso sempre contare, e al quale posso chiedere sempre un buon consiglio. Ha sempre una risposta per tutto, ed è un fottuto metallaro fino all’osso (Tani).

Vero musicista heavy metal, senza compromessi (Pier Gonella).

 

Silvano “Syl” Bottari

Oltre al motore del gruppo, sul palco, anche il motore trainante fuori, è lui che ha voluto il nuovo album e che ha coinvolto tutti con messaggi e telefonate per sistemare le melodie dei brani (Ranfa).

Riguardo a Bottari, direi che quando porto dei riff in saletta mi cazzia perché sono troppo lunghi ahahah!!! però devo anche dire che ha quasi sempre ragione… Con il bagaglio di musica che ha, ho solo da imparare da lui. Inoltre io e Syl siamo in sintonia perché ci troviamo subito nelle melodie (Tani).

Batterista esperto anche di tutto quello che ruota dietro ad una band ed alla produzione dei dischi (Pier Gonella).

 

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti